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venerdì 22 novembre 2013

Il Pd visto dalla libreria è solo un'illusione, un punto poco fermo in preda alla sua rotazione. Titoli, copertine e drammatiche associazioni di idee piddine tra gli scaffali delle librerie.

I Delta V. Li ricordate?
 L'altro giorno stavo fissando la sezione di politica e notavo che ultimamente sono usciti tanti di quei titoli sul Pd da poterci riempire una biblioteca. Al seguito di questa mia perspicacia, nel mio cervello è partita, (per un'associazione di idee che mi inquieta francamente) una canzone dei Delta V che tutti gli adolescenti di fine anni '90 inizio 2000 potranno agevolmente ricordare:

"Il Pd visto dalla libreria è solo un'illusione
un punto poco fermo in preda alla sua rotazione
è il sogno di un illuso che non si è più risvegliato
e noi fantasmi non crediamo che al nostro passato"

 Dunque, questo non è un post sul Pd, alchemica infelice creatura nata da gente di sinistra che si è lasciata fregare da un manipolo di falsi agnelli ex democristiani, ma sul Pd visto da una libreria. Se una persona senza alcuna conoscenza del nostro sistema politico entrasse in libreria (il solito sventurato alieno che viene tirato in ballo in tutte le questioni del mondo e che probabilmente proprio per questo si guarda bene dal venirci a trovare), cosa immaginerebbe prendendo spunto solo dai titoli e dalle copertine dei libri?
 Ve lo dico subito. La destra praticamente non esisterebbe.
  Berlusconi non scrive libri, manco li fa scrivere, non se ne prende proprio pena, perché?
La gente di destra non scrive libri, se lo fa ci racconta principalmente i cavoli suoi, come ha fatto carriera, come fa bene il sindaco, al massimo, se proprio un'elezione alle porte lo richiede, una specie di visione del futuro. Non lo fa perché tanto sa che non vende. Berlusconi, per dire, che in questo caso possiamo nominare a pieno titolo, è sempre ovunque, in ogni dove, in libreria non c'è MAI.
I motivi possono essere vari, i due principali sono secondo me:
A) La gente che vota Berlusconi lo fa a prescindere, non ha bisogno di leggere il suo programma.
B) Come non trovi un italiano disposto a votare Berlusconi, non ne trovi manco uno disposto a farsi vedere con un libro scritto da lui.
 Il Pd, la sinistra in genere ha invece una spasmodica grafomania. Qualsiasi dirigente del Pd ha scritto almeno un libro (anche romanzi, francamente risparmiabili) sulla sua visione del mondo, del futuro, sui leader politici che ama, sulle sue interviste, sulla sua infanzia ecc. ecc. ecc.  Lievemente meno egocentrici di quelli di destra soffrono però della grave sindrome delCAPRO ESPIATORIO.
 Ora, io sono anni che mi chiedo chi caspita siano i creativi, i sommi della comunicazione dietro al Pd, e in mi sono sempre chiesta: perchè non sono ancora stati doverosamente licenziati?
 Se il povero alieno entrasse in libreria in questo momento, questi sarebbero i titoli inerenti al Pd che si troverebbe davanti.
 Fabrizio Barca: "Il triangolo rotto". Cos'è che non va? Beh, se qualcosa è rotto, non va per il verso giusto, quindi siamo nei guai e sicuramente se metti nel sottotitolo la parola Pd è pacifico che il cliente leggerà solo "Pd-Rotto= Perdenti". Di seguito eccolo scrivere "La traversata", una cosa che come minimo ti fa venire stanchezza e senso di dispersione a prescindere: cosa dobbiamo attraversare? L'oceano? I voti di Grillo? La sfiga?
Di Laura Puppato (un altro caso in cui sarebbe meglio evitare la foto al centro della copertina che fa tanto giornale tipo "Confidenze" o qualcosa Antonella Boralevi style) il significativo titolo "Voglio il mare non una pozzanghera"

