Visto che l'estate is coming veramente e che quest'anno dopo la primavera più schifosa che io possa ricordare, almeno ha un caldo sopportabile che concilia letture oziose, ho pensato di postare un po' di libri non Moccia style, ma neanche sui massimi sistemi. Diciamo delle leggere letture intelligenti but soft (oibò).
Inizio con "Ci vogliono le palle per essere una donna" di Caitlin Moran, una giornalista inglese che ha iniziato la sua carriera a 15 anni e in Uk è una sorta di idolo pop.
A dispetto del titolo, che personalmente trovo a metà tra l'inquietante e il pessimo gusto, il libro è composto da una serie di capitoletti in cui Caitlin Moran da ragazzina e giovane donna intelligente, apprende con sgomento e non senza resistenza cosa significa diventare una donna.
Perché è questo che intendeva Simone de Beauvoir con la frase più travisata della storia: "Donne non si nasce, si diventa." O meglio, ti ci fanno diventare convincendoti che una vera donna è: magra, depilata, composta, educata, civettuola, silenziosa quando serve, non eccessivamente esuberante, possibilissimamente devota. Così Caitlin, cicciottella e noncurante delle regole, tenta in ogni modo di adattarsi a regole non sue, e nel farlo fallisce in modo esilarante e decisamente trionfante.
Si definisce femminista eppure non brucia reggiseni, né odia gli uomini (è sposata e ha due bambine), non è una militante contro il sistema, ma solo una donna intelligente, che senza fatica ha scoperto la fregatura della costruzione culturale della donna e il trucco del far passare la stessa parola "femminista" come una parolaccia.
Non è vero che tutti gli -ismi sono uguali. Se la storia e la vita fossero così semplici, non saremmo certo a questo vergognoso punto.
Per chi si sentisse di non dormicchiare necessariamente ozios* sotto ombrelloni e abeti di laghetti alpini, consiglio allora a tal proposito, il classico immortale della meravigliosa Simone, "Il secondo sesso", attualmente nell'edizione de Il Saggiatore.
Non ve ne pentirete. Mai.
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