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venerdì 20 marzo 2015

L'illecita passione per le telenovelassss: inquietante fascinazione trash o archetipo narrativo che è sempre esistito e sempre esisterà? Orestiade, re Artù, Lancillotto, Anna Karenina e Josè Aureliano Buendìa ci rispondono (con la colonna sonora di Laura Pausini)

 Durante la mia ultima discesa alle terre natie, mia nonna mi ha introdotto inavvertitamente ad una nuova ossessione trash: "Il segreto". 
Premetto che io non sono mai stata un'amante di nessuna telenovela, né tanto meno lo è mai stata mia madre che le ritiene stupidaggini fonte di un male assoluto principale: i nomi insensati dati ai figli. Citava quale prova inconfutabile un esercito di bambine inopportunamente chiamate Topazia o Diamante.
 Il mio principale punto di contatto con tale inquietante pratica televisiva fu durante l'esame di terza media
 La mia migliore amica nonché compagna di banco con cui studiavo alacremente, era una grandissima fan di "Beautiful" che vedeva con sua nonna. Tentò anche di farmi appassionare, senza successo. Tuttavia, riuscì nell'impresa di costringermi a vedere quasi tre settimane di "Sentieri".
 Il mio ricordo di tale esperienza è ancora vivo perché, almeno in quel periodo, tale folle soap opera, andava ben oltre le frontiere del reale e dell'ammmmore, erano infatti presenti due personaggi da fantascienza: una tizia clonata e un'altra che, dall'oltretomba guidava verso il ritorno alla vita un personaggio in coma.
 Memore di ciò, la mia nuova passione per "Il segreto" mi pare quasi risibile visto che per ora la cosa più fantascientifica sono le sopracciglia e il trucco perfetto di tutti i personaggi femminili, pure le sguattere (anche se pure il prete modello è fonte di perplessità).
 Ma è davvero così disdicevole appassionarsi ad una serie in cui gli ingredienti principali sono i continui e surreali incroci amorosi tra gli stessi personaggi? In cui il potere e i legami familiari sono così contorti da non renderti più possibile ricordare chi è figlio di chu o nipote o marito o moglie?
 Vi dimostrerò che questa tendenza alla telenovela è stata sempre presente nella narrativa umana. Come? Scopritelo nell'elenco di seguito!

I MITI GRECI: 
Se cercate qualcosa di veramente contorto a livello di relazioni familiari, incesti, fratelli che sposano le mogli degli altri fratelli, mariti che mettono incinte innumerevoli amanti nei modi più assurdi e fantasiosi, resurrezioni, cambiamenti di sesso, ritorni dall'aldilà, vendette, sangue, gnocche stratosferiche, denaro, vita eterna e qualsiasi altra cosa possa venirvi in mente, ebbene, comprate un dizionario della mitologia greca.
Che gran popolo che erano gli antichi greci. Io trovo questo
vaso impressionante
 La sola passione di Zeus per qualsiasi donna piacente si muovesse sul globo terracqueo basterebbe a riempire i pomeriggi di qualsiasi casalinga, senza contare che la sua fissazione per forme di fecondazione sempre nuove (cigno che si unisce a donna, pioggia d'oro che si unisce a Vestale, lo so che era Giove, ma vale lo stesso, tori rapitori di donzelle) appagherebbe i più sordidi desideri delle fan di mr Grey.
 Se siete un autore tv in cerca di una nuova idea per una serie, basta aprire Eschilo e leggere con cognizione di causa le Orestiadi.  C'è tutto, moglie vendicativa, amante, figli di primo, terzo e secondo letto, giovani amanti votate alla tragedia e al vaticinio, figli che non reggono il confronto con i genitori, onore da difendere, suicidi particolari (mi riferisco al mito di Erigone che si impiccò generando un'epidemia di emulazioni tra le ragazze della sua età che terminò solo con l'invenzione dell'altalena, la quale dava la sensazione alle giovini di penzolare da un albero, senza la morte annessa. Lo so, è assurdo, ma se ci pensate geniale).

