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venerdì 23 maggio 2014

Il connubio di inizio estate: horror vintage ed elezioni. Quando starsene rinchiusa in una stanza caldissima con 7 estranei a registrare anziani nel nulla catalizza la tua voglia di gotico.

La fine di Maggio e l'inizio di Giugno sono da vari anni, per me, indice di due sensazioni che si intrecciano fatalmente con l'inizio dell'inquietante calura estiva (per cui ho sempre avuto poca passione, ma viste le primavere di questi ultimi due anni inizio ad apprezzare): le elezioni e i libri horror.
 Ora, può essere anche a livello inconscio io attribuisca loro un nesso di un qualche tipo, ma nella pratica per me sono stati sempre un connubio talmente elevato, da non poter essere replicato in nessuna stagione dell'anno.
 Alcuni pensano infatti che la stagione migliore per leggere storie di fantasmi sia l'inverno, con la pioggia, la neve, il vento che soffia (c'è da dire che da alcune parti, tipo dove sto io ora il vento non soffia mai), il buio che cala praticamente all'ora di pranzo. Io sono sempre stata della scuola opposta: è il caldo, secondo me, a portare l'orrore. Quella calura che ti impedisce di pensare e sei sul punto di impazzire, le cose che improvvisamente sembrano così vivide da prendere vita, la luce talmente accecante da avere qualcosa di innaturale, le città deserte, la canicola che ti opprime come una mano serrata. 
 Chiunque sia stato costretto a starsene ai seggi elettorali sa benissimo che, specialmente in paese e specialmente durante i referendum, si possono passare ore in balia del nulla cosmico. Per anni io sono stata spedita in una frazione disabitata e dimenticata da dio, dove non c'era neanche il bar per il caffè, i carabinieri erano sull'orlo del suicidio e, dopo ore, pure noi. Mi ricordo ancora la grande innovazione del ministero degli interni che pretendeva i dati in tempo reale e ci aveva spedito un povero tecnico che si ritrovò costretto a salire sul tetto della scuola di musica nel niente in cui ci trovavamo, cercando disperatamente di attivare la connessione internet. Ebbene, in questo quadretto da dieci piccoli indiani, sfilavano solo anziani dallo sguardo torvo e vecchie che rimanevano rispettosamente due passi dietro al marito. Sembrava di essere finiti in un altro secolo.
 Probabilmente il mix di questa speciale condizione, con gli anni mi ha sospinto a portarmi ai seggi libri sempre di un certo tipo e, per associazione, anche ora che non mi chiamano più, a leggerli appena scattato il momento fatale. Trattasi delle storie horror ottocentesche.
 Non è che io abbia qualcosa contro l'horror moderno, semplicemente non mi piace. Lo trovo eccessivamente splatter, eccessivamente contaminato da altri generi, molto più angosciante che inquietante. Per dire, io ho letto pochissimo Stephen King perché più che la suspance a me veniva la nausea.
 Visto che sto qui che fremo per andare in libreria a cercarmi qualcosa di adatto (e comunque quest'anno è capitata a fagiolo l'inaspettata serie di Grazia Verasani, forse il fatto che abbia visto "Quo vadis baby?" a giugno non è casuale), ho pensato di condividere i miei must della stagione.

LOVECRAFT:
E' lui il principe delle mie estati. Iniziai anni fa con una raccolta della Newton di vari anni fa intitolata "Racconti agghiaccianti" e la finii d'un fiato durante non so quale tornata elettorale. Da quel momento in poi ho collezionato una serie di raccolte il cui problema principale è che, essendo fatte senza un vero criterio, hanno una barca di doppioni. Devo ammettere che di lui amo molto di più i racconti slegati dal ciclo di Cthulhu come "Il colore dallo spazio" o "La cosa sulla soglia". Leggere in piena notte d'agosto dei ratti che corrono nei muri, quando praticamente la casa, immersa nel silenzio di chi è in vacanza, canta da sola con continui scricchiolii, basta a far accapponare la pelle. "L'Orrore a Red Hook" e i non-morti di "Herbert West. Il rianimatore" in agosto sembrano incendiarsi e camminare fuori dalle finestre che siamo costretti a tenere socchiuse per non morire di caldo. I morti si risvegliano col fuoco.

