Sabato sono stata al Museo del fumetto a vedere una mostra molto bella sui Peanuts.
Foto by me dalla mostra sui Peanuts |
C'era una striscia in cui Charlie Brown spiegava (non ricordo se a Linus o a Lucy, ho la memoria non corta, peggio), cosa sia sentirsi al sicuro.
Diceva che era come quando da bambino te ne stai seduto sul sedile posteriore della macchina e ti senti al caldo e assolutamente libero di dormire, perché tanto a tutti i problemi penseranno i tuoi genitori (o chi per loro), lì davanti a guidare la macchina. E' una cosa bellissima replica Linus (o Lucy), "Peccato che ti accade quando sei un bambino e mai più per tutta la vita" risponde, a grandi linee, il pessimista cosmico, ma veritiero, Charlie Brown.
Insomma, è per dire che questa giornata è stata un tantinello spiacevole e, malgrado abbia messo il cd delle canzoni natalizie di Tiger a palla, non è che l'umore stia migliorando. Voglio tornare sul sedile della macchina.
Questo inizio qualunquista, fortunatamente per tutti noi, ha anche un risvolto sensato: il post di oggi è dedicato ad alcuni libri per bambini usciti da poco (o comunque negli ultimi mesi). Era un po' che non dedicavo un post alla pargolanza, e visto che natale si avvicina, mi pare un buon momento per darvi suggerimenti spero graditi.
Let's go!
"IL PICCOLO BABBO NATALE" di Anu Stohner e Henrike Wilson, Emme edizioni:
Chiariamo subito che Babbo Natale non è la mia creatura fatata natalizia favorita.
A casa mia si festeggiava infatti la Befana, fiera anziana pronta a percuoterti col bastone se osavi coglierla in fragrante mentre lasciava la calza sotto l'albero e indomita punitrice di bambini pronti a ricevere zolle di carbone (sì, poi il carbone era di zucchero, ma duro come un sasso, mai conosciuto qualcuno che lo mangiasse davvero). La dolce metà, con mio sconcerto, festeggia Santa Lucia, la quale mi stupisco che col suo asino volante e il suo piattino con gli occhi cavati in bella vista non terrorizzi i bambini lombardi. Babbo Natale a casa mia, invece, è sempre stato visto con sospetto.
Addirittura quando i miei cugini di Napoli ricevevano doni per il 25, io e la mia sorella di mezzo rimanevamo all'asciutto ad aspettare la vegliarda romana il 6 gennaio: Babbo Natale, ci ripeteva nostra madre cercando di consolarci, non era una vera creatura fatata, ma una sordida invenzione capitalista della Coca Cola. Tale era la convinzione che, tuttora, se avessi figli, li terrei alla larga dal panciuto anziano.
Perciò i libri che lo vedono protagonista con le sue mille problematiche da vera e propria fabbrica fordista con elfi sempre a lavoro e renne dai nasi rossi, non mi hanno mai attratto. Tuttavia, questo bel libro illustrato è di una tale tenerezza che riuscirebbe a scardinare anche i cuori più duri.
Al Polo Nord il Grande Babbo Natale ha una vera e propria squadra di prestanti e alti Babbi Natali che fanno comunella in stile squadra di calcio. Tra di loro ce n'è uno piccino picciò che si impegna tantissimo, confeziona regali meravigliosi e i biscott più gustosi. Ma è piccolo e di anno in anno il Grande Babbo Natale gli promette che anche lui potrà portare i doni ai bambini, ma quel giorno non arriva mai. Anche quando arriva la sua grande occasione viene lasciato a casa tra i lazzi dei Babbi Natali grandi in veste da veri bulli. La rassegnazione cala su di lui, ma come insegna (inutilmente visti i risultati che si hanno sugli adulti) larga parte della narrativa per l'infanzia: sono le persone da cui non te lo aspetti che fanno le cose più grandi.
Da lacrima. Dono sotto l'albero ideale per tutti i bimbi che credono Babbo Natale una creatura fatata in piena regola.
"LA CENA DI NATALE" di Nathalie Dargent e Magali Le Huche, ed. Clichy:
Aaaah (aaaah di sospiro), siete già col pensiero agli stravizi natalizi? Chi mi attacca il pippone che è solo novembre ed è troppo presto ecc ecc, evidentemente non va al supermercato.
Io stamattina sono andata a fare la spesa e ho dovuto contenermi (spendendo comunque troppo) tra trionfi di torroni e torroncini, cesti colmi di ghiottonerie, polli arrosto, liquori al cioccolato, parmigiano reggiano appeso pure al soffitto, astici, capesante, anatre e pandori ad ogni angolo. Non nascondiamocelo, natale è bello pure perché le delizie lo rendono tale.
Sono concordi con noi i protagonisti di questa fiaba che sa molto di Lupo Alberto.
Una volpe, una donnola e un lupo hanno intenzione di fare una scorpacciata degna di nota per questo Natale: già mangiano male tutto l'anno, è ora di gnammare. Rapiscono così la tacchina più avvenente della fattoria e la portano a casa loro, decisi a conservarla fino alla vigilia di Natale, quando trionferà alla loro tavola.