I CICLI CAVALLERESCHI:  
C'è un re chiuso nel suo castello, ha il potere, un esercito di cavalieri valorosi e fedeli, ma una moglie sterile e spaccapalle che oltretutto se la fa col suo migliore amico.
 Sto parlando di re Artù, l'insopportabile Ginevra e il prode Lancillotto (che non si nega anche una sospetta liaison gaya con Galeotto, quello che si prodigò per accoppiarlo con l'infedele regina). I cicli cavallereschi che, non per nulla, appassionavano dame di tutte le corti europee, davano sfogo a quel desiderio di illecito, di passione, di proibito, di avventura e magia che donzelle sognanti e donzelli aspiranti, anelavano nella loro vita.
 In re Artù, in tutto il ciclo bretone, nelle storie dei trovatori e trovieri, da Erec e Enide, il ciclo carolingio re, regine, mostri, magia, onore e passione correvano intrecciandosi ben oltre il confine del reale.
 Se volete leggere una rivisitazioni romanzesca, molto bella, straconsiglio il celebre "Le nebbie di Avalon" che rivisita la leggenda arturiana vedendola dal punto di vista di Morgana che, forse, non era cattiva come si è sempre creduto, ma agiva nell'ottica di un bene più grande. Tra isole incantate, amori perduti e soprattutto non corrisposti, aborti, figli illegittimi cresciuti da gente malvagia, santo Graal, rapimenti e menage a trois, c'è tutto per tenervi svegli la notte.
 E farvi chiedere: ancora, ancora, ancora.

GRANDI ROMANZI '700-'800:
 Cos'è "Il conte di Montecristo", pagato a pagine e perciò lunghissimo issimo issimo (passare le prime 100 o 150 è un'impresa, ma dopo entri in un mondo), se non una gigantesca e maestosa telenovela storica. Un uomo, buono e gentile, giovane e bello, sull'orlo della felicità amorosa, viene rinchiuso per anni in un sotterraneo lontano assieme ad un misterioso abate. Molto tempo dopo, vampiresco, astutissimo e assetato di vendetta, riesce a scappare e, colmo di ricchezze provenienti dal tesoro dell'abate, cerca i suoi persecutori. 
 Poteva essere "Kill Bill", ma per fortuna Dumas preferisce la narrazione degli intrecci tra i personaggi: ex fidanzate che si sono vendute al miglior offerente, bellissime donne esotiche e devote, una Roma abitata da briganti, figlie lesbiche in fuga e un intreccio a base di tradimenti e infedeltà che Dinasty se lo sogna.
 E questo è niente. Vogliamo mettere Anna Karenina? E la complicatissima nobiltà russa affrescata in "Guerra e pace"?
 Se pensate che abbia le visioni, pensate sempre che "Elisa di Rivombrosa" basò il suo intreccio principale su "Pamela" di Richardson (tanto che all'epoca vi fu un picco delle vendite del libro dovuto alla follia delle sciure).

CENT'ANNI DI SOLITUDINE:
 Molti mi prenderanno per un'eretica, ma non potevo non citarlo. 
 Un libro, sudamericano, in cui tutti i personaggi hanno gli stessi identici tre nomi costringendoti ad una maratona della memoria (o ad uno schema, come quello che mi ero fatta su un quaderno all'epoca dell'interrogazione alle superiori), dove ci sono donne bellissime che assurgono al cielo, gemelli che non si somigliano, bambini rapiti da animali e contorte dinamiche familiari da incubo, non può essere ignorato.
 Possiamo dirci ciò che vogliamo, ma anche un capolavoro della letteratura può attingere a piene mani da un archetipo narrativo popolare: natura selvaggia, famiglia problematica e con troppi parenti che figliano e si sposano, intrecci molestissimi tra tutti.
 "Cent'anni di solitudine", prossimamente sui nostri schermi con una sigla di Laura Pausini.

E voi avete qualche altro classico telenoveloso da segnalare? Non siate timidi!

6 commenti:

  1. Cent'anni di solitudine? Molti anni fa ho tentato, aiutato d auna gentil fanciulla, di capire quanti Aureliani ci sono nella storia, non siamo riusciti di venirne a capo.

