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mercoledì 2 marzo 2016

Un piccole recensioni tra amici solo di graphic novel! Tra dipendenza dal sesso, tavoli dei piccoli e dei grandi, Ballarò in loop, okkupazioni e paesi che stanno sulla collina, finalmente la libertà dalle letture obbligate.

Giacomo Leopardi spicciame casa
Questi ultimi giorni sono riuscita a dare pochi consigli libreschi, in settimana cercherò di rifarmi. 
 Sono stata presa da uno di quei momenti deliranti di studio in cui prima di leggere quello che vuoi, devi leggere like mulo altre cose.
 Liceali di tutta Italia, la libraia vegliarda si è ricordata cosa fosse leggere per obbligo e non per piacere e ora vi comprende di nuovo. 
 Come tutti gli anziani che abbelliscono i ricordi ero dimentica della sensazione da mal di stomaco del lettore, in cui vorreste bere cicuta pur di non ingoiare l'amaro calice del libro del professore. Ora sono di nuovo dei vostri.
 Anche per questo le piccole recensioni tra amici di oggi sono tutte graphic novel, avevo bisogno di fumetto inside.

LA GENERAZIONE di Flavia Biondi ed. Bao Publishing:
 Flavia Biondi è un'autrice che meritava ampiamente di avere una grande casa editrice. 
 Avevo letto di lei anche le opere precedenti, tra cui "L'orgoglio di Leone" e mi erano piaciute molto: il tratto è scorrevole, ma non particolarmente interessante (a mio parere), ma è uno dei rari autori di graphic novel italiani a scrivere storie e dialoghi molto profondi. In genere gli italiani che non amano molto affidarsi ad uno sceneggiatore e/o ad un disegnatore, finiscono per essere o ottimi disegnatori con storie un po' così o viceversa. La Biondi invece sa unire bei disegni a storie di livello.
 Questa volta si affida ad un topos letterario: il ritorno al paesello dopo qualche anno passato nella grande città.
 Da paese mio che stai sulla collina a ciao amore ciao, tutti quelli che sono migrati dalla provincia alla grande città dopo le superiori, sanno di cosa si sta parlando.
 Alcuni se ne sono andati forzatamente, altri perché non vedevano l'ora di scappare, generalmente chiunque sia costretto a tornare ci tiene a dimostrare agli amici e parenti rimasti che passare un po' di anni nella metropoli (o all'estero) ha avuto un qualche valore. In parole povere: nessuno vuole tornare in fallimento mood. 
 Invece è quello che capita al giovanissimo Matteo. Andato via da un paesello della provincia di Siena dopo le superiori e un coming out abbastanza devastante col padre, torna senza lavoro, soldi e titolo di studio universitario, a seguito della rottura col suo compagno, più vecchio di vari anni. Non sapendo dove andare, si rifugia a casa di sua nonna dove è andata ad abitare praticamente tutta la famiglia: le tre zie, il marito di una di loro e la figlia incinta di un'altra. 
 Da lì si snoda una trama davvero aggraziata, fatta di pochi eventi e di tanti momenti, di amicizie che nascono, litigi tra parenti, segreti familiari che vengono a galla, tensioni, affetto, intimità e soprattutto quell'approssimarsi definitivo della fine dell'infanzia.
 C'è sempre un fatidico momento in cui ci rendiamo conto con stupore di essere adulti. 
 Se fate parte di una quelle famiglie numerose che alle feste comandate o la domenica stanno tutti insieme, ricorderete di essere stati relegati per anni e anni al tavolo dei "piccoli".
  Poi ad un certo punto una cugina vostra coetanea ha partorito e poi l'anno dopo un'altra si è sposata, poi un altro cugino di secondo grado ha avuto un bambino e un vecchio zio è morto.
 Di colpo ci siete voi al tavolo dei "grandi". I vecchi grandi se ne vanno, i bambini aumentano e le generazioni continuano.
 E' bello questo libro di Flavia Biondi perché non ci racconta come si cresce dopo un amore finito, un coming out compiuto, una pacificazione avvenuta, ma ci mostra il lato più terribile e meraviglioso della vita: il suo procedere inarrestabile, la sua fine ineluttabile. Perché senza fine non può esserci nessun nuovo inizio. Commovente e delicato.

