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lunedì 13 gennaio 2014

Il cliente paradisiaco! Come riconoscerlo, come smascherarlo, come avvistarlo. Raro come un panda, mysterioso come il Dodo, tutto su colui che cogita quindi è!

Nei miei sogni il cliente paradisiaco è così.
Questa settimana farò qualche prosecuzione di precedenti post, che andando avanti e promettendo seguiti ho più carichi pendenti io di un truffatore. Inoltre ho sempre questa sensazione di aver lasciato delle cose in sospeso qui è lì, quindi amanti di "Mad man" e irritatori professionisti di colleghi, sappiate che avrete presto l'atteso sequel.
 Visto che sono mesi che inveisco contro la clientela e magari vi sarete fatti l'idea (a tratti per carità giustissima) che in libreria entrino solo pazzi e scriteriati, o magari anche l'idea (giustissima pure quella) che io abbia un carattere se non altro facilmente irritabile, oggi la luce del bene cadrà su di me e parlerò di quel raro e mysterioso essere che è il cliente paradisiaco.
 In via d'estinzione come il Panda, inafferrabile come un dodo, più nascosto di un pesce degli abissi, mitologico come un dinosauro, camaleontico come un camaleonte, il cliente paradisiaco è talmente ritroso da far quasi pensare che non esista davvero. Unico e tangibile indizio della sua esistenza è l'incasso serale che prova un afflusso di clienti quasi invisibili eppur compranti. Del resto il motivo principale per cui poco si parla di lui su questi schermi è la sua dote più apprezzata: la mimetizzazione.

COMPORTAMENTO GENERALE DEL CLIENTE PARADISIACO:
Sciama tra gli scaffali mimetizzandosi con essi, è tale la sua transustansazione con l'oggetto libro e il luogo libreria che il libraio rischia di non vederlo urtandolo accidentalmente mentre corre disperato tra i corridoi alla ricerca dell'elenco di dodici libri della madre di famiglia. Non solo, se lo urti si scusa, se incidentalmente gli fai cadere addosso o si fa cadere addosso una pila a caso dei Newton brossurati a 9,90 non grida allo scandalo e alla maledizione, ma raccoglie i libri e li poggia persino al suo posto o nei pressi (o cosa impensabile, li riporta al banco delle informazioni). Non essendo visibile, al contrario dei suoi lontani cugini, i clienti molesti, è dura definire il suo comportamento sociale. Talvolta si muove da solo, talvolta con amici della sua specie, ma in alcuni casi con amici molesti di cui si scusa in continuazione, raramente con famiglie e rarissimamente di domenica. Di Domenica il cliente paradisiaco fa quello che vorremmo fare tutti quanti: sta lontano dai negozi e si gode la vita altrove.

TRATTI FONDAMENTALI DEL CLIENTE PARADISIACO: 
Cartesio, nume tutelare del cliente paradisiaco. In genere
egli ama tenerne il santino nel portafoglio.
C'è un modo infallibile per riconoscere questo uccello del paradiso vacante tra i tavoli dei tomi in sconto e non è neanche il numero di libri che compra (tanti cafoni hanno i soldi e gli occhi per leggere). Egli semplicemente SA. Quando giunge da te sa il titolo e persino l'autore del libro che sta cercando. Mentre guardava Augias si è preso una pausa dal ferro da stiro per appuntarsi il titolo dell'ultimo romanzo sulla caduta dell'impero bizantino. Mentre ascoltava Radio2 ha mollato il panino che teneva in bocca per scrivere sulla moleskine un'indicazione più precisa di "L'altro giorno stavo ascoltando la radio verso le 9:30 e un conduttore parlava di un libro, ma non so quale". Il cliente paradisiaco SA persino una cosa stupefacente: egli conosce il contenuto del libro.
 Voi non potete immaginare quante persone ignorino il contenuto dei libri che stanno cercando. E' un romanzo? Un trattato di filosofia? Un manuale di fotografia? Un corso per l'addestramento dei topi da circo? Non sanno, non immaginano, ma se vedono la copertina improvvisamente sapranno. Il cliente paradisiaco invece SA anche senza l'aiuto visivo o la telefonata da casa. Egli vuole "Il barone rampante" di Italo Calvino, romanzo italiano. 
 Quando per caso il cliente paradisiaco non SA, ritrae vergognoso le sue sgargianti piume dorate, e ammette: non lo so, proviamo. E' gentile, conscio delle sue lacune gnoseologiche, e si rende perfettamente conto che sta tentando la sorte e nessun genio gentile pronto ad esaudire i suoi desideri e nessuna fatina verde pronta a seguire i suoi vaneggiamenti risiede nel pc della libreria. Egli SA che il pc è solo una macchina.

