Tornano, dopo un'infinita di tempo, le piccole recensioni tra amici!
Casualmente le due recensioni di oggi, una molto positiva, l'altra meno, hanno un tema simile: l'amore al tempo dei trentenni.
Come amano i trentenni di oggi? Nel modo stereotipato delle serie tv in cui fanno robe confuse come innamorarsi e sposarsi dopo 3 secondi o peterpaneggiando eternamente amando smodatamente rotolarsi sul divano col pc davanti?
Non proprio. Come scrivo anche nella recensione di cui sotto al libro di Julie Maroh, semplicemente, i trentenni di adesso amano in un modo che una società molto ipocrita e molto bacchettona (e molto vecchia e attaccata ai bei tempi che furono, nostalgici verso decenni della storia italiana opposti e diversi) non è disposta a rappresentare.
Ma non esiste solo quello che si vede, e non è vero che una società molto social mette in mostra davvero tutto.
Ci sono cose nascoste molto bene e i trentenni che smanettano coi pc molto meglio dei cinquantenni (tendenzialmente) sanno cosa filtrare e cosa no.
Almeno una buona parte.
Forza! Bando alle ciance! Recension!
LA GIUSTA MEZURA di Flavia Biondi ed. Bao Publishing:
Era, sia perché molto pubblicizzato, sia perché i precedenti lavori di Flavia Biondi sono considerevoli, un libro molto atteso. Ecco, forse un libro troppo atteso.
Quindi immaginavo una storia straordinaria, anche perché, ripeto, tutti i suoi libri precedenti, anche quelli editi Renbooks mi avevano colpito molto.
Invece il mio è un NI molto stiracchiato.
Forse perché esce dopo un libro, sempre Bao, in qualche modo molto simile, "Un anno senza te" di Luca Vanzella e Giopota, forse perché il finale è troppo ottimista (è sempre difficile essere crudeli coi propri personaggi, sono come figli in un certo senso), non mi è parso un libro particolarmente potente.
La storia è quella di una giovane coppia in giusta crisi. Giusta perché quando ti fidanzi molto giovane e raggiungi la prima maturità è, secondo me, ovvio che arrivino cascate di domande e dubbi: chi sono io? Chi è la persona che ho accanto? Siamo quelli di dieci anni fa o siamo cambiati?
Domande legittime a qualsiasi età, ma tra i 19 e i 29 anni passa effettivamente un'eternità.
A 19 sei gioioso e pieno di fiducia verso il mondo, inizi a studiare all'università convinto che riuscirai a fare tutto quello che sogni e desideri poi pem, appena ti laurei la realtà ti schiaffeggia fortissimo.
Nell'arco di sei mesi passi dallo scrivere una complicatissima tesi che analizza 700 libri diversi al battere scontrini in un supermercato o cimentarti in altri ameni lavori che i giovani non choosy devono fare prima di sperare di agognare ad un malpagato stage.
Sì lo sapevi anche prima studiando alcune facoltà (sempre di più in realtà) che non sarebbe stato facile, ma nessuno ti aveva avvisato che sarebbe stato proprio impossibile.
Soprattutto nessuno ti aveva detto che saresti passato in un lampo dall'incoraggiamento collettivo a perseguire i tuoi sogni, al "bisogna iniziare a lavorare, butta alle ortiche tutto e smettila di perdere tempo con cose inutili".
Come dice uno dei protagonisti: se è così perché non smettono di fingere fin dall'inizio?
Il tema quindi c'era: il momento dello scarto tra giovinezza ed età adulta che diventa crisi esistenziale ed anche amorosa.
Lei ama lui o forse non lo ama più, non lo sa, lui è preso da un romanzo medievale che pubblica a puntate su internet, vivono insieme (ad altre 4 persone ex universitari) ma non si parlano più, perciò quando arriva la tentazione bisogna cedere o no?
Non so, non mi ha convinto. Ho trovato l'idea forte, ma lo svolgimento non all'altezza.
Tutto alla fine si risolve troppo bene, ci sono pezzi di trama un po' inutili (il famoso padre lontano a cui lei presta una quantità di soldi che non so neanche bene come faccia a mettere da parte) o i momenti della storia medievale (sì, lo so che sono il modo che lui ha di esprimersi, ma è un po' telefonato come si dice a teatro) che di certo rapiranno il cuore di alcuni, non hanno rapito il mio.
Nei libri precedenti, penso anche a "L'orgoglio di Leone", la Biondi non ha avuto paura di prendere decisioni difficili ed essere "cattiva" quando serviva.
