Mentre la mia fervida immaginazione ha partorito per domani un post delirante, ecco che vi propongo un piccole recensioni tra amici a tema fumetto/graphic novel.
Due molto yeeee (oh, complimenti alla Panini Comics) e una molto buuuuu.
Let's go!
Due molto yeeee (oh, complimenti alla Panini Comics) e una molto buuuuu.
Let's go!
"IL GRANDE MAGAZZI" di Leo Ortolani ed. Panini Comics (edizione Deluxe):
Ho iniziato a leggere Ortolani molto molto tempo fa.
In casa mia non si leggevano fumetti, ma uno dei miei zii era (ed è, è ancora vivo) un grande appassionato e scoprì Ortolani quando andavo alle medie.
Scroccavo i fumetti da lui e poi con gli anni ho iniziato a scroccarli da amici, principalmente le fantastiche parodie come "Allen", "Star Rats", "Il signore dei ratti" e via dicendo. "Il grande Magazzi" mi era sfuggito (ormai abito lontana dallo zio spacciatore di fumetti), anche perché, come ammette lo stesso Ortolani nella postfazione, il titolo non è particolarmente evocativo delle due saghe che prende in giro: "Harry Potter" e "Twilight".
In casa mia non si leggevano fumetti, ma uno dei miei zii era (ed è, è ancora vivo) un grande appassionato e scoprì Ortolani quando andavo alle medie.
Scroccavo i fumetti da lui e poi con gli anni ho iniziato a scroccarli da amici, principalmente le fantastiche parodie come "Allen", "Star Rats", "Il signore dei ratti" e via dicendo. "Il grande Magazzi" mi era sfuggito (ormai abito lontana dallo zio spacciatore di fumetti), anche perché, come ammette lo stesso Ortolani nella postfazione, il titolo non è particolarmente evocativo delle due saghe che prende in giro: "Harry Potter" e "Twilight".
Come si dovrebbe sempre fare quando si parodizza qualcosa, bisogna conoscerla davvero, così il povero Ortolani si è sciroppato libri e film di entrambe le serie (non tutti) traendone un mix micidiale. La storia narra del piccolo Magazzi, figlio di una sorta di mago Silvan, studente pluribocciato di una scuola di magia per soli maschi. Ha due amici (o meglio un amico e un'amica, Ortolani ama molto un personaggio secondario transgender), che come lui vengono continuamente bocciati, ma, proprio quell'anno, un terribile pericolo si affaccia sull'umanità: è tornato il Signore Oscuro.
L'unica arma che può sconfiggerlo è lei, la sgnaccamaroni, leggendaria figura femminile in cui ogni uomo (e aggiungo io, ogni lesbica) della terra prima o poi ha avuto a che fare. Io odio le generalizzazioni, ma è innegabile che esista questa categoria umana, (che vanterà epigoni anche maschili con altre modalità immagino) dalle caratteristiche micidiali: triste in modo studiato, slinguante in modo micidiale, generalmente assai bella e/o affascinante, enigmatica, con un celato dolore di cui si può conoscere poco o niente e che viene usato come arma emotiva per l'intera durata della relazione. Un mix di manipolazione mista a sensualità shakerato con una certa inclinazione al dominio che dà risultati devastanti. Ed è proprio per questo che viene raccolta dal piccolo Magazzi e dai suoi amici, proprio mentre scarica un disperato Darth Weder e si attacca ad un vampiro dalla mascella larga che dovrebbe avere gioco facile a farne polpette e ne finisce invece polpettato.
L'unica arma che può sconfiggerlo è lei, la sgnaccamaroni, leggendaria figura femminile in cui ogni uomo (e aggiungo io, ogni lesbica) della terra prima o poi ha avuto a che fare. Io odio le generalizzazioni, ma è innegabile che esista questa categoria umana, (che vanterà epigoni anche maschili con altre modalità immagino) dalle caratteristiche micidiali: triste in modo studiato, slinguante in modo micidiale, generalmente assai bella e/o affascinante, enigmatica, con un celato dolore di cui si può conoscere poco o niente e che viene usato come arma emotiva per l'intera durata della relazione. Un mix di manipolazione mista a sensualità shakerato con una certa inclinazione al dominio che dà risultati devastanti. Ed è proprio per questo che viene raccolta dal piccolo Magazzi e dai suoi amici, proprio mentre scarica un disperato Darth Weder e si attacca ad un vampiro dalla mascella larga che dovrebbe avere gioco facile a farne polpette e ne finisce invece polpettato.