CARATTERE DEL CLIENTE PARADISIACO:
 Schivo per natura, in genere il cliente paradisiaco viene in libreria con uno scopo, perciò sa dove dirigersi e cosa fare.
"Buongiorno" "Buonasera" "Grazie" "Prego". Il cliente
paradisiaco conosce tutto il primo capitolo di "Impariamo
la lingua italiana: saluti e convenevoli educati":
 Conosce persino le regole geografiche fondamentali del negozio. Non fa domande come: "Posso uscire anche da qui?" se si trova al terzo piano sopraelevato di un palazzo e chiaramente in caso di porta immaginaria precipiterebbe nel vuoto. Non chiede insistentemente l'ubicazione del bagno, sconvolgendosi alla notizia che "No, il bagno non c'è" (e aggiungerei: chiedi mai di andare in bagno da H&M?). Sapendo che una libreria generalmente vende libri (adesso un po' di tutto ma ai pomodori ancora non siamo arrivati) non va trovando il mercato del pesce. E' conscio che il libraio non ha doti telepatiche e che certo è suo dovere essere gentile, ma fa comunque parte della buona creanza, educazione, cultura e rispetto essere gentile con il libraio. Non è bello né trattarlo come fosse tua sorella, né evitare di dire buongiorno e buonasera, né sedersi su una poltrona in attesa che ti porti venticinque tipi di agenda tra cui puoi scegliere mentre chiacchieri con tua cugina. Sa di non trovarsi da Prada dove spendere 10.000 euro ti fa comprensibilmente ritenere autorizzato a richiedere petali di rosa sul tuo cammino. 
 Alcuni esemplari di clienti paradisiaci ammettono persino che il libraio di catena sia un essere umano che ha persino studiato. Ragion per cui, tendono a non trattarlo come un cretino e chiedono loro alcuni consigli, sensati anche quelli. Si fidano di quello che il libraio dice loro, ossia "Questo libro è fuori commercio", frase che inizio a pensare non sia italiano ma turco ottomano.
 Anche la reazione a tale notizia inaspettata può essere un'interessante prova del 9 per capire con chi abbiamo a che fare.
 Alla risposta "Ok, me lo ordini" oppure "Vi arriverà?" oppure "Quindi non vuole proprio ordinarmelo?" possiamo decretare con sicurezza che non solo non è un cliente paradisiaco, ma soffre anche della sindrome "Orecchio da mercante".
 Se cade nella vacua disperazione del "Oddio, dove lo trovo adesso?" o nello stoico "Accidenti, vabbeh" allora abbiamo buone possibilità che sia un cliente paradisiaco o almeno con l'orecchio funzionante.
 Gentilezza, udito e ammissione di cultura nel libraio, sono quindi le tre prove fondamentali.

