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sabato 20 luglio 2013

Saghe familiari, l'incubo della narrativa italiana (Alcune perle nascoste nella fanga)

Uno dei mali che a mio parere si accaniscono con più foga sulla produzione romanzifera italiana sono le saghe familiari.
 Quando vedo arrivare queste pile di novità con la loro trama standard ("X tramite un'eredità/un pensiero/un caso/un incidente/una causa scatenante qualsiasi inizia a ripercorrere la storia della propria famiglia partendo dalle tre o quattro generazioni precedenti), mi cadono le braccia.
 Anche perché in genere si parla sempre di: nonne dai seni voluttuosi, madri che cucinavano con profumi paradisiaci e tradizionali ormai scomparsi, zie rimaste zitelle, zii scapestrati e/o morti giovani in qualche guerra, amori perduti/morti/non corrisposti, padri forti come rocce e nonni avventurosi che in genere hanno passato il proprio sangue al nipote narratore di turno.
 E' uno di quei filoni di cui soffre anche il cinema italiano, ma che purtroppo non si estingueranno mai facendo  essi parte di quel patrimonio strappalacrime a cui nessun lettore (quasi sempre donna) riesce a rinunciare.
 Nel mucchio però si può trovare anche qualcosa di buono.
 Siccome capisco che la ricerca in tal senso può risultare impervia et penosa et una rompitura sempiterna di scatole lascio due titoli. Il primo è "Il dolore perfetto" di Ugo Riccarelli, ed. Mondadori 9,50 euros.


 Il libro, non per sua colpa, è anche reo di aver vinto lo Strega nel 2004. Questo non deve scoraggiarvi. So che negli ultimi anni lo Strega è stato assegnato un po' a vacca, ma per qualche miracolo o congiunzione astrale "Il dolore perfetto" era davvero un libro meritevole di vincerlo.
 La storia è appunto la saga familiare di questa famiglia di anarchici toscani che attraversano tra mille drammi la fine dell'800 e l'inizio del '900. Avverto: è una tragedia su tutta la linea, a questo libro va infatti anche la palma del libro che più mi ha causato crisi di pianto in assoluto (dopo la morte di Beth in "Piccole donne crescono" specifico), ma è davvero scritto benissimo.
 Il secondo consiglio è per "Stirpe" di Marcello Fois, ed. Einaudi 12 euri con tanto di seguito "Nel tempo di mezzo" sempre ed. Einaudi sempre euri 12.


 Il lasso di tempo storico ricoperto è lo stesso del precedente (diciamo che gli avventurieri della saga familiare galleggiano sempre dall'Unità d'Italia fino agli anni '70), ma la saga dei Chironi si svolge tutta in Sardegna, cosa che dona alla storia un punto di vista molto particolare. Stirpe scaturita da un orfano e dalla figlia di una ragazza madre pure i Chironi posseggono la loro discreta dose di disgrazie, ma anche qui la lingua dona alla storia una tale poesia che giustifica l'impianto altrimenti visto/rivisto/stravisto.
 Che alla fine la storia è importante, ma molto di più lo è come viene raccontata.
 Imparate Cibrario e Agnelle Hornby imparate.

1 commento:

  1. Perche non provi "Un cappello pieno di ciliege" di Oriana Fallaci? Occhio però che 1) E un romanzo - saggio, dato che i protagonisti sono gli antenati della giornalista fiorentina 2) Non ha un vero finale, dato che la Fallaci morì prima di riuscire a completarlo.

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