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giovedì 28 dicembre 2017

Cose realmente avvenute! Me l'hanno giurato! "Pane e acqua"! (E sappiate che è uscito un mio racconto sull'anno nuovo in un'antologia digitale a scopo benefico).

 In queste giornate infuocatissime (sono divisa tra la voglia che il Natale non finisca perché non me lo sono ancora goduto, e l'attesa spasmodica della sua fine), non sto riuscendo ad aggiornare moltissimo il blog.

 In realtà nel mese di dicembre ho fatto varie cose dietro le quinte, una di esse ha visto la luce oggi e si tratta di un racconto inserito in un'antologia digitale curata da La Matita Rossa, la mia agenzia letteraria.

 Io e gli altri autori che l'agenzia rappresenta abbiamo scritto un racconto sul tema dell'anno nuovo a testa.
 L'intero ricavato verrà devoluto a progetti per l'istruzione dei ragazzi e bambini tramite Save the children.
 Al link potete trovare l'e-book da comprare et scaricare:


 Magari iniziare il 2018 con un atto di beneficenza è di buon auspicio per un anno migliore, con meno odio a serpeggiare nel mondo e più  solidarietà.

 Detto ciò, ecco a voi una vignetta realmente avvenuta ad un libraio (Emanuele di Monterotondo) in questi giorni.
 Cose realmente avvenute! Me l'hanno giurato! "Pane e acqua"!



lunedì 25 dicembre 2017

giovedì 21 dicembre 2017

"Natale in libreria è...", cartoline dalla libreria 2017! Una serie di vignette faticose, velociste, pacifiste, svociate e piene di sogni inquieti.

 Ed ecco, prima di andare a tumularmi in libreria anche in questa fausta giornata, posto le cartoline dalla libreria di questo Natale.

 Visto che ogni tanto bisogna ricordarlo: AMO il lavoro in libreria e sono una di quelle che ha avuto la fortuna di fare (quasi) quello che voleva, questo non toglie che si possa ridere di quello che succede ogni giorno, senza offendere nessuno.

 Così, lo ricordo random, che non si sa mai.

 Le cartoline dalla libreria di quest'anno sono ispirata a quella serie di libri di Lisa Swerling e Ralph Lazar "Amicizia è...", "Amore è..." "Felicità è..." ecc.

 "Natale in libreria è...", cartoline dalla libreria 2017! Tutte per voi! 







martedì 19 dicembre 2017

I consigli per il Natale 2017 parte III! Libri per chi ama il Natale, per bambin* costruttor*, per chi ama il Giappone, per chi vuole fare una bella figura e per chi ha a che vedere con non lettori!


Al limite limitissimo, esattamente come ogni anno, giungo con la terza e ultima infornata di consigli natalizi!


 So di aver lasciato fuori tantissime categorie, ma si fa quel che si può, intanto vi ricordo che, nel caso, anche i miei due libri "Quanti dolori, giovane libraia!" 001 edizioni e "Litania per un lettore lamentoso" ed. Verbavolant, sono un valido regalo per grandi e piccini (momento autopubblicitario).

 Bando alle ciance che devo finire i biscotti di Natale che oggi è il mio giorno di libertà!


 A voi!

"DODICI RACCONTI DI NATALE" di Jeanette Winterson ed. Mondadori:

 Mi ha fatto strano vedere un libro di Natale scritto da Jeanette Winterson.
 Non pensavo che una scrittrice così malinconica fosse interessata alla festa preferita di chi ha l'allegria a mille, ama le luci e i cenoni, il caos, le luminarie, le serate coi biscotti e via dicendo.
 Invece mi sbagliavo.

 Se c'è un libro da regalare a un vero appassionato del Natale, quest'anno, è proprio il suo: "Dodici racconti per il Natale".

 Trattasi di un mix di racconti molto vari: autobiografici, storici, favolistici e di fantasmi.
 Forse però la parte migliore è quella delle ricette. 

 Con animo ancora più insolitamente natalizio, la Winterson infatti, abbina a ogni storia un tipico piatto di Natale.

 Rivistissimo direte voi.
  Il bello però è che a ognuno di essi è abbinato un piccolo aneddoto natalizio che potrà stupire molto chi conosce la storia familiare della scrittrice: non riconosciuta dai genitori, viene adottata in fasce da una religiosissima coppia, i signori Winterson.

 Descritti nei suoi vari libri come persone molto rigide, avevano, come tutti gli esseri umani, anche dei lati teneri che escono fuori in queste ricette natalizie: i mince pie di Mrs Winterson, sorta di torte a base di carne e frutta candita, nate dall'ossessione della signora per le scorte dei tempi di guerra, che non smise mai di ammassare, oppure la zuppa allo sherry di Mr Winterson che si cimentava nella preparazione della zuppa inglese.

 Ci sono i ravioli cinesi della libreria Shakespeare and Company, o le ricette personalissime come il salmone affumicati della vigilia e i biscotti salati al formaggi dell'ultimo dell'anno.

 Posso assicurarvi che gronda spirito natalizio da ogni poro ed è scritto magnificamente, come ogni volta.

 Per chi è: Per chi ama smodatamente il Natale e lo aspetta tutto l'anno.


"CONEY ISLAND BABY" di Nine Antico 001 edizioni:

 In questi tempi di caso Weinstein è apparso abbastanza chiaro che molte persone non hanno ben chiaro il confine tra molestia e "legittima" avance.

 Non solo, ho scoperto che non siamo molto lontani dall'età vittoriana, quando attrici, ballerine e affini avevano minor credibilità agli occhi della gente in quanto donne di dubbia fama.

 Insomma, gente che lavora col proprio corpo, in un ambiente ambiguo, che moralità puoi aspettarti?

 Anche per questa confusione che regna un po' sovrana sul rapporto tra i sessi, specialmente in ambito artistico (un ambito, dove, se ho ben capito, agli occhi dei più è giustificabile che le cose vadano "in un certo modo, perché si sa quindi poi non potevi lamentarti di non saperlo"), penso sia molto interessante regalare e regalarvi questo natale la nuova graphic novel di Nine Antico: Coney Island Baby.

 In essa scorrono parallele le esistenze di due icone erotiche degli anni '50-'60: Betty Page e Linda Lovelace.

 Betty Page è praticamente la madre di tutte le pin up moderne, quella che ha donato loro un'intera, inarrivabile, irripetibile, iconografia. 
 Linda Lovelace è invece la protagonista del primo film porno della storia ad aver sdoganato il genere e ad avere un successo da cinematografia mainstream: "Gola profonda".

 La Antico (il cui libro precedente "Il gusto del paradiso" non mi è era piaciuto per niente) è molto brava nel raccontare due storie complesse lasciando al lettore il giudizio finale.

