tag:blogger.com,1999:blog-7105743046698891403.post6084465847041634548..comments2024-03-02T18:04:03.889+01:00Comments on I dolori della giovane libraia: Perché la narrativa italiana non è più capace di scandalizzare? Mondi che non comunicano, talenti che non nascono, piazze distopiche, tweet schizofrenici per provare a dare una risposta a una domanda troppo difficile.Nathan Rangahttp://www.blogger.com/profile/04873959690557878460noreply@blogger.comBlogger9125tag:blogger.com,1999:blog-7105743046698891403.post-88511420001206519422015-06-25T22:41:51.451+02:002015-06-25T22:41:51.451+02:00Manca il romanzo che descriva i nostri tempi, le n...Manca il romanzo che descriva i nostri tempi, le nostre vite. In America ci sono i Franzen, gli Auster, i Ford. Raccontano di persone, me inserite nel loro "momento storico", spesso partendo da storie comuni, se non addirittura banali.<br />Qui in Italia non siamo in grado, non c'è niente da fare. Ci vuole l'intimismo psicologico, oppure storie di infanzia, un po' di sindrome di Asperger (ma non trattata come in "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte", purtroppo), o in alternativa la mala del Veneto, per scrivere un libro in Italia. O scrivi così, o niente. Questo siamo, e questo scriviamo. Trovatemente uno. Ciao (e complimenti)Carlohttps://www.blogger.com/profile/06191424165122816581noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7105743046698891403.post-40120101206946259172015-06-24T23:56:04.916+02:002015-06-24T23:56:04.916+02:00Mah, però questo dire molto contemporaneo che i te...Mah, però questo dire molto contemporaneo che i tempi sono cambiati e ci sono cose diverse ecc ecc. Alla fine i tempi sono cambiati in modo rivoluzionario tante volte nei secoli eppure c'è sempre stato qualcuno che ha avuto la forza e il talento di raccontare un'epoca. Alla fine i classici sono tali proprio per questo: ci raccontano un periodo specifico con una forza universale. Le commedie di Aristofane, la Londra terribile di Dickens, l'Algeria coloniale di Camus ecc. ecc. <br /> Sembra più che a fronte di tante cose da raccontare a nessuno vada più di raccontarle davvero. Non lo so perché accada, se è pigrizia, se magari è un momento storico intellettualmente sterile, se c'è un meccanismo inceppato dell'editoria da qualche parte, però si è bloccato qualcosa, secondo me, almeno. Nathan Rangahttps://www.blogger.com/profile/04873959690557878460noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7105743046698891403.post-76901007340910412192015-06-24T14:21:37.325+02:002015-06-24T14:21:37.325+02:00Molto interessante quanto scritto, e nel post e ne...Molto interessante quanto scritto, e nel post e nei commenti. Credo ci sia tutto quanto detto nell'incapacità o nella non volontà di scrivere narrativa impegnata o di critica sociale seria e approfondita in Italia.<br />Tutto è estremamente veloce di questi tempi, il tempo della lettura è per contro lento, un fatto intimo e richiede inoltre uno sforzo cognitivo di un certo tipo: non fanno che dirci che il mondo tech ha diminuito drasticamente la nostra capacità di prestare attenzione a lungo. Da una parte, quindi, un pubblico dal facile tedio.<br />Dall'altra, il 'perché scriverci un libro, se mi basta una battuta al vetriolo entro i 150 caratteri twitteriani?'<br /><br />Forse la questione più pertinente è che sono cambiate le forme di intrattenimento più fruite e la critica sociale ha cambiato contenitore. Non azzardo a pronunciarmi sulla necessità o meno, oggi, di una tale narrativa: sono più portata a pensare che sarebbe meglio ci fosse, anche se probabilmente letta e capita da pochi.<br />Rimane, a mio avviso, un bel po' di amaro per la chiara tendenza alla sintesi, all'immediatezza, al commento al caldo che imperversa in ogni dove.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/16661788078504090372noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7105743046698891403.post-63618925243377548932015-06-24T00:44:17.165+02:002015-06-24T00:44:17.165+02:00Ma non eri in ferie? Tutto ok? O_oMa non eri in ferie? Tutto ok? O_omintyhttps://www.blogger.com/profile/14929295038280406864noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7105743046698891403.post-87914583251211016192015-06-23T21:05:06.431+02:002015-06-23T21:05:06.431+02:00Ho scritto alla piffero, ma spero che si capisca. ...Ho scritto alla piffero, ma spero che si capisca. (È stata una giornata difficile, oggi.)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7105743046698891403.post-43858267330097568432015-06-23T21:03:21.102+02:002015-06-23T21:03:21.102+02:00In effetti penso anche io che quel tipo di romanzo...In effetti penso anche io che quel tipo di romanzo non sia oggi necessario. Per creare scandalo ci sono altri mezzi, forse non efficaci come un romanzo, ma ci sono. Si seguono sul web intellettuali di respiro più ampio, o su argomenti più specifici. Chi ama mento l'intelletto si scandalizza a comando sui socialcosi. Poi ci sono autori da satira che ancora descrivono molto bene come siamo, tipo Crozza, la famiglia Guzzanti, Antonio Albanese, in qualche modo anche il trio di 610 alla radio.<br /><br />Io non mi preoccuperei tanto di questo problema. Semmai mi preoccuperei di trovare qualche romanzo scritto bene e chissene se è straniero o nostrano, se è impegnato o di svago, se del 1800 o del 2015. Ce ne sono tanti, per fortuna. Leggiamo.<br /><br />(Non farà scandalo, forse, ma descrive bene un piccolo angolo della nostra società anche il romanzo della Cosenza, Stasera mi butto.)Anonymousnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7105743046698891403.post-89817945384819692382015-06-23T13:32:29.638+02:002015-06-23T13:32:29.638+02:00Io credo che non ci sia voglia di realtà.
