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domenica 27 luglio 2014

"Amanti e regine" di Benedetta Craveri. Il potere delle donne sugli uomini di potere e dell'aneddotica regale francese sull'immaginazione. Circasse, monache, favorite e regine che causano letteralmente dipendenza.

 Quest'inverno, tra i piccoli libri per piccoli tragitti da me consigliati, c'era stato "Lo scandalo della collana" di Benedetta Craveri, deliziosa istantanea settecentesca su uno degli innumerevoli, (sicuramente uno dei più grossi) casini combinati da quell'adorabile coppia di incapaci che furono Luigi XVI e Maria Antonietta, la sua consorte.
La passione per la corte francese risale sempre e comunque
alla mitica lady Oscar. Chi non ha assorbito le follie della
corte grazie alla donzella più sessualmente ambigua della tv?
 Nella fumosa storia, degna di un romanzo di Dumas, si intrecciavano incompetenza politica, furbizia, ambizione, diamanti, Cagliostro e moglie, scambi di persona e cardinali lascivi, e fu il primo decisivo colpo alla già traballante monarchia.
 Con colpevole ritardo, in questa estate che non vuole proprio ingranare, mi sono procurata "Amanti e regine" sempre della Craveri. Avevo un po' la fumosa idea che potesse piacermi come libro, ma non avendo mai avuto una grande passione per la storia moderna, avevo sempre rimandato il fatidico momento della lettura. Ebbene, avevo molto errato.
  Questo libro è letteralmente una droga. Una volta iniziato non si può smettere di leggerlo e quando finisce vorresti averne altri dieci da leggere uguali. Io, beninteso, lo dico raramente ed era anche svariato tempo che non mi capitava di divorare un libro con tanta voracità, perciò ne sono doppiamente entusiasta.
 Di cosa parla "Amanti e regine"?
Con quella copertina fucsia un po' così, col décolette di Madame de Pompadour ad occhieggiare col belletto tra le mani, il libro potrebbe scoraggiare più di una persona e soprattutto più di un uomo. Ebbene miei cari vi sbagliate questo libro parla principalmente di voi.
 E' assolutamente incredibile come uomini in grado di scatenare guerre, mandare a morte persone, guidare scismi e decidere le sorti del mondo, fossero spesso e volentieri letteralmente in balia se non dei propri sentimenti, sicuramente del loro piccolo compagno sotto la cintola.
 La Craveri parla del grande potere femminile derivante da questa ineluttabile debolezza all'interno della corte francese. Un posto ben degno de "Il trono di spade" dove forse amanti poco avvedute e troppo ambiziose morivano probabilmente avvelenate, infanti sparivano, principesse inglesi venivano forse uccise con la cicuta e la procreazione di un delfino era in grado di tenere col fiato sospeso una nazione.
 Si parte dalla straordinaria figura di Caterina dè Medici, regina di Francia che nonostante ben dieci figli vide la fine della stirpe del marito a favore di quella di Enrico di Navarra, suo genero, marito dell'odiata figlia Margherita (avete mai visto "La regina Margot"? Non so perché ma da bambina mi impressionò moltissimo). Fervente seguace di Nostradamus, pare avesse persino uno specchio magico di biancanevesca memoria che interrogava riguardo al futuro (e come nelle più classiche delle favole pur conoscendolo non riusciva ad evitarlo). Il marito la tradiva con una milf dei tempi andati, tale Diane di Poiters, gran siniscalca che aveva una quindicina di anni più di lui e si sottoponeva a estenuanti allenamenti per mantenersi giovane e morì ingoiando dell'oro liquido che in qualche modo avrebbe dovuto contribuire a fermare i suoi radicali liberi.
 Suo genero Enrico di Navarra, tra una guerra di religione e l'altra, dopo un primo matrimonio alquanto complicato, si ritrovò come moglie una seconda de' Medici, Maria, detta anche la grassa banchiera. Mentre costei spupava e covava rancore nell'ombra, lui collezionava favorite da cui aveva un gran numero di figli che non solo riconosceva, ma cresceva assieme a quelli legittimi.
Gabrielle d'Estrées e una delle sue sorelle
 La sua amante storica rimase la scaltra e sfortunata, Gabrielle d'Estrées (ritratta in una serie di enigmatici e famosi quadri), morta a un passo dal diventare regina. Enrico amava appassionatamente questa ragazza che contribuì alla sua conversione al cattolicesimo e fece qualsiasi cosa per portarla all'altare. Forse fu quel qualsiasi a decidere la sorte della poveretta che morì ufficialmente di parto, ma ufficiosamente di altro, probabilmente veleno.
 Sarebbe stata una bella storia se lui non si fosse gettato prima di subito su una nuova quantità di ambiziose donzelle.
 Si passa di seguito ad una serie di regine non proprio stimabili, in primis l'incolore Maria Teresa d'Austria (in realtà infanta di Spagna) o Maria Leszcynska, figlia del detronizzato re polacco, scelta con gran furia dal tutore di Luigi XV, terrorizzato che il delfino, ultimo sopravvissuto dopo una lunga serie di lutti, morisse senza eredi. E poi la mia favorita, la praticamente miracolata Anna D'Austria, che ebbe il re Sole dopo vent'anni di matrimonio a un'età in cui ormai all'epoca eri praticamente bisnonna.
 Essa è l'autrice di quello scandalo ante litteram che fu la sua liason col duca di Buckingham raccontato dal buon Dumas nei "Tre moschettieri" e riuscì a rimanere incinta casualmente. Il re suo marito a causa di un temporale improvviso si era ritrovato a secco di amanti e solo con lei e in mancanza di meglio si era ricordato di avere una moglie. Nove mesi dopo nasceva il re Sole e l'anno successivo suo fratello minore Filippo, detto Monsieur, palesemente omosessuale eppure particolarmente dedito alla procreazione.
 Il re Sole fu non solo l'apoteosi dell'Ancien Régime, dei fasti della corte e di un'epoca che toccava le sue vette più splendenti prima di declinare tragicamente, ma anche un uomo provvisto di una moglie (un'altra infanta di Spagna) non all'altezza del suo ruolo di regina, che sostituì nel suo letto e in pubblico con numerose favorite.
 Un'intera schiera di sorelle lo iniziò ai piaceri dell'amore, poi venne Louise de Valliere, raro esempio di nobildonna sinceramente innamorata del re, che diede scandalo al contrario: da favorita decise di chiudersi in convento creando enorme sensazione nella popolazione. Iniziavano a sentirsi i lontanissimi vagiti di una rivoluzione che un secolo dopo avrebbe travolto il suo sfortunato e incapace nipote, Luigi XVI che ebbe bisogno dell'aiuto del cognato per consumare il matrimonio (immaginiamo un futuro imperatore d'Austria dare lezioni di educazione sessuale a un fagottoso ventenne un po' confuso eppure re di Francia).
 Tra le prodezze erotiche di Madame Du Barry, prima vera prostituta ad entrare a Versailles facendo scoprire i segreti dei veri bordelli a re abituati a millanta giovani vergini, ma non alle professioniste, regine reggenti in perenne lotta per il potere in un atavico complesso edipico con la pargolanza, figli legittimi e illegittimi, scandali di collane e cospirazioni piramidali sui veleni, gli aneddoti sono infiniti e gustosi. Sembra di non averne mai abbastanza e, quando si rimane orfani, con la testa di Maria Antonietta ghigliottinata a rotolarti davanti, quasi ti dispiace che abbiano preso la Bastiglia impedendoti di vivere nuove esaltanti avventure.
Mademoiselle Aissè, probabilmente
fonte di ispirazione per il personaggio
di Haydée ne "Il conte di Montecristo"
 Io, personalmente sono finita in un pericolosissimo vortice che mi spinge a cercare nuovi pettegolezzi regali. 
 Ho svaligiato la biblioteca e mi ero ripromessa di leggere tante cose più sugose e invece ora campeggiano fieri sul mio comodino, pronti per le vacanze, oltre a "Don Chisciotte", le "Lettere di Mademoiselle Aissè a Madame C..." (il carteggio tra una giovane circassa cresciuta come una nobile francese dopo esser stata letteralmente comprata al mercato degli schiavi dall'ambasciatore francese a Costantinopoli e una donna svizzera di dubbia bontà), "Gli amori del re sole" di Antonia Fraser e "La civiltà della conversazione" sempre di Benedetta Craveri.
 Fidatevi, anche voi ne vorrete di più e sempre di più, uomini e donne. E farà bene a tutti scoprire quanto lontano abbiano sempre potuto condurre delle sottane bene assestate e come gli uomini di potere trovino storicamente nel letto le loro più stupide debolezze.
 Tanto da farti chiedere, a fronte delle vite, non esemplari, ma sicuramente più dettate dalla freddezza delle sovrane donne, (da leggere "Regine per caso" di Cesarina Casanova ed. Laterza) che nei secoli sono comunque riuscite ad emergere: non sono forse gli uomini ad essere inadatti al potere perché troppo facilmente ricattabili (e manipolabili) sotto alcuni punti di vista?