LE FANU-SHELLEY-STOKER e company:
Ci sono sempre dei classici che rimangono indietro, cose che inspiegabilmente abbiamo evitato di leggere per anni.
 Se avete mancato "Dracula", "Frankenstein" o "Carmilla", questa è la stagione per recuperare. Di Le Fanu, consiglio, prendete il racconto singolo, che gli altri sono palle epiche, ma prendetelo: Carmilla è un piccolo gioiello in cui le ragazze "sono bruchi mentre vivono nel mondo e diventano farfalle quando viene l'estate...". L'amore e la morte, di solito due concetti banalmente accostate si uniscono invece in questa perla in un connubio di raro fascino. Anche Shelley e Stoker non tradiscono.
 Sul libro della Shelley poi, grava quasi una cospirazione di eventi. Tutti sanno che scrisse il suo libro durante una vacanza in svizzera in un gioco letterario nel quale ognuno dei presenti avrebbe dovuto scrivere una storia di fantasmi.
 Ebbene, l'anno scorso, tormentata dalle continue piogge e dal clima orrendo, mi feci una cultura di meteorologia e scoprii che quel gioco avvenne a causa della peggiore estate della storia, in cui non fece che piovere e gelare. Tanto che quell'anno viene ancora ricordato come "L'anno senza estate". Un libro che nacque quindi sotto i più raggelanti auspici.
 In questi giorni, per il mio diletto estivo ho adocchiato anche "Prima di Dracula. Rare storie di vampiri dell'ottocento" a cura di  Fabio Giovannini ed. Stampa Alternativa. Vediam.


EDGAR ALLAN POE: 
Poe è da leggere in estate. L'oscurità dei vicoli deserti incute un terrore che rimbomba nella lettura dei delitti della via Morgue, i miasmi dei giardini dove si tenta disperatamente di leggere infestati dalla calura riescono a rendere selvaggia anche la più moderna delle città.
  C'è qualcosa di selvaggio che percorre le storie di Poe, l'elemento sovrannaturale che distrugge la normalità e sovverte la natura. Lo stesso che trova posto nelle crepe estreme dell'estate, quando ci sentiamo sciogliere sul materasso, come se lasciassimo un'impronta. Quest'anno ho intenzione di leggere una sua biografia, pare ne giri ancora una di Julio Cortazar. Vista la mysteriosa fine che fece, credo sarà una buona sostituta dei suoi ormai rilettissimi racconti.

DYLAN DOG:
Non leggo molti fumetti ultimamente per ragioni economiche. Io lo so che poi mi appassiono e come una drogata non riesco più a smettere (mi è già successo in passato coi manga). Dovrebbero esistere dei negozi come quelli di cui ci dà conto "Una vita ai margini": fumetterie/biblioteche dove paghi il noleggio un minimo e poi riporti. Io ne sarei un'assidua frequentatrice. Comunque in estate faccio un'eccezione e compro Dylan Dog. Il grande pregio di questo fumetto, di cui ho letto con terrore che subirà un restyling, è proprio quello di avere un'ambientazione pseudomoderna eppure ottocentesca. Il protagonista è bianchissimo, asociale e quasi vampiresco, il suo fido assistente un fool perfetto, ha una sua etica, indaga nel dolore umano e sì è splatter, ma senza che il protagonista se ne compiaccia, anzi. Tutto quello che Dylan Dog ha è il suo sesto senso. Se lo si mettesse in storie ambientate duecento anni fa risulterebbe perfettamente convincente.
  Una china gli occhi sulle sue storie in una spiaggia affollata di gente tatuata e smutandata e quando rialza la testa, si rende conto che il mare è popolato di mostri. Noi.

DA EVITARE CON CURA:
M. R. James
Convinta da Lovecraft, che lo adorava, della sua bontà, l'anno scorso mi comprai una raccolta di racconti di Montague Rhodes James, un professore universitario noto per le sue storie di fantasmi. Il suo must era un mysterioso oggetto antico la cui scoperta scatenava letteralmente l'inferno. Penso di aver letto rarissimamente una cosa tanto pallosa. Non cadeteci! Salvatevi voi che potete! Ho regalato l'orrore alla biblioteca prima che ho potuto.
 Idem per Sheridan Le Fanu. Piena di ardore per "Carmilla", presi i racconti: antiquati, ampollosi e noiosi. Mollate il colpo.
 Idem per Hoffmann. "Der Sandmann" è un capolavoro, il resto noia pura.


E voi? Qualcun altro condivide questa mia passione per gli horror vintage in estate? 

9 commenti:

  1. Per quanto mi riguarda ogni momento dell'anno è buono per l'orrore, ma apprezzo la tua appassionata descrizione della sofferenza estiva!

    Tra l'altro l'avviso su Le Fanu capita a fagiolo, stavo proprio per comprare una raccolta edita da Newton&Compton (a 6 euro ci starebbe pure, ma a questo punto cercherò "Carmilla" da sola).