Proprio...Io credo che non ci sia voglia di realtà. <br />Proprio questi giorni commentavo quello che è il mio manga preferito: Real di Takehiko Inoue, l'autore di Slam Dunk e Vagabond, per intenderci. Real parla di qualcosa di scomodo legato al mondo del basket in carrozzina. Si capisce che i protagonisti non hanno storie felici alle spalle, così come il corollario degli altri personaggi. E' molto realistico, niente effetti speciali, solo metafore immaginifiche di qualcosa di molto doloroso e duro. Mi è stato chiesto di smettere di parlare, che di cose deprimenti che hanno a che fare con la realtà non volevano saperne. <br /><br />Credo che oggi la maggior parte delle persone voglia chiudere gli occhi di fronte alla realtà, voglia evadere, andare oltre quello che succede. Io sono stata a un reading di poesie sabato e mi sono sembrate vuote. A un certo punto hanno fatto gli estrosi con poesie erotiche, in realtà infarcite solo di parolacce, ma molto poco comunicative, se non di sensazioni personali del micromondo dell'autore. <br /><br />Non so, io ho fotografato la mia generazione e mi viene lo sconforto: trentenni rimasti praticamente adolescenti, che fanno finta di niente, fanno finta di non essere adulti perché significherebbe fare i conti con il fatto che si è precari in tutto, dal lavoro ai progetti fino ai sentimenti. Si vive nell'eterno allontanamento della resa dei conti, fingendo che i genitori siano eterni, che ci sia tempo... ma il tempo che ci è concesso non lo conosciamo oppure si dà importanza a emerite idiozie come i cinquenni, ci si incazza perché Tizio non accetta l'amicizia su Facebook o Caia si sposa prima di Sempronia. <br /><br />Hai provocato il pessimismo, cara libraia! :DLucrezia M.https://www.blogger.com/profile/13789302125159617716noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7105743046698891403.post-4248743061754461302015-06-23T12:00:26.168+02:002015-06-23T12:00:26.168+02:00Non so. A volte mi chiedo se di romanzi così ci si...Non so. A volte mi chiedo se di romanzi così ci sia ancora bisogno. Nel senso. Per capire "i vizi e le virtù" dell'italiano medio odierno, le pulsioni che lo animano, il male che cova dentro, necessitiamo davvero di un romanzo? Tutto lo sfacelo materiale, morale, culturale, l'imbarbarimento cui siamo andati incontro non trapela già abbastanza da quello che avviene in tv, nel paese, in quello che ci viene mostrato nei programmi che continuano a insistere su Yara, Sara Scazzi, il piccolo Loris, ecc., tutto l'odio e l'ignoranza di cui siamo capaci non viene già abbastanza fuori sui social network?<br />Chi è dotato di un po' di senso critico probabilmente ha già sotto gli occhi il ritratto di cos'è l'Italia oggi (più o meno), perché - volente o nolente - la società dell'immagine e del 2.0 glielo sbatte in faccia ogni singolo minuto; e ne ha ormai la nausea. Capisco anche che poi voglia evadere dal paesaggio di miseria, almeno quando legge.<br />Chi il senso critico non ce l'ha, di un romanzo come quelli che dici tu non saprebbe che farsene.<br />La società lavora perché i secondi siano sempre più dei primi.<br />Un romanzo alla-Pasolini, al giorno d'oggi, semplicemente, rischierebbe di non essere neanche notato (dici che "Gomorra" è un romanzo di quel tipo? Boh, può darsi. Ha fatto scandalo per i contenuti o per altro? Me lo sto ancora chiedendo, sinceramente).<br />Gli editori lo sanno, e fanno di conseguenza.<br />Che poi il 90% degli intellettuali di oggi abbiano semplicemente usurpato il titolo, va da sé, fa parte del paesaggio generale: imbarbarimento, ignoranza, ecc.<br />Del resto, ripeto, perché un romanzo 'intellettuale' faccia il suo lavoro, c'è pure bisogno che dialoghi con un pubblico preparato (a capirlo, a incazzarsi, a condividerlo, a metterlo in discussione). Spiace dirlo ma rispetto agli anni '70 non credo neanche che quel pubblico esista più. Ora la gente si incazza per le spunte su Whatsapp.<br />Scusa la botta di pessimismo, eh.mintyhttps://www.blogger.com/profile/14929295038280406864noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7105743046698891403.post-28794906135684404432015-06-23T09:09:51.900+02:002015-06-23T09:09:51.900+02:00Questo commento è stato eliminato dall'autore.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/11103879459533840199noreply@blogger.com