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domenica 5 gennaio 2014

Pettegolezzi settecenteschi su "Piccoli libri per piccoli tragitti"! Lo scandalo della collana, Maria Antonietta e quel grande gioco di specchi e menzogne che sono le chiacchiere mai innocenti!

Mi scuso per i seni al vento, ma la surrealità
dell'immagine giustifica i mezzi.
Allor dunque, tra i miei innominabili vizi ce n'è uno in particolare che affonda le sue origini nella mia infanzia, precisamente a casa di mia nonna. E' stato a causa sua se ho passato interminabili pomeriggi persa tra "Gente" e "Oggi" (in estate anche "Novella 2000" che mia madre considerava una cosa al limite del porno e tendeva a proibirmi), appassionandomi alle vite amorose e al continuo gettito di pargoli dei famosi nostrani. 
Sin dalle elementari sono sempre stata aggiornatissima sui gradi di parentela di tutte le famiglie reali, sul numero di figli degli attori del cinema e anche sul computo esatto dei loro matrimoni e divorzi. Ancora adesso che da mia nonna non vado più, scopro di possedere un silos di conoscenze al riguardo non richieste spaventoso, tale che se Caprarica mi chiedesse consulenze per il suo prossimo libro sui Windsor potrei saperne più di Kate Middleton. Questa mia passione per il gossip attualmente trova nutrimento nelle pagine di Repubblica.it e nella lettura compulsiva di biografie storiche. So che da un certo punto di vista paragonare la lettura dell'autobiografia di Tesla a quella di "Chi" sia alquanto audace, ma, partendo da livelli culturali sicuramente diversi si va verso una medesima motivazione: la voglia di farsi i cavoli altrui.
Questo Natale è uscito un libro a nobilitare la mia teoria e il mio vizio: "Storia pettegola del settecento francese" di Francesca Sgorbati Bosi ed. Sellerio, che ripercorre gli aneddoti e lo spettegolame di quell'epoca storica che Lady Oscar ha scolpito per sempre nei cuori di un'intera generazione. Re soli, favorite, re impotenti e presunte relazioni saffiche, cardinali lussuriosi e avvenenti conti svedesi venivano dati in pasto alla popolazione tramite fogliacci pseudoporno colmi di insinuazioni e insulti triviali degni del miglior "A morte la kasta!1!!"
 E' per questo sordido motivo che come piccolo libro per piccolo tragitto, ho scelto "Maria Antonietta e lo scandalo della collana" di Benedetta Craveri. La storia è talmente surreale e folle che se fossi un regista ci avrei fatto un grande film metafora sul potere, la manipolazione e quella dose di surrealità che ammanta determinate situazioni senza alcuna ragione apparente. Tutto si svolge ben prima della rivoluzione francese, ma era già un sintomo dell'insofferenza e dello sprezzo con cui ormai i francesi vedevano i reali.
L'intricatissima storia vede tre protagonisti:
1) Il Cardinal Rohan, tipico uomo di chiesa dedito a soldi, lussuria e potere.Dal libro non si evince chiaramente che tipo di persona fosse realmente perchè a tratti la Craveri ci dice che era stato un ottimo ambasciatore in Austria, a tratti ce lo presenta come un cretino completo preda di trafficoni di ogni sorta (non ultimo il conte Cagliostro e sua moglie). Costui, durante il suo periodo in Austria, aveva avuto la felice idea di descrivere la somma Maria Teresa come una sorta di bigotta ipocrita in una lettera che fece un giro che manco un post su facebook. Tempo due giorni lo sapeva tutta la corte compresa Maria Antonietta che si legò l'offesa al dito foreva. Anni dopo, mentre cercava di riconquistare la fiducia della sovrana, di cui pare fosse pure un po' invaghito, si era preso come amante tale Jeanne de la Motte.

2) Jeanne de la Motte un'avvenente manipolatrice il cui unico pregio era discendere alla lontanissima dai Valois. Costei, che era cresciuta mendicando nell'indigenza, aveva un unico scopo nella vita: diventare favolosamente ricca e far crepare di rabbia e invidia tutti coloro che l'avevano vista quando era una poveraccia. Di letto in letto, di truffa in truffa, assieme al marito ubriacone aveva raggiunto le stanze da letto di Rohan e da lui si faceva mantenere. Tuttavia voleva di piùùù di piùùùù, più soldi, più ricchezza, più lusso e per ottenerli pensò alla famosa collana. Questo ritrovato dell'oreficeria era una pacchianata epica, una sorta di pettorale formato da diamanti grossi come nocciole degno de "la sultana del mondo". I gioielleri reali l'avevano creata per venderla alla regina, ma costava talmente tanto che persino lei disse che non si poteva fare gettandoli nella disperazione. Jeanne de la Motte architettò un assurdo piano per ottenerla il cui quibus stava nel farla acquistare a credito dal cardinale convincendolo che in tal modo Maria Antonietta sarebbe caduta in deliquio di fronte a lui.

