giovedì 28 novembre 2013

La differenza tra Harry Potter e Tolkien, quando il fantasy è per bambini e quando per adulti.

Oggi volevo dedicare il mio post alle Twilight moms e affini, ma visto che c'è stata una levata di scudi su Tolkien e Harry Potter infilati nei libri da leggere prima dei trenta, quasi considerassi il fantasy una cosa per bambini (dicevo prima dei trenta non dei dodici comunque), mi pare giusto e doveroso dedicare un post al riguardo.
 In libreria il fantasy è diviso in due zone, in modo del tutto arbitrario. Spesso mi viene da pensare solo per via della copertina, in questo caso il problema è del libraio, ma anche della casa editrice che confeziona il libro in modo esteticamente appetibile per una determinata fascia d'età. Ultimamente anche "Il gattopardo" ha la sua versione estetica per ragazzi. Notoriamente Tomasi di Lampedusa voleva scrivere un libro politico per dodicenni.
"Il trono di spade" la serie che dimostrò a sciure e padri della domenica che
il fantasy non è roba per bambini.
 Comunque, parte del fantasy viene infilato nella sezione per adolescenti, un'altra parte in quella appunto fantasy, il criterio è arbitrario. Puoi trovare la saga di Dragonlance nel reparto ragazzi e una cosa come "Shadows hunter" in quella per adulti. Licia Troisi, per dire, crea sempre grandi problemi: le avventure della mezzelfa Nihal per quale età sono state pensate? E sono state pensate per una determinata età?
 Questa confusione è ingenerata da un tema già affrontato: il pregiudizio in libreria. Si ritiene spesso a priori che il fantasy sia una questione per ragazzi, che una volta adulto è ora di smetterla di giocare coi nani e gli elfi e con gli anelli che qualche perfido signore aveva forgiato per domare qualcuno in un mondo che non esiste.
 Insomma, il concetto è "Cresci figlio che ormai sei grande".
 In generale il fantasy e la fantascienza sono sempre state vittime di un pregiudizio del genere, quindi non è neanche colpa dello specifico libraio o della casa editrice. Hollywood, come faceva notare qualcuno, ha parzialmente sdoganato il genere iniziando a produrre a più non posso kolossal tratti da qualsiasi libro o fumetto fantasy sia mai entrato in commercio. La HBO ha persino messo in mano a un'intera fascia di sciure e uomini dediti al Sole24ore una saga come "Il trono di spade". Tuttavia che il fantasy debba diventare mainstream per essere apprezzato come genere è un po' triste, il bello del fantasy che fu infatti era la possibilità di sperimentare, di reinventarsi e reinventare tutto proprio perché era libero di non essere doverosamente commerciale.

Harry Potter è, secondo me, un prodotto di questa commercializzazione del genere.
Personalmente io l'ho trovato carino (e soprattutto amo la storia personale della Rowling che, giovane madre single e disperata, ha scritto il primo libro scroccando caffé in un pub mentre ora vive in un castello), con spunti originali e molte buone idee. Tuttavia, come dicevo ieri, non è un libro per adulti. Non credo neanche che la Rowling lo abbia scritto per un pubblico adulto (quindi non possiamo neanche fare su di esso il lavorio de "Lo scrittore in realtà voleva comunicarci questo tramite una virgola posta in un punto specifico ecc. ecc.").
 Harry Potter è una buona idea, molto mainstream, capitata al momento giusto. Segue il semplice schema delle favole: l'orfano di entrambi i genitori che vive coi parenti cattivi, ma è buono e dolce, e che improvvisamente scopre di essere un mago (in genere scoprivano di esser principi e principesse). Ha un mentore, degli aiutanti, degli amici, degli oggetti magici, delle prove da superare e persino un nemico che è la sua nemesi. Lo schema che funziona da migliaia di anni è semplice e basilare. La Rowling l'ha unito ad una componente fortemente pop, in più ha avuto l'immensa fortuna di essere inglese in un mondo di dominazione culturale anglosassone. Il successo non era scontato, ma caldeggiato da alcune circostanze fortunate. Onore al merito alla Rowling, ma un adulto non può avere Harry Potter come libro favorito.
Altro discorso è Tolkien. Tra i due corre come minimo la differenza che c'è tra "Pinocchio" della Disney e quello originale di Collodi. Due mondi uniti da qualcosa ma diversi come il giorno e la notte.
 Io non penso che Tolkien sia per bambini, (a parte "Lo Hobbit" che è scritto bene, ma fatico a trovarci un senso che vada oltre la favola). Tanto per scagionarmi posso persino dirvi che, sull'onda emotiva della seconda lettura del "Silmarillion" mi iscrissi persino alla società tolkieniana, che mi mandò poi i suoi libretti per anni continuando a vantarsi che tra gli aficionados c'era anche Kossiga.
 Mi pentii di tale adesione al suono degli strilli dei miei amici frikkettoni appassionati di fantasy: Tolkien era un fascista, i campi hobbit, gli elfi sono come i nazisti, Frodo e Sam simboleggiano il popolo ebraico. Siccome desideravo che il fantasy rimanesse solo tale e non sconfinasse nella Storia, decisi di non indagare ulteriormente al riguardo e non rinnovai la tolkeniana kossighiana tessera.
"Minas Tirith" una delle due riviste
della Società tolkieniana.
 Ero la classica unica ragazza che gioca in un gruppo di soli maschi a Dungeons&Dragons, solitamente sceglievo di essere un bardo mezzelfo senza alcuna capacità degna di nota che tutti finivano per odiare. Ho fatto anche la master talvolta e mi sono letta tutti i racconti del sommo, quelli perduti, quelli ritrovati, quelli incompleti, almeno tre volte la trilogia.
 A diciassette anni se mi avessero proposto di passare una nottata filata a giocare di ruolo sarei stata in prima linea, a venticinque ancora mi sarei prestata ad una maratona notturna al fianco di Aragorn con i pop corn in braccio. Poi un giorno è successo un fatto tragico.
 Mi hanno invitata a giocare ad un gioco di ruolo dal vivo.
 Chiunque abbia mai giocato di ruolo al tavolo sa che ci si diverte tantissimo, che il tempo vola e che per giorni finisci a fare battute sullo zainetto pratico di Heward, l'incantesimo dell'intralcio e dell'unto usati nell'ultima sessione e l'ultimo dragone ucciso. Potresti dissertare per ore sul valore dell'ultima edizione di Forgotten Realms, passare giorni a cucirti un mantello da Hobbit per carnevale (se non capite di cosa sto parlando non preoccupatevi) e discutere delle ultime web comics dedicate.
 
