Codesti articoli, editoriali, opinioni e compagnia bella, producono in me invece che maggior chiarezza, scenari distopici sempre più apocalittici che mi riportano alle basi dei terrori che diedero vita alle migliori trame della fantascienza femminista.
Esorcizzerò tali terrori o cercherò comunque di dargli un senso domani probabilmente, alla mia duecentisima tazza di the in tre giorni.
Detto questo, per oggi si va di cose più leggere. Ecco a voi un piccole recensioni tra amici.
E' da Natale che recensisco poco è niente, è ora di ricominciare a mettersi in paro, perciò let's go!
I BASTARDI DI PIZZOFALCONE di Maurizio De Giovanni ed. Einaudi:
Dopo aver terminato tutti i libri della serie del commissario Ricciardi, avevo deciso di tenermi alla larga dal secondo filone di Maurizio De Giovanni per due motivi. Il primo riguardava mere questioni temporali: non avevo tempo di rinfilarmi nel tunnel di solo De Giovanni per un mese (e chi lo legge sa che è come una droga da cui è impossibile staccarsi) e il secondo è un terrore tipico da lettore che si può tradurre con "E se finisco di leggere tutto quello che ha scritto, cosa faccio dopo???".
Poi vabbeh, arriva la stanchezza natalizia e ci si vuole concedere una gioia serale, almeno una, così si va sul sicuro e zak, eccomi ripiombata in questo secondo filone degiovannesco ambientato ai giorni nostri. L'idea di fondo è molto accattivante e molto furba a livello narrativo: un commissariato del centro di Napoli, che ha giurisdizione su un quartiere che comprende famiglie dell'altissima borghesia napoletana (che ormai tra lui e Ugo Cundari voglio conoscere, pare che a Napoli ci siano ancora persone che campano alla maniera borbonica) e sottoproletariato urbano, ha una composizione un po' particolare. I precedenti poliziotti sono stati infatti beccati a spacciare la cocaina che confiscavano alla camorra e i nuovi, mandati a sostituirli, sono in qualche modo gli scarti degli altri commissariati: a Pizzofalcone, infatti, è un disonore andarci.
La composizione del commissariato è, oltre alla scrittura di De Giovanni, il vero pezzo forte della serie (di cui io finora ho letto i primi due "I bastardi di pizzofalcone" e "Buio"). Si intuisce subito l'intenzione di una serie che promette di essere molto lunga e molto (tele)visiva, tanto che una fiction è già in preparazione.
I personaggi sono tutti ben studiati, con un background difficile o ancora misterioso che promette evoluzioni. C'è il commissario che non torna mai a casa perché non riesce ad accettare di essere un uomo solo, la madre di famiglia che ha un marito meraviglioso e un figlio autistico da cui vuole scappare, la giovane poliziotta lesbica che è stata trasferita dopo aver sparato (per motivi ignoti) all'interno del precedente commissariato.
Il vero protagonista, Lojacono, è un poliziotto trasferito dalla Sicilia per sospetta connivenza con la Mafia e a completare il quadro, ci sono un ragazzetto troppo abbronzato che vorrebbe essere serpico, un uomo sull'orlo della pensione che segue un presunto serial killer di aspiranti suicidi e un poliziotto troppo manesco.
La potenza dei personaggi è talmente forte che le indagini, seppur bene intessute, sono a mio parere, secondarie. Vogliamo tutti saperne di più! Nasceranno amori? Si scoprirà cosa alcuni hanno combinato nei loro precedenti commissariati? Si redimeranno?
Se volete capire il significato di "leggere con gusto", questi libri ve lo renderanno chiaro.
SHIRLEY di Charlotte Bronte ed. Fazi:
Lo so, non mi fa onore, ma per il momento l'ho abbandonato. In verità ho il forte sospetto di aver iniziato questo libro in un periodo sbagliato: se non puoi concedere una lettura continuativa e attenta ad un tomo così corposo, se non riesci proprio a far nottata dopo un giorno di lavoro, è meglio lasciar perdere.
In genere io riesco a leggere i libri nei ritagli di tempo senza nessun problema, in questo caso non ci sono riuscita. Il periodo natalizio in libreria uccide l'attenzione e in generale la storia, almeno secondo me, ci mette davvero troppo ad entrare nel vivo. Io ho abbandonato l'impresa quasi a pagina 200 e Shirley non era ancora apparsa!
La storia teoricamente sarebbe quella della ricca ereditiera Shirley che giunge in uno Yorkshire dilaniato da un fronte conflitto di classe. Sono in corso delle battaglie luddiste, gli operai distruggono le macchine in modo sistematico e con pesanti agguati che stanno gettando sul lastrico il proprietario della fabbrica tessile, Mr Moore. Ecco, in realtà appare lui il vero protagonista della storia che però non si capisce bene che senso debba prendere, se quello dell'amore travagliato con la povera, ma dolce cugina Caroline o se quello socio-economico in cui le miserie crescenti della spaesata e nascente classe operaia si contrappongono ad un mondo rurale che sta scomparendo.
Ovviamente ignoro cosa mai Shirley avrebbe apportato alla trama. Ci riproverò entro l'inverno, non mi sembra assolutamente un libro da estate. Vi terrò aggiornati.