 Linda Lovelace fu abile manipolatrice o triste vittima degli eventi e di un marito violento? 
 E cosa ne è stato di Betty Page, meteora bruciante di un erotismo ancora incredibilmente moderno, convertitasi di colpo al cristianesimo e inghiottita da un volontario oblio?
 Dettagliato, interessante, moderno. Consigliatissimo.

 Per chi è: Per chi ama le belle graphic novel, per chi è appassionato di Pin Up e celebrità e per chi si chiede "Che caspita sta succedendo?" ogni volta che sente parlare dell'affaire Winstein.


"PUBBLICITA'!" a cura di D. Cimorelli e S. Roffi ed. Silvana:

 Ogni anno, puntualmente, arriva la classica persona che deve fare un "regalo costoso".
Non importa che libro sia e di cosa tratti, basta che costi molto. 

Ad alcuni basta che "sembri" costoso, ma non lo sia (anzi, è meglio così), per molti altri, invece, deve costare un sacco e rimangono molto delusi quando non trovano edizioni di pregio sui 300 euro (che solitamente si evitano di tenere perché nessuno guarda neanche di striscio).

 Per il Natale di quest'anno, il regalo "costoso" (ma che viene in realtà 28 euro) o comunque vistoso che vi propongo è il catalogo di una splendida mostra a Mamiano di Traversetolo, in provincia di Parma, sulla pubblicità italiana tra il 1890 e il 1957.

 Dal momento in cui apparvero i primi manifesti pubblicitari affissi sulle strade, fino al secondo dopoguerra, si può sfogliare una galleria artistica eccezionale.

 Prima che schiaffare una donna più o meno nuda anche per pubblicizzare un thermos o una cornice da muro, diventasse l'unica idea fissa e poco originale di eserciti di grafici e pubblicitari (e delle aziende che pretendono cose del genere), i manifesti erano roba sperimentale, appariscente, molto artistica, splendida, attraente e attrattiva.

 Una carrellata dal liberty ottocentesco all'essenziale della povertà anni '40.

 Per chi è: Per gli amanti dell'arte, della grafica e delle tecniche comunicative o, random, per qualcuno a cui dovete fare un regalo vistoso.


"ONNAZZAKA" di Fumiko Enchi ed. Safarà

 Fumiko Enchi è una di quelle storiche scrittrici giapponesi che in Italia purtroppo vedono traduzioni sporadiche o lontanissime nel tempo (addirittura la maggior parte delle sue risalgono ai lontani anni '50, il suo periodo d'oro nel panorama letterario nipponico).

 Safarà edizioni ha ripubblicato "Onnazzaka- Il sentiero dell'ombra", la storia di Tomo, moglie di Yakitomo, ricco funzionario giapponese con una passione per le donne e, diremmo ora, la sensibilità di un cinghiale morto.

 Accade infatti che Tomo riceva dal consorte l'infausto compito di cercargli una concubina.
 E' solo l'inizio di una vita fatta di continui tradimenti del marito e di autocontrollo imposto da una società fortemente rigida e maschilista.

 Il sentiero dell'ombra del titolo è quello nel quale, col passare del tempo, la povera Tomo si avvia, fino al momento della sua morte, quando i nodi verranno al pettine.

 So che pare una recensione preimpostata, ma c'è poco da fare, i libri giappi hanno la loro forza nella scrittura scorrevole e non in trame inutilmente complesse.

 Per chi è: Per gli appassionati del Giappone che sono stufi di ricevere, ogni Natale, il piccolo e costoso Einaudi di Murakami, magnificamente illustrato, ma davvero troppo corto.


"STAMPA CON LA MACCHINA DI GUTENBERG" di Stefano Trainito ed. Gribaudo:

 I bambini moderni hanno molte gatte da pelare.
 O almeno è quello che penso io ogni volta (frequentissimo) che si presenta un genitore affetto dalla psicosi dilagante "Libro da maschio" "Libro da femmina".

  Praticamente passi più tempo a spiegare perché un libro vada bene sia per maschi che per femmine (ma tanto alle fine sceglieranno in base al colore della copertina o al sesso dello sventurato protagonista) che a consigliarli per altri pregi.

 Le case editrici, non si capisce se per complicità e marketing o per rispondere a un bisogno diffuso (scusate, ma secondo me, continuo a dire, folle li assecondano creando "linee da femmine" e "linee da maschi".

 Per una come me che da bambina ha sempre patito i giochi "da femmine" che continuavano a rifilarmi (bambole, barbie, bambolotti piangenti e via discorrendo), penso che adesso sarebbe l'inferno: almeno i libri e i fumetti, all'epoca, erano ancora gender neutral.

 Gli unici libri che invidio ai bambini odierni, rintronati da aspettative di genere o da libri per bambini intelligentissimi figli unici di degni genitori tigre, sono quelli in cui, oltre a imparare, costruisci qualcosa.

 Quelli in cui costruisci i castelli, le macchine di Leonardo da Vinci, i razzi!!!

 Questi giorni è arrivata una piccola perla: "Stampa con la macchina di Gutenberg", un libro che spiega la nascita della stampa e permette di costruire un prototipo in cartoncino fustellato del torchio di Gutenberg.

 Assicuro, conoscendo la storia di Gutenberg (inventore poi scippato della sua invenzione da un perfido assistente in combutta col finanziatore) che i pupi non si annoieranno e anzi, penso, troveranno affascinante capire il sistema di stampa col modellino provvista dalle lettere in gomma che stampano davvero!

 Per chi è: Per bambini, bambine, ma anche appassionati di grafica (o da donare alla propria biblioteca per qualche laboratorio sui libri)!


LA COLLANA BLISTER ed. Agenzia Alcatraz:

 Tocca sempre il consiglio per il regalo libresco a chi i libri proprio non vuole vederli manco in cartolina.

  Parenti e amici a cui dovete fare un regalo per forza (solitamente i parenti), ma è difficile trovare qualcosa sotto i 10 euro che non sia un pensiero che finirà ri-regalato a terzi il 26 mattina.
 Ebbene, Agenzia Alcatraz, per questo natale ha fatto uscire una serie di libri che raccolgono piccole perle dei personaggi più nazionalpopolari che l'Italia possieda.

 Potete scegliere tra Totti (attenzione, non sono barzellette, ma proprio esternazioni der pupone, es "Sei unica!", dalla celebre maglietta dedicata a Ilary), Vasco, Paolo Villaggio e... Sandro Pertini.

 Immagino che l'ultimo sia un regalo per parenti un po' più impegnati, ma potrebbe anche essere un interessante dono per il parente o amico populista, così, almeno, quando deve attribuire qualche citazione a Pertini (che NON era populista) non prende collage inventati da qualcuno sul magico webbe, ma ha una fonte scritta.

 In ogni caso, ve lo assicuro: con Totti e Vasco vi siete messi a posto con gran parte della popolazione italiana.

