Ed ecco che finalmente anche per me è giunto il giorno fatidico: dopo un'ultima lunga giornata di laboro, sono in ferie!!!
Brill brill, gioia e tripudio. Anche quest'anno andrò in Portogallo e, per chi fosse interessato ai miei pellegrinaggi, rimarrò attiva comunque sia su facebook che su Instagram (per chi se lo fosse perso si chiama sempre "idoloridellagiovanelibraia").
Per il resto il blog chiude per ferie e ci si rivede a fine agosto, quando spero di essere splendidamente carica e in forze per il rush finale del nuovo libro (e altre cose nuove che annuncerò in autunno, amatissimo halloweenoso autunno!).
Buon agosto a tutt*!
ps. Scusate per i colori psichedelici, a settembre arriveranno anche i colori nuovi, quelli professional stavolta!
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domenica 6 agosto 2017
sabato 5 agosto 2017
Le mie letture estive! Le vacanze sono alle porte: cosa mi accompagnerà in spiaggia? Ucronie, racconti e tanti gialli tra Islanda, Turchia, Italia e Svezia.
Ancora pochi giorni e finalmente il Portugal mi riaccoglierà tra le sue braccia colme di pastel de nata.
Quest'anno ho saltato il post sui libri che leggerà il vostro vicino di ombrellone (ma sono certa che saprete meglio di me, che statisticamente beccherete almeno uno che avrà per le mani o il libro di Cognetti o quello di Renzi), ma mi spiaceva saltare quello sulle mie letture estive.
Come spero di riempire, oltre che di sonno, le mie giornate marine portoghesi?
Ecco i libri prescelti!
"GLI ASSASSINI DEL PROFETA" di Mehmet Marat Somer:
Sono un po' di anni che corteggio il suo primo libro, "Scandaloso omicidio a Istanbul" in cui Somer racconta una capitale turca sotterranea, quella dei locali lgbt, principalmente T, talmente T (per i profani delle sigle, la T sta per transgender) che la stessa protagonista lo è.
Di giorno hacker, di notte proprietaria di un locale notturno, si trova a indagare sulla morte di una delle sue dipendenti. Chi è stato? E perchè?
In biblioteca ho trovato un suo secondo romanzo che a lavoro non avevo mai visto: "Gli assassini del profeta".
Sempre la stessa protagonista e sempre un assassino che uccide ragazze transgender. Riuscirà la nostra eroina a salvarsi?
Promette benissimo e ha tutte le qualità per piacermi: follia, un personaggio principale non scontato, componente lgbt, una certa paventata dose di ironia (speriamo mantenga) e un'ambientazione esotica.
Unica pecca: sembra troppo troppo breve.
"LA DONNA CHE SCRIVEVA RACCONTI" di Lucia Berlin:
Racconti fantastrabiliosi, scritti magnificamente, di un'autrice morta quasi dimenticata e ora riscoperta.
Non so perché, ma queste storie di rivalsa post-mortem mi mettono sempre sul chivalà.
Era davvero un caso o ci hanno montato un caso?
Non so perché, ma queste storie di rivalsa post-mortem mi mettono sempre sul chivalà.
Era davvero un caso o ci hanno montato un caso?
Non ha aiutato il fatto che fosse piaciuta spasmodicamente a persone con cui su Anobii avrei una compatibilità di lettura dello 0% e che troppa gente me la paragonasse a Flannery O'Connor che, per carità, lo so, genio genio, ma rappresenta tutta l'insondabile noia che ai miei occhi caratterizza gli scrittori americani.
In biblioteca se ne stava in bella mostra, invitante, a dirmi: "Questa estate non vorrai davvero leggere SOLO gialli?? Hai del senso del dovere tu".
E così entra nella mia valigia come rappresentante del mio personale senso del dovere da lettrice. Speriamo diventi anche altro.
"22/11/'63" di Stephen King:
Sono ormai due anni che, a più riprese, tento di leggere questo libro. L'ho preso tante di quelle volte in biblioteca che ormai dovrei tenermelo per usocapione.
E' un'ucronia che parte da un fatto storico che mi ha sempre affascinato: l'uccisione di Kennedy.
Non mi affascina tanto il mistero dietro (ossia, il: chi fu? Perchè?), quanto l'impatto profondo che ebbe sulla società americana già sull'orlo di una crisi di nervi per la forzata restaurazione sociale post seconda guerra mondiale.
