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martedì 16 maggio 2017

La mysteriosa fantascienza femminista parte II! Binarismo sessuale e riproduzione tra Alien, cambi di sesso, ermafroditi ed astronaute.

Ed eccoci alla seconda parte sul post rieduchescional ciannel "Che cos'è la fantascienza femminista"?

 Nella prima parte ho parlato di mondi utopici/distopici in cui gli uomini sono assenti (generalmente scomparsi a causa di vari virus, ma c'è anche la variabile aliena che vede popolazioni di un solo sesso), ora veniamo al secondo e terzo tema: binarismo sessuale e riproduzione.

 Per sgomberare il campo da ogni pregiudizio e leggere in santa pace questo post provate a domandarvi cosa penserebbe di noi, del nostro sistema riproduttivo e delle leggi (spesso deliranti perché dettate più dalla morale e dalla religione che dal raziocinio) in merito, un alieno giunto sulla terra in visita.

 Troverebbe sensata la nostra polarizzazione culturale dei due sessi? Ossia il fatto che l'appartenenza a un sesso sia oltre che biologica anche determinata da fattori culturali che incidono sull'individuo dal primo momento in cui apre gli occhi su questo pianeta? 

ERMAFRODITI E BINARISMO SESSUALE:

 Il primo libro che cito in merito è italiano ed è una particolarissima opera di Bianca Pitzorno,  che nel 1979 scrisse questo gioiellino.

 La terra e un pianeta di nome Deneb partecipano a uno scambio culturale: i bambini dei due pianeti vengono mandati in una sorta di vicendevole Erasmus intergalattico per una decina di anni.

 Il problema è che mentre sulla terra la differenziazione sessuale è palese sin dalla nascita, su Deneb viene fuori molto dopo e quindi la famiglia che ospita il piccol* alien* Mo non sa come crescerlo. 
 Prima decidono che è un maschio e quindi lo vestono come tale e lo inducono a fare tutta una serie di cose ritenute maschili, (giocare a calcio, lanciarsi in giochi scavezzacollo), poi scoprono da complicate analisi che è femmina e cambiano completamente registro, vietandogli tutto quello che faceva prima e inamidandola in vestiti leziosi.

 Eppure Mo è sempre la stessa PERSONA.

 Se però la Pitzorno segue comunque un andamento fisico binario, altre autrici ne hanno proposto un superamento completo.

 Capolavoro e sottolineo tre volte capolavoro imprescindibile rimane "La mano sinistra della tenebre" di Ursula K. Le Guin, per la serie, se tra tutti i libri che vi ho proposto non sapete bene quale leggere, questo è FONDAMENTALE.

Innanzitutto è uno dei libri più struggenti che abbia mai letto, secondo poi riesce a parlare, senza neanche dilungarsi troppo di: pregiudizio, amore, riproduzione e tabù.
 La storia segue l'espediente tipico dell'inviato dall'ecumene galattico, Genly Ai, sul pianeta Inverno/Gethen, un pianeta provvisto di una società avanzata, ma che ancora (per una serie di beghe politiche interne molto complicate) non si è unito alla federazione gallattica generalissima.

 Genly arriva lì fiducioso di dover fare solo l'ambasciatore e presentare i benefici dell'entrata nella grande unione galattica e invece rimane coinvolto nelle suddette beghe politiche, ai suoi occhi rese ancor più complicate e incomprensibili dal fatto che la società, seppur simile a quella terrestre, è in realtà molto diversa per un motivo fondamentale: i getheniani sono tutti ermafroditi.

 Hanno una sorta di periodo mensile, chiamato kemmer, in cui sono attivi sessualmente e si polarizzano fisicamente su uno dei due sessi senza un motivo apparente.

 Tutti quindi possono procreare. I getheniani hanno poi una serie di tabù molto diversi da quelli terrestri: il suicidio è considerato cosa di gravità inaudita (la cosa più grave che un individuo possa compiere, peggiore dell'omicidio), possono "sposarsi" (anche tra fratelli) una sola volta in tutta la loro esistenza (ma avere rapporti con altri anche dopo) e, anche rimanendo vedovi, non possono contrarre una seconda unione.