GUSTI LETTERARI DEL CLIENTE PARADISIACO: 
Non è detto che il cliente paradisiaco sia per forza un forte
lettore. Esistono tanti forti lettori molesti appunto per tale
motivo. Ma come lavoro in libreria e ne so meno di loro?
Possibile che non conosca le opere edite da x autore negli
ultimi 10 anni in ordine cronologico? O tempora! O Mores!
Essendo costui invisibile e sciamante, il cliente paradisiaco  non mostra chiari segni di preferenze. In genere ha dei settori che conosce molto bene e che ciclicamente visita per aggiornarsi sulle novità. Spesso e volentieri ha fatto delle precedenti ricerche su internet, ben sapendo che in libreria non esistono fantomatiche sezioni sulla psicologia della coppia o sul concetto di fortuna dallo zodiaco all'antropologia (me l'hanno chiesto). E' persino conscio del fatto che non esista un enorme catalogo cartaceo di sei piani su cui lui possa cercare i titoli dei libri in ordine alfabetico (ho il sospetto e il ricordo di studio che tale perla non sia mai esistita. Anche se ho la reminiscenza di questo catalogo sfigatissimo onnicomprensivo di tutti i libri di tutte le biblioteche tedesche defunto sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale). Egli ha dei titoli mirati e comunque sa distinguere l'interpretazione dei sogni di Freud dalla Smorfia perciò non ti fa perdere ore a rimestare a caso nel settore sbagliato poiché non distingue il SuperIo da 77 le gambe di Lisetta. Se, per sghiribizz,o ha intenzione di darsi a qualche inesplorato mondo letterario, chiede consiglio e legge davvero le quarte di copertina dei libri proposti senza buttarli sul primo tavolo disponibile o infilarli in scaffali a caso rendendoli introvabili.
 Per quel che riguarda i romanzi, segue spesso uno schema che ha del fantascientifico: entra in  negozio e passa un po' di tempo davanti alle novità e agli scaffali alla ricerca di un titolo, una copertina o una trama stuzzicante. Se è indeciso chiede al libraio se per caso lo ha letto. Se è uscito il giorno prima non si indegna se il libraio non lo ha fatto. Sa che cercare un epigono di Tolkien nella letteratura erotica non ha molto senso, né richiedere l'edizione economica di un'opera uscita cinque giorni prima. 
Egli diciamo, conosce le regole basilari della libreria, del libro e della lettura, si potrebbe quasi dire che il cliente paradisiaco sa dove si trova, cosa vuole, cosa cerca e dove va.

 Vi sentite clienti paradisiaci? Pensate che il cliente paradisiaco sia solo una persona normale? Ravvisate una certa comunione di intenti tra costui e Cartesio per la serie "Cogito ergo sum" o Confucio "Io so di non sapere"? Ma la vera domanda è: è davvero così trasparente e mysterioso o come lo Yeti e il mostro di Lochness rischia in verità di essere solo il parto di una mente fantasiosa e di un esploratore esaltato?
 Testimoniate!

14 commenti:

  1. Ma sono io!!! ^_^

    Il cliente paradisiaco è reale, confermo. Condensa la consapevolezza che mai saprà (e potrà leggere) ogni cosa e la curiosità per la lettura, tutta!

    La bellezza del curiosare tra gli scaffali in autonomia e tranquillità, perdendosi tra i volumi esposti, seguendo percorsi di scelta della prossima vittima (il libro che si acquisterà) assolutamente segreti, è impagabile!

    I miei "librai" hanno un solo timore... quando pongo la domanda "Cerco un libro"... allora son cavoli loro: o credono di averne delle copie e non è così, oppure ehm... son fuori catalogo, esauriti, introvabili... ^_^


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    1. Sono felice di essere ben vista come tipologia di cliente! Però mi spiace un po' di passare inosservata perché non vengo mai riconosciuta come cliente abituale e mi farebbe piacere far vedere quanto sono affezionata alla libreria che frequento. A dirla tutta mi piacerebbe fare la libraria un giorno... :)

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    2. *libraia ahahahah libraria è bellissimo!

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    3. Beh, Animascarlatta, un mondo con soli clienti paradisiaci è il sogno di tutti coloro che lavorano in un negozio! Quindi non solo sono ben visti, ma bramati!

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    4. ehi nathan ranga una curiosità: ma tu gestisci un blog senza occhiali? perchè se ce li hai ti consiglio una visita oculistica. Forse se vuoi che qualcuno interagisca con te forse dovresti comunicare con lui/lei quando ti scrivono.