    Con le raccolte di Lovecraft ho avuto un'esperienza simile: esiste una bella edizione di Mondadori in quattro volumi, con tutti i racconti in ordine rigorosamente cronologico, compresi quelli in collaborazione o scritti per conto terzi; è il mio tessooooroo, ma qualche tempo fa ho beccato il Mammuth di Newton&Compton, dove ho scoperto essere comprese anche le poesie e vari saggi. Siccome stavo morendo dalla voglia di leggere "Funghi da Yuggoth" e "L'orrore nella letteratura del soprannaturale", ho ceduto alla tentazione e così ora mi ritrovo con due collezioni grossomodo identiche. Almeno le traduzioni sono differenti!

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  2. Horror e politica: direi un connubio perfetto.

    Non sono un appassionato di horror, ma quel che ho letto ricade nei classici: Poe, Lovecraft, Stoker. Anche King, anche se sinceramente, delle sue opere horror vere e proprie ho letto Pet Cemetary e Le notti di Salem. IT non l'ho considerato tale.
    Non c'è stato un periodo preciso in cui li ho letti: dipendeva dalla voglia del momento.

    Il restyling di Dylan Dog non lo vedo bene.

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  3. Ho letto tutto M.R.James e non mi è mai sembrato così noioso; anche Stephen King è per me una tipica lettura estiva (ma credo solo perché l'estate è propizia alle letture poco impegnate). Il racconto di Poe "Il seppellimento prematuro" mi costò una notte in bianco, a occhi spalancati, quando avevo quindici anni. Avevo l'influenza e fui certo che se mi fossi addormentato sarei scivolato in uno stato di morte apparente, risvegliandomi sepolto vivo.
    Non ho mai associato questo genere di letture alla stagione estiva, ma da come la racconti mi sembra un'idea molto convincente, grazie!
    Giuliano

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    1. Provare per credere! L'inverno a me è sempre sembrato molto più rassicurante dell'estate. In inverno le città sono piene, sono fredde ma una cioccolata e una coperta risolvono tutto. L'estate ti lascia senza scampo: non c'è rimedio al caldo se non la micidiale aria condizionata (che comunque raramente si ha in casa), agosto rende le città deserte a livello post-atomico e la luce è forte in modo innaturale.
      Devo rileggere "Il seppellimento prematuro" ;)

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  4. Condivido predilezioni e avversioni. Alle prime mi permetto di aggiungere Arthur Machen e le sue inquietanti storie gallesi.

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  5. Racconti neri e fantastici dell'ottocento italiano - Newton & Compton
    Alcuni racconti sono interessanti, mi ricordo Ofelia di Capuana e Fior di Giacinto di Cesare Donati.

    Qui per l'elenco dei racconti / autori:
    http://www.fantascienza.com/catalogo/volumi/NILF111766/racconti-neri-e-fantastici-dell-ottocento-italiano/

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    1. Della Newton ora gira il mammuth delle storie di fantasmi, il problema è che portarselo in giro è proibitivo...grazie per la segnalazione!! :D

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  6. Questi racconti e questi autori per me sono legati all'adolescenza!
    Le Fanu con "Carmilla" è uno dei miei preferiti di certo. Poe è un maestro, ma io non ho trovato brutto M.R. James. Sicuramente è altalenante, nel senso che un racconto è buono e cinque non tanto. Per esempio a me sono rimasti impressi "L'acquaforte", "L'album del Canonico Alberico", "Fischia, e verrò da te".
    Non so se si può inserire nel mucchio il romanzo "Il Golem" di Gustav Meyrink, ma credo di sì.

    Altra chicca è "Il vampiro" di John William Polidori. Era il medico di Lord Byron ed era con lui nella famosa vacanza in Svizzera. Lo invidiava mortalmente e, quando Mary decise di scrivere il suo romanzo, Byron espresse l'intenzione di scrivere un racconto su un vampiro. Polidori decise di batterlo sul tempo: scrisse il suo racconto e lo diede alle stampe a una rivista, senza firmarlo. La critica attribuì il racconto a Byron e ovviamente Polidori se la prese a morte. Alla fine svelò di esserne l'autore.

    Anche io preferisco leggerli d'estate: abbassano la sensazione di calura.
    Che bei ricordi hai risvegliato!

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  7. Horror no, mi nasconderei sotto le coperte anche con 45 gradi all'ombra... ma storie di fantasmi sì! Dei classici mi manca solo Carmilla, ma li ho letti davvero vent'anni fa...Un libro che ogni tanto riprendo e mi fa ancora rabbrividire sono i racconti di fantasmi di Edith Wharton, che per me restano collegati alle splendide illustrazioni a matita stile anni '20 ce li accompagnavano in una vecchia edizione Bompiani...

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