Pagine

sabato 6 maggio 2017

"Perché lo fai", la canzone di Masini (riscritta) che mi sento di dedicare al cliente che chiede informazioni e subito dopo scappa, dove non si sa.

 In questi giorni, causa lavoro, non sono riuscita ad aggiornare come volevo il blog, in più, per un'altra serie di motivi i prossimi tre giorni sono costretta a ripartire (non motivi libreschi sigh).

 Tuttavia ieri sera, mentre scrivevo un arguto status su fb per lenire i miei sensi di colpa per questa assenza sul blog, ho avuto uno di quegli attimi di follia che mi spingono a modificare le canzoni a seconda dei deliri che avvengono in libreria.
  
L'ho fatto già con "Quelli che" di Jannacci e  "La canzone dei dodici mesi" di Guccini,  stavolta mi sono prodotta in modo più breve e disperato, nella riscrittura di "Perché lo fai" di Marco Masini.

 Il cliente a cui è disperatamente dedicata è colui che chiede indicazioni e poi, mentre stai spiegando, se ne va, senza ascoltarti verso non si sa dove. Non dice né ciao né grazie né arrivederci e soprattutto ritiene esaurita la soglia di attenzione per una domanda che egli stesso ti ha fatto dopo una manciata di secondi.

 Non so se in epoca pre-social il tempo d'attenzione fosse maggiore o se questa del piantare il libraio che ti sta spiegando dove cercare il libro che hai chiesto (o come ordinarlo o perché non arriva o quando esce o altre mille casistiche) sia una tendenza sempreverde, ma questa fuga inspiegabile è in cima all'hit dell'urto di molti miei colleghi.

 Io devo dire sono più basita che irritata, ma insomma, devo aver pur qualcosa che la mia pazienza deve sopportare.
 Ai librai che rimangono con le parole in sospeso e ai clienti immotivatamente in fuga (a cui ricorderei che comunque siamo persone, non pagine di internet che chiudi quando sei stufo) è dedicata questa tragica canzone di Marco Masini, libreria style: "Perché lo fai"!

 "Perché lo fai"

Con questa fretta nei pomeriggi perché lo fai
con questi occhi un po' sperduti e un po' cerca guai
per il titolo di un libro che poi
non cerchi davvero mai

Con le tue mani sul pizzino, perché lo fai
tu che sei cliente di libreria attorno a me
sperduto come un eschimese in Paraguay
dimmi perché, perché lo fai.

Perché lo fai, non rispondermi se non vuoi
però lo sai io parlavo agli orecchi tuoi
e tu, se vuoi, puoi nasconderti nei corridoi
finché non tornerai

Perché lo fai disperato cliente mio
perché domandi e scappi come un cinghiale nella via
perché lo fai
perché non aspetti, perché ce l'hai con te
perché lo fai se ad aiutarti ci sono i librai
per te, per me, per voi

Perché, perché lo fai
fra questi punti informazione di questa libreria
dove non troverebbe un libro neanche la polizia
io non ti lascio solo a cercare la sezione di poesia
cliente mio,
come la gente che vaga per ore a schifia

Disperato cliente mio,
perché non vuoi l'indicazione che mi chiedi,
perché lo fai e il domani diventa mai
per te, per me, per voi.

Perché lo fai, puoi rimanere quanto vuoi
perché lo sai che io so cose che tu non sai
se tu volessi aspettare io ti spiegherei
se ritornassi indietro a portata di voce mia
invece sei una gazzella che va via

7 commenti:

  1. Sei matta xD
    Adorabilmente matta ^__^

    ...ma anche quelli che prendono e si volatilizzano mica scherzano!
    Son generalmente giovani o lo fanno anche i "grandi" (diciamo non-millennials)?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Devo dire che i ragazzini chiedono poco e quando chiedono sono attenti a recepire l'informazione. I peggiori sono i 40-50, che credo sono in un'ottica di "Correre correre correre"

      Elimina
  2. xD Muoio!
    In effetti non riesco nemmeno ad immaginare la scena di cui parli, è da pazzi chiedere informazioni e poi andare via! xD

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà è frequentissimo. Un cliente ti chiede "Dov'è la poesia?" e mentre tu rispondi "E' in fondo in basso a destra", lui a "in basso" è già cinque metri più giù e spesso ti fissa come per dire "E basta, non hai ancora finito di cianciare??"

      Elimina
  3. Io ho una domanda che non ho mai osato fare. Quando chiedi al libraio un titolo e quello senza dire una parola ti volta le spalle o ti scavalca e parte verso uno scaffale...lo devi seguire (cercando di tenere il passo/corsa) per evitargli il ritorno o rimani sul posto ad aspettare come il cane legato fuori dall'Esselunga? Non so come comportarmi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ahahah, allora, in teoria se ti va secondo me è meglio seguirlo così sai dove ritrovare libri simili se ti interessano, però è meglio evitare il degenero descritto in questo post http://idoloridellagiovanelibraia.blogspot.it/2016/11/due-clienti-speculari-e-ugualmente.html

      Elimina