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martedì 12 dicembre 2017

I consigli di Natale 2017 parte II! Un'infornata a base di racconti da ridere, dottorandi, millennials cinesi, monopoly di Tex, imbusastorie, Michelle Hunziker e Mumin invernali.

 Dopo questa settimana di assenza dovuta all'ininterrotto ciclo lavoro-fiera della piccola e media editoria-lavoro, torno con una valanga di consigli natalizi, che qua siamo già al 12 e il tempo stringe.
Io e i gli editori della Tsunami edizioni che riproduciamo
dal vivo la vignetta che avevo immaginato al Salone di Torino
con loro. Yeah! Foto by Luciana Spanu (lettrice della pagina)

 Domani dovrebbe esserci la terza e ultima e spero di aver coperto il maggior numero di opzioni possibili.

 In tutto ciò, brevemente, volevo dire che la fiera della piccola e media editoria, dopo tanti anni che non riuscivo ad andare, rimane molto bella.

 Quest'anno era la prima volta che si faceva alla nuvola di Fuksas (che ho scoperto essere un'attesa e celebre costruzione che però, personalmente, non mi è sembrata stravolgente) e sicuramente devono migliorare molte cose, una su tutte: non è ammissibile che della gente faccia ore di fila per entrare.

  Va bene i controlli di sicurezza, ma a Torino sono molto più organizzati e veloci.

 Per il resto tante persone, begli incontri, la solita penuria di caffè (non capisco perché non vengano messe delle macchinette con le cialde a pagamento, farebbero i miliardi) e tante persone che sono venute a trovarmi o che ho incontrato agli altri stand.

 Ringrazio tutti tutti quanti, la 001 edizioni e la Verbavolant (che non sono solo degli editori, sono delle macchine da guerra da fiera, penso venderebbero il ghiaccio agli eschimesi sul serio).

 Bene, ora che ho finito il momento discorso all'oscar, godetevi i consigli natalizi di oggi!


LANTERNE IN VOLO di Alec Ash ed. Add editore:

 Una quindicina di anni fa, a scout, venni sottoposta (non ricordo perché) a una sorta di gioco di previsione del tempo: dovevamo immaginare il mondo vent'anni dopo.

 Ricordo chiaramente che, senza un motivo specifico (non ero né esperta di questioni economiche e ignoravo discretamente la storia d'oriente), dissi con certezza che "i cinesi sarebbero diventati più ricchi". Ovviamente non potevo sapere quanto ci avrei azzeccato.

 Tuttavia non avevo un'idea dell'oriente come di un luogo povero e non sapevo nulla della sua storia post-comunista.

 Tutto quello che sapevo della Cina proveniva dai romanzi che leggevo: o molto vecchi o molto nuovi. A quindici anni ero rimasta molto affascinata da "Shangai baby", un resoconto su alcuni giovani universitari cinesi con velleità artistica e avevo continuato a cercare (e a trovare) libri simili.

 In questi giorni ho trovato un libro simile, sebbene, curiosamente, meno rivoluzionario: "Lanterne in volo".

 I millennials cinesi infatti non sono poi così diversi dai loro coetanei occidentali: una generazione, la mia, che riassumerei nel vecchio detto "L'acqua cheta smove i ponti".

 I sei protagonisti di "Lanterne in volo" vengono da parti estremamente lontane della Cina, eppure incrociano il loro cammino in più occasioni: studiano, sognano, vincono, perdono, si arrendono, subiscono rallentamenti, ma, soprattutto una quantità di pressioni sociali che noi occidentali subiamo solo in parte.

 Se per noi l'assedio del "Quando ti sposi?" è ormai una guerra che genitori e nonni hanno capito di aver perso su tutta la linea, finalmente, anche la pressione del figlio per forza, altrimenti non sei una "persona compiuta", sta iniziando a vacillare (tutti a parlare del problema della crisi, ma molto più semplicemente i millenials faticano a vedere il lato positivo di quello che sembra solo l'inizio della distruzione dei loro sogni, almeno per come ce la mettono), per i trentenni cinesi, spesso figli unici intenti a badare a genitori e nonni in solitudine, metter su famiglia rimane un imperativo categorico.

 Come sopravvivere a tutto ciò?

 Non ultimo, molto interessante il rapporto tra millennials e i ricordi della rivolta di piazza Tienanmen.
 Rispetto, ma anche perplessità: come sapere a cosa avrebbe portato quella rivoluzione se si fosse compiuta? Non finisce sempre bene, si sono detti, forse è meglio rimanere al sicuro, pensano. Per ora.


MUMIN di Tove Jansson ed. Iperborea:

 Immagino che molti ricorderanno questi personaggi inventati dalla scrittrice finlandese Tove Jansson. Metto subito le mani avanti: io no.


