Forse non tutt* sanno che per anni ho tenuto la rubrica di libri sull'ormai defunto LezPop.
Utilizzavo all'epoca l'ennesimo nickname (ah, quando andavano di moda i nickname! Sembra una vita fa!):
Cyrilla. Era un personale oscuro riferimento al mio cognome e a un'involontaria gag con la mia professoressa d'italiano delle superiori.
Cyril Mango è infatti un grande bizantinista e quando lei vide il mio cognome disse "Ah, come il più grande bizantinista vivente!" e io, che non sono mai stata un fulmine di guerra nel capire quando tacere, replicai "Ah, di solito dicono come il cantante".
Non ebbe mai più una buona considerazione di me.
Detto ciò, LezPop, come sapete è svanito, ma siccome essere ostinatamente vintage certe volte paga, io ho ancora tutti i miei vecchi articoli, poiché li scrivevo diligentemente su un file word che poi inviavo e non compilavo direttamente la piattaforma. Questo mi permette di avere ancora il materiale e riproporvelo.
In principio avevo l'idea di fare una cosa un po' sistematica, ma rileggendo gli articoli mi sono resa conto che erano scritti ovviamente in un linguaggio apposito per quel sito e qua risulterebbero talvolta balzani (o almeno è quel che penso io), quindi finora mi sono limitata ad uno dei miei post favoriti, quello sulle lesbiche nei gialli all'italiana, ma in questo mese del pride ve ne riproporrò altri, ovviamente aggiornati.
Mi spinge a farlo anche il fatto che mi è capitato di trovarli copiaincollati qui e lì, quindi visto che ci impiegai molto tempo e ricerche, almeno ne rivendico la maternità.
Di certo uno di quelli che più merita di apparire su questi schermi è l'articolo che scrissi sulle grandi coppie lesbiche della storia della letteratura.
Non intese come personaggi di libri, ma come scrittrici. Il bello è che rileggendolo dopo anni ci ho trovato anche io suggerimenti e riferimenti che avevo dimenticato, quindi mi sto anche autoconsigliando.
Ecco a voi quindi una carrellata di grandi coppie lesbiche estremamente letterarie!
GERTRUDE STEIN e ALICE
TOKLAS:
Gertrude Stein e Alice Toklas sono l'archetipo della
coppia lesbica regnante, mitologico stereotipo che in un gruppo di amic* spesso corrisponde a una verità. Pacifiche, ferme e influenti, danno vita a cene, amicizie, favoriscono amori e collaborazioni lavorative dall'alto di una relazione inossidabile di lunghissima data.
Gertrude Stein, scrittrice, mecenate,
talent scout di pittori e scrittori (per le sue mani sono passati una
marea di grandi, da Picasso ad Hemingway)
ed era dotata di un
autostima fuori dal comune. Si riteneva un genio (anche giustamente, ma onore al merito), al punto
da scrivere l'autobiografia della propria compagna, la piccola Alice
Toklas (anche lei scrittrice), in cui arriva ad incensarsi col
racconto delle sue straordinarie gesta in prima persona.
Chi pensa ad
Alice Toklas come la parte debole della coppia si sbaglia, meno
appariscente ed estrosa (e geniale) della compagna, dominava
saldamente il suo cuore.
Triste fu però la fine della coppia: la
Stein morì molti anni prima e gli eredi tolsero ogni bene comune
alla Toklas, tra cui la casa e moltissimi quadri che avevano
acquistato insieme. E non stiamo parlando di croste.
MARGUERITE YOURCENAR e GRAZE FRICK:
In quel bel libro che è
“Liberi di amare” di Laura Laurenzi, c'è un vasto capitolo
dedicato alla quarantennale relazione che l'autrice de “Le memorie
di Adriano” ebbe con un'intellettuale americana Grace Frick.
Una
storia che più lesbodrammatica non si può.
