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martedì 23 ottobre 2018

Piccole recensioni tra amici! Il queerissimo "La sfida di Harlan", il curioso spokon "Il giovane robot" e il falso giallo "La casa della bellezza".

 Durante le prime due settimane di settembre, nonostante il lavoro e la quantità di cose da finire, il nervosismo mi ha portato a leggere libri come fossero caramelle.

 Devo dire che non sono incappata in niente di memorabile, ma ho sfoltito di molto le mie riserve auree (ora prontamente rimpolpate in biblioteca).

 Eccovi quindi un bel piccole recensioni tra amici per smaltire un po' di recensioni, poi domani si va di libri sull'epoca vittoriana per Halloween! Yuhuu!

 Piccole recensioni tra amici todo per voi!


LA CASA DELLA BELLEZZA di Melba Escobar ed. Marsilio:

 Classificato come giallo e con una quarta di copertina ingannevole, in verità "La casa della bellezza" è un bel libro che di giallo, in verità, ha ben poco.

 Ci troviamo più che altro davanti a una sorta di dramma sociale dai toni quasi ottocenteschi (nei temi, non nella scrittura) in cui l'eroina principale, bella e talentuosa, ma povera e con figlio a carico da padre ovviamente scomparso, nonostante i suoi intensi sforzi per emanciparsi e vincere sulle avversità, ne viene invece divorata.
 La protagonista è un' avvenente estetista di Bogotà, Karen, venuta in città nel tentativo di guadagnare abbastanza soldi per mantenere dignitosamente (e anche più che dignitosamente) lei e suo figlio, momentaneamente affidato alla nonna.

 Mentre Karen si affanna a fare cerette e a risparmiare, due disgrazie contemporanee si accaniscono sulla poveretta: una giovanissima cliente che lei ha visto per ultima viene trovata uccisa e, tornando dal suo funerale, Karen viene derubata e violentata dal suo padrone di casa.

 Cosa fare? Dove andare a vivere? Continuare a lavorare? Tornare al suo paese? Aiutare la famiglia della ragazza a scoprire l'assassino o tenersi la loro ultima conversazione per sé?

 Si vorrebbe poter dire che esiste una risposta giusta a tutti questi quesiti, quella che se solo Karen avesse imbroccato avrebbe potuto cambiare il suo destino MA non è così.

 Questo perché in effetti esistono davvero dei poteri forti, hanno dei nomi, ma non hanno manine, solo milioni di subdoli tentacoli che stritolano i poveri e i deboli: capitalismo e patriarcato.

 E di capitalismo e patriarcato si muore, anche se cerchi disperatamente di salvarti e ti dibatti fino all'ultimo come un pesce che muore sulla riva asciutta.
 Forse è bene ricominciare a ricordarseli i nomi dei VERI colpevoli per mezzo dei quali molti (e anche noi talvolta) agiscono.


IL GIOVANE ROBOT di Yosuke Sakumoto ed. E/O:

 Onestamente poco invogliata da una copertina davvero respingente (lo so che sembra banale, ma brutta è davvero brutta) si tratta di un curiosissimo libro che inizia come una storia di fantascienza e termina come uno spokon (manga a tema sportivo, stile Holly e Benji o Mila e Shiro).

 La storia è raccontata in prima persona da un giovane robot progettato per essere invito in un mezzo a un gruppo di liceali per comprenderne le dinamiche a fini scientifici: dorme per ricaricarsi, mangia come tutti, ma guarda tutto con distacco ed è perennemente terrorizzato dal commettere qualche errore che sveli la sua identità, condannandolo in tal modo alla rottamazione.

 In verità, pian piano si trasforma in un altro libro (ma non posso dirvi esattamente come altrimenti svelerei il principale e unico plot twist del libro) e dalla fantascienza si passa alla cruda realtà quella in cui, inspiegabilmente eppure ineluttabilmente, finiamo per essere più crudeli proprio con le persone che dovremmo amare di più.

 Ah, il finale spokon. 