UP ALL NIGHT di Giulia Argnani ed. Renbooks:
Anni fa lessi probabilmente il libro migliore della giornalista Delia Vaccarello, "L'amore secondo noi", una raccolta di testimonianze di liceali alla prese non solo col proprio orientamento sessuale, ma proprio con l'affettività in generale.
C'erano ragazze lesbiche, ragazzi gay, ma anche ragazzine etero che cercavano di capire per quale motivo, una volta giunte all'adolescenza si vedevano investire da una serie di stereotipi e pregiudizi di genere grossi come macigni (se fai questo allora sei una sgualdrina, se ti vesti così sei una tr**a e via dicendo) e ragazzetti etero che, di fronte ad una prima storia complessa e da adulti, rimangono disorientati. Purtroppo è fuori commercio, ma se lo trovate è un suggerimento valido se avete figli adolescenti.
Ne venne tratta due anni dopo, una versione a fumetti, "sciò",disegnata da una giovane fumettista, Giulia Argnani, e assistetti alla presentazione al circolo Mario Mieli di Roma, dove, giovane e impaurita lesbica di provincia, ogni tanto trovavo il coraggio di addentrarmi.
Avveniva nel 2007, io sono cresciuta e Giulia Argnani anche, e si vede. La sua ultima graphic novel, "Up all night", uscita per Renbooks è non solo disegnata assai meglio, ma dimostra anche una certa maturità narrativa che, a mio parere, meriterebbe anche case editrici con distribuzione migliore (leggete tra le righe: la Bao e la Coconino, per citarne due, hanno pubblicato alcune cose di livello assai inferiore durante lo scorso anno, perché non lei?).
La storia è quella di Chiara e Greta, che si conoscono durante un inverno, si amano e poi arrivano ad un'estate che promette di essere la migliore della loro vita e forse sarà solo la più decisiva. Chiara fa la cameriera, vive coi suoi, anche se non vorrebbe, ha una nonna malata e, fondamentalmente, paura di tutto. Una sera conosce Greta, musicista che gira il mondo, è squattrinata ed è convinta che vivere di e per la musica sia il massimo della vita e della libertà. Le due si innamorano e saranno sei mesi molto intensi e fondamentali per entrambe.
Una storia delicata, che ha due ragazze per protagoniste, ma racconta la storie di coppie di ogni sesso: la difficoltà di far coincidere i desideri e le aspettative di vita di destini che, quando si incrociano, sono già avviati con decisione per la loro strada e a quella strada hanno già sacrificato tanto.
SENZA RAGIONE APPARENTE di Grazia Varesani ed. Feltrinelli:
I gialli della Varesani che hanno per protagonista Giorgia Cantini, mi piacciono molto malgrado le ondivaghe prestazioni letterarie. "Quo vadis baby?" è probabilmente il suo apice, una prova difficilmente ripetibile, ma in generale alcune storie, per quanto sempre ben scritte, per quanto supportate dalla forza indiscutibile della sua protagonista, sono un po' loffie.
"Senza ragione apparente" ha questo problema esatto: è loffio. Il motivo è probabilmente l'argomento che la Varesani ha deciso di affrontare: la gioventù odierna, strana, vuota, incomprensibile, impenetrabile, fragile e crudele.
Ecco, quando un adulto si mette in testa di capire i ggggiovani moderni è il momento in cui nascono trame come queste, che di loro raccontano anche uno spaccato d'Italia fatto di miserie umane e pochezza morale, ma mantengono una certa inconsistenza di fondo.
La storia vede la nostra Giorgia Cantini in coppia stabile col poliziotto Bruni che per lei ha lasciato la moglie con cui era ormai in crisi. Mentre questa donna inizia ad andare e venire da casa sua offrendole insulti e velate minacce, la Cantini si ritrova ad indagare sul misterioso suicidio di un diciassettenne al quale la madre non vuole rassegnarsi. La storia si complica quando si aggiunge un secondo misterioso suicidio e si comincia a capire che forse bisogna scavare più a fondo, nel luogo dove in genere si annidano le violenze più inafferrabili: la famiglia. Ma quella di chi?
Interessante vedere come gli adulti brancolino nel buio quando si tratta di ricordarsi cosa volesse dire essere adolescenti: scontrosi, insopportabili, impermeabili all'esistenza e ai moniti degli adulti e, a mio parere, sopravvalutati.
L'adolescenza ha una carica molto meno spaventosa di quella che gli adulti, questo giro Giorgia Cantini, le attribuiscono e la prova è una e inconfutabile: basta passare l'esame di maturità per ritrovarsi catapultati nel mondo degli adulti in maniera talmente netta da lasciare sbalorditi. Di colpo tutti ti dicono "Hai finito di giocare" e tu scopri di non essere tanto ribelle visto che l'unica cosa che sai rispondere è: "Sì, avete ragione".
L'adolescenza ha una carica molto meno spaventosa di quella che gli adulti, questo giro Giorgia Cantini, le attribuiscono e la prova è una e inconfutabile: basta passare l'esame di maturità per ritrovarsi catapultati nel mondo degli adulti in maniera talmente netta da lasciare sbalorditi. Di colpo tutti ti dicono "Hai finito di giocare" e tu scopri di non essere tanto ribelle visto che l'unica cosa che sai rispondere è: "Sì, avete ragione".
Ed ecco tutto. Ne avete letti alcuni? Cosa ne pensate? Testimoniate!
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