Nonostante una grande
passione e un reciproco sostegno, venne infatti funestata dal
classico trasferimento controvoglia (e poi lungamente detestato)
fatto dalla Yourcenar negli Usa (tra le altre cose) per evitare una
relazione a distanza, e dalla malattia della Fritz che durò anni e
impedì alla scrittrice di viaggiare come avrebbe voluto.
Il libro
della Laurenzi ci fa capire che alla fine la Yourcenar era talmente
esausta che, rimasta vedova si diede alla pazza gioia con un
uomo molto più giovane di lei, saltabeccando per il globo. Certo è
che il suo capolavoro, le memorie, furono dedicate alla compagna di una vita.
Esiste anche un libro, ovviamente solo in inglese, su Grace: "We met in Paris" di Joan E. Howard.
ELIZABETH BISHOP e LOTA
DE MACEDO SOARES:
Una delle più
importanti poetesse americane del XX° secolo, vincitrice del
Pulitzer, alias Elizabeth Bishop, ebbe una lunga relazione con
l'architetta brasiliana Lota de Macedo Soares.
Le due che si
conobbero a Rio de Janeiro, rimasero insieme dal 1951 al 1967, anno
in cui la Soares si suicidò.
Esiste un bel film brasiliano del 2013
sulla loro storia, “Reaching for the moon” (ndr questo è il consiglio che mi sto autodando dopo anni, ora lo cerco anche io) ovviamente non
doppiato in italiano (ho rifatto la ricerca e anche adesso non risulta doppiato, qualcun* sa se si trova da qualche parte almeno sottotitolato?).
Il film è tratto da un
libro “Flores raras e banalissimas” di Carmen de Lucia Oliveira (anche questo
non ancora tradotto, qualcuno faccia editorialmente qualcosa).
In esso viene analizzato il rapporto che legò le due
donne, complesso soprattutto all'inizio per la presenza di una
precedente relazione mai davvero conclusa della Soares (la maledizione delle ex è materia anche per le grandi della letteratura).
Se siete
curiose, almeno viene dedicato loro un capitolo nel libro “Amore in
un tempo oscuro” di Toibin Colm ed. Bompiani.
VIRGINIA WOOLF e VITA
SACKVILLE-WEST (e VIOLET TREFUSIS):
Probabilmente la coppia
lesbica più conosciuta della letteratura, in ragione soprattutto del
genio di Virginia Woolf, le due si conobbero nel 1922 ad una cena di
amici, furono amiche per un paio di anni prima di veder esplodere una
passione che durò per tre e sconvolse la vita della Woolf assai più
di quella della sua compagna.
Nonostante l'evidente trasporto di
molte lettere (il loro carteggio durò fino al 1941, anno del
suicidio della scrittrice), Vita Sackville-West, nobildonna sposata
a Harold Nicolson, (anch'esso dedito a relazioni extraconiugali
omosessuali di cui la moglie era perfettamente a conoscenza),
scrittrice anch'essa ed esperta di giardini, considerò un'altra
celebre scrittrice l'amore della sua vita: la l'indubbiamente meno tormentata Violet Trefusis.
Il fatto che Violet Trefusis fosse meno tormentata (ma anche meno geniale) di Virginia Woolf non deve trarre in inganno.
Fu molto travagliata e passionale anche la relazione tra le due che Vita in qualche modo allegorizzò in
"Sfida" (purtroppo introvabile da anni)
e che è sicuramente interessante scoprire attraverso il loro carteggio (ne esistono alcune edizioni in inglese, come
"Violet to Vita" edited by Mitchell A. Leaska e e John Phillips).
Per saperne di più, oltre a leggere le opere tradotte in Italia di tutte le amanti in gioco, potete leggere: “Adorata creatura. Le lettere di Vita Sackville-West
a Virginia Woolf” ed. la Tartaruga, “Broderie Anglaise” di Violet Trefusis ed. La Lepre e il più recente "Scrivi sempre a mezzanotte. Lettere d'amore e desiderio" di Vita Sackville-West e Virginia Woolf.
