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giovedì 4 giugno 2015

La libreria come luogo di assistentato sociale. Da anziani in cerca di refrigerio a baby sitting molesto passando per "l'effetto barista" e l'aiuto per i compiti, una panoramica assistenziale.

 Finalmente è arrivato il caldo. 
Io non sono una particolare fan delle alte temperature, ma dopo due anni di estati discutibili (l'anno scorso sono partita per le vacanze il 3 agosto con la giacca addosso alle 14:00 e avevo freddo), quest'anno apprezzo l'avanzare della bella stagione.
 Come ogni volta i tg e i giornali hanno già iniziato a dispensare utilissimi consigli contro il caldo: bevete tanto, mangiate poco e leggero e soprattutto, se siete anziani, soli e abbandonati, cercate di passare le ore caldo nei negozi con l'aria condizionata.
 Io 'sta cosa che l'anziano debba vagare per i supermercati cercando di stabilizzare la propria temperatura corporea, l'ho sempre trovata assurda. Possibile mai che in tanti anni non abbiano trovato un altro rimedio che una diaspora di ultrasettantenni verso i centri commerciali aperti in pieno Agosto?
 Questa faccenda, assieme ad altri eventi, mi ha fatto pensare che la libreria, molto più di altri negozi, svolge letteralmente un'opera di assistentato sociale.
 Non solo perché è un viatico per la cultura, perché organizza incontri o sopravvive come un unicum nelle città in mezzo ai vestiti firmati e non firmati, ai gioiellazzi e ai acDonald e cibi affini, ma per tante altre ragioni che rendono i librai e le libraie (e per molti versi anche i loro lontani cugini noprofit, i bibliotecari e le bibliotecarie) degli attori complementari di un microcosmo in cui vengono tirati dentro a forza.
 Di che sto parlando? Leggete di seguito le molteplici funzioni socio-incidentali che possono avere le librerie e i librai!

 CENTRO ANZIANI:
 Come detto nell'introduzione, soprattutto in estate (ma non mancano in inverno) gruppi di anziani si riversano in libreria in cerca di conforto, frescura, compagnia  e libri gratis. 
Quando il centro anziani è troppo lontano, quando non è attrezzato, quando l'aria condizionata si è rotta e la ventola non basta, altro che supermercati dove le guardie d'ingresso pensano tu sia un ladro se osi fissare per più di due minuti le uova biologiche in offerta, c'è un solo posto dove andare: la libreria.
 Ormai ci sono degli anziani che conosco e mi salutano calorosamente. Vengono ad orari regolari, hanno i loro libri o i Tex da leggere e si mettono seduti e buoni per ore. Vanno avanti di capitolo in capitolo, trattano i libri con cura, li rimettono a posto e di tanto in tanto rivolgono la parola a qualcuno. Passeggiano, cambiano poltrona, si portano da bere, si godono il riscaldamento d'inverno e l'aria condizionata d'estate. Il tg sarebbe fiero di loro.
 L'unica pecca è che non socializzano tra loro. Non c'è un clima da bocciofila, ogni anziano se ne sta nel suo piccolo mondo e non rivolge parola ai suoi simili. Di tanto in tanto portano un amico in visita, praticamente mai un nipote. Temo che la tipologia sia abbastanza sola, nipote free.

