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giovedì 17 ottobre 2013

Tipi da presentazioni. Le 5 (+1) nefaste categorie che racchiudono il 95% dell'inquietante platea durante la presentazione di un libro.

Una delle cose che uno immagina con maggior magia della libreria sono le presentazioni. 
 Questi autori che vengono danzanti, presentano il loro maraviglioso tomo davanti ad un pubblico colto e intellettuale e con esso dissertano proficuamente. Ovviamente ciò non avviene mai. A parte il fatto che gli autori spesso non son per niente danzanti, le presentazioni son funestate sempre dalle stesse identiche tipologie di uditori.
 La scusa de "la maggior parte delle persone non possono venire perché lavorano" non regge, perché, capisco che siamo in un mondo di stakanovisti dove si può travagliare per 16 ore di seguito e andarne pure fieri, ma non è ancora la norma. Ergo, verso le 18:00, se interessati, nulla vieta di prendere la via della libreria e infoltire le solite fila stantie. Ieri, per l'ennesima volta, ne ho avuto la conferma, perciò, per motivi che stanno a metà tra la vendetta e "il mondo deve sapere", ecco a voi servito un breve elenco delle tipologie di uditori tipici. 

L'ANZIANO: E' in assoluto la categoria più presente. Se non ci fossero gli anziani i tre quarti delle sedie rimarrebbero vuote. Arrivano con due ore di anticipo si sistemano nelle ultime file (o misteriosamente sui libri esposti nelle pedane laterali e protestano quando li fai alzare), leggiucchiano un po' e attendono fintamente interessati. Ci sono due sottosettori di anziani, ben diversificati:
Ho visto anziane conciate davvero
come la Serbelloni.
1) Anziano che non sa cosa fare. Ha tanto tempo libero, pochi nipoti, e viene a passare il tempo. La presentazione per lui è il top perché gli consente anche di fare un minimo di socialità o di addormentarsi felice accanto agli altri. In genere il suo sguardo perso vaga per i tre quarti del tempo sul soffitto per poi terminare in una domanda finale che non c'entra niente.
2) Anziano anima della festa. In passato è stato qualcuno o ha conosciuto molta gente o ha fatto qualcosa, per quello si presenta al massimo della sua forma smagliante. Abiti migliori, trucco, pellicce, quegli assurdi completi a quadri che non si vendono da almeno trent'anni. Prima dell'inizio e durante le firme, monopolizza l'attenzione degli autori o degli astanti ricordando fatti del secondo dopoguerra di cui sono stati splendidi protagonisti. Li evito come la peste perché tendono a trattarmi come una sguattera di Versailles ordinandomi sedie, acqua e vino.

LE SCIURE ACCULTURATE:
Tanti anni fa, in una galassia lontana lontana, hanno preso una laurea di tipo umanistico, poi l'hanno buttata nel cesso sposandosi subito e non lavorando mai o quasi. In genere hanno continuato a leggere solo robe consigliate da Fazio e dalla Bignardi e per questi motivi credono di avere una cultura. Peccato che, durante le presentazioni, a cui si presentano sempre in due o tre ben vestite, pronte a civettare durante il dibattito, facciano perennemente figure da chiodi perché non hanno capito una benemerita di quanto detto. Il top, per me, rimane la sciura che durante la presentazione di uno scrittore italiano leggendario fece un intervento di quasi venti minuti, totalmente fuori luogo con una sorta di colbacco leopardato in testa. Eravamo così sconvolti che nessuno ebbe il coraggio di fermarla.

L'AMICO: 
Può essere di due tipi a seconda dell'autore. Se l'autore è uno sconosciuto, l'amico è veramente un suo amico, che prima finge di essere in incognito per fare la claque, poi alla fine va a complimentarsi caloroso, gli compra la copia del libro e se la fa pure firmare orgoglioso. Dieci minuti dopo sono a cena insieme. 
 Se l'autore è conosciuto, il 90% dei suoi "amici" sono gente che ha visto una al massimo due volte e con cui magari ha scambiato qualche parola. Da allora questi gli fanno le poste a tutte le presentazioni con occhi brilluccicanti e la mano pronta per essere stretta. Si sperticano in lodi e intervengono per dire solo che "Il libro gli ha aperto gli occhi, fondamentale, importantissimo, imprescindibile". Anche se stiamo parlando di un manuale sulle lettiere per gatti.