 Gently, costretto a un lungo viaggio periglioso con un getheniano, si trova a riflettere su quanto la mancanza di binarismo sessuale incida sulla costruzione di una società:

 "Riflettete: non c'è divisione dell'umanità in due metà, una forte e una debole, protettivo/protetto, dominante/succube, padrone, strumento, attivo/passivo. In effetti, l'intera tendenza al dualismo che pervade il pensiero umano si può ritrovare diminuita, o cambiata, su Inverno. 
 Quando incontrate un getheniano non potete e non dovete fare ciò che un appartenente alla razza bisessuale compie naturalmente, cioè porlo subito nel ruolo di Uomo o di Donna, adottando verso di lui un ruolo corrispondente, che dipende dalle vostre aspettative sulle interrelazioni conosciute o conoscibili, stereotipe o ipotizzate, tra persone dello stesso o dell'opposto sesso. 
Qui l'intero nostro schema dell'interrelazione socio-sessuale non esiste. Loro non possono giocare il nostro stesso gioco."

 La questione diviene, per il povero Genly, particolarmente spinosa quando si accorge di provare attrazione per il proprio compagno di viaggio poiché si rende conto che anche l'orientamento sessuale, nel mondo terrestre, è determinato dal binarismo dei sessi. 
 Cos'è dunque quella che prova? Una tendenza omosessuale da reprimere e condannare? Un qualcosa da ritenere "normale"? E' altro?

 Marion Zimmer Bradley nel ciclo di Darkover riprende l'idea di un antico popolo ermafrodita (i Chieri) dai grandi poteri che abita Darkover, gelido pianeta su cui fa naufragio una navicella di coloni diretta altrove.
 In un romanzo in particolare, "Il ribelle di Thendara" si racconta la storia d'amore tra un terrestre e un chieri, molto travagliata a causa dell'omofobia interiorizzata del terrestre (che non sa come comportarsi davanti alla sua attrazione per un individuo non binariamente classificabile).

 In merito a questo libro voglio togliermi un sassolino dalla scarpa. 

 Nella serie di Darkover edita da Tea, il curatore, nella bibliografia finale, diceva che questo romanzo aveva costretto, per esigenze d trama a inserire il tema tabù dell'omosessualità femminile e che questo procurò alla Bradley la fama, del tutto involontaria, di simpatizzante della causa omosessuale.

 Dopo anni voglio dire che:

1) Fate scrivere le postfazioni a gente che ha letto prima i libri perché TUTTA la saga di Darkover è piena come un uovo di personaggi lgbt (c'è persino una tipologia di unione tra persone dello stesso sesso che somiglia molto alle unioni civili).
2) Per esigenze di trama c'è al massimo dell'omosessualità maschile.
3) La Bradley era volontarissima visto che da giovane scrisse persino dei romanzi pulp a tema lesbico.

 Un'altra variabile sul tema è il cambio di sesso per motivi fantascientifici.

 Un esempio calzante è "La passione della nuova Eva" di Angela Carter.

Premetto col dire che io ho proprio dei problemi con Angela Carter che, in generale, trovo noiosissima, come trovai noiosissimo questo libro (che invece piacque molto a una mia insospettabile amica tutta cuori, carlini e unicorni).

 Il romanzo è quello che io definirei un "romanzo a tema", ossia un romanzo scritto in modo palese e schematico per dimostrare uno specifico tema che in questo caso è "maschio sciovinista devi capire come le tue azioni impattano sul genere femminile" (teniamo presente che è del 1977 e ha un intento chiaramente satirico).

 Il mondo è nella classica situazione post qualche catastrofe. In quel di NY il professor Evandro incontra un'avvenente cubista che mette incinta per poi abbandonarla al suo tristissimo destino. Subito dopo viene catturato e trasformato, tramite operazione chirurgica, in una donna, Eva, da una misteriosa divinità, la Madre.

 A seguito di ciò vivrà una serie di assurde avventure dal forte sapore, più che  fantascientifico, direttamente surrealista (il libro presenta situazioni e personaggi archetipali, quasi mitici).
 Se volete della fantascienza femminista very strong (ma ripeto io non la amo particolarmente).
 

TRA ALIENI E PARASSITI, PARTORIRE CHE DOLOR!:

 Per capire questa parte partiamo da un assunto: persino Alien, da un certo punto di vista, potrebbe essere considerato fantascienza femminista.

 Il motivo non è che la protagonista, Ellen Ripley, mena come un fabbro, ma che mette al centro della trama il tema della riproduzione aliena. 
 L'idea di un alieno che parassiteggia il corpo di un altro essere vivente per nutrirsene e infine nascere fa parte della complessa serie di incubi legati alla maternità.

 Un altro famosissimo libro (horror/fantastico) che parla dei terrori legati alla maternità è "Rosemary's baby" di Ira Levin e racconta, come tutti sapranno, l'angosciosa storia di una giovane moglie che rimane incinta del marito. Niente di più normale se non fosse che l'intera gravidanza è costellata di strani fatti, morti e dall'invadenza dei vicini. Di chi è davvero il bambino che porta in grembo?

