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martedì 8 gennaio 2019

Piccole recensioni tra amici! "Tutto quel buio" e "L'inferno è una buona memoria" tra noir poco surreali e saggi su vecchie glorie del fantastico.

 Mentre cerco di trovare il tempo per un fumetto importantissimo, (ma per questo fine settimana giuro che lo farò perché è davvero troppo importante), e rantolo dalla stanchezza, cerco di smaltire un po' di recensioni.


 E' un periodo molto stancante, un inizio anno che definire pieno di novità è fortemente riduttivo.


 Mi spiacciono tutti questi misteri, ma voglio dire tutto nel modo migliore possibile e penso che il modo migliore sia un fumetto.


 Godetevi intanto questo "Piccole recensioni tra amici"!


TUTTO QUEL BUIO di Cristiana Astori ed. Elliot:

 E' stata una piacevole sorpresa, anche se non quanto avrei sperato fino all'ultimo, questo giallo con venature horror di Cristiana Astori.

 Scovato per caso in un Libraccio dove ho preso l'abitudine di andare per preservare il mio stipendio e riuscire ad arrivare a fine mese (lo so, esistono le amiche biblioteche, ma ultimamente non esiste il tempo per andarci), mi ha incuriosito