Ecco, era una cosa del genere, con vestiti più brutti.
Poi però per la maggioranza giunge il momento tragico della riemersione.

Il mio fu quando mi ritrovai ridicolmente in mezzo ad un bosco a fingere di essere un bardo che con la forza del mio canto convinceva i nemici a non giustiziarmi. Fingendo di parare colpi e dover morire, mi sentii di colpo molto ridicola e non riuscii a continuare.
 Da quel momento in poi la mia fervida passione si ridimensionò, pian piano trovai altre cose a cui dedicare le ore di Dungeons&Dragons e iniziai a vestirmi da altro a carnevale (in realtà smisi di travestirmi se escludiamo l'eccezione che mi vide ricoperta da un cartone disegnato un triangolo: il tema della serata era "Gli dei" e mi ero vestita da dio). Apprezzo ancora le web comics a tema, i film (anche lovo molto "Il trono di spade") apprezzo ancora Tolkien che mi piace rileggere (e mi piace anche la trilogia di Jackson), ma penso che sia un fervore che vada provato prima di una certa età.
 Quando mi capitano in libreria questi appassionati tardoni mi fanno un po' tenerezza, penso che si siano persi tanto a non accorgersene prima, che l'immaginazione e la passione di una certa fase della vita non tornano più. Però oh, mica sò onniscente, magari tra vent'anni rileggo 'sto post e mi pare una cavolata, che anzi, Tolkien se non lo leggi a 50 anni che cavolo vuoi capire??
 Solo gli stolti non cambiano idea.


ps. Se questo post vi ha appallato, sappiate che potrete sempre recuperare con quello sulle Twilight Moms su cui le mie ricerche continueranno anche in questo travagliato pomeriggio.

8 commenti:

  1. mah, a me sinceramente non sembra che abbia molto senso tracciare un confine temporale. ho letto (senza commentarlo) anche il tuo post di ieri e mi dispiace dire che non riesco a condividerlo. penso che si possa essere adulti e responsabili, avere cinquant'anni e magari due figli adolescenti eppure continuare ad apprezzare Harry Potter o quant'altro. alla fin fine, quello che conta è trovare il libro che ci comunica qualcosa, che ci fa divertire, che ci fa sognare, e le combinazioni titolo/genere/età del lettore sono infinite. naturalmente prendi il mio commento come l'opinione puramente personale di una che a 48 anni legge ancora shoujo manga ^__^

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    1. Sì, sì, certo nessuna età è tarda per leggere un buon libro. Il mio discorso era sul fatto che leggere un determinato libro ad una certa età è meglio perché vedi sfumature che poi magari quando sei troppo giovane e soprattutto ormai troppo vecchio ti sfuggono. "Il giovane Holden" è un caso da manuale. Leggerlo a 17 anni e vent'anni dopo dà una sensazione completamente diversa (secondo me), anche se la scrittura di Salinger è splendida a qualsiasi età :)
      Diciamo che secondo me leggere una cosa all'età giusta dona un inafferrabile più.

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    2. non sarebbe più giusto allora parlare, più che di età giusta, di disposizione d'animo o di grado di maturità giusto? cosa piuttosto soggettiva (anche a me i miei coetanei che fanno i ggiovani fanno piuttosto pena).