Voglio sapere chi ha avuto la geniale idea di ficcare la parola POZZANGHERA nel titolo di un libro di politica. La prima immagine mentale che si è formata nella mia testa è stata: Laura Puppato in una pozzanghera, che per una ex candidata alle primarie nazionali non è proprio il top dell'immagine pubblica.
 Sempre sul mesto anni fa era andata anche la governatrice del friuli, Debora Serracchiani con "Il coraggio che manca" di cui vi sconsiglio caldamente la lettura se, per caso, aveste una buona idea di lei come politica. 
 Ma passiamo ai grandi comunicatori: Civati e Renzi. 
 Civati punta sull'immagine del dissidente, dal vivo è pure bravo, ma veder girare per gli scaffali il suo "Non mi adeguo. 101 punti per cambiare" dopo che esattamente 101 persone hanno fatto la festa a Prodi, non ti fa sorgere proprio dei buoni pensieri.
 Peraltro sui famosi 101 mysteriosi traditori stanno uscendo svalangate di libri, ovviamente tutti dai titoli truci, spaventati, disperati: "I tre giorni che sconvolsero il Pd" di Zampa, "Chi ha suicidato il Pd" di Alessandro Giglioli e "Giorni bugiardi" di Stefano Di Traglia e Chiara Geloni.
 Pure qui, capisco la guerra interna, ma il famoso alieno cosa pensa? Ad un partito diciamo come minimo allo sbando totale (oltre che morto e sepolto). 
  Ma dicevamo, l'altro grande comunicatore, il salvatore della patria Renzi, che cosa ti sforna? Visto che è il sindaco di Firenze non può che scrivere un libro intitolato "Dolce stil novo" (meno male che non è il sindaco di Roma, se no volevo ridere con le rime del Belli), un terrificante, fortunatamente non facilmente reperibile "Tra de Gasperi e gli U2" (uno dei libri con le copertine più surreali mai viste) e gli imperativi "Fuori!" e "Adesso!".
Dedicate 1 minuto di terrore
a questa copertina.
Peraltro, a me Fuori! fa pensare al famoso circolo omosessuale, ma in generale era un italico dittatore ad amare le poche parole.
 Il tocco da maestro è poi il meccanico "Oltre la rottamazione" che non parla di incentivi della Fiat, ma del futuro della sinistra dopo che come Grillo anche lui ha mandato a casa tutti. A parte il titolo inquietante, ciò che inquieta molti elettori (o ex elettori) di sinistra è la casa editrice. Se il buon Bersani si affida ancora agli Editori Riuniti, lui punta alla Mondadori. Ora capisco che Mondadori=Berlusconi è un'associazione di idee facile facile, ma il cliente talvolta questa associazione mentale la fa e non è una bella associazione (io credo).
 Il povero Bersani invece, aveva tentato la carta del grande lavoratore che si rimbocca le maniche su "Bersani" di Ettore Maria Colombo (io peraltro proporrei una moratoria: se siete uomini e il vostro secondo nome è Maria, non lo usate, per favore). Carta che forse andava bene in un altro tempo nostalgico, ma ora che si preferiscono ciarlatani in doppio petto e capelluti imbonitori, è ormai sorpassata.
 Questa Caporetto di inquietanti titoli non ha ancora considerato quelli SUL Pd come "Hasta la sconfitta siempre?" o "Chi ha sbagliato più forte", che io capisco l'autocritica, ma non l'affossamento totale.
 Quello che voglio dire  è che se il Pd vuole darsi una mossa (ammesso e non concesso) la prima cosa che deve fare è smetterla di piangersi addosso, di mettere pozzanghere e triangoli rotti nei titoli e immagini del simbolo del Pd impallinate dalla copertina.
 E magari prendere un po' ad esempio chi ha avuto ancora la fortuna di andare a Frattocchie, come Achille Occhetto che ha intitolato un suo recentissimo tomo "La gioiosa macchina da guerra".
 Voglio dire "gioiosa" e "guerra". Due parole così nel titolo fanno già un altro effetto, e un'altra idea.

6 commenti:

  1. Premesso che sono sufficientemente vecchio da ricordare solo il nome Delta V, la definizione "alchemica infelice creatura nata da gente di sinistra che si è lasciata fregare da un manipolo di falsi agnelli ex democristiani" è strepitosa :)

    Detto questo, mettere sulla stessa riga Alessandro Gilioli (giornalista che stimo, duramente critico ma onesto nei confronti del PD) e Chiara Geloni (cheerleader del PD con un incomprensibile incarico di dirigente della tv web del PD) è abbastanza un insulto :D

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  2. PS: "La gioiosa macchina da guerra" fu un'idea talmente disastrosa (è il nome della campagna elettorale del '94 con cui pensava di battere Berlusconi) che in confronto la storia dei 101 impallinatori è una barzelletta

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    1. E' sempre meglio delle altrettanto disastrose "Si può fare", "Mi fido di te" e "L'Italia giusta", tre slogan di inusitata mollicciosità.

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  3. Post fantastico. Comunque Berlusconi lo trovi con un album di figurine che s'intitola, se non ricordo male, Noi amiamo Silvio. Con tanto di pubblicità in tv.
    Comunque sì quelli del PD, insieme ai giornalisti ossessionati dal fenomeno Grillo popolano il reparto Politica della Feltrinelli. I titoli sono quasi sempre imbarazzanti o privi di senza senso, ma per me Bruno Vespa è imbattibile in quanto titoli!

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    1. Guarda, Bruno Vespa ha avuto la genialiata dell'inverno. Ha intitolato il suo immancabile libro natalizio come un romanzo d'amore della Newton&Compton: "Sale, zucchero e caffè". Io mi inchino a cotanto marketing.

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