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  2. In Sentieri tornavano anche indietro nel tempo! Con mia sorella e mio padre ci siamo fatti un sacco di risate negli anni...ah, uno dei personaggi si rivelava essere un angelo :D

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  3. Non preoccuparti per la tua "passione illecita". Pensa che io, durante una stressantissima sessione estiva di esami universitari, mi rilassavo guardando "Don Matteo" con mia madre... ;) Come vedi, nella scala dell'abbrutimento umano, c'è sempre il peggio del peggio. ;) Comunque, nella storia dei classici telenovelosi, non possono mancare i "penny dreadful" inglesi, ovvero gli horror a puntate (vendute a un penny ciascuna). Mi riferisco soprattutto a "Varney, the Vampire or The Feast of Blood", attribuito sia a un certo Thomas Preskett Prest che a un certo James Malcolm Rymer. La prima puntata uscì a Londra nella prima metà del XIX secolo (e, probabilmente, il buon Bram Stoker ebbe qualche debituccio nei suo confronti). Qui (http://www.gutenberg.org/files/14833/14833-h/14833-h.htm ) si può trovare una pubblicazione parziale, ma con illustrazioni d'epoca. Per la versione integrale, vedasi qui: http://web.archive.org/web/20080913024450/http://etext.lib.virginia.edu/toc/modeng/public/PreVarn.html

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  4. Ah... non vorremo dimenticarci di "La casa de los espìritus" di Isabel Allende o "El amor en los tiempos del còlera" di Gabriel Garcia Màrquez, vero? ;)

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  5. Un suggerimento ce l'ho, in effetti. Visto che hai citato il ciclo arturiano io ricambio con la materia nibelungico-volsungico-teodericiana, alias le saghe nordiche. Una bella lettura all'Edda poetica e c'è tutto: sangue, tradimenti, amori, matrimoni felici e combinati, figli, sfighe, suicidi, gente che muore in modo drammatico... da non perdere. Anche se, certo, non ha l'intento di essere una lettura "passionale". Ma appassiona. E fa sembrare Game of Thrones un episodio della Pimpa.

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  6. Ah, le trovate da alto fantasy di "Sentieri", quali ricordi! XD
    In realtà per fortuna nessuna delle mie parentesse è mai stata granché appassionata di telenovela, a parte mia nonna materna che per un certo periodo ha guardato "Quando si ama", e le mie zie che seguirono i primissimi anni di "Beautiful" (e io con loro - rendiamoci conto che mi ricordo i tempi in cui Brooke Logan era solo la migliore amica della protagonista e aveva una stesa di fratelli, tra cui Storm e Donna; la quale ultima era 'immorosata' con tale Rocco, interpretato da Brian Genesse... l'archeologia, proprio °_°).
    "Sentieri" lo beccavo ogni tanto durante lo zapping estivo, e ricordo che per un certo periodo (poche settimane) lo segui affascinata, dopo aver appunto scoperto cloni, ritornanti, principi arabi, viaggi astrali, ecc. Mi sono fatta le matte risate, proprio! Ah, la clonata era Reva (me lo ricorderò per sempre), e calcolando che erano circa i tempi in cui la pecora Dolly stava schiattando di vecchiaia precoce, la storia era l'assurdità fatta soap opera. Non si capiva se era una telenovela o "Ai confini della realtà"! XD

    Per parte mia l'unica soap che ho seguito e per cui mi sono (un po') appassionata è stata "Santa Barbara" (secondo Wikipedia, "la soap opera più intelligente tra quelle statunitensi, grazie alla forte dose di humor" - grazie, Wiki, mi ricomponi l'amor proprio! XD), con la guerra fra i Capwell e i Lockridge. Poi mollai perché stufa delle continue sostituzioni degli attori principali, e in conclusione non ho mai saputo com'è andata a finire (interrotta in patria per pochi ascolti) e ancora un po' mi ci affliggo (ma guarda che perla di recast ho beccato su Youtube! Riderò fino a domattina! XD https://www.youtube.com/watch?v=tOG09f0-Dwc ).

    Comunque che il meccanismo 'telenovelico' sia intrinseco a tanta letteratura, anche blasonata, lo trovo verissimo. Ed è una riflessione non banale anche agli occhi del mondo accademico evidentemente: la mia insegnante di Storia del Cinema all'Università, per dire, portava avanti proprio studi sul linguaggio delle soap/novelas/fiction - nello specifico, ai tempi analizzava "Incantesimo", che per fortuna non fu l'oggetto del nostro corso! XD

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