 Tuttavia né Alien né Rosemary's baby rientrano, almeno a mio parere, nel campo della fantascienza femminista.

 La fantascienza femminista tende infatti a usare il grande tema della maternità per mettere in luce non tanto i terrori legati all'evento (che comunque, personalmente trovo un ottimo tema visto che si tratta di un evento enorme e fisicamente "invadente" per la donna), quanto per evidenziare come essa sia IL tema centrale su cui si è fondato per millenni il rapporto tra uomini e donne.

 Preoccupati, in epoca pre-test del dna che i figli nati fossero senza ombra di dubbio loro e solo loro, gli uomini hanno inventato, nei secoli, millanta sistemi di controllo verso la compagna prescelta per il sacro compito.

 Non solo, ma il controllo di TUTTE le donne prima del matrimonio.
  Il gioco del bollino "questo figlio è mio e proprio mio" funziona  ovviamente, solo se la donna ha fama comprovatissima di essere pura, illibata e a prova di sospetto (anche se comunque sempre sospettabile).
 Basti pensare che un'ubriacatura, nell'antica Roma, poteva costare a una donna sposata, la condanna a morte (vai a capire cosa poteva fare quando non era lucida).

 Non solo, ma il rapporto di forzata interdipendenza tra i sessi mette nell'ambito riproduttivo l'uomo in un ruolo potenzialmente minoritario. Ossia è il momento in cui l'uomo ha più bisogno della donna e nel quale ne ha il minor controllo, ossia il corto-circuito totale del rapporto attivo/passivo, dominante/dominato.

 Tale corto-circuito è il punto focale dei romanzi di fantascienza femminista sul tema.

 Il più famoso, perché recentemente riportato agli onori di Hulu, è "Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood. 

Nella storia ci troviamo negli Usa dopo una qualche catastrofe nucleare che ha portato un vero terremoto all'interno della tranquilla società statunitense. Un regime teocratico è infatti salito al potere e ha sequestrato i beni di tutte le donne, poi le ha divise a seconda della loro fertilità (moltissime ormai non lo sono più a seguito della catastrofe).

 Le non fertili, le dissidenti e le lesbiche vengono spedite a trattare i rifiuti radioattivi e muoiono in breve tempo, alcune vengono adibite al ruolo sostanzialmente di colf (le marte), e quelle che possono ancora procreare vengono chiamate "ancelle".

Poiché molte mogli dell'oligarchia al potere sono ormai sterili (e a trattare i rifiuti radioattivi loro non ci vanno) le ancelle hanno tempo tre anni per sfornare pargoli per procura.

 E' la Bibbia, secondo loro, a indicargli la via:
 «Rachele, vedendo che non le era concesso di procreare figli a Giacobbe, divenne gelosa della sorella e disse a Giacobbe: «Dammi dei figli, se no io muoio!».
Giacobbe s'irritò contro Rachele e disse: «Tengo forse io il posto di Dio, il quale ti ha negato il frutto del grembo?».
Allora essa rispose: «Ecco la mia serva Bila: unisciti a lei, così che partorisca sulle mie ginocchia e abbia anch'io una mia prole per mezzo di lei».
Così essa gli diede in moglie la propria schiava Bila e Giacobbe si unì a lei»,

 Secondo questo verso, l'ancella si siede sulle ginocchia della moglie mentre il marito la penetra, sperando che rimanga incinta
 Se il lieto evento avviene, l'ancella riceve tanti onori ed è salva dalle lande radioattive, ma non avrà mai suoi figlio, considerato della coppia di cui era l'ancella.

 Un romanzo molto sottovalutato "Solo per sempre tua" di Louise O'Neill uscito l'anno scorso, ha un debito davvero enorme verso il romanzo della Atwood del quale sembra una sorta di sequel. 

 Siamo in un futuro distopico in cui vengono fatte nascere tre donne per ogni uomo affinché, da adulto, egli abbia più possibilità di scelta tra le mogli.
 Queste donzelle vengono cresciute fino ai sedici anni in una scuola dove gli insegnano ad essere bellissime, alla moda, magrissime e a vivere nella venerazione degli uomini che verranno a "sceglierle" in base al ranking nel quale si classificheranno alla fine del percorso scolastico. Regola delle regole: essere civettuole, ma non darla mai.

 Chi non diventa moglie ha poi tre strade: finire nel sottosuolo a fare lavori usuranti che la uccideranno o diventare una sorta di colf o una concubina, ossia finire in un bordello dove gli uomini verranno a trastullarsi.