LOVE ADDICT di Shadmi Koren ed. Bao Publishing:
 Ho letto questo libro per diciamo noia.
 E' uno di quei libri che ti ritrovi tra le mani quando non hai nulla che desideri vicino. Non perché avessi pregiudizi al riguardo, ma diciamo pure che la storia di un nerd che scopre di potersi portare a letto decine di donne solo iscrivendosi ad un sito di incontri, non rientrava proprio nelle mie corde. 
Invece la storia è interessante perché spiega un minimo quel grande mistero che è per me la dipendenza sessuale.  Intendiamoci, il sesso è una gran cosa, ma da qui ad esserne ossessionati per me ce ne corre. 
 Un conto è se non lo fai mai e allora diventi un attimo nevrastenico e ti fissi sulla tua orrida condizione, un altro se non riesci a vivere senza. Questa graphic novel spiega abbastanza bene il concetto. 
 K dopo essere stato lasciato dalla fidanzata, viene convinto dal coinquilino viveur ad aprire un profilo su un sito di incontri dove egli rimorchia a tutto andare. 
 K non è convinto, ma, non sapendo da dove iniziare a raccogliere i cocci della sua vita sentimentale, invece di fare una qualche riflessione su sè stesso, decide che è ora di iniziare a uscire con gente a caso.  
 Ed è qui la prima bella intuizione: quanta gente conosciamo noi che dopo essere uscita da una relazione farebbe tanto bene a starsene per un po' da sola e invece entra nel tunnel degli appuntamenti? Amiche che escono con un tizio tre volte e poi cominciano a dirti ansiose che DEVE essere l'uomo giusto perché sono stanche di cercare, amici che iniziano a dare della stronza random a povere criste che dopo due appuntamenti non vogliono mettere su casa per il resto dell'esistenza (non si capisce perché uomini e donne con l'accasamento facile facciano fatica a incontrarsi).
 Ecco K fa proprio questo: esce bulimicamente con ragazze sempre nuove. 
 Quando K capisce le regole del gioco, la faccenda si fa intrigante: una vita passata ad essere sfigato e finalmente, con un po' di pratica, intuisce un po' di linguaggio non verbale, cosa dire per arrivare al punto, come comportarsi dopo una botta e via. 
All'inizio la scusa è il sesso, vuole rientrare un po' nel giro, uscire con qualche ragazza aiuta a sciogliersi e insomma se entrambi cercano solo di divertirsi, che male c'è? Poi la cosa inizia a degenerare.
 Farlo di tanto in tanto è un diversivo, magari divertente, di sicuro appagante, quando ci si scopre ossessionati è un altro. Ed è quello che gli capita: trovata finalmente una ragazza con cui intrecciare una vera relazione, si rende conto di non riuscire a non pensare a tutte le possibilità che si sta precludendo.
 Ma il sesso fine a sé stesso è sempre una possibilità? Oppure c'è una sottile linea di confine tra la nostra volontà di farlo e il nostro bisogno compulsivo? 
 Il finale poteva essere molto più crudele, ma l'autore, non so se per una qualche componente autobiografica o perché serve molto molto fegato per affondare il coltello in questo senso, si è fermato un attimo prima. I disegni non mi fanno impazzire e francamente spero che gli uomini in estate non vedano le donne come un ammasso di tette e cosce che camminano. Voto due e mezzo. Grazioso il tema, non molto matura la riflessione.

LA TRAIETTORIA DELLE LUCCIOLE AA VV ed. Beccogiallo:
 Il fumetto politicamente e socialmente impegnato in Italia ha più bassi che alti. 
 Alla stessa casa editrice BeccoGiallo io voglio tanto bene perché ci tiene ad avere un catalogo attento alla parte più oscura dell'attualità, della società, dell'umanità, tuttavia allo stesso tempo trovo si affidi ad autori che non meriterebbero (ancora) una pubblicazione di un certo tipo.
  Senza girarci troppo attorno: belle le storie, non molto la resa.  Con la "Traiettoria delle lucciole" c'è un enorme salto in avanti: belle (quasi) tutte le 15 storie. 
 E' davvero una raccolta considerevole in cui si intrecciano molte questioni spinose (e poco dibattute, che in Italia siamo maestri nel nascondere la polvere sotto il tappeto): la coltivazione della cannabis a scopo terapeutico, la precarietà lavorativa, la burocrazia enorme che impedisce anche solo di tenere un semplice concerto nella piazza di una cittadina, la percezione che gli italiani hanno dei migranti, gli sgomberi delle case okkupate (di cui molti proprietari, comuni in primis, si ricordano solo quando qualcuno l'ha okkupata e risistemata, magari dopo vent'anni di abbandono), la memoria di un paese che non ha mai affrontato le ferite del passato e un occhio all'ecologia piena di buona volontà e di non sempre ottimi risultati.
 Molto consigliato. Se volete capire (quasi) tutto quello che non va in Italia. funziona molto meglio di un anno consecutivo a guardare in loop "Ballarò".

Voi ne avete letto qualcuno? Vi ispirano?? Ciarlate!

2 commenti:

  1. Ciao, leggo spesso il tuo blog, veramente stimolante. Sono sempre sorpresa dalla quantità di post, sempre interessanti, che scrivi e anche dalla frequenza con cui consigli i libri che leggi. La domanda che mi sorge è: ma quanto leggi? perchè per consigliare così tanti libri, immagino che ne devi leggere molti di più che magari non sono degni di essere consigliati.

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    1. La tua è una bella domanda che merita una lunga risposta :) Ci ho pensato un po' e penso che la prossima settimana ci farò un post. Credo sia sempre interessante sapere come ogni lettore sceglie i libri da leggere. Grazie per l'idea (e suspance per la risposta)!

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