Postilla. Ho veduto Leo Ortolani ad una presentazione alla statale di Milano (tenuta in un'aula magna inquietante in cui campeggiava un crocefisso gigantesco) e lì ho appreso che per il nostro sollazzo di lettori, esso vive una vita monacale simile a quella dei mangaka giapponesi: lavoro spinto da mane a sera e dopocena fino a notte. Per un computo di ore lavorate impressionante.
Ora, capisco che molti diranno che non spala in miniera, ma aggiungo anche che stare tante ore chiuso in casa, ogni giorno, con solerzia (e spesso solo) richiede una notevole forza di volontà. Molto respect.
Ora, capisco che molti diranno che non spala in miniera, ma aggiungo anche che stare tante ore chiuso in casa, ogni giorno, con solerzia (e spesso solo) richiede una notevole forza di volontà. Molto respect.
"LA DISTANZA" di Colapesce e Alessandro Baronciani ed. Bao Publishing:
"La distanza" è la classica graphic novel che non so esattamente perché sia stata scritta, disegnata, pubblicata e pure abbondantemente recensita. Non intendo dire che non avrebbe dovuto esserlo, intendo proprio che non capisco con quale senso e criterio sia stata concepita: cosa ci volevano comunicare gli autori? Era davvero una storia che meritava il lavoro che sceneggiatore e disegnatore ci hanno impiegato? Per quale motivo tra le decine di graphic novel che aspirano a vedere la luce, questa ha avuto il merito di esserlo?
La risposta è: non lo so. La storia, abbastanza semplice, narra le sventure di un giovane siciliano con la fidanzata che lavora all'estero ed è in serio odor di tradimento con un collega. Mentre decide se andare a trovarla come aveva premeditato, il nostro eroe conosce due amiche, una bionda e una mora e le accompagna a girar per la Trinacria: quale delle due si farà? E perchè?
Il titolo vorrebbe suggerirci che la distanza è la grande maledizione di tutte le relazioni umane. Bella scoperta.
Non so, non mi ha convinto, l'ho trovata una cosetta semplice, fatta per aggiungere qualcosa al curriculum con quella certa pretenziosità che hanno molti artisti indie (Colapesce nasce cantautore).
Wannabe Davide Toffolo, ma tocca pure esse capaci.
Voto due su cinque.
"SUNSTONE" di Stjepan Sejic ed. Panini Comics :
Lo ammetto, ignoravo colpevolmente l'esistenza di Stjepan Sejic.
Una non va in fumetteria regolarmente e pam si ritrova una sera per caso faccia a faccia con questo fumetto in bella vista sulla griglia delle novità. L'ho aperto ignorando la tematica e sono rimasta folgorata.
Una non va in fumetteria regolarmente e pam si ritrova una sera per caso faccia a faccia con questo fumetto in bella vista sulla griglia delle novità. L'ho aperto ignorando la tematica e sono rimasta folgorata.
Allora, se qualcuno mi avesse detto, "Guarda, leggi questo fumetto che racconta una storia lesbica tra due gnocche stratosferiche che amano il BDSM, piena di scene hottt", diciamo che avrei abbondantemente diffidato. Gli uomini hanno un'idea strana del sesso tra donne mi par di capire: o non capiscono bene come si fa (cosa ci sia da capire boh) o, forti di anni di giornaletti e youporn, hanno questa icastica immagine di due tizie generalmente biondissime, generalmente con le tette rifatte che sono delle lesboninfomani fino all'arrivo di un irresistibile macho.
Ora, non voglio indagare perché gli uomini abbiano spesso questo morboso interesse per l'unico 5% della popolazione mondiale che non ha voglia di avere a che fare fisicamente con loro, ma diciamo che questo sarebbe bastato a farmi mollare il fumetto sulla griglia.
E invece...è fantastico! Stupido pregiudizio! Sejic ha prodotto un fumetto sexy, delicato, disegnato favolosamente, colorato favolosamente e davvero ben scritto.
La storia di Lisa, aspirante scrittrice, e di Ally, informatica nerd di successo (entrambe bellissime), che si incontrano per finalmente dar sfogo al loro comune interesse per le pratiche bondage, è davvero meritevole.