Non mi affascina tanto il mistero dietro (ossia, il: chi fu? Perchè?), quanto l'impatto profondo che ebbe sulla società americana già sull'orlo di una crisi di nervi per la forzata restaurazione sociale post seconda guerra mondiale.
Il libro di King, che parla di un uomo in grado di tornare nel passato, esattamente durante quei giorni, e di deviare il corso della storia, sembra quindi perfetto per indagare questa sorta di trauma generazionale di una nazione.
Eppure, ogni volta, dopo 100 pagine, mi blocco e mi metto a leggere altro. La cosa rognosa è che so benissimo che ancora poche decine di pagine e poi tutto diventerà di certo appassionante e coinvolgente, ma niet, faccio scadere il mese di prestito e mi tocca riportarlo in biblioteca.
Stavolta, complice anche l'overdose di "Mad Men" a cui mi sto sottoponendo durante il disegno del nuovo libro, voglio davvero entrare nell'atmosfera anni '60 e capire.
Ce la farò?
Ogni estate mi prefiggo di leggere almeno uno degli autori di gialli più venduti in libreria.
Per la serie: voglio capire.
Mi riesce difficile dare la stessa possibilità ai romanzi, ma con i gialli sono sempre più bendisposta e, devo dire, raramente rimango delusa. Perciò dopo aver avuto l'estate di Qiu Xiaolong (bello), quella di Chandler (bello), quella di Markaris (insomma) e altri gialli sfusi, stavolta ho voluto dare una possibilità a quella che è stata definita la regina del giallo nordico: Camilla Lackberg.
Ho letto molte opinioni discordanti su di lei, alcuni la ritengono esageratamente brava e altri esageratamente sopravvalutata.
Chi avrà ragione?
"IL BALLO DEGLI AMANTI PERDUTI" di Gianni Farinetti e "LA SIGNORA IN VERDE" di Araldur Indriasson:
Per rimpolpare il mio carnet di gialli sono stata circa 40 minuti davanti alla sezione dedicata della biblioteca.
Pur avendo combattuto con un signore che ostinatamente si metteva davanti a tuuuuutti gli scaffali dove mi spostavo (spero almeno nel terrore che gli portassi via qualche perla e non per pura malvagità), sono infine riuscita ad avere il mio bottino.
Non è stato facile perché avevo l'ansia continua del "E se poi te ne penti e sei in Portogallo dove non troverai un libro in italiano manco se preghi in sanscrito?".
Infine la scelta è caduta su Farinetti, che da mesi, alcuni lettori mi consigliano su fb e su Arnaldur Indridasson che insomma voglio proprio capire che tipo di delitti possono esserci su un'isola quasi del tutto inabitabile che conta 300.000 persone.
Speriam bene!
Ecco, l'elenco del mio fausto bottino è terminato. Spero di non rimanere delusa e di dormire presto felice e contenta su una bella spiaggia con un libro addosso.
Vacanze vi bramo!!
venerdì 4 agosto 2017
Intervista a Luca Vanzella e Giopota, autori di "Un anno senza te", splendida graphic novel sulla lenta e poetica ricomposizione di un cuore spezzato.
In extremis, poco prima delle ferie, riesco finalmente a postare l'intervista che mi hanno rilasciato, poco più di un mese fa, Luca Vanzella e Giopota, autori della bellissima "Un anno senza te", graphic novel che racconta molto bene quel complicato anno dopo la rottura di un amore.
Il protagonista, Antonio, universitario bolognese, tenta di rimettere insieme in modo coerente i pezzi di una vita che vede dissolta dopo un anno di relazione, tanto breve quanto intensa, con Manfredi.
La storia, si sviluppa in brevi episodi, uno per ogni mese dell'anno e, soprattutto, si svolge in una sorta di variazione del nostro presente.
Antonio e i suoi amici si muovono in una realtà che è quasi come la nostra, ma differisce per alcuni elementi, storici e surreali: Atlantide è stata scoperta, nevicano conigli, lo spirito del tempo viene estratto di una sorta di lotteria la notte di Capodanno e altri piccoli e grandi elementi.
La mia recensione potete trovarla qui.
Per il resto vi lascio con Luca Vanzella e Giopota che ringrazio enormemente (oltre all'ufficio stampa Bao)!
Il
libro è un'opera a quattro mani, Vanzella sceneggiatore, Giopota
disegnatore, ma da chi è partita l'idea?
V.
: L'idea è nata da me.