Il ratto riesce, peccato che non potessero sospettare chi si sarebbero messi in casa. La tacchina non fa rimostranze riguardo al suo destino, ma, per diana!, vuole essere nutrita a dovere e pretende di vivere in una casa calda, confortevole e pulita, non il porcile in cui si rotolano i tre!
Volpe, donnola e lupo si ritrovano ad obbedirle: del resto una tacchina grassa e felice sarà di certo più gustosa. Non sospettano che anche vivere in una casa più bella, addobbata, piena di biscotti e amicizia, migliora l'umore e la qualità della vita. Una fiaba sull'amicizia e anche su quel che possiamo fare per rendere più piacevole la nostra vita giorno per giorno, senza aspettare per forza il cappone a Natale.
Grande colpo di scena finale.
"OLIVER" di Birgitta Sif, Valentina edizioni:
Molti genitori di adesso (probabilmente con l'ansia preventiva in stile Poletti "se non ti laurei a 24 anni lascia stare"), hanno l'ansia che i bambini non siano abbastanza pronti, preparati, colti, intelligenti, socievoli.
Perché quel bambino fa questo e il mio no? Perché al mio non piacciono i computer? Perché non è il pupo più vivace e pimpante dell'asilo nido? Parla abbastanza? Socializza? Alza la mano? No? Perché?
Già era complicato essere un bambino un po' introverso e interessato ai libri o a giocare da solo prima dell'ansia da società social, ora penso debba essere un vero e proprio incubo.
Che uno voglia essere lasciato in pace e abbia i suoi tempi, non è più ammissibile: se non entri nella mischia hai qualcosa che non va. Magari, come suggerisce questo bel libro, sei solo diverso. E non nell'accezione sgradevole del termine (che, per altro, siamo noi a dargliela).
Oliver è un bambino che non sembra avere troppi amici, quando ci sono le cene con parenti e cugini preferisce leggere e i suoi migliori amici, a cui racconta tante storie, sono alcuni peluche. I genitori spiegano il suo strano comportamento ad amici parenti con la frase "Oliver è diverso", usando quel tono misto di commiserazione e ammirazione che molti riservano alle persone che non riescono ad inquadrare (e quindi nel dubbio vengono identificate come inferiori o subdolamente superiori).
In realtà forse Oliver non è così diverso dagli altri, anche lui vuole un amico in carne ed ossa, solo che fa più fatica a trovarlo (ma quando lo trova è per sempre!).
Da regalare a tutti i bambini e le bambine un po' riflessivi (specialmente se hanno genitori ansiosi delle loro prestazioni nella società).
"NEL PAESE DI TUTTI RE" di Tullio Corda, Il Castello editore:
La storia è quella di un paese abitato solamente da re. Ognuno vuole comandare sull'altro e nessuno cede di un millimetro. Tutto va avanti senza soluzione e in modo litigioso finché un giorno uno straniero non si addormenta sotto un albero del loro regno: ah, finalmente un suddito!
Il problema è che quando l'ignaro forestiero si sveglia non sa, romanamente, a chi dare i resti: chi è il re? Perché se tutti lo sono, effettivamente nessuno lo è. Diventerà improvvisamente giudice di una contesa che sembra senza soluzioni e in effetti il finale dimostra che solo se siamo tutti disposti a cedere qualcosa allora non perderemo tutto.
Il libro è un illustrato per bambini che dovrebbero leggere tantissimi adulti, al solito. In un'epoca in cui ci sentiamo tutti protagonistie speciali, infatti, non correremo il terribile rischio di non esserlo? Se lo siamo tutti non è nessuno, e non solo, se ognuno di noi si crede migliore degli altri per supposti meriti, la vita rischia di diventare sterile. Quanti di noi abbandonano il proprio regno per un puntiglio? In quanti non sappiamo rinunciare alle nostre posizioni e venire a più miti consigli?
Se avete seguito Il più Grande Pasticcere, in cui gente che sa fare cannoli alla crema ha deliri di onnipotenza in cucina, sapete di cosa sto parlando.
Regalo ideale per pargoli tirannici e genitori che vi rendono la vita invivibile alle riunioni di classe.
"IL BAMBINO E LA SOFFITTA" di Maja Kastelic, ed. Le Lettere:
Le città possono essere luoghi grigi, grandi e stranianti per i bambini.
In molti non ricorderanno (o già non ricordano più) corse nei prati, animali che sembrano selvaggi, il gusto di arrampicarsi sugli alberi e di sfasciarsi le ginocchia su una strada sterrata. In generale, esistono molte vie di mezzo, ma rimane il fatto che quando si è un soldo di cacio le città possano sembrare terribili (io sono cresciuta in un paese con parecchi boschi vicino quindi non so immaginarlo bene).
Ne "Il bambino e la soffitta" un bimbo si guarda attorno, tutto sembra triste, gli adulti non lo considerano e si sente terribilmente solo. Poi vede un gattino e lo segue, davanti a lui si para un sentiero di fogli colmi di disegni: dove lo porteranno? Chi è l'autore o l'autrice? E perché li disegna?
Anche la città può diventare un posto speciale per i bambini se hanno qualcuno con cui condividere le loro avventure.
Illustrazioni dolci e bellissime.