Lo scorso anno, durante l'infinito lockdown durante il quale eravamo forse più storditi, ma di certo più speranzosi verso il futuro, passai circa un quarto d'ora del 25 aprile alla finestra.
Sorvolando sulla quantità di grasso inquinamento che ho respirato per anni e sulla mancanza perenne di luce naturale, quando la vita era normale il massimo problema erano gli incivili che poggiavano regolarmente le bottiglie di birra vuote sul nostro davanzale dopo una nottata di bagordi.
Durante il lockdown invece, il piano rialzato si rivelò un limite piuttosto importante.
Senza balconi e cortili, ci affacciavamo con le nostre tazzine di caffè su processioni di persone intente a raggiungere il supermercato vicino, ad andare nella tabaccheria di fronte, a portare a spasso il cane e insomma intente nelle poche cose previste a Sin city.
La gente ci fissava regolarmente inviperita dalla nostra presenza, immagino temendo fossimo delle pericolose delatrici e non delle povere criste con l'unico desiderio di prendere aria in faccia ogni tanto.
Anche la nobile arte del flash mob e del canto non era una questione facile da esercitare in un piano rialzato e infatti l'unico tentativo in cui mi sia cimentata lo scorso anno era stato in occasione del 25 aprile.
Munita del mio cellulare con "Bella ciao" dei MCR al massimo del volume, mi lanciai in un cantata nella solitudine del mio condominio abitato, non tanto da fascisti quanto da anziani, ma soprattutto sotto lo sguardo divertito e sospettoso dei malfidenti passanti.
Non la ricordo come l'esperienza più appagante o eroica della mia vita, ma mi spiaceva far passare il 25 aprile come uno dei tanti pomeriggi di quella primavera tristissima e cantare "Bella ciao" mi sembrava un buon compromesso.
Ho pensato quindi, a un anno di distanza, di dedicare un post a questa canzone che da sola, col solo ritornello, riesce a suscitare un'enorme sentimento di libertà, ed è ormai conosciuta in tutto il mondo come simbolo di rivolta verso l'oppressione.
LA STORIA di BELLA CIAO:
La domanda sorge spontanea: dove nasce e come si è diffusa "Bella ciao" nel mondo come canto di liberazione?
L'opinione più comunemente diffusa (quella che conoscevo anche io che per quel che mi riguarda l'ho imparata da mia nonna assieme ad altre canzoni random come "Il Piave") è che fosse un canto delle mondine riadattato dalle brigate partigiane, ma, ebbene sì, sembra che le mondine siano venute dopo i partigiani.
La ricostruzione delle origini è stata esplorata da ben più di un libro, tanto che potete avere l'imbarazzo della scelta tra: "Bella ciao. Storia e fortuna di una canzone" di Cesare Birmani ed. Interlinea, "Bella ciao" di Marcello Flores ed. Garzanti, "Bella ciao. La canzone della libertà" Add editore e "Bella ciao. La storia definitiva della canzone partigiana che dalle Marche ha conquistato il mondo" di Ruggero Giacomini ed. Castelvecchi.
Giacomini ipotizza la nascita nel maceratese a opera della poco conosciuta resistenza marchigiana che la passò poi alla Brigata Maiella in Abruzzo dalla quale poi approdò in Emilia.La teoria si basa su alcune lettere che lo storico a rinvenuto nell'archivio dell'Istituto di storia delle Marche.
Anche Cesare Bermani invece è tra i fondatori dell'istituto Ernesto De Martino che avalla la teoria della Brigata Maiella.
Secondo lo storico, fu un caso che la canzone divenne un canto popolare di una brigata partigiana del centro Italia prima ancora che al nord, dov'era assai più popolare "Fischia il vento".Inoltre va ancora più indietro nel passato, riconducendola ad un canto composto dal poeta Costantino Nigra, "Fior di tomba".
Ci tiene inoltre Birmani a sottolineare come "Bella ciao", al contrario di quanto sostenuto da molti revisionisti storici che la vorrebbero introdotta successivamente, fu davvero cantato da molte formazioni partigiane e fu un canto popolare della resistenza.
Arriva quindi ai giorni nostri dove questa canzone, che accenna a un generico invasore senza entrare nello specifico, è stata prescelta nei più impensati angoli del pianeta come inno alla libertà e dove ancora e persino in Italia è osteggiato da politici di bassa lega.
Sullo storico spettacolo del 1964 torna anche Marcello Flores che nel suo libro davvero per tutte le tasche (4,99 euro) si cimenta anche lui nella ricostruzione storica di questo canto la cui popolarità sfocia ormai nella leggenda.
PER RAGAZZ*:
Una canzone così speciale non poteva non avere una proposta libresca anche per ragazz*.Un'alternativa, per più piccini, è "Bella ciao" di Gallucci editore, un illustrato forse graficamente meno bello, ma provvisto di cd allegato con canzone arrangiata dai Modena City Ramblers che può agilmente sostituire il nonno o la nonna di turno nell'insegnamento della canzone.