 Non so se sia colpa del mio rintronamento o se ho proprio saltato il momento storico, ma oscuramente riconosco il disegno senza saperlo però collegare ad altro.


 Ho scoperto della loro esistenza leggendo "Fair play", uno dei libri da "adulti" di Tove Jansson che racconta la quotidianità di una coppia lesbica di artiste avanti con l'età, ma molto molto attive.

 Considerando che la Jansson ebbe una lunghissima storia d'amore con l'ex compagna di studi e artista Tuulikki Pietila, immagino ci fosse molto d'autobiografico.

 In ogni caso, i Mumin, sorta di soffici ippopotami bianchi, in Scandinavia e pare anche in Giappone sono famosissimi, talmente tanto da avere un parco a tema.

  In Italia i fumetti hanno avuto alterne fortune e finalmente sono stati rieditati da Iperborea.

 Il primo della serie, "Follie invernali", è praticamente perfetto per il Natale: racconta infatti delle disavventure dei Mumin alle prese col signor Brio, omino che adora l'inverno, la neve e le sciate e vuole goderseli a tutti i costi. Tutti.

Per chi è: per bambini, per grandi nostalgici e per gli appassionati di fumetti vintage.


UNA VITA APPARENTEMENTE PERFETTA di Michelle Hunziker ed. Mondadori:

 Non credevo che nella mia vita avrei mai recensito né tantomeno consigliato un libro di Michelle Hunziker, ma non bisogna mai e poi mai mettere limiti alla provvidenza.

 Non ho mai avuto una particolare passione per la Hunziker, ma, grazie ai Gente di mia nonna, anche io sapevo vagamente che, durante la crisi con Ramazzotti, era finita nelle grinfie di una setta.

 In realtà non avevo neanche ben capito fosse una setta, ma credevo, più blandamente, fosse una di quelle robe fuffologiche un po' blande a cui, di tanto in tanto, si affidano star e starlette in vena di sentirsi originali. Invece mi sbagliavo.

 "Una vita apparentemente perfetta" è talmente incredibile da un certo punto di vista, da sembrare la trama di un avvincente romanzo che uno scrittore italiano di talento avrebbe potuto inventare. Invece, mentre i nostri autori si perdono nei drammi dei borghesi o nelle profondità silenziose delle montagne, la vita vissuta li batte nettamente in originalità.

 La storia di una donna di successo della tv che finisce preda di una setta (una VERA setta, con riti precisi, principi parareligiosi, indottrinamento, vessazioni psicologiche e via dicendo) e vi rimane invischiata per anni nonostante tutti i tentativi di amici e parenti per tirarla fuori, che cade man mano preda di deliri spirituali e spiritici orchestrati da loschi personaggi in lotta tra loro, è qualcosa di incredibile nel vero senso della parola.

 A ciò si aggiunga che chiunque abbia aiutato la Hunziker a scrivere (immagino che non abbia fatto tutto da sola) è stato capace di dare al tutto un tono molto ansiogeno, ma non per questo romanzesco.
 Menzione di merito, in ogni caso a lei che, oltre ad aver avuto il fegato di parlare di una cosa del genere per filo e per segno, ha deciso di non assumere un tono da vittima degli eventi, ma di parziale complice delle sue disgrazie.

 Per chi è: per chi ama le "storie vere" o è appassionato di psicologia. Ce n'è da interrogarsi.

L'IMBUSTASTORIE ed. Abeditore:

 Ogni anno cerco di inserire nei miei consigli natalizi anche quello che considero il "consiglio jolly".

 Tutti hanno quei regalini senza impegno da fare a persone che non sono sconosciuti, ma neanche amici: legioni di colleghi, conoscenti della palestra, compagni di teatro, gente con cui per motivi vari ed eventuali intrattenete un frequente cordiale rapporto che comporta anche un "pensierino", possibilmente grazioso, possibilmente low cost.

 Ebbene, quest'anno la abeditore, in extremis, giunge ad aiutare le nostre tasche con una nuovissima collana: l'imbustastorie.
 L'idea è quella di una busta (che si può tranquillamente spedire) all'interno della quale sono contenuti tre fogli sfusi diversi su cui sono stampate tre fiabe magnificamente illustrate in uno stile un po' vintage.
 In più c'è anche una cartolina originale.

 Per ora le buste tra cui potete scegliere sono otto e la differenza sta nel luogo di provenienza delle fiabe in esse contenute: Catalogna, Provenza, Giappone ecc.

Foto illustrativa mia, guardate che spettacolo
 Il prezzo: 3,50 euro.

 Se volete effettivamente vedere cosa intendo con "buste da spedire con grafica stupenda" basta andare al sito apposito.
 Questi giorni me ne sono arrivate via posta alcune e sono BELLISSIME. Altro che stupidaggine presa da Tiger, qui sì che fate un figurone.