BABY SITTING:
 Padre non sai dove portare il pargolo il pomeriggio? Madre sei esasperata dalla tua bambina tutto pepe che ti ha già distrutto casa in vari modi? Genitori, nonostante abbiate portato i vostri figli a calcio, tennis, nuoto e pallamano, essi sembrano ancora avere inesauribili scorte di energia? 
"Oh cielo! Ci sono più libri per terra che sugli scaffali!"
 Ebbene portateli in libreria! Quale posto migliore per far mettere loro a soqquadro scaffali il cui ordine alfabetico non può esistere per natura? Quale luogo più adatto per far conoscere loro tutti i versi degli animali della fattoria, della giungla, della savana, dell'artico e del deserto, attraverso libri sonori che emettono suoni a tredicimila decibel?
 Colorate pure libri che non andrebbero colorati se prima non sono stati comprati e piangete pure disperati e soprattutto non-consolati per ore (il bambino deve capire che non può ottenere tutto facendo i capricci e ovviamente lo deve imparare in libreria) causando reazioni varie nel succitato centro anziani, dal fastidio per il caos, alla caramella Rossana spiattellata come panacea di tutti i mali, nonno style.
 Del resto i vantaggi sono innumerevoli, uno su tutti: non devi mettere a posto il casino che mettono i tuoi pargoli. Ci penseranno i librai alla fine della giornata, quando si ritroveranno scaffali divelti come se ci avessero lanciato una bomba.

CONSULENZE SCOLASTICHE:
 Avevo già scritto che le librerie vengono prese spesso per dei centri di ricerca bibliografica. Aggiungo che c'è sovente confusione sul ruolo del libraio che, secondo me, nell'immaginario è ancora quel vetusto vecchino bonario e un po' svagato, fondamentalmente impreparato alla vita, ma preparatissimo in ogni materia.
"Tieni tesoro questa è la ricerca fatta, ora puoi tornare su whatsapp"
 Ciò spiegherebbe quell'orda di ragazzini, svogliati al punto da non voler fare manco mezza ricerca su internet, spalleggiati da genitori a cui non va né di fare una ricerca su Google né di convincerli a farla, che arrivano col titolo della tesina e la pretesa che tu gliela faccia.
 "Devo fare una tesina sulla donna islamica, mi dà dei libri?"
 Se cerchi di circoscrivere il campo essi non sanno manco di che campo stai parlando. Loro sono venuti in libreria perché i professori gli hanno detto che noi li avremmo aiutati, quindi perché avrebbero dovuto sfacchinare preventivamente?
 Ora, visto che tale asserzione è diffusissima, chiedo agli insegnanti che mi leggono: è vera 'sta leggenda? Loro devono venire in libreria alla ricerca di un tizio che si smazzi il lavoro bibliografico (di qualsiasi argomento della terra siamo intesi, dalla morfologia della fiaba alla visione della donna del 300 dopo Cristo, dal bosone di Higgs allo sterminio dei dinosauri) al posto loro?
 E a cosa serve la scuola? E' ovvio che il libraio ti deve aiutare, ma lo può fare solo se sai cosa stai facendo, non che deve anche interrogarti. Anche perché al 90% loro stessi non sanno cosa cercano.
 La ragazzina alla fine se n'è andata con "Mille splendidi soli". Non so bene cosa c'entrasse con la donna nell'Islam però lei l'ha preferito a tutti quei saggi noiosi, alla Satrapi, a "Leggere Lolita a Teheran". Boh.
 (Ah, che poi, passino i liceali, ma gli universitari...gli universitari!).