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    5. Egregio utente del blog, io gestisco questo blog da sola come anche la pagina di fb. Poiché appunto sono da sola e, come noterai, produco un post al giorno che mi richiede 1 ore e mezza/2 ore di lavoro, (e ho anche un lavoro e una vita) non ho francamente il tempo di stare dietro a tutto. Poiché bis, gestisco e produco tutto ciò in maniera gratuita e senza dover rendere conto a nessuno perché l'unico compensa da me ricevuto è il gusto di parlare di libri, francamente penso di essere libera di poter comunicare quando e come ne ho tempo, senza nessun obbligo. Il giorno che questo blog sarà un lavoro (giorno che non verrà mai) allora mi darò pensiero di star dietro a tutto e tutti, fino ad allora la vita reale avrà la precedenza. Ovviamente puoi pensare che tutto ciò non abbia senso, in tal caso nessuno ti obbliga a leggere codesto blog. Cordialmente

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  2. Due osservazioni:
    - il VERO cliente paradisiaco è quello di cui neanche ti accorgi: arriva alla cassa con il/i libro/i in mano, paga, ed esce, magari accompagnando il tutto con le giuste espressioni di circostanza. Grazie a questo tipo di entità, di cui mi fregio di far parte, puoi spegnere il cervello e inserire il pilota automatico per ben 10 secondi, 5 se di sabato. Wow!
    - non so i tuoi di clienti paradisiaci ma io, con tutto il rispetto, col ca**o che chiedo un parere al libraio, eh. Ma mica perchè non ci capisce una mazza a prescindere, solo perchè SICURAMENTE avremo gusti differenti. Se avessi una bella faccia di bronzo, andrei dai librai a chiedere un parere sui libri di Bruno Vespa, per vedere quanti ne trovo che mi danno risposte oneste :D

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    1. Il cliente paradisiaco che chiede un vero consiglio è una sottocategoria molto rara sia perché il vero cliente paradisiaco sa già cosa vuole, sia perché SA anche come chiedere un consiglio.

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  3. In linea di massima mi riconosco abbastanza nel ritratto, fatti salvi i difetti da me accennati in un post precedente.
    Come Glò, tendo ad arrivare in libreria con liste precise di desiderata che spesso si rivelano miseramente introvabili *sigh* La cosa più assurda? Ho una forma di pseudo-maniacalità che, mentre 'caccio' la mia libresca preda, mi porta a riporre al proprio posto i libri sugli scaffali via via che ne trovo anche quando non li ho messi in disordine io. Non per nulla, sempre come Glò, neanche a me spiacerebbe fare la libraia... XD

    E quindi? Qual è il problema? Il problema è che ormai in libreria ci giro pochissimo. Le logiche delle librerie di catena mi sono ormai indigeste e quelle degli editori di oggi mi fanno ormai guardare ai libri nuovi come a ordigni inesplosi di refusi, vuoto cosmico, cattive traduzioni, trame tutte uguali, presentazioni ingannevoli, ecc.
    Una volta giravo fra gli scaffali con gioia, ora mi sento più spesso dubbiosa e confusa e, se non ho già un'idea precisa, è più facile che io esca da una libreria a mani vuote (ovviamente è cosa diversa se mi sono già fatta un piano d'azione a casa: entro, cerco il libro desiderato, se non lo trovo da sola chiedo al banco apposito, se ce l'hanno, pago ed esco). Ormai la mia dimensione è quella dei negozi di usato e dei mercatini dove frugare in tranquillità polverosa, e dove sperimentare significa buttare 2€ e non 20€...
    Che le politiche editoriali moderne, oltre ad allontanare i lettori forti, allontanino anche i clienti paradisiaci? ?_?

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    1. Minty ti comprendo, se non lavorassi in libreria non riuscire MAI a stare dietro alle uscite e perderei una marea di perle nascoste nella massa. Perle che comunque mi perdo perché ci sono interi settori di cui non mi occupo di cui perdo di vista le uscite e il catalogo (e poi tento di rifarmi nei giorni di riposo mascherandomi da cliente paradisiaco in altri posti). Anche io, viste le mia triste condizioni economiche, preferisco al momento di gran lunga i mercatini dove, sperimentando, al massimo butto due euro. Mi piange comunque il cuore per tutti i bei libri che morbosamente bramo e non posso avere. Di tanto in tanto rimpiango con grande ardore i bei tempi delle superiori/università, quando non dovendo sopravvivere da sola potevo permettermi anche libri over 20 euro. Ma queste son tristi storie di ggggiovani italiani.