Non ha offerto soluzioni facili che invece qui, ad un certo punto, sembrano a portata di mano.
Peccato.
CORPI SONORI di Julie Maroh ed. 9L Panini:
Julie Maroh, l'autrice del fortunatissimo "Il blu è un colore caldo" trasporto al cinema in un bel (oh per me, lungaggini a parte, è davvero bello) film "La viè d'Adele), ha dato alle stampe una nuova fatica: "Corpi sonori".
Premettiamo che, a me il famoso primo libro era piaciuto abbastanza, a parte il veloce e scontato (per una storia lesbica, far morire una delle due è davvero scontatissimo) finale, ma l'avevo perdonata per la giovanissima età in cui l'aveva pensato e disegnato.
Tuttavia il secondo, "Skandalon", che ad una presentazione avevo sentito cripticamente (per me ancora cripticamente) definire "l'altra faccia della medaglia" di "Il blu è un colore colore caldo", non mi era piaciuto affatto.
Se era straordinariamente migliorata dal punto di vista grafico, la storia era proprio poverella: un cantante maledettissimo, bello, ma maledettissimo, in cima a tutte le classifiche, finisce al centro d'uno scandalo e di una vendetta per aver violentato una ragazza.
Un'idea affrontata male e anche in modo banale, e sì che c'era pure uno spunto in carne ed ossa: il cantante dei Noire Désir che uccise a botte la compagna, la cantante Marie Trintignant.
Ero poco fiduciosa perciò verso "Corpi sonori" e invece è uno dei miei consigli per il Natale.
Il target specifico è: trentenni e poco più che trentenni (o poco meno) perché è di loro che parla questo libro con un tema, l'amore, in tutte le sue innumerevoli declinazioni contemporanee.
Vi ricordate "Comizi d'amore" di Pasolini che indagava i nuovi costumi sessuali degli italiani? Ovviamente la Maroh non è all'altezza di Pasolini, ma fa un'operazione simile: come amano e come percepiscono il sesso i trentenni d'adesso? Nel modo patinato e plastificato che ci restituiscono i media? Siamo davvero una generazione pigra, più attratta dal pc che dal sesso? Incapace di vere relazioni, liquidi come liquida è la società, egocentrici, egoisti ecc.
No, in realtà le cose stanno in un modo molto diverso.
Come dimostra Julie, semplicemente, i cosiddetti Millennials percepiscono l'amore e il sesso in un modo che la società, molto vecchia e bacchettona, non è disposta assolutamente a rappresentare.
Perciò fanno sesso, s'innamorano, si disinnamorano in modi irrappresentabili e quindi invisibili.
Julie Maroh, in questo libro diviso per brevissimi episodi cerca di compendiarne il più possibile, ambientando tutte le storie nell'aperta e cosmopolita Montreal in cui religioni, etnie, nazionalità e orientamenti sessuali di qualsiasi genere, vivono felicemente sotto l'ombra benevola del Canada di Trudeau, quasi ultimo baluardo di convivenza civile in un mondo sull'orlo di una crisi di nervi d'odio e bacchettonaggine.
Sono rappresentate coppie di ogni genere (anche una troppia!): gay, lesbiche, etero, miste, poliamoriste, giovani, anziane.
E' rappresentata la storia d'amore di una donna lesbica e un uomo transgender (è la PRIMISSIMA volta che ne vedo rappresentata una in qualche forma, finora avevo visto un paio di film in cui era presente una storia d'amore tra una donna lesbica e una donna transgender).
C'è l'amore come ossessione, chi preso dalle proprie paturnie personali non trova neanche il coraggio di scrivere un messaggio e distrugge sul nascere una potenziale storia d'amore, il ragazzo che segue in biblioteca la ragazza velata a cui non ha il coraggio di rivolgere parola, c'è l'amore a prima vista e chi ricorda un vecchio amore che non c'è più, c'è chi fa l'amante innamorato di qualcuno che vuole solo un amante (questa è una grande hit di qualsiasi generazione), c'è anche il ragazzo innamorato di una poliamorista che non riesce ad accettare il poliamorismo (su questo potremmo aprire un dibattito eterno, ma conosco DAVVERO persone che si sono lasciate per questo motivo, quindi quando ho visto finalmente questa storia ero strabiliata).
Se davvero volete sapere cosa fanno i trentenni dietro i loro paraventi, se davvero immaginate che passino le loro serate unicamente sul divano a guardare Netflix, questo libro distruggerà ogni vostra certezza.
Davvero davvero bello.