 Mmm, non so, io l'ho trovato un po' appiccicato lì. L'idea di guarire attraverso una grande passione va bene MA la foga e l'assoluto con cui l'autore si dedica improvvisamente a spiegarci la nobile arte del ping pong sono onestamente soporiferi.
 Voto insomma. Da leggere solo se molto appassionati di autori orientali.


LA SFIDA DI HARLAN di Patricia Warren ed. Fazi:

Seguito del best seller "La corsa di Billy", a quanto sembra fu un libro all'epoca implorato da casa editrice e fan.

 "La corsa di Billy" (qui la mia recensione per chi se lo fosse perso) è una sorta di pietra miliare della narrativa lgbt e, più in generale, un romanzo in cui si comprende cosa voglia davvero dire discriminazione.

 Pare che adesso se dici "mah guarda le minoranze sono discriminate", parecchia gente venga presa dalle convulsioni e con la bava alla bocca inizi a gridare che no "ora è discriminata la maggioranza che non è più libera di fare polpette di chi vuole, giuridicamente, linguisticamente e ovunquemente e qualunquemente". 

Ecco ad essi farebbe bene questo libro per capire di cosa stiamo parlando.

 Senza farla tanto lunga ne "La corsa di Billy" si raccontavano le vicende di tre talentuosi corridori gay e del loro allenatore, gay anch'esso, e della loro lotta per non essere emarginato nel sistema sportivo americano.

 Tu dici: com'è possibile?

 Eh, io pensavo che bastasse essere i più forti, portare i risultati e via alle olimpiadi, ma a quanto sembra, almeno negli USA, almeno negli anni '60-'70, senza l'autorizzazione delle federazioni sportive di categoria, potevi pure essere Carl Lewis e non fregava niente a nessuno, al massimo continuavi a correre nel cortiletto di casa.

 E' un po' quello che succede ai tre ragazzi, ma Billy, il più bravo dei tre, quello che inizia la storia con l'allenatore, Harlan, riesce a combattere il sistema e ad andare alle olimpiadi solo che...


SPOILER MA SE VOLETE LEGGERE LA RECENSIONE DE "LA SFIDA DI HARLAN" E' NECESSARIO


...un fanatico finisce per ucciderlo durante la gara.

 "La sfida di Harlan" racconta sostanzialmente la vita del suo allenatore e amante Harlan dopo la triste faccenda ed è un libro COMPLETAMENTE FOLLE.

 Mentre "La corsa di Billy" manteneva una parvenza di verosimiglianza (per quanto la trama avesse richiesto alcune estremizzazioni), "La sfida di Harlan" è una sorta di fantascientifico action movie gay che spero qualcuno un giorno giri sul serio.

 Harlan, infatti, perde tutto: licenziato dall'università, privato del suo amore e schifato dai figli avuti dal primo matrimonio (con tanto di ex moglie psycho), viene perseguitato dal complice dell'uomo che ha ucciso Billy.

 Egli lo segue ovunque vada ed è per questo che entra in gioco una sorta di task force di mercenari gay veterani del Vietnam, pagati da un mysterioso magnate gay che nessuno conosce ma che sostiene la causa.
  
Come se non bastasse, uno dei due amici di Billy sopravvissuti, l'avvenente Vincent, decide di abbandonare le notti brave per entrare a far parte di una sorta di gruppo tipo Pantere arcobaleno, cioè le pantere nere, ma gay, in nome della rivoluzione lgbt nel mondo.

 La follia. 

 La storia poi non è che migliora, ma diventa sempre esponenzialmente più folle, o almeno è così finché non si comprende che l'unico stato d'animo con cui ad un certo punto va letta è  il RuPaul mood.

 Non importa quello che stai vedendo, se quello che stai vedendo è favolosoh.

 Spero che qualcuno ne tragga un film molto colorato.
  Consiglio la lettura solo a chi ha amato il primo libro (onestamente bellissimo) e chi è alla ricerca di letture lgbt.


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