Conoscevo il lavoro di Giopota e pensavo che
il suo modo disegnare, molto tenero, si addicesse al libro, che
doveva trasmettere anche una certa emozione malinconica.
Tutto
poi è nato in realtà da una prima storia, quella del mese di
“Gennaio”, in cui il protagonista vive l'avventura di una notte
con un altro ragazzo mentre fuori nevicano conigli.
Dopo
quel primo nucleo si sono sviluppati gli altri 11 mesi.
La
storia racconta il modo in cui Antonio vive il suo anno di vita dopo
aver vissuto una storia breve, ma intensa, con un altro ragazzo. Una
storia che gli ha spezzato il cuore. La trama era stata pensata sin
dal principio con un protagonista gay?
V.
Sì, era nata già così, anche per questo avevo pensato a Giopota
come disegnatore, perché disegna dei begli omini!
Avete
trovato delle resistenze, non tanto per motivi di discriminazione,
quanto per il fatto che questa storia avrebbe potuto essere bollata
solo come "storia gay"?
V.
: No, non abbiamo assolutamente trovato nessun problema né nella
proposta in casa editrice né nel lavoro di editing. Anche perché
non siamo neanche stati i primi a toccare l'argomento, prima di noi
c'erano stati altri, come Flavia Biondi con "La
generazione"
o Giulio Macaione con il suo “Basilicò”.
G.
: Anche se il protagonista è gay non volevamo che fosse
assolutamente visto come un libro solo "arcobaleno". E' una
storia comune che ha per protagonisti, casualmente, due uomini,
dovrebbe far parte di un processo di normalizzazione, che non c'è e
che andrebbe fatto.
Nel
libro i personaggi si muovono in una realtà che è quasi come la
nostra, ma non è esattamente la nostra. Ci sono alcuni elementi
surreali (le nevicate di coniglietti, le note musicali che si
attaccano ai vestiti ecc) e altri storici (la scoperta di Atlantide)
che non coincidono con il nostro universo.
Sono
elementi da leggere in chiave metaforica o la storia è
effettivamente ambientata in una realtà alternativa?
V. :
La realtà in cui si muovono i personaggi è assolutamente "vera",
non ci sono metafore. La storia è stata pensata come se ogni
elemento "fantastico" esistesse davvero.
Giopota e Vanzella |
Avete
avuto dei feedback particolari dai vostri lettori?
V. : Abbiamo avuto un paio di momenti da “posta del cuore”. Ci sono
stati vari racconti autobiografici, anche molto intimi.
G.
: Ricordo in particolare il lettore che si rivedeva molto nel
rapporto che il protagonista aveva col padre.
Come
mai avete deciso di ambientare la storia in una Bologna
universitaria?
V.
: Il periodo universitario è un momento particolarmente pieno di
possibilità, ansie, aspettative.
C'è una forte componente di
indecisione e confusione, come una sorta di post adolescenza. E forse
rimane l'ultimo periodo della vita in cui senti verso le cose uno
slancio fortissimo, come se tutto avesse delle reali possibilità.
A
proposito del padre di Antonio, in realtà l'elemento che più mi
aveva fatto pensare a una realtà metaforica era proprio la sua
malattia: sembrava un modo molto delicato per parlare dell'Alzheimer
(il padre del protagonista ha una malattia che lo porta a scomparire
di colpo per un tempo imprecisato ndr).
Nuovi
progetti? Prossime collaborazioni insieme?
G.
: Ora mi concentrerò su progetti personali, da autore completo.
V.
: Io ho vari lavori come autore da smaltire, vari progetti da
edicola, quindi per il momento non è previsto nulla di nuovo
insieme.
E, dulcis in fundo, la mia dedica, ottenuta con strenua coda all'Arf!
martedì 1 agosto 2017
Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Una specie di Alberto Angela".
Malgrado i miei continui proclami di voler aggiornare più spesso il blog, il libro, per il momento sta vincendo.
In realtà, appurato che le ferie sono finalmente vicine anche per me, tutto questo caos dovrebbe vedere la fine verso metà settembre (peraltro, pare, dico pare che in Settembre farò una capatina fumettosa in veneto), dopo cui dovrebbe tornare tutto alla normalità.
Ecco, solite scuse a parte, ecco almeno una nuova vignetta che spero possa allietare questa estate oberata da polemiche sempre nuove.
Meno lamentele e più vignette per tutt*!
Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Una specie di Alberto Angela"!