MARGARET ANDERSON E JANE
HEAP:
Margaret Anderson fu una
di quelle avventuriere americane che grazie ad una straordinaria
intelligenza e ad una serie di fortunate intuizioni, ebbe il merito,
assieme alla sua compagna dell'epoca, Jane Heap, di entrare a pieno
titolo nella storia dell'editoria del '900.
Le due si conobbero nel
1916 e si lasciarono attorno al 1925, quando Margaret Anderson
conobbe il grande amore della sua vita, la soprano Georgette Leblanc.
Tuttavia diedero vita ad una creatura irripetibile: la rivista di
arte e letteratura “The Little Review”, fondata nel 1914 dalla
sola Anderson che proseguì fino al 1929 pubblicando i maggiori geni
dell'epoca da Apollinaire a Rimbaud, Gide, Picasso e Braque,
Hemingway e T. S. Eliot.
Le due portarono avanti il loro lavoro fino
al fatidico giorno in cui decisero di pubblicare alcuni pezzi di quel
capolavoro destinato ad avere una storia editoriale molto
travagliata: l'Ulisse di Joyce.
Per questo infatti, vennero
vennero accusate di pubblicare letteratura oscena, coinvolte in un
processo che persero e a seguito del quale tutti i numeri della loro
rivista furono bruciati.
Nell'ultimo numero apparve il seguente
annuncio, “Abbiamo presentato ventitré movimenti d'arte moderna,
rappresentanti diciannove paesi. Per più di un decennio abbiamo
scoperto, glorificato e ucciso. Abbiamo lottato, sofferto la fame e
rischiato la prigione. Abbiamo lanciato tutte le manifestazioni più
vive dell'arte contemporanea. Gli archivi di “The Little Review
costituiscono un documentario del mondo dell'arte moderna. La nostra
missione è conclusa.”
Per saperne di più
consiglio il capitolo dedicato in “Maledizioni” di Antonio Armaro
ed. Rizzoli. Sono presenti anche in un curioso, (ovviamente introvabile), libro: "Gurdjeff e le donne della cordata" ed. La Tartaruga in cui si racconta la storia di un circolo intellettuale formato da Gurdjeff e un gruppo di intellettuali, tutte donne e quasi tutte lesbiche, tra le quali appaiono anche Anderson e Heap.
SYLVIA BEACH E ADRIENNE
MONNIER:
Sylvia Beach ebbe molti
punti in comune con Margaret Anderson: come lei era statunitense e
come lei cercò la grandezza intellettuale della Parigi di inizio
secolo.
Mentre svolgeva alcune ricerche nella Biblioteca nazionale,
scoprì su una rivista il nome di Adrienne Monnier, poetessa e
scrittrice francese che aveva aperto una piccola libreria in rue de
l'Odeon.
Vi si recò per conoscerla e dall'incontro nacque un amore
lungo 36 anni che si concluse solo col suicidio della Monnier, nel
1955.
Insieme compirono due
grandi imprese: fondarono una nuova libreria, la celebre “Shakespeare
& company” nella quale passarono tutti i grandi scrittori e
artisti che prosperavano nella capitale francese in quegli anni e,
nonostante la censura e i divieti pubblicarono l'”Ulisse” di
Joyce .
Per alcuni anni il libro
circolò in forma clandestina, ma tollerata ed ebbe poi una sua lunga
storia di processi per oscenità che si svolse negli Stati Uniti,
lontana dalle due libraie editrici che anni dopo, malgrado
l'intervento di scrittori come Hemingway, dovettero chiudere la
libreria (poi rilevata da altri e attualmente ancora aperta).
Per saperne di più
potete leggere “Rue de L'Odéon. La libreria che ha fatto il '900”
della stessa Adrienne Monnier, ed. :duepunti e “La libraia di
Joyce. Sylvia Beach e la generazione perduta” di Noel Riley Fitch
ed. De Agostini. Si segnala anche "Donne della rive gauche" di Shari Benstock Somara! ed.