 E magari il libro riuscite anche a non farglielo riregalare (o almeno a farglielo scartare che un anno ho avuto problemi a ottenere almeno quello).

Per chi è: Per chi ha una passione smodata per Vasco-Totti-Villaggio-Pertini e per i non lettori che volete condurre sulla retta via della lettura.


 E, per finire, spero di aver aiutato qualcuno!

Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Allontanati".

Ed ecco che finalmente torno a postare una nuova vignetta.
 Questi giorni ne sto vedendo di ogni, purtroppo il tempo tiranno mi impedisce di fare gli adeguati resoconti e le adeguate vignette, ma prima o poi recupererò.
 Inizio con oggi.
 Cose realmente avvenute! Lo giuro! "Allontanati"!

Ps. Il titolo del libro cercato è stato cambiato ovviamente.




domenica 17 dicembre 2017

La giovine libraia ospite da Sit'N'breakfast a Firenze il 22 Dicembre per presentare "Litania per un lettore lamentoso"!

 Domani dovrei infine riuscire a postare, purtroppo, come ogni natale sono stata fagocitata dal delirio generale e tutti i miei buoni propositi di post sono svaniti.

 Peraltro, forse sarà l'età che avanza, ma quest'anno sono particolarmente dispiaciuta per l'andazzo che ormai da quando lavoro in negozio hanno preso i miei natali: la scomparsa totale dello spirito natalizio.

 Io non sono una di quelle che si è mai entusiasmata particolarmente però insomma almeno un po' di differenza prima la sentivo. Adesso mi accorgo principalmente che lavoro il decuplo e fiuuuum in un momento è la befana.

 Il tempo vola e nessun panettone, nessuna playlist natalizia e nessun film riescono a calarmi nel mood. Sigh.

 Un po' ci terrei.

 Comunque questo post in realtà era per dirvi che il 22 DICEMBRE alle 18 sarò ospite di Sit'N'breakfast a FIRENZE (Via San Gallo 21/R) per un aperitivo in cui presenterò "Litania per un lettore lamentoso"!

 Non vedo l'ora!!
 Accorrete numerosi!!
Sotto vi posto la locandina in cui la mia faccia appare festante, circonfusa di gloria.




mercoledì 13 dicembre 2017

Babbo Natale non hai vinto! Chi vi porta i regali sotto l'albero oltre al barbuto anziano? Otto (e altre) creature magiche che ogni anno lasciano i loro doni tra Europa del nord, del sud e del centro!

 Stanotte è passata Santa Lucia, io avevo ordinato per dolcemetà, che la festeggia con ardore, un regalo ben 20 giorni, ma ovviamente si è guardato bene dall'arrivare in tempo.


 In realtà prima di trasferirmi al nord non sapevo di questa usanza, a macchia di leopardo al nord e in alcune parti del sud, che vuole santa Lucia portatrice di doni ai bambini, e ieri, grazie ai molti commenti ad un post che ho pubblicato su fb, ho scoperto che Babbo Natale non ha ancora fagocitato del tutto i suoi colleghi magici di tutto il mondo.

 Ho avuto perciò l'idea di un post su alcuni dei principali portatori incantati di doni durante le feste.

 Ce ne sono molti più di quel che si pensa!

BABBO NATALE:

 Non ho mai provato eccessiva simpatia per Babbo Natale, probabilmente perché sin da bambina mi è stato detto che non esisteva ed era una falsa creatura fatata inventata dalla coca cola per vendere (ho saputo la storia di Santa Klaus solo adulta e perciò non ha nessun appeal su di me). 

 Inoltre, ricevendo i regali il giorno della befana, ma avendo passato quasi tutti i natali della mia infanzia a Napoli, dove invece i miei cugini ne scartavano copiosi il 25 sera mentre io rimanevo senza niente, mi è rimasta proprio un'atavica antipatia.

 E' difficile fare un sunto sulle origini di quella che è ormai la figura magica più popolare tra quelle che portano i doni, ma sostanzialmente si tratta di San Nicola vescovo incrociato con una figura pagana di origine nord europea.

 Perché proprio san Nicola? Un vescovo cristiano in Asia minore le cui spoglie vennero trafugate dai baresi, tuttora a lui devoti con entusiasmo?

 I motivi sono legati a due leggende.

 La prima (simile a quella di San Valentino) vuole che San Nicola abbia salvato tre povere giovani dalla zitellaggine (o dal meretricio, a seconda della leggenda) donando loro tre palle d'oro. Le tre ragazze infatti non avevano dote alcuna e, altrimenti, sarebbero state avviate a un destino avverso.

 La seconda leggenda è, ovviamente, creepy. Pare infatti che San Nicola abbia resuscitato tre bambini uccisi e messi sotto sale da un macellaio malvagio.

 L'iconografia da spirito dei boschi con corona di bacche e vestito verde (poi diventato rosso grazie alla pubblicità della coca cola), deriva invece dall'incrocio con alcune tradizioni nordiche pagane che lo vorrebbero uomo tramutato in felice spirito boschivo intento a donare gioia ai bambini coi suoi doni.

I consigli sono: "La vera storia di Babbo Natale" di Alfio e Michele Maggiolini e "Babbo Natale" di Nicola Lagioia.


 LA BEFANA:

 La befana è in assoluto il mio spirito magico preferito, quello della mia infanzia.
 Dalle mie parti era assai più popolare di Babbo Natale, tanto da arrivare (credo arrivi tuttora) ogni 6 gennaio mattina, direttamente in stazione con apposito treno.

Da lì si spostava in piazza, dove veniva allestito un palco ove incontrava tutti i bambini e consegnava loro un dono ciascuno.

 Era così popolare che il pomeriggio c'era anche quella che mia madre chiamava "la befana fascista" ovvero una befana specifica per i pargoli dei simpatizzanti di Alleanza Nazionale che riceveva nella sede del partito o al centro anziani (ovviamente non sono mai stata portata).

 Al nord tutti mi chiedono se non fosse triste ricevere i regali solo il 6, in realtà era ancora meglio perché avevi la trepidazione delle feste fino all'ultimo. 

 Senza contare che il giorno della befana lo passavamo dai miei nonni che ci facevano trovare cannelloni, calze di dolciumi prese a piazza Navona a Roma e regali. Un povero amico di famiglia era anche costretto a vestirsi da vecchiarella che portava le calze prima di pranzo.

 Era insomma una roba incomparabile con la sera di Natale dove non c'erano calze, spettacoli in piazza e treni in arrivo.

 In ogni caso da dove viene la vecchina che cavalca la scopa? Ovviamente dal mai scomparso mondo pagano e, in particolare, pare alla figura della dea Diana che pare sorvolasse la terra proprio nei giorni per noi natalizi.

 L'anno scorso feci un post sui libri dedicati alla befana e ve lo linko di nuovo, trovate lì suggerimenti libreschi in abbondanza.