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  4. Da lavoratrice a lavoratrice penso che il cliente paradisiaco sia quello che entra nel negozio magari salutando, se incrocia almeno lo sguardo con un commesso/a, che si guarda intorno e cerca da solo di orizzontarsi ma che se non ha tempo si avvicina al primo commesso disponibile e chiede sottovoce una indicazione, poi si eclissa. Se trova qualcosa, va alla cassa, aspetta educatamente il suo turno, porge il libro con un mezzo sorriso, paga, ringrazia e, se è il caso, cioè se non c'è una fila bestiale in attesa dietro di lui/lei, approfitta di quel momento magari per chiedere una informazione aggiuntiva, poi prende il suo acquisto, saluta e se ne va.
    Mi sembra semplicissimo.
    Sarebbe, invero, il cliente normale, se questo fosse un paese normale.
    Ma siamo talmente disabituati, ormai, alla cortesia e alla gentilezza, da stupirci sinceramente quando la incontriamo...
    Io spero di essere cortese, quando sono una cliente, almeno quanto mi sforzo di essere cortese quando faccio la venditrice...

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  5. Sono una bestia rara, io sto a metà tra il meglio e il peggio del peggio.
    Da dopo Amazon, vado in libreria quasi solo per piacere ozioso: vago invisibile tra gli scaffali leggendo tutti i dorsi, controllo se ci sono testi nuovi rispetto alla visita precedente (so a memoria logistica e contenuto delle sezioni che mi interessano nelle mie librerie, tanto che mi è capitato di servire altri clienti), se qualcosa mi colpisce prendo e porto a casa; sono talmente indipendente che vado a prendermi la scala da sola per controllare i libri nei ripiani in alto. Se per una volta entro in libreria con un obiettivo, spesso ho già scelto anche l'edizione. Se mi capita di non trovare ciò che cerco, solo alla fine chiedo al libraio piena di vergogna per la mia incapacità, e tento di giustificarmi tra mille scuse. Se è fuori catalogo, chiedo quante possibilità ci siano che venga ristampato. Prima di Amazon invece, quando ero anche più piccola io, ricordo l'andare in libreria con titolo e autore annotati in una strisciolina di carta, e ricordo un libraio che ha passato più di mezz'ora, con me a scegliere tra due edizioni del milione di marco polo (se l'era presa a cuore).

    Poi c'è il peggio:

    1) non posso comprare tutti i libri che mi colpiscono (non ho i soldi e non so dove metterli), quindi in pratica accumulo una pila, poi mi prendo un'oretta per decidere a cosa non posso realmente rinunciare, stante il vincolo monetario. Il resto della pila, ebbene sì, la abbandono alla cazzo di cane. di più, tocco-prendo-sposto compulsivamente i libri, e se non mi controllo li spargo in giro.

    2) ho chiesto pure io, è successo, libri di cui non sapessi né titolo né autore. Sono in cuor mio convinta che il catalogo online, il computer, sia una scatola magica... è più forte di me, è questione di fede. Una volta era un caso disperato a dir poco, mi sono anche accorta che il libraio mi stava odiando, ma non ho mollato la presa, nossignore! lui mi mollava per servire altri clienti, ma io non mi sono mossa dal computer, e alla fine ho ottenuto ciò che bramavo. mors tua vita mea, caro libraio. mi sento ancora in colpa, però.

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    1. ma perché abbandonare i libri alla cazzo di cane in giro quando puoi lasciarli al libraio o eventualmente in cassa?

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  6. Cara Giovane Libraia, seguo il tuo blog da tempo ed è sempre un piacere leggere le tue osservazioni, riflessioni, recensioni. L'ironia con cui descrivi la vita quotidiana al lavoro è gustosissima!
    Posso permettermi una piccola riflessioni aggiuntiva riguardo "il cliente paradisiaco" o il più modesto "cliente educato, che entra conoscendo quali libri desidera, ovvero provvisto di titolo, autore e magari pure edizione desiderata"? Non sarà proprio questo il cliente che favorirà Amazon alle "librerie reali"? Non mi riferisco agli ebook, ma proprio all'ordinare i libri in cartaceo e farseli arrivare comodamente a casa via posta?
    Mi sembra, infatti, che questo tipo di "cliente" riduca il lavoro di un libraio a quello di un semplice "porgitore".
    Ancora tantissimi complimenti per il blog!
    Saluti :-)
    LoryB

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