Un fumetto che senza pesantezza, senza troppi spiegoni o tirate, senza pretendere di essere didascalico o didattico smonta decine di pregiudizi: nei confronti di chi non ama solo la posizione del missionario (e non per questo è un pericoloso deviato), dei rapporti tra uomini e donne, dei rapporti amorosi tra donne, nei confronti delle donne stesse.
Un fumetto che senza pesantezza, senza troppi spiegoni o tirate, senza pretendere di essere didascalico o didattico smonta decine di pregiudizi: nei confronti di chi non ama solo la posizione del missionario (e non per questo è un pericoloso deviato), dei rapporti tra uomini e donne, dei rapporti amorosi tra donne, nei confronti delle donne stesse.
Sejic nella folta appendice, oltre a inserire una nutrita galleria di illustrazioni, racconta la genesi del fumetto: durante una profonda crisi personale, aveva preso ad odiare il proprio lavoro e per distrarsi era tornato ad una primissima illustrazione fatta in gioventù, due donne, una rossa e una mora, in abiti fetish. Prima furono illustrazioni, poi strip, poi questo fumetto. Da leggere. 13 euri benissimo spesi, Panini Comics.
Ne avete già letto qualcuno? Ve ne incuriosisce almeno uno? Testimoniate!
Ne avete già letto qualcuno? Ve ne incuriosisce almeno uno? Testimoniate!
Non ho qui la postfazione di Ortolani da rileggere ma ricordo bene che il titolo era "come certi libri (che però non ho letto)", quindi direi che lui di Harry Potter e Twilight ha visto solo i film.
RispondiEliminaP.s. ma di Rat-man segui anche la serie regolare? Ti consiglio di recuperare con il rat-man gigante, la ristampa iniziata l'anno scorso
Non ho neanche io la copia de "Il grande Magazzi" (prestata pure quella), ma mi sembra che Harry Potter l'abbia letto quasi tutto e "Twilight" no. Oggi a laboro controllo ;)
EliminaOrtolani è persona gradevolissima e modestissima. Lo apprezzo davvero tanto.
RispondiEliminaNon so se "Il grande Magazzi" rientri nel novero delle graphic novel, essendo uscito in origine come trilogia su periodico; e anche "Sunstone", se non erro, dovrebbe essere una serie e quindi non far parte dei "romanzi grafici" (almeno nell'accezione originaria dell'espressione - https://it.wikipedia.org/wiki/Romanzo_grafico ). Comunque lasciamo la questione a chi ha voglia di accapigliarcisi.
[Fosse per me, io il termine graphic novel lo abolirei, con buona pace del povero Eisner. Ma ormai è solo uno strumento per far sì che gli hipster e i fighetti dell'intellighenzia si approprino di un'arte che, di base, non stimano - sennò non si vergognerebbero a chiamarla col suo nome -, traslocandoci sopra tutti gli hipsterismi e le fighettaggini del caso. E poi si finisce a fare fumetti che sembrano la brutta copia di quelle pellicole o di quei libri in cui lo sport preferito di tutti i personaggi è fissare la lanugine del proprio ombelico...].
Comunque, hai mai letto, di Ortolani "Due figlie e altri animali feroci"? E' un libro non a fumetti (però corredato da strisce e vignette), in cui parla della trafila che lui e la moglie hanno dovuto sostenere per adottare due bimbe colombiane. Argomento serissimo, ma è uno dei libri che mi hanno fatto più scompisciare dalle risate, in assoluto :D
Sì in realtà per "Il grande Magazzi" la definizione non è correttissima. Per "Sunstone" nonostante sia pubblicato in più volumi secondo me sì (potevano fare un volume unico ed era sicuro più bello e soddisfacente, ma capisco pure che le case editrici debbano guadagnare). Io la definizione graphic novel la menterrei perché in effetti differisce dal fumetto, senza svalutare quest'ultimo.
EliminaMa est una lunga storia. Ho presente il libro di Ortolani che mi dici, l'ho leggiucchiato, considerando l'ansia che ti fanno venire in genere le storie di adozione (per come sono scritte eh, non per l'argomento), è una luce nella notte.
Mi ricordavo di aver letto la bozza di Sunstone su DeviantArt ai tempi; sono andata a controllare e si, ci sta fino al quinto volume/episodio in bozza non rifinita (e comunque magnifica) per i curiosoni che non riescono ad aspettare ;)
RispondiEliminaOrtolani mi ha sempre ispirato ma non ho mai trovato il coraggio di iniziare da qualche parte la sua sterminata produzione. Chissà, magari proverò proprio con questo.