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    3. Sì, in effetti c'è anche la disposizione d'animo, ma quella è molto più soggettiva, come in effetti anche il grado di maturità. Io appunto sono della scuola: hai 40 anni dentro e fuori e non per questo sei vecchio (ho sempre trovato le persone adulte che facevano le gggiovani molto patetiche e mi sono ripromessa di evitarmi l'imbarazzo).

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  2. Per molti versi concordo con la tua analisi, che è - piaccia o meno - sempre molto ben argomentata.
    Il problema che affronti è interessante e può risolversi tenendo sempre a mente il modo con cui si affrontano determinati universi narrativi o generi come il fantasy - che, più della letteratura alta, è per sua natura facilmente preda di "trend" e codificazioni.

    Ritengo che il desiderio di immergersi in mondi "alternativi" sia proprio dell'essere umano nel suo complesso, a qualsiasi età, ma occorre fare dei distinguo specifici. Una persona adulta e matura deve essere naturalmente portata a riconoscere, in un libro fantasy, la vera qualità, nonché il target di riferimento: alcuni ottimi e innovativi libri di Gaiman sono evidentemente scritti per bambini e adolescenti, e va benissimo così; al contrario, i libri di Terry Brooks, Licia Troisi, Robert Jordan etc. sono romanzi per giovani e adulti mediocremente scritti, che fanno uso di tutti i più abusati cliché del genere e di uno stile narrativo pessimo. E questo un lettore adulto e consapevole deve saperlo riconoscere.

    Vi sono però ottimi fantasy per adulti. In un commento a un post precedente parlavo per esempio di Robin Hobb, un'autrice di genere di eccellente caratura le cui storie, complesse e articolate, affrontano il tema di un mondo "alternativo" secondo un'ottica decisamente adulta: l'universo del ciclo di Borgomago, per esempio, è estremamente plausibile, giacché - nonostante vi siano draghi e navi parlanti - il lettore riesce ad avere un'immagine perfetta dei problemi economici, sociali e civili che i protagonisti sono costretti ad affrontare. Si ha insomma l'idea che se per un caso assurdo i personaggi principali sparissero all'improvviso, l'ambientazione continuerebbe a sopravvivere: cosa decisamente inusuale in un genere che prevede, al contrario, l'assolutizzazione del protagonista e della sua "missione" - elemento quest'ultimo molto caro, per ragioni psicologiche di formazione, al lettore adolescente.

    Potremmo applicare il medesimo principio anche al gioco di ruolo (cartaceo - visto che quello dal vivo pare ridicolo anche a me). E' tranquillamente possibile organizzare una sessione di gioco matura tra persone adulte, magari senza tirare tutta la notte (a una certa età il fisico non regge più).

    Il problema vero è un altro: il mercato del fantasy è VERAMENTE saturo di schifezze, a causa del fatto che viene considerato un genere "facile" da produrre. A ciò va aggiunta, come sempre, l'assenza di buon gusto e raziocinio di buona parte dei lettori - come dimostra il successo della Troisi.

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    1. Secondo me il mercato è saturo di schifezze perché al contrario di un tempo è ormai anch'esso un genere incredibilmente commerciale. Poi ci sono dinamiche editoriali molto ben descritte in un piccolo saggio di Fruttero e Lucentini pubblicato ne "I ferri del mestiere". Parlavano della rivista "Urania" che, da quindicinale (o forse addirittura mensile, purtroppo non ho il libro sottomano e vado a memoria), l'editore la pretese settimanale. Ci fu un crollo verticale delle ottime vendite perché, per trovare abbastanza materiale per la pubblicazione, la qualità divenne scadente. Dopo mesi disastrosi si ritornò alla periodicità e qualità precedente. I due avevano messo in guardia l'editore che fu punito da un pubblico allora di nicchia e di buon gusto. Tale pubblico ora nulla può contro la massa che ama la cultura pop alla Harry Potter.
      Leggerò la Hobb come avevi già consigliato (ma perché non ti piace la cara Marion???)!

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  3. Condivido quello che hai scritto, specialmente su Harry Potter. La mia esperienza con questa saga è abbastanza anomala, perché ho letto il primo libro a 11 anni, poi quando ne ho fatti 18 ho letto anche gli altri, quindi non si può dire che sia cresciuta con Harry Potter. Nonostante sia gradevole e ben scritto, è una lettura che nasce per bambini e che continua ad essere per bambini/adolescenti fino all'ultimo, non solo per la impronta fiabesca come hai detto tu, ma anche perché la Rowling rimane sempre in una "safe zone" non alludendo mai ad argomenti come il sesso ad esempio, proprio perché una grande percentuale di lettori è fatta di ragazzini (Con questo di certo non dico che Harry, Ron ed Hermione dovessero partecipare a festini porno ogni sera o che un libro debba avere come argomento il sesso per essere bello o di successo). Oltre alle Twilight moms è strano anche che dei quarantenni dicano "Harry Potter è uno dei miei libri preferiti".

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  4. Tolkien... Mmmm... Bah... Se cerchi del fantasy adulto prova con Michael Moorcock.
    Sarebbe meglio leggerlo in inglese visto che viene sistematicamente censurato in Italia
    Oppure con Mervin Peake

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