BARISTI COMPRENSIVI: 
Certe volte vorrei avere uno straccio e dei bicchieri da pulire, e del gin o del whisky, ciò darebbe un senso a quell'aria da film o telefilm anglosassone che assume in certi momenti la libreria.
 Il cliente arriva, sorridente e si appoggia al banco informazioni (o ti ferma in giro per la sala, ma il banco informazioni rende tutto più teatrale), ti chiede un consiglio, vorrebbe un romanzo, tu glielo suggerisci e lui, piano piano, si sbottona. 
Mi dia due Grossman, ghiacciati e col limone grazie, e che sia
bello forte.
 Vorrebbe una storia d'amore perchè ecco, gli serve riconquistare la sua fidanzata perché l'ha lasciato e se n'è andata con un altro, oppure desidererebbe quella storia che ti dimostra come due amici possano innamorarsi dopo trent'anni e due divorzi perché è para para la storia della loro vita. 
 Partono con un asettico: "Devo chiederle un titolo" e dieci minuti dopo sai pure come si chiama la loro bisnonna e il primo amore delle elementari.
 Lei tornerà? L'amore della vita arriverà? Il divorzio si concluderà bene? I suoi figli le vorranno di nuovo bene?
 Tu sei lì che annuisci e pensi: "Perché mi sta raccontando tutto questo?".
 Dopo un po' capisci: è l'effetto barista. Uno sconosciuto racconta ad uno sconosciuto la propria vita per sentirsi meglio e dare un senso a quello che passa per la propria testa. Peccato che nei film, mentre il barista pulisce il bancone e ti consiglia di andare a casa dopo la decima consumazione, nessuno dica cosa passi per la testa del povero lavoratore, perché, ebbene sì, anche il barista pensa.
 Dedico questa parte all'uomo d'affari disperato di oggi.
Lui: "Mi serve un libro per imparare il cinese"
Io: "Guardi sono qui"
Lui: "E' che la mia azienda mi ha detto oggi che tra due settimane mi trasferisce per tre anni in Cina"
Io: "Caspita"
Lui: "Che poi io in cinese so dire solo "Ciao", lei sa dire qualcosa?"
Io: "Temo di no. Forse so dire gatto"
Lui: "Io so quattro lingue: francese, inglese, tedesco e un po' di portoghese, ma il cinese proprio no. Alla fine il cinese è un'altra cosa."
Io: "Eh già"
Lui: "A me la Cina fa un po' paura"
Io: "La capisco"
Lui: "Senta, ma lei ha mai sentito di qualcuno a cui è capitata la stessa cosa? Che l'hanno mandato da un giorno all'altro in un altro paese?"
Io: "Mah, qualche volta sì, ma in Europa di solito. Però una mia amica è stata spedita in due settimane in Etiopia."
Lui: "Ah, ecco, mi sento un po' meglio"
 Se al banco informazioni avessimo anche un minibar faremmo i soldi veri.

 E voi colleghi e colleghe o clienti che frequentate spesso, quali altre funzioni sociali della libreria riscontrate? (Oltre alla conosciutissima calamita per gente un po' spostata a cui si dà ricetto e conforto ovviamente).

6 commenti:

  1. In altri Stati vi sono dei centri diurni per anziani, da noi non esistono perche' la mentalita' vigente e' che ognuno deve prendersi cura della sua famiglia da solo senza chiedere aiuto allo stato (e molti se ne vergognerebbero Anzi) Quindi, o vanno Al bar o Al circolo dove giocare a carte oppure libreria.

    Il mini bar e' UN po' un'incognita: siete pronto a gestire gente ubriaca? XD

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  2. Per le ricerche bibliografiche esistono le biblioteche e i bibliotecari: i professori lo sanno o per loro librerie e biblioteche sono la stessa cosa?

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    1. Temo sia un equivoco piuttosto diffuso http://idoloridellagiovanelibraia.blogspot.it/2014/02/questa-libreria-non-e-una-pro-loco-i.html

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  3. Le caramelle Rossana! Me le dava sempre la mia bisnonna, e io ora le rifilo ai miei amici a tutti i Natali, perché con quella carta rossa imho fanno molto spirito natalizio e Natale-con-i-tuoi :D

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  4. Noi, essendo in un centro commerciale, funzioniamo (o meglio, alcuni vorrebbero che funzionassimo) da centralino: "Buongiorno, mi sa dire se il negozio bip ha riaperto?" "Scusi signora ha chiamato la libreria, le do il numero del centralino?" "Ma non si può affacciare un attimo e guardare?"

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  5. Io, lo confesso, ho usato per 2 anni la libreria all'interno della stazione ferroviaria come Sala d'attesa... In due anni avrò comprato lì forse un paio di libri, ma a scrocco quanti ne ho letti!!! :-D

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