IL PAZZO: E' immancabile, anche se non so perché. Sente la necessità di mostrare la sua presenza al mondo con più preponderanza in questi casi. Tra ubriachi, gente che si sdraia per terra, facinorosi troll dal vivo e folli che intervengono con domande circonvolute su argomenti che non c'entrano nulla, penso che non sia mancato nulla. Ma so che la clientela può ancora stupirmi.

IL GIOVANE DI BELLE SPERANZE:
Arriva con occhi brillanti e lo sguardo aperto verso il futuro. Chiede timidamente dell'autore che io, l'80% delle volte non so fisicamente come sia fatto, quindi disperata dico che non c'è quando magari ce l'ho dietro. Si congratulano sinceri, portano loro cose da far leggere, comprano il libro, se lo fanno firmare, tentano di lasciare la mail e sperano di rimanere in contatto. Credo puntino al colpaccio, quel momento in cui all'autore famoso parte la follia e decide che in quel ggggiovine proprio in quel gggggiovine vede uno spiraglio di intelligenza e merita la sua attenzione.
 Tra tutte le categorie sono quella che mi fa più simpatia, perché confesso di aver fatto in prima persona tutte queste cose.

Con assoluta certezza vi assicuro che il 95% di coloro che intervengono alle presentazioni rientrano in queste categorie. Non vi ci rivedete? Sappiate che ne esiste un'ultima, quella che io chiamo LA MOSCA BIANCA.
 Ci sono sempre, su una sessantina di persone, una o due che sono lì per ascoltare davvero. Sono interessate, vogliono vedere come parla l'autore, ci tengono a dire una cosa sensata e pensata sull'argomento. In genere finisce che non lo fanno mai, soccombendo anch'essi alla folla che è lì ad assistere per tutt'altro motivo.
 E voi? Avete assistito a qualche scena da presentazione particolarmente surreale?

8 commenti:

  1. Ai seminari e alle lezioni magistrali di un'università presentano le stesse persone! :D

    Ricordo che quando lavoravo a Pavia a ogni seminario, di qualunque argomento - storia antica? filosofia analitica? studi elettorali? - si presentava un pazzo furioso. Alle lezioni magistrali invece c'era proprio tutta la fauna. Per fortuna le lezioni magistrali sono una situazione autoritaria e non si possono fare domande.

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  2. io ho all'attivo un'unica presentazione pero' ho ricordi vaghi quindi ahimé immagino rientrare nella categoria "vecchi che si addormentano felici", pero' ho assistito a numerosi vernissages ed ovviamente é la stessa cosa solo che li' chi parla non ha scritto un libro ma dipinto un quadro/fotografato qualcosa.
    stesse categorie, ma di solito più gente perché c'é da bere. pero' lo giuro le categorie, vecchi/ ubriachi/ vecchi & ubriachi, solo le stesse. e la stessa sensazione di spaesamento davanti a domande assurde (o discorsi dell'artista ancora più assurdi).
    la categoria "ciao, me la tiro a booooomba, sorridero' e flirtero' con chiunque basta che mi fotografi e mi dici che sono intelligente" é la migliore.

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    1. In verità penso che tutte le categorie si muovano come un'orda barbarica ovunque vi sia un pubblico evento intellettuale. Di vernissages in presentazioni universitarie in presentazioni librarie e via dicendo.Zombie della cultura.

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  3. Io sono stato- mio malgrado- un paio di volte a presentazioni di libri dove c'era Mauro Corona. C'era la categoria "professore in pensione" in gran quantità, che suppongo rientri nell'etichetta "anziano" :-D

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    1. Sì, sono quelli che con più solerzia chiedono acqua, vino e una sedia comoda. Anche subito, grazie.

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  4. ahahahhahaha
    Chissà io a quale appartengo!
    :D

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  5. C'è gente che si presenta ubriaca alle 18 in libreria??? Oh my God!!!

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  6. Che bel post!
    Avendo presenziato a varie presentazioni posso dire che sono sicuramente un ibrido tra la "mosca bianca" e il "giovane di belle speranze" XD

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