 A questo punto è però doveroso citare lei, Octavia Butler, una delle rarissime scrittrici di fantascienza afroamericane che ha mescolato alla scifi femminista il tema del razzismo.
 Autrice di vari romanzi, affronta il tema della riproduzione nel ciclo della Xenogenesi in cui, a seguito di una catastrofe che ha portato alla morte della popolazione mondiale, alcuni umani sono stati scelti dagli Oankali per sopravvivere.

 Chi sono gli Oankali? Sono una sorta di razza aliena (che per inciso ha tre sessi, maschio, femmina e ooloy) che vaga nell'universo alla ricerca di altre razze con cui intessere rapporti simbiotici.

 Gli Oankali infatti salvano la terra, ma in cambio desiderano unirsi ai terrestri che hanno salvato dall'olocausto.
 Il fatto è che, non solo non sono antropomorfi, ma quando si uniscono ad altre razze, l'ibrido che ne vien fuori è geneticamente modificato (ossia è come una razza nuova che non è né Oankali né, in questo caso, umana).

 Un racconto molto interessante, contenuto in una vecchia raccolta "Alieni, amazzoni, astronaute" è invece "Bloodchild" che è, sostanzialmente, una versione affettuosa di Alien.

 Gli esseri umani infatti sono caduti tra le grinfie di una razza aliena, i Tlic (che hanno l'aspetto di enormi millepiedi mostruosi, o almeno così mi ricordo) che sono senzienti, intelligenti e hanno bisogno di un corpo "ospite" per riprodursi. 

 Il racconto parla dell'aliena T'Gatoi che cerca di convincere il giovane umano da lui scelto, Gan, a ospitare le sue uova in cambio della protezione che lei saprà dargli (i Tlic possono essere violenti contro gli uomini non protetti da altri Tlic).

 La storia ,messa così sembra tipo "mafia e alieni", in realtà è raccontata benissimo e parla dell'interdipendenza tra esseri viventi, senso del dovere, desiderio di sopravvivenza e anche amicizia.
 T'Gatoi potrebbe imporsi e inserire violentemente le uova dentro Gan (in stile Alien) e poi lasciarlo morire tra atroci dolori dopo la schiusa, ma non vuole.
 Lei vuole che Gan comprenda le ragioni della sua specie (che è costretta a questo perché incapace di procreare in altro modo) e poi accetti una relazione che, portata avanti in modo consenziente, si risolve invece per il meglio.

 La scrittura è eccezionale, purtroppo in giro di questa autrice straordinaria si trova solo "Legami di sangue" (io avevo letto anche "La luce del sole" che era una strana storia a tema vampirico scritta benissimo e che comunque ha il tema simbiotico come centrale).

Voglio finire questa angosciante rassegna con "Memorie di un'astronauta donna" di Naomi Mitchinson, che è in commercio (ed. Castelvecchi) e racconta le avventure di una donna astronauta (come si poteva facilmente intuire dal titolo).

 La particolarità del libro è che questa astronauta, potenzialmente immortale (nel futuro hanno inventato un metodo per ringiovanire continuamente) descrive, nelle sue varie avventure per i mondi (divise per capitoletti separati), vari tipi di unioni con alieni.

 C'è l'inquietante simbiosi con una sorta di ameba, la figlia sostanzialmente riprodotta per partenogenesi (in realtà avuta a seguito di un rapporto con un abitante di Marte, ermafroditi che mutano sesso durante l'atto, come i genethiani, ma geneticamente sterili), i suoi altri due figli e i loro padri alieni.

 La cosa interessante, oltre alla scrittura davvero scorrevole, è che in questo caso la sessualità e la riproduzione sono estremamente libere da pregiudizi e l'intero racconto è pervaso da una sorta di allegria priva delle angosce delle altre autrici.

 In un mondo futuro, quando saremo centinaia di migliaia di razze diversissime sparse per l'universo, persi tra razze aliene con sedici sessi (o nessuno), in grado di saltabeccare tra secoli, forse saremo finalmente liberi da pregiudizi e terrori, da paure e timori e la vita sarà finalmente più serena, per tutti quanti.

2 commenti:

  1. Meno male che l'ultimo titolo è almeno un po' allegro.
    Non che non ami la letteratura drammatica, ma perché dobbiamo essere sempre Cassandre ?

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  2. Purtroppo non ne ho mai letto nemmeno uno, ma appena mi citi la Pitzorno so già che sarà un libro profondissimo eppure scritto in modo deliziosamente leggero ^___^

    Mi stai facendo allungare la wishlist di intere pagine xD

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