 I RE MAGI:

 I re magi in Italia non sono molto considerati all'infuori della loro presenza sul presepe.

I più appassionati della tradizione presepistica passano dicembre a spostare i re Magi sui loro cammelli sempre più vicini alla grotta, fino al momento in cui arriveranno a rendere omaggio a Gesù Bambino (e allora le statuine si cambiano: via i cammelli, tutti in ginocchio).

 Come detto qualche post fa, non si sa bene chi fossero questi magi, se re o addirittura sacerdoti di qualche religione medio-orientale (o addirittura più lontana), certo è che appaiono in uno dei vangeli sinottici, quello di Matteo ed "esistono" perciò a pieno titolo nella tradizione cattolica (non come il bue e l'asino che fanno parte dell'immaginario, ma sono nominati "solo" in quelli apocrifi).

 Peraltro ce ne parla uno dei due evangelisti che conobbero davvero Gesù, san Matteo, quindi sono particolarmente doc dop.

Tuttavia da noi rimangono solo affascinanti figure di contorno, mentreTuttavia da noi rimangono solo affascinanti figure di contorno, mentre è in Spagna che vivono il loro momento di gloria: sono infatti loro, all'epifania, a portare doni ai bambini.

 La tradizione peraltro, è abbastanza vistosa: il 6 gennaio infatti, sfilano per molte città spagnole le cosiddette Cabalgata de Los Reyes Magos.

 Carri allegorici e figuranti, un po' in stile carnevale nostrano, sfilano assieme ai re magi e, nel mentre vengono distribuiti caramelle e dolciumi.

 Esiste anche un dolce tipico: il Roscòn do Reyes! 
 Una sorta di ciambella glassata e ricoperta di frutta candita. All'interno viene nascosto anche un piccolo regalo che porterà fortuna a chi lo troverà (immagino siano attenti a non strozzarsi). 

 Altro dolce tipico natalizio (che ho anche mangiato) sono i polvorones. Esternamente sono incartati come i sospiri sardi, ma pam! bisogna schiacciarli e polverizzarli. E poi mangiarli in qualche modo.
 Letture consigliate: il già consigliato saggio "Re magi" ed. Marsilio e "Cucina spagnola" di Manuel Vazquez Montalbàn.


SANTA LUCIA:

 Prima di trasferirmi al nord, ricordavo che il 13 dicembre era santa Lucia solo perché, nel mio paese, vi si svolge una delle due grandi fiere annuali, perciò, solitamente saltavo scuola.

Ignoravo completamente avesse un qualche ruolo natalizio.

 Poi, una volta trasferitami al nord, essendo dolcemetà bresciana, ho scoperto che, in alcune zone a macchia di leopardo, delle regioni nordiche, essa è una sorta di befana.

 Munita di pratico nastro a coprirle gli occhi non in ottime condizioni, ella va in giro, la notte del 13, a cavallo di un asinello, e lascia i doni ai bravi bambini. Usanza vuole che venga lasciato sul tavolo del cibo per lei e qualcosa per il povero animale affaticato.

 Probabilmente avendo conosciuto questo ruolo della santa solo da adulta, continuo a essere perplessa dal fatto che una santa senza occhi porti doni ai bambini, trovandola una cosa vagamente spaventosa. 

 Alcuni mi hanno spiegato che sostanzialmente santa Lucia è vista un po' con l'iconografia svedese: vestaglia bianca e candele in testa a mò di corona, ha gli occhi al suo posto e la storia che abbia subito martirio viene vagamente omessa.

 Altri invece mi hanno raccontato storie inquietanti a base di cenere. Pare infatti che i genitori li terrorizzassero dicendo che se avessero cercato di incontrare la santa, ella avrebbe lanciato loro della cenere negli occhi rendendoli ciechi!

 Dolcemetà mi ha raccontato che nei giorni precedenti al 13 la santa scampanellava per casa per poi svanire lasciando monete d'oro di cioccolata.

 Sulla pagina di fb, i siciliani mi hanno raccontato che invece da loro usa mangiare cibo in cui non sia implicato del grano, ma insomma considerando marzapane, arancini, panelle e altro, non credo debba essere una grande privazione!


GLI JOLASVEINAR:

 In Islanda a portar doni, oltre a Babbo Natale, ci sono ben tredici folletti che derivano dalla tradizione popolare islandesi.

 Figli di due troll non proprio benevoli, fino ad un secolo fa, non erano necessariamente carini coi bambini e non era affatto detto portassero loro dei doni.

  Poi col passare del tempo la loro funzione malvagia si è sostanzialmente attenuata e adesso sono tredici piccoli elfi che, nei tredici giorni prima di Natale, calano nelle città a lasciare un regalino ciascuno ai bambini.

 Così come sono calati uno alla volta, a partire dalla notte di Natale se ne tornano in cima alle montagne dove vivono, e l'ultimo, il 6 gennaio, già che c'è porta via con sé le feste.

 Il consiglio in merito non può che essere una raccolta di fiabe islandesi, in questo caso delle edizioni Iperborea.


CHRISTKIND:


Ricordo che da bambina effettivamente avevo notizia di qualcuno a cui i regali li portava Gesù Bambino.
 Non mi era chiaro perché avvenisse visto che Gesù era impegnato a nascere e, al massimo, i doni bisognava portarli a lui, ma non era materiale di discussione.

 A quanto pare ci sono dei paesi della mitteleuropa dove, almeno fino al recente passato, la tradizione di Gesù portatore di doni era abbastanza forte. Per la precisione il Christkind dovrebbe essere una sorta di angelo che compie la missione doni in nome del Bambino Gesù.

 Sembra che la sua diffusione fosse dovuta alla riforma protestante: niente più santi da venerare ergo niente più San Nicola portatore di doni.

  Bisognava trovare un sostituto e venne scelto Gesù in persona e, col tempo, l'oneroso compito passò ad un angelo boccoluto.


IL KRAMPUS:

Ho scoperto l'esistenza del Krampus, curiosa figura demoniaca natalizia, solo un paio di anni fa tramite un articolo su fb.

 Si tratta di una figura malvagia legata al culto di San Nicola diffusa dall'estremo nord-est d'Italia in poi.

 Chi sono i Krampus? 

 Demoni che partecipano alle processioni della festa di san Nicola il 5 dicembre e fanno il lavoro sporco. 

 San Nicola dona regali e dolci ai bambini buoni, i Krampus, creature spaventose dalle grandi corna, spaventano quelli cattivi e regalano loro carbone, proprio come la befana.

 A quanto pare in alcune processioni, al calar del sole, San Nicola se ne va e lascia ai Krampus campo libero. Essi quindi scorrazzano per le vie del paese a dar la caccia a giovani e bambini, inseguendoli con randelli e chiudendoli, talvolta, in gabbie apposite.

 Anche in questo caso, come in quello di santa Lucia, pare che i Krampus abbiano origine dai culti pagani legati al solstizio d'inverno.

  Per la serie: nel momento più buio, quando tutte le forze del bene scompaiono, i diavoli imperano.

Il consiglio è: "Tenebroso Natale" di Eraldo Baldini e Giuseppe Bellosi ed. Laterza, saggio sul Krampus e i suoi fratelli.


ZWARTE PIET:

Un lettore della pagina fb mi ha segnalato questa figura del folklore olandese: Zwart Piet.

Zwart Piet è l'aiutante del babbo Natale olandese, Sinterklaas, che giunge la notte tra il 5 e il 6 dicembre a portare doni ai bambini buoni. Il fatto è che, curiosamente, Zwart Piet ha le fattezze di un moresco della Spagna dell'età moderna.

 Non solo, ma pare che mentre noi immaginiamo Babbo Natale in Lapponia e la Befana non si sa dove, Zwart Piet e Babbo Natale abbiano per gli olandesi casa in Spagna!

 Negli ultimi anni però che questo personaggio, popolarissimo in patria, è stato tacciato di razzismo e vi siano state numerose rimostranze che però non hanno sortito effetto al momento.

 E voi quale creatura fatata festeggiate? Chi vi porta i regali ogni Natale? Testimoniate!


martedì 12 dicembre 2017

I consigli di Natale 2017 parte II! Un'infornata a base di racconti da ridere, dottorandi, millennials cinesi, monopoly di Tex, imbusastorie, Michelle Hunziker e Mumin invernali.

 Dopo questa settimana di assenza dovuta all'ininterrotto ciclo lavoro-fiera della piccola e media editoria-lavoro, torno con una valanga di consigli natalizi, che qua siamo già al 12 e il tempo stringe.
Io e i gli editori della Tsunami edizioni che riproduciamo
dal vivo la vignetta che avevo immaginato al Salone di Torino
con loro. Yeah! Foto by Luciana Spanu (lettrice della pagina)

 Domani dovrebbe esserci la terza e ultima e spero di aver coperto il maggior numero di opzioni possibili.

 In tutto ciò, brevemente, volevo dire che la fiera della piccola e media editoria, dopo tanti anni che non riuscivo ad andare, rimane molto bella.

 Quest'anno era la prima volta che si faceva alla nuvola di Fuksas (che ho scoperto essere un'attesa e celebre costruzione che però, personalmente, non mi è sembrata stravolgente) e sicuramente devono migliorare molte cose, una su tutte: non è ammissibile che della gente faccia ore di fila per entrare.

  Va bene i controlli di sicurezza, ma a Torino sono molto più organizzati e veloci.

 Per il resto tante persone, begli incontri, la solita penuria di caffè (non capisco perché non vengano messe delle macchinette con le cialde a pagamento, farebbero i miliardi) e tante persone che sono venute a trovarmi o che ho incontrato agli altri stand.

 Ringrazio tutti tutti quanti, la 001 edizioni e la Verbavolant (che non sono solo degli editori, sono delle macchine da guerra da fiera, penso venderebbero il ghiaccio agli eschimesi sul serio).

 Bene, ora che ho finito il momento discorso all'oscar, godetevi i consigli natalizi di oggi!


LANTERNE IN VOLO di Alec Ash ed. Add editore:

 Una quindicina di anni fa, a scout, venni sottoposta (non ricordo perché) a una sorta di gioco di previsione del tempo: dovevamo immaginare il mondo vent'anni dopo.

 Ricordo chiaramente che, senza un motivo specifico (non ero né esperta di questioni economiche e ignoravo discretamente la storia d'oriente), dissi con certezza che "i cinesi sarebbero diventati più ricchi". Ovviamente non potevo sapere quanto ci avrei azzeccato.

 Tuttavia non avevo un'idea dell'oriente come di un luogo povero e non sapevo nulla della sua storia post-comunista.

 Tutto quello che sapevo della Cina proveniva dai romanzi che leggevo: o molto vecchi o molto nuovi. A quindici anni ero rimasta molto affascinata da "Shangai baby", un resoconto su alcuni giovani universitari cinesi con velleità artistica e avevo continuato a cercare (e a trovare) libri simili.

 In questi giorni ho trovato un libro simile, sebbene, curiosamente, meno rivoluzionario: "Lanterne in volo".

 I millennials cinesi infatti non sono poi così diversi dai loro coetanei occidentali: una generazione, la mia, che riassumerei nel vecchio detto "L'acqua cheta smove i ponti".

 I sei protagonisti di "Lanterne in volo" vengono da parti estremamente lontane della Cina, eppure incrociano il loro cammino in più occasioni: studiano, sognano, vincono, perdono, si arrendono, subiscono rallentamenti, ma, soprattutto una quantità di pressioni sociali che noi occidentali subiamo solo in parte.

 Se per noi l'assedio del "Quando ti sposi?" è ormai una guerra che genitori e nonni hanno capito di aver perso su tutta la linea, finalmente, anche la pressione del figlio per forza, altrimenti non sei una "persona compiuta", sta iniziando a vacillare (tutti a parlare del problema della crisi, ma molto più semplicemente i millenials faticano a vedere il lato positivo di quello che sembra solo l'inizio della distruzione dei loro sogni, almeno per come ce la mettono), per i trentenni cinesi, spesso figli unici intenti a badare a genitori e nonni in solitudine, metter su famiglia rimane un imperativo categorico.

 Come sopravvivere a tutto ciò?

 Non ultimo, molto interessante il rapporto tra millennials e i ricordi della rivolta di piazza Tienanmen.
 Rispetto, ma anche perplessità: come sapere a cosa avrebbe portato quella rivoluzione se si fosse compiuta? Non finisce sempre bene, si sono detti, forse è meglio rimanere al sicuro, pensano. Per ora.


MUMIN di Tove Jansson ed. Iperborea:

 Immagino che molti ricorderanno questi personaggi inventati dalla scrittrice finlandese Tove Jansson. Metto subito le mani avanti: io no.


 Non so se sia colpa del mio rintronamento o se ho proprio saltato il momento storico, ma oscuramente riconosco il disegno senza saperlo però collegare ad altro.


 Ho scoperto della loro esistenza leggendo "Fair play", uno dei libri da "adulti" di Tove Jansson che racconta la quotidianità di una coppia lesbica di artiste avanti con l'età, ma molto molto attive.

 Considerando che la Jansson ebbe una lunghissima storia d'amore con l'ex compagna di studi e artista Tuulikki Pietila, immagino ci fosse molto d'autobiografico.

 In ogni caso, i Mumin, sorta di soffici ippopotami bianchi, in Scandinavia e pare anche in Giappone sono famosissimi, talmente tanto da avere un parco a tema.

  In Italia i fumetti hanno avuto alterne fortune e finalmente sono stati rieditati da Iperborea.

 Il primo della serie, "Follie invernali", è praticamente perfetto per il Natale: racconta infatti delle disavventure dei Mumin alle prese col signor Brio, omino che adora l'inverno, la neve e le sciate e vuole goderseli a tutti i costi. Tutti.

Per chi è: per bambini, per grandi nostalgici e per gli appassionati di fumetti vintage.


UNA VITA APPARENTEMENTE PERFETTA di Michelle Hunziker ed. Mondadori:

 Non credevo che nella mia vita avrei mai recensito né tantomeno consigliato un libro di Michelle Hunziker, ma non bisogna mai e poi mai mettere limiti alla provvidenza.

 Non ho mai avuto una particolare passione per la Hunziker, ma, grazie ai Gente di mia nonna, anche io sapevo vagamente che, durante la crisi con Ramazzotti, era finita nelle grinfie di una setta.

 In realtà non avevo neanche ben capito fosse una setta, ma credevo, più blandamente, fosse una di quelle robe fuffologiche un po' blande a cui, di tanto in tanto, si affidano star e starlette in vena di sentirsi originali. Invece mi sbagliavo.

 "Una vita apparentemente perfetta" è talmente incredibile da un certo punto di vista, da sembrare la trama di un avvincente romanzo che uno scrittore italiano di talento avrebbe potuto inventare. Invece, mentre i nostri autori si perdono nei drammi dei borghesi o nelle profondità silenziose delle montagne, la vita vissuta li batte nettamente in originalità.

 La storia di una donna di successo della tv che finisce preda di una setta (una VERA setta, con riti precisi, principi parareligiosi, indottrinamento, vessazioni psicologiche e via dicendo) e vi rimane invischiata per anni nonostante tutti i tentativi di amici e parenti per tirarla fuori, che cade man mano preda di deliri spirituali e spiritici orchestrati da loschi personaggi in lotta tra loro, è qualcosa di incredibile nel vero senso della parola.

 A ciò si aggiunga che chiunque abbia aiutato la Hunziker a scrivere (immagino che non abbia fatto tutto da sola) è stato capace di dare al tutto un tono molto ansiogeno, ma non per questo romanzesco.
 Menzione di merito, in ogni caso a lei che, oltre ad aver avuto il fegato di parlare di una cosa del genere per filo e per segno, ha deciso di non assumere un tono da vittima degli eventi, ma di parziale complice delle sue disgrazie.

 Per chi è: per chi ama le "storie vere" o è appassionato di psicologia. Ce n'è da interrogarsi.

L'IMBUSTASTORIE ed. Abeditore:

 Ogni anno cerco di inserire nei miei consigli natalizi anche quello che considero il "consiglio jolly".

 Tutti hanno quei regalini senza impegno da fare a persone che non sono sconosciuti, ma neanche amici: legioni di colleghi, conoscenti della palestra, compagni di teatro, gente con cui per motivi vari ed eventuali intrattenete un frequente cordiale rapporto che comporta anche un "pensierino", possibilmente grazioso, possibilmente low cost.

 Ebbene, quest'anno la abeditore, in extremis, giunge ad aiutare le nostre tasche con una nuovissima collana: l'imbustastorie.
 L'idea è quella di una busta (che si può tranquillamente spedire) all'interno della quale sono contenuti tre fogli sfusi diversi su cui sono stampate tre fiabe magnificamente illustrate in uno stile un po' vintage.
 In più c'è anche una cartolina originale.

 Per ora le buste tra cui potete scegliere sono otto e la differenza sta nel luogo di provenienza delle fiabe in esse contenute: Catalogna, Provenza, Giappone ecc.

Foto illustrativa mia, guardate che spettacolo
 Il prezzo: 3,50 euro.

 Se volete effettivamente vedere cosa intendo con "buste da spedire con grafica stupenda" basta andare al sito apposito.
 Questi giorni me ne sono arrivate via posta alcune e sono BELLISSIME. Altro che stupidaggine presa da Tiger, qui sì che fate un figurone.

Per chi: per le persone a cui dovete fare un "pensierino" MA ANCHE per gli amici lontani a cui vorreste mandare qualcosa.

RACCONTI DA RIDERE aa. vv. Einaudi:

 Il settore di umorismo, sostanzialmente dimenticato per il resto dell'anno, vive un rinnovato momento di gloria ogni dicembre.

 Moltissime persone over 55, probabilmente memori dei bei tempi andati, quando le vignette di Forattini facevano scuola alle masse (ricordo che anche mio nonno aveva i suoi libri e da bambina li sfogliavo senza capirci niente), entrano in libreria con l'idea che un libro "che fa ridere" sia ancora un regalo gradito con cui non puoi sbagliare.

 Indicativamente non hanno sempre torto, ma ultimamente di Forattinate non ne escono molte. Ogni anno c'è il classico titolo che salva capra e cavoli (quest'anno Antonio Albanese), ma esistono anche altre soluzioni meno vintage.

 Se siete alla ricerca di un libro che "fa ridere" quest'anno Einaudi ha pubblicato una graziosa antologia di racconti esilaranti che raccoglie firme vecchie e nuove di livello: Cechov, Benni, Nora Ephron, Woody Allen, Fante, Umberto Eco e molti altri.
 Magari invece di regalare la decima copia de "Il milanese imbruttito" o "Se i quadri potessero parlare", potrebbe essere un'idea.

Per chi è: Per chi ama i bei racconti raffinati e i libri allegri (e posso assicurarvi che trovarne è sempre un'impresa).


MONOPOLY di TEX e TRIVIAL PURSUIT dei fumetti ed. Bonelli:


Questo Natale in verità, per gli appassionati di fumetti Bonelli è una gigafiesta per gli occhi: sono usciti  il libro tributo con le copertine di Dylan Dog e la biografia di Tiziano Sclavi.

 Tuttavia se temete che il vostro compulsivo amico abbia già tutto, potete tentare con due giochi freschi freschi di Lucca: il "Monopoly" di Tex (a cui è abbinato anche "Vendetta indiana") e il Trivial Pursuit dei fumetti (a cui è allegato un libretto sui personaggi Bonelli).

 Potreste trarne del beneficio anche voi: invece di giocare a tombola o al complicatissimo mercante in fiera, con questi pratici giochi alla persona giusta potreste aprirvi nuovi orizzonti.

 Per chi è: lo storico appassionato di Tex, amanti dei fumetti e nostalgici degli anni '80.


DIARIO DI UNA DOTTORANDA di Tiphanie Riviere ed. Clichy:

 Nel corso della mia esistenza ho conosciuto una quantità di dottorandi davvero notevole, talmente tanto che mi sono chiesta, a un certo punto, quanti ce ne fossero in Italia.