Ai posteri e ai lettori l'ardua sentenza!




mermy.tesoro86

5 commenti:

  1. Quanto gossip reale, decisamene stuzzicante! Non ho letto Amanti e regine, ma sono rimasta colpita dalla storia di Anna d'Austria come viene tratteggata nei Tre moschettieri. Direi che da allora non è cambiato molto con questi ginecei investiti di tanta autorità su personaggi della politica nostrana e internazionale! :)

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    1. No non è proprio cambiato nulla -.-" Te lo super consiglio! Scritto bene, documentato, romanzesco, ma non romanzato!

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  2. Un libro che mi ha fatto lo stesso effetto (non-pensavo-ma-mi-ha-preso-un-botto!) è stato "Armi, acciaio e malattie" ... che non c'entra nulla, ma te lo segnalo lo stesso :) Vedo di procurarmi questi due della Craveri, perchè mi intrigano parecchio

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  3. Neanche il mio c'entra con l'argomento, salvo per l'effetto "niente di nuovo sotto il sole dal 1861", con conseguente intrippamento per andare a scavare anche nel torbido risorgimentale, ho appena finito "I misteri di Via dell'Amorino" di Gian Antonio Stella, che narra di misteriose morti, attentati, sparizioni di documenti e altri fatti avventurosi legati a uno dei primissimi scandali di "favori" e mazzette nel neonato regno d'Italia...

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  4. Suggerisco, di Benedetta Craveri, "La civiltà della conversazione".
    Un libro magnifico.
    Si parla di quanto le donne hanno influenzato direttamente e indirettamente anche la lingua e cultura francese tra il XVII e il XVIII secolo. Le Preziose, la Rouelle, l'invenzione dei salotti letterari e degli incontri tra intellettuali, etc. Affascinante.

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