Pagine

sabato 21 settembre 2013

L'ossessione tutta dei nati negli anni '80 per il Giappone e le sue trappole. Un breve elenco di libri che NON dovete assolutamente leggere, manco se adorate il sol levante!


Come molti nati negli anni '80 ho questa passione per i libri giapponesi di cui ho già  parlato. 
 Assieme ai miei coetanei drogati di Sailor Moon, City Hunter, Ranma the crossgender, Ransie la Strega (a proposito, i bambini laziali possono capirmi: RIP Super3) e compagnia bella, ho cercato di emulare i miti della mia infanzia ingoiando vagonate di sushi, cercando (alcuni miei amici si sono pure iscritti effettivamente) corsi di giapponese e producendo con le mie sante mani vestitini alla marinaretta con cui lanciare bolle di nebbia e uragani di Nettuno durante carnevale. 
 Uno degli effetti collaterali di tale sconsiderato amore verso il mondo nipponico è l'attaccamento che si finisce per avere, indiscriminatamente, verso TUTTA la narrativa che giunge difficoltosa dal Sol Levante. Indiscriminatamente è la parola chiave perchè parte di questa narrativa è terribile. Non è tutto oro quello che è nipponico.
 Questi giorni sono presa dalla lettura di "Corpi di donna" di Rieko Matsuura, che non avevo realizzato fosse la stessa autrice de "L'alluce P.", un libro che in varie biblioteche puoi tuttora prendere in prestito solo se SEI maggiorenne. Poichè parla di una tizia che un bel mattino si sveglia e al posto dell'alluce si ritrova un pene, ho sempre evitato di leggerlo. Non posso dire con certezza assoluta che tale rinuncia sia stata saggia, però la lettura di "Corpi di donna", in cui riponevo tante speranze, parlando esso di una fumettista che ha varie storie lesbiche (e che dovrebbe farsi vedere da qualcuno visto che disegna gente che partorisce lucertole e cadaveri in decomposizione che fanno sesso), ha diciamo avvalorato le mie inquietanti sensazioni. 
Diciamo che non sono un tipo che apprezza molto le crudezze da cui il mondo orientale è affascinato, magari voi sì e allora questo post vi è inutile. Ma nel caso avesse lo stomaco delicato come me, voglio mettervi in guardia da alcuni orrori giapponesi in circolazione in Italia.
Inizio con "Il ristorante dell'amore ritrovato" di Ito Ogawa, uno di quei libri sbagliati fin dall'inizio.
 La Neri Pozza, che è una casa editrice seria, ma immagino sempre soggiacente alle regole del commercio, deve aver pensato fosse giunta l'ora di sfornare uno di quei titoli che vanno tanto di moda ora: donne/amore/cibo. Siccome lo voleva fare con classe, ha tradotto 'sto libro tremendo. In sostanza, una cuoca con problemi amorosi viene mollata dal fidanzato indiano e decide di tornare al paesello per aprire questo ristorante completamente privo di senso commerciale, in cui ospitare solo un coperto a serata. Cucinerà per quegli unici ospiti in modo tanto incantevole da far scoprire loro il vero significato della vita! Brill brill. Sembra zuccherino, ma è inquietante, scritto anche male e ad un certo punto viene cucinato anche un piccione, non d'allevamento.

Vengono poi svariate raccolte di racconti. "La leggenda della nave di carta", che è fantascienza,  
e "No geisha", narrativa normale, e "Sex and sushi", erotismo. Argomenti diversi tutti accomunati da una certa violenza di fondo, che può essere credo anche una chiave di lettura della società giapponese: tanto più è controllata esteriormente e formalmente, tanto più in contesti straordinari come l'erotismo, la fantascienza, l'adolescenza, esprime tutta la sua perversione. E' più o meno la stessa sensazione che ho provato il lontano giorno in cui misi piede a Carate Brianza. Un coagulo di villette talmente finte da risultare spaventose. 
 Comunque, se pure la mia fosse una lettura giusta, tra api che ingravidano, bisce usate come vibratori e adolescenti assassine, davvero fatico a comprendere le ragioni di tanto morboso splatter.

 "Oro rapace" di Yu Miri. Questo romanzo merita la palma per essere uno dei libri peggiori che abbia mai letto. Non era nel post dedicato solo perché il mio stomaco si è rifiutato di finirlo. E' terribile. Ne avevo sentito lungamente parlare e per anni ci avevo girato attorno finché non ho commesso l'errore di leggerlo. E' la classica storia del ragazzino che è cattivo senza motivo, passa le giornate in modo violento e sfaccendato coi suoi amichetti violenti quanto lui, ha una sorella che si prostituisce per caxxate,  non ha morale e finisce per commettere un delitto abominevole. L'intento è ovviamente mostrare la vuotezza e la pochezza della società consumistica odierna. Il risultato una cosa vomitante. Statene alla larga, lo dico per voi.

 Romanzi di ventenni disadattati: "Serpenti e piercing" di Kanehara Hitomi "Blu quasi trasparente" di Ryu Murakami. Anche di questi ho ricordi al limite dell'incubo, con giovani autolesionisti, sesso violento, gente sballottata ovunque, totale perdita di senso, alcol, droghe, molta confusione. Ovviamente nel primo ci sono anche tatuaggi e piercing. 
O i giapponesi hanno una predilezione per ventenni con seri problemi sociali o a noi arrivano troppi romanzi di questo genere. Gli errori peggiori finora rimangono:
 Non credo neanche si possa definire pulp, il pulp, alla fine, ha un elemento assurdo di fondo che se non rende ironico il senso della storia, se non altro gli conferisce una sua paradossale tragicità. Qui invece c'è l'evidente gusto dell'orrido, del sordido, del rimestare nelle umane bassezze.

 Non so, c'è qualcosa in parte della narrativa giapponese contemporanea che si ostina a sfuggirmi. Non capisco come non ci siano vie di mezzi tra adolescenti assassini e le giovinette super leziose degli ultimi libri della Yoshimoto. Se qualcuno, esperto in materia, vuole spiegare, rispondere e financo consigliare testi che possono essere utili alla comprensione, sappiate che io per prima pendo dalle vostre labbra!!
 Nel frattempo mi riprometto di leggere le prime prime due pagine di un libro prima di esaltarmi perché proviene dal Giappone.



2 commenti:

  1. Sono tutto fuorché esperta ma credo che i romanzi urendi che citi siano quel genere di letture che hanno senso soltanto se calate nel contesto culturale del paese da cui provengono. Si sa che il Giappone è tanto dritto, preciso, formale e aggraziato quanto, quando non guarda nessuno, appassionato di sesso estremo, psicosi e truculenze varie. Non so dirti perché siano così, però credo non ci rimanga che affermare questa differenza e rassegnarci al fatto che, salvo scrittori/ci più universali e illuminati, questo genere di narrativa non ci convincerà mai del tutto :) (P.s. se riesci su youtube cerca Begin Japanology, sono una serie di documentari sul Giappone, non risponderanno a tutte le tue domande ma son carini :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per la segnalazione!!:D Tutto ciò che viene dal Giappone mi esalta! Sarebbe interessante se qualcuno che magari ha studiato letteratura giapponese (e passa di qui) potesse dare spiegazioni in merito!
      C'è però una cosa che mi perplime, un comune denominatore di molti di questi romanzi: molti di questi autori sono stati casi letterari giovanissimi, sconvolgenti ecc. ecc.
      Non vorrei ci arrivassero le Melisse P. e i Fabi Volo giapponesi... alla fine sono loro i nostri sconvolgenti casi letterari..

      Elimina