Nulla come le feste porta in librerie orde di famiglie festanti. A me, che sono molto irritabile di mio, come ormai avrete compreso, queste famiglie della domenica mandano ai matti già quando vado a lavoro. Incuranti del fatto che mentre loro si godono le ferie qualcuno ahimé non può farlo, passeggiano sulle banchine della metropolitana come fossero su un placido sentiero di montagna, ostruendo passaggi e scale mobili, ammassandosi in curve strategiche, trovando giusto far muovere i primi passi al figlio di un anno mentre io cerco di catapultarmi tra le porte di un bus che ripasserà solo venti minuti dopo. La famiglia della domenica in genere non sa prendere i mezzi pubblici ed è la prima causa di ritardo nel mio arrivo a lavoro. Si inchiodano davanti ai tornelli e alle porte della libreria incuranti del resto del mondo, se cerchi di sommuoverli si incavolano pure che loro sono in vacanza e non capiscono perché qualcuno abbia tanta fretta.
Ecco, queste famiglie della domenica, che mi caricano a molla già prima di entrare in negozio, sono un'ottima cartina tornasole del rapporto genitori-figli nell'Italia di oggi. Creature che in quest'era postmoderna così liquida deambulano quasi sempre scompagnate per tutto il resto dell'anno, sciamano producendosi in siparietti che ti fanno seriamente domandare se hanno compreso che stanno parlando con un estraneo e sì, hanno varcato la soglia di casa.
PADRE OTTANTENNE-FIGLI* CINQUANTENNE:
Sono più o meno come Giovanna Mezzogiorno all'inizio del film "La finestra di fronte". |
Il resto dell'anno non li vedi insieme praticamente mai. A Natale sarà che la badante è in ferie, sarà che siamo tutti più buoni, ecco che il figlio natalizio porta il padre in libreria con la sua lista di libri, devo dire nell'80% dei casi del tutto onorevole. Forte di una grande disponibilità di tempo, l'anziano (in genere uomo) colleziona recensioni del Corriere su recensioni di Repubblica che poi compra tutti in un solo colpo. E' brutto dirlo, ma la maggior parte delle volte, il figlio non vede l'ora di sbrigare la faccenda. Se il padre parla a bassa voce, gli parla sopra malamente chiedendomi i libri di corsa. Se sono da ordinare o devono arrivare a giorni, il figlio comunica chiaramente al padre che per quell'anno ci hanno provato e vabbeh è andata così. L'anziano sorride ed è grato se riesce a tornare indietro con almeno due dei dieci libri che sperava. Generalmente costano tutti un bel po', perché sono grossi e soprattutto particolari. Anche il prezzo è fonte di protesta. "Papà ma hai davvero bisogno di questo libro?".
Viene accontentato con maggior facilità e meno proteste l'anziano religioso. Vuole solo libri di religione, qualsiasi cosa del papa e similari, lo fa felice. Tutto è rapido, indolore e poco costoso. L'ideale per il figlio adulto medio.
PADRE CHE PENSA AL FUTURO DEI FIGLI:
L'altro giorno è giunto da me questo padre che è stato la vera fonte di ispirazione del post. Ben vestito, chiaro padre della domenica, teneva per mano questo bambino ottenne che invocava il libro "Lego story". Il libro in questione è una disamina economica della celebre industria del mattoncino, cioè spiega la nascita dell'idea, le strategie aziendali, le scelte di marketing ecc. Lo teniamo tra i libri di economia. Dopo aver spiegato questo chiaro concetto al padre, l'uomo non desiste: suo figlio vuole quel libro. Certo che lo vuole, pensa che sia un catalogo sui lego probabilmente! Ma poiché è un chiaro cliente San Tommaso che finchè non vede non crede gli porto il libro, sperando che si convinca. Il bambino afferra il tomo e non lo molla, il padre insiste che quello è chiaramente un libro per bambini, altrimenti non si spiega cotanto amore (al riguardo fossi in cui mi sarei fatta delle domande). Io insisto che lo vendiamo agli adulti che sperano di avere successo succhiando la linfa vitale del marketing, ma niente. Alla fine, il padre, fiero, prende il libro al pupo "Beh, mi pare chiaro che mio figlio inizia presto! Avrà un grande futuro!", mi dice festante.
Mi pare chiaro che se il pupo cambierà idea e deciderà che so, di fare l'insegnante, darà un grande dolore al padre che già lo vedeva giocare in borsa.
PADRE "MIO FIGLIO COM'E' INTELLIGENTE":
Questi genitori entrano in libreria chiaramente non rendendosi conto di dove si trovano e mi portano davanti la prole con inusitato orgoglio. "Mia figlia cerca un libro", mi annunciano come se si trattasse di un evento straordinario "Forza tesoro, chiedi alla ragazza". Lì i casi sono due:
1) L'adolescente in questione vorrebbe seppellirsi per la vergogna e scappare millanta chilometri lontana in cerca di pietoso oblio. Mi chiede il libro, solitamente per la scuola, con totale svogliatezza sperando vivamente che non sia presente in libreria dandogli in tal modo la scusa per non leggerlo. I genitori, che mai entrano in tali luoghi, pensano che il libro debba essere così raro che noi non lo teniamo: quale intelligenza! Quale particolarità nel pargolo! (Semplicemente tutta la classe della ragazza è giunta prima di lei).
2) L'adolescente, o l'universitario, se la tira. Non si capisce perché si sia portato i genitori dietro visto che chiaramente sa cosa vuole, immagino per pavoneggiarsi un po'. Chiede libri non scolastici nel caso degli adolescenti (in genere robe come "Sulla strada" di Kerouak o qualcosa di Bukowski che fa tanto fico) e libri per i suoi studi nel caso dell'universitario. Se ancora capisco la megalomania del quindicenne, mi sfugge quella del ventenne, il quale peraltro va cercando sentenze della corte costituzionale e libri giuridici particolarissimi in una libreria generalista. Quando gli sveli l'esistenza delle librerie giuridiche cadono dal pero e andandosene raccontano ai genitori che non abbiamo proprio nulla, che scandalo, che scandalo.
EPISODI COMMOVENTI:
Anni fa mi capitò un episodio particolarmente tenero nel rapporto padre-figlio. Era un pomeriggio senza nessuno e venne questo padre con un bambino che poteva avere cinque o sei anni. Dopo un'oretta nel reparto dei bambini, il padre venne a pagare alcuni libri sulle principesse Disney e altri tomi chiaramente pensati per delle bambine. Feci pagare il signore senza ovviamente dire niente, ma credo che lui si sentisse in dovere di dire qualcosa, così mi guardò e disse, "Mio figlio vuole solo libri sulle principesse", poi prese busta e bambino e se ne andò. Mi è sempre rimasto impresso perché sia che il bambino abbia semplicemente una fissa per Cenerentola, senza alcun seguito nella sua vita adulta, sia che ce l'abbia, sicuramente aveva un papà che gli voleva bene. E tra tanti genitori che si trascinano i libri come pacchi, manco fossero un obbligo, è stato un raggio di luce.
Voi andate mai in libreria con i vostri genitori? Considerando che i miei leggono pochissimi a me capita di rado, ma di una cosa sono certa, se mai da anziani vorranno essere accompagnati, non gli metterò fretta!