3) Maria Antonietta. Come al solito la sovrana più discussa di Francia fa una figura barbina. Lei non c'era e se c'era dormiva, viene umiliata, chiede vendetta al consorte, il quale, ovviamente incapace, scatena un processo al cardinale che gli si ritorcerà contro, perchè il pettegolezzo corre e sbatti il mostro in prima pagina valeva anche all'epoca. Così giornalazzi e instant pamphlet mostrano una regina avara e lussuriosa coinvolta in una sordida storia di diamanti e lussuria. Mai sovrana era stata umiliata tanto.
 La storia è farcita di avvenimenti assurdi: una finta regina che cammina in un giardino, Cagliostro coperto di taffetà durante il processo che seguirà allo smascheramento della truffa, mysteriose evasioni dalla Bastiglia e soprattutto tanto tanto gossip che infiammerà le folle e gli avvocati molto presto rivoluzionari.
 Vi assicuro che una volta iniziato non potrete smettere, qualunque cosa voi stiate facendo (quindi badate bene di non dover intraprendere qualcosa di serio) perché ferma un momento storico in modo talmente vivido da sembrare impossibile sia avvenuto duecento e passa anni fa. Perché getta uno sguardo su questo grande escluso, rifiutato, ridicolizzato, che è il pettegolezzo. Il quale zitto zitto è da sempre
l'arma migliore per delegittimare il potere, perché non lo ridicolizza, ma lo svergogna, permettendosi il lusso di andare oltre ciò che è vero e ciò che è falso, poiché per sua natura, la chiacchiera è quella cosa che bassa di bocca in bocca, per sentito dire, e a nessuno si può chiedere un errata corrige.
 In questo piccolo gustoso libro si nota in tutta la sua potenza come dei mezzi di comunicazione a forte diffusione popolare possano essere piegati ad una manipolazione della realtà che porta ad un inestricabile gioco di specchi. La regina era o non era complice? I giornali dicevano o meno la verità? Il cardinale era solo un idiota o un uomo di mondo? Perché sta anche qui il grande pregio della Craveri: sostenere una tesi di innocenza per alcuni dei coinvolti e di colpevolezza per altri fino a due pagine dalla fine, per poi ribaltare tutto nelle ultime righe, insinuando il sospetto in chi legge.
 E altri sospetti si scoprono allora annidati nella mente: possiamo fidarci degli storici? L'uso delle fonti, della scrittura di un saggio sono sempre imparziali? La storia lo è?
 Attendo che qualcuno ne faccia un film, io lo andrei a vedere. Subito.
(ps. Scopro in corso d'opera che ci hanno fatto un film, mai arrivato in Italia, dalla locandina mi pare la solita cavolata a base di trine e macaron, ma lo cercherò).

5 commenti:

  1. Bella bimba questa Sirio - nel 1994. Che ci siamo persi!

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  2. Ottimi suggerimenti! Anche a me piace molto la Francia settecentesca! P.s se può interessarti esiste il film sull' intrigo della collana, è con Hilary Swank!

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  3. Mi permetto di segnalarti senz'altro la biografia di Maria Antonietta scritta dal grandissimo Stefan Zweig (di cui consiglio anche "Il Mondo di Ieri", della Mondadori). Si tratta di un lavoro romanzato di ottimo livello, dalla finissima scrittura, impossibile da abbandonare una volta incominciato.

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  4. Ho letto librino della Craveri e l'ho trovato delizioso. Segnalo anche gli altri suoi a chiunque viglia saperne di più sulla società francese del Sei-Settecento senza studiarsi ponderosi tomi, né impelagarsi con Bussy- Rabutin che un po' pesantuccio lo è senza scendere al livello di Tracy Chevalier :-)

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  5. Ricordo Questa storia in lady Oscar, vorrei leggere il libro, a parte che io pensavo che I gioiellieri reali non si facessero pagare o meglio si, ma tipo in un altro modo che non cash cosi dalla regina

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