 In ogni caso il tratto comune a tutti era: placida tranquillità fino all'ultimo anno di dottorato, quando tutte le energie dovevano infine convogliare verso un testo di senso molto compiuto.

 Tiphanie Rivière racconta le vicissitudini di una dottoranda di belle speranze partita con le migliori intenzioni: finirò in tempo, non mi stresserò, ho una tabella di marcia precisa.

 Peccato che l'università francese, da un certo punto di vista, non sia troppo distante da quella italiana e regali tragicomiche perle tra professori, burocrazia, lezioni da seguire e da impartire.

 Senza contare quel delirio cervellotico nel quale si finisce nel momento in cui si studia per troppo tempo una cosa.
 All'inizio sembra fattibile poi ti rendi conto che potresti studiare in eterno anche la cosa più banale.
 Il momento "pozzo senza fondo" con le conseguenze del caso è dietro l'angolo.
 La graphic che ne viene fuori è agile, carina, divertente.

 Per chi è: tutti i vostri amici e parenti che stanno ancora studiando, se tesisti o dottorandi ancor meglio.

lunedì 4 dicembre 2017

Consigli di Natale 2017 parte I! Per amanti di storia, geografia, Jane Austen, Downton Abbey, religione, manga lgbt e belle storie YA.



 Prima di partire per Più libri Più liberi è giusto e doveroso iniziare a seminare i consigli di Natale, anche perché so che finirà come tutti gli anni: inizio verso il 3-4 dicembre e mi sento in super anticipo e in un attimo arriva il 22 e vi do praticamente i consigli per capodanno e la befana.



In questa prima infornata c'è, ahimè, poca narrativa, ma prometto che recupererò con la prossima.



 Intanto che si cominci!






"TERRE SCOMPARSE" di Bjorn Berge ed. Ponte alle grazie:

 Il mondo contemporaneo ci ha dato tanto, ma ci ha di certo reso orfani di un grande gusto: quello dell'avventura.

 Fino a non moltissimo tempo fa potevi ancora sperare di essere la prima persona a piantare la prima bandiera da qualche parte, poi un secolo scarso è bastato a uccidere ogni entusiasmo. 

 Non è un caso, secondo me, che il cosmo non ci interessi più di tanto: negli anni '60 la gente faceva il tifo per i cosmonauti, adesso quando una sonda fa qualche foto eccezionale, l'unica cosa che si è in grado di chiedere è, "Sì, ma quanti soldi ci è costato?".

 Tuttavia, il tarlo a qualcuno dev'essere rimasto visto che da qualche anno in libreria spopolano una serie di Atlanti: quello dei luoghi maledetti, delle isole misteriose, perdute, varie ed eventuali.

 Se avete tra i vostri amici un appassionato del tema, il libro per lui è "Terre scomparse", una saggio anche abbastanza cicciottello su stati che furono e che non sono più.

Lingue di terra che furono stati di nome e mai di fatto, stati di brevissima durata, città stato nate dalle guerre e solo per il tempo di una guerra (la città di Mafeking durante la guerra boera nel Transvaal a cui partecipò anche il fondatore degli scout, Baden Powell, ricordo ancora la canzoncina: "C'era la guerra, la guerra nel Transvaal, boeri contro inglesi e c'era un general larinsunfralalillalero"), regni dominati da principesse islamiche, come Bhopal, distrutti nel nostro secolo dai disastri di multinazionali senza scrupoli.

 C'è spazio anche per stati che furono e non sono più, come la ex Iugoslavia. Ricordo che quando studiavo geografia alle elementari il caos in tal senso era tale che ogni anno toccava aggiornarsi. Mai dimenticherò che per me il primo nome della Russia fu CSI: comunità di stati indipendenti!

Per chi è: per gli amanti della geografia e della storia.


"RE MAGI" di Franco Cardini ed. Marsilio:

 Vengono da lontano, da una galattica civiltà, su un cammello lampo, re magi col manto.

 Ricordo che da bambina, mio padre, costruttore di presepi molto belli (come molti napoletani) faceva lentamente avanzare i re Magi sulle creste delle montagne innevate del presepe. Ogni giorno più vicino alla grotta (sul finale c'erano le statuine inginocchiate, giù dal cammello).

 Ma chi erano davvero i re Magi?

 Al contrario di altri aneddoti e dettagli simili, in realtà contenuti nei vari vangeli apocrifi (come la presenza del bue e dell'asino), i Magi sono certificati dal Vangelo di Matteo in persona: 

 "Alcuni magi giunsero da Gerusalemme a Oriente e domandavano: "Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo."
 Un particolare a dir poco fiabesco che non dice molto della natura di questi lontani adoratori: magi stava per maghi o per re? 

 E da quale oriente provenivano? Come avevano saputo che seguendo una stella cometa avrebbero raggiunto una divinità nascente? E perché loro, di certo di altri credi, avevano sentito il dovere di venire a rendere omaggio al bambino divino di un'altra religione?

 Alcuni li vogliono sacerdoti di Zoroastro, profeta la cui religione era diffusa nella regione indoiranica, altri che fossero effettivamente dei re.
 Molti altri hanno fatto notare come invece l'idea stessa di uomini importanti venuti da molto lontano a rendere omaggio alla nascita di Gesù fosse fin troppo metaforica e carica di significati per credere che questi tre uomini siano esistiti davvero.

Per chi è: per chi ama i presepi, le curiosità storiche e il Natale come festività religiosa (ma detesta gli stucchevoli libri su quanto sia bello essere cattolici sotto le feste).


PER CHI E': Un saggio molto natalizio, anche per chi non crede, e specialmente indicato, secondo me, per chi ama il presepe.


"IL MARITO DI MIO FRATELLO" di Gengoroh Tagame ed. Panini:

 Se ci tenete a fare un regalo queer a un vostro amico/amica (anche non necessariamente gay, magari semplicemente pazzo dello show di RuPaul o appassionato di bei libri a tema) voglio consigliare per questo natale un manga e un libro tributo.

 Il manga è il primo di due volumi "Il marito di mio fratello", una sorta di piccolo bignami che bisognerebbe donare a tutte le sentinelle in piedi sotto l'albero (se non fosse che probabilmente ci farebbero un falò).

 Racconta la storia di Yaichi, giovane padre single della piccola Kana, che un giorno si vede piombare in casa il gigantesco canadese Mike, il marito di suo fratello appunto, appena defunto in quel della landa di Trudeau.

 Mike è venuto in Giappone a visitare i luoghi dell'infanzia del marito (anche se pare debba anche portare a compimento un'imprecisata promessa) e, malgrado Yaichi desideri tanto che l'infausto cognato schiodi da casa il prima possibile, nulla può davanti all'entusiasmo della figlioletta, letteralmente entusiasta della presenza di uno zio straniero.