Per chi: per le persone a cui dovete fare un "pensierino" MA ANCHE per gli amici lontani a cui vorreste mandare qualcosa.

RACCONTI DA RIDERE aa. vv. Einaudi:

 Il settore di umorismo, sostanzialmente dimenticato per il resto dell'anno, vive un rinnovato momento di gloria ogni dicembre.

 Moltissime persone over 55, probabilmente memori dei bei tempi andati, quando le vignette di Forattini facevano scuola alle masse (ricordo che anche mio nonno aveva i suoi libri e da bambina li sfogliavo senza capirci niente), entrano in libreria con l'idea che un libro "che fa ridere" sia ancora un regalo gradito con cui non puoi sbagliare.

 Indicativamente non hanno sempre torto, ma ultimamente di Forattinate non ne escono molte. Ogni anno c'è il classico titolo che salva capra e cavoli (quest'anno Antonio Albanese), ma esistono anche altre soluzioni meno vintage.

 Se siete alla ricerca di un libro che "fa ridere" quest'anno Einaudi ha pubblicato una graziosa antologia di racconti esilaranti che raccoglie firme vecchie e nuove di livello: Cechov, Benni, Nora Ephron, Woody Allen, Fante, Umberto Eco e molti altri.
 Magari invece di regalare la decima copia de "Il milanese imbruttito" o "Se i quadri potessero parlare", potrebbe essere un'idea.

Per chi è: Per chi ama i bei racconti raffinati e i libri allegri (e posso assicurarvi che trovarne è sempre un'impresa).


MONOPOLY di TEX e TRIVIAL PURSUIT dei fumetti ed. Bonelli:


Questo Natale in verità, per gli appassionati di fumetti Bonelli è una gigafiesta per gli occhi: sono usciti  il libro tributo con le copertine di Dylan Dog e la biografia di Tiziano Sclavi.

 Tuttavia se temete che il vostro compulsivo amico abbia già tutto, potete tentare con due giochi freschi freschi di Lucca: il "Monopoly" di Tex (a cui è abbinato anche "Vendetta indiana") e il Trivial Pursuit dei fumetti (a cui è allegato un libretto sui personaggi Bonelli).

 Potreste trarne del beneficio anche voi: invece di giocare a tombola o al complicatissimo mercante in fiera, con questi pratici giochi alla persona giusta potreste aprirvi nuovi orizzonti.

 Per chi è: lo storico appassionato di Tex, amanti dei fumetti e nostalgici degli anni '80.


DIARIO DI UNA DOTTORANDA di Tiphanie Riviere ed. Clichy:

 Nel corso della mia esistenza ho conosciuto una quantità di dottorandi davvero notevole, talmente tanto che mi sono chiesta, a un certo punto, quanti ce ne fossero in Italia.

 In ogni caso il tratto comune a tutti era: placida tranquillità fino all'ultimo anno di dottorato, quando tutte le energie dovevano infine convogliare verso un testo di senso molto compiuto.

 Tiphanie Rivière racconta le vicissitudini di una dottoranda di belle speranze partita con le migliori intenzioni: finirò in tempo, non mi stresserò, ho una tabella di marcia precisa.

 Peccato che l'università francese, da un certo punto di vista, non sia troppo distante da quella italiana e regali tragicomiche perle tra professori, burocrazia, lezioni da seguire e da impartire.

 Senza contare quel delirio cervellotico nel quale si finisce nel momento in cui si studia per troppo tempo una cosa.
 All'inizio sembra fattibile poi ti rendi conto che potresti studiare in eterno anche la cosa più banale.
 Il momento "pozzo senza fondo" con le conseguenze del caso è dietro l'angolo.
 La graphic che ne viene fuori è agile, carina, divertente.

 Per chi è: tutti i vostri amici e parenti che stanno ancora studiando, se tesisti o dottorandi ancor meglio.

5 commenti:

  1. Ho finito di recente un libro in cui una madre chiamava Mumin la figlia. Pensavo fosse un gioco di parole legato al nome della bambina tradotto malissimo, e invece.
    Grazie, mi hai collateralmente illuminato :)

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  2. Dei Mumin fecero anche un cartone animato,che da noi andò in onda nei primi anni 90. Lo ricordo perché lo guardavo la mattina presto prima di andare a scuola.Mi pare si chiamasse MuminLand,o qualcosa del genere.

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    1. Non lo ricordo, probabilmente perché a casa mia non si è mai accesa la tv prima di andare a scuola (non ricordo neanche di averne avuto il tempo, probabilmente perché mi svegliavo sempre all'ultimo!) -.-

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Ma quindi "Diario di una dottoranda" esiste anche in Italiano? Alla Fnac in Francia è dato come novità e lo sto leggendo in francese, a saperlo lo avrei chiesto a Babbo Natale (italiano). E' bellissimo comunque, divertente e veritiero :)

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