 La storia smonta pezzo per pezzo tutti i pregiudizi che una persona etero che non ha mai conosciuto (o voluto conoscere, come Yuichi non hai davvero voluto conoscere il defunto fratello) persone gay può avere in merito.

 Il terrore di Yuichi, padre estremamente amorevole, è che appunto la figlioletta possa venire traumatizzata dall'idea che lo zio avesse un marito, tuttavia scopre che per la figlia tutto, una volta spiegato con parole adatte e semplici, è estremamente naturali. Quando aveva paura per lei, in realtà Yaichi temeva solo per sé stesso e i suoi limiti mentali.

 Del resto anche Yaichi soffre di una forma di discriminazione: in un paese estremamente maschilista come il Giappone, una volta divorziato, è lui a prendersi cura della bambina e della casa. Vive grazie alla rendita di un condominio ereditato che gestisce come amministratore e confessa a Mike di sapere che dopotutto "Non è un lavoro onorevole".

 La storia è dolcissima, la straconsiglio a tutti, anzi, forse più che all'amico gay in cerca di nuove letture è il caso di regalarlo a quel parente che sì ok portate il vostro compagno o compagna a cena e va tutto bene perché non può dire nulla, però, dio mio, qualcuno pensi ai bambini!

 Il libro tributo invece è "Love is love" ed è finalmente l'edizione italiana di una raccolta di disegni e fumetti di famosi autori di fumetti fatti apposta per questo volume, il cui ricavato va alle famiglie delle vittime della strage di Orlando. Per inciso, lo voglio moltissimo.

 Per chi è: L'amic* lgbt, appassionato di tematiche lgbt, ma anche il parente e amico che tutte le volte che vi vede vi chiede robe assurde tipo "Chi è la moglie e chi il marito" o "Come fanno sesso le lesbiche?" (esistono e sono tanti).
 Il libro tributo invece è per tutti gli amici che a Natale chiedono "non regali, ma opere di bene".


"LUCENERA" di Barbara Baldi ed. Oblomov e "L'ASSASSINIO DI FLORENCE NIGHTINGALE SHORE" di Jessica Fellowes ed. Neri Pozza: 

 Alzi la mano chi non ha l'amica amante di Jane Austen.
 Essa è una costante nella vita di ogni lettore, come lo è l'amante di telefilm e film sugli zombie per gli appassionati di serie e cinema.

 Ogni anno sapete che dovrete lanciarle, quale dono votivo, un libro a tema e, devo dire, per vostra fortuna lo sanno pure le case editrici che danno un senso all'esistenza delle fascette giusto in questi casi scrivendovi a caratteri cubitale: "SE AMATE JANE AUSTEN" o "PER GLI AMANTI DI DOWNTON ABBEY".

 Per la prima tipologia vi suggerisco un regalo un po' spericolato: "Lucenera" di Barbara Baldi. 

 Spericolato perché si tratta di una graphic novel, genere spesso snobbato dai non lettori di fumetti.
 Eppure la storia è fatta apposta per rubare il cuore a tutte e tutti gli appassionati della campagna inglese ottocentesca, delle trine, dei vestiti lunghi e accollati, delle vecchie zie che muoiono lasciando difficili eredità.

 La storia comincia quando una vecchia zia muore lasciando tutti suoi avere alle due nipoti: Olivia e Clara.

 Olivia riceve il denaro e Clara la tenuta, con grande scorno di Olivia che se ne va via indispettita. In realtà Clara non ha fatto questo grande affare: la tenuta infatti è morente e nessuno sforzo sembra riuscire a salvarla dalla rovina, nonostante a lei la ragazza sacrifichi ogni cosa, compreso il suo grande sogno di entrare in un'accademia di musica.

 La storia è graficamente bellissima, con toni molto scuri, illuminati solo in parte dalla ardenti luci di camini e candele, restituendo in tal modo la sensazione gelida e umida della sperduta brughiera inglese.

 Il ritmo procede con la giusta lentezza e le emozioni sono grandi, ma trattenute, proprio come conviene a qualsiasi signorina alla Austen.

 Di rapina vi lascio anche il consiglio "Downton Abbey" già testato sulla madre di dolcemetà, grandissima appassionata della serie (un grazie speciale a Neri Pozza che col suo catalogo ad hoc mi salva ad ogni ricorrenza): "L'assassino di Florence Nightingale Shore".

 La storia, che si basa su un omicidio realmente avvenuto, parte dall'assassinio di un'infermiera, la Florence del titolo, salita impellicciata su un treno e mai più scesa.
 Ad indagare sarà la diciottenne Louisa, ragazza a servizio della celebre famiglia Mitford, sì proprio quella della Nancy di "L'amore in un clima freddo".

 Jessica Fellowes (che manco a dirlo è la nipote del creatore di "DA") intreccia finzione, miti dell'aristocratica Inghilterra che fu, cronaca e tanta tanta, secondo me, furbizia.
 Farete un figurone e Jessica tanti soldi.

Per chi è: amanti di Jane Austen e "Downton Abbey".


"L'ULTIMA LEZIONE DI MISS BIXBY" di John David Anderson ed. Mondadori:

 Non è facile scrivere libri per i cosiddetti YA, non è facile sceglierli e non è facile regalarglieli, perciò spesso si passa per la via più facile: biografia di un cantante amato (anche a me fu regalata una biografia di Ligabue alle medie), biografia di youtuber amato, un'altra cosa, qualsiasi cosa non sia libro.

 Eppure, se il giovane lettore ama leggere o comunque lo fa volentieri, è un peccato deporre le armi.

 Se avete un 12-13-14enne in casa che non invoca l'Anticristo alla visione di un libro, "L'ultima lezione di Miss Bixby" può fare al caso vostro.

 Ci troviamo davanti a uno di quei rari libri in grado di parlare di insegnanti, scuola e buoni sentimenti senza che tutto non sembri assurdamente stantio o pesantemente posticcio.

 La storia è scritta dal punto di vista alternato (un espediente ultimamente molto amato) di tre giovanissimi studenti: Brand, Topher e Steve.

 Tutti e tre amano molto la loro giovane insegnante, miss Bixby, diversa da tutti gli altri: ha i capelli rosa, insegna in modo particolare, si appunta i sogni dei suoi alunni, sorride e legge libri fantasy.

 Purtroppo, prima della fine dell'anno scolastico, annuncia il suo ritiro: ha una grave incurabile malattia.

 I tre giovini, dopo un momento di sconvolgimento, tentano di ricostruire la sua ultima giornata perfetta, così come lei, durante una lezione l'aveva descritta.
 Certo, c'è di sguazzare nella tragedia e nei buoni sentimenti, ma i buoni sentimenti ultimamente sono molto sottovalutati e non trovo fuori luogo, almeno a Natale, ricordare ai ragazzi che essere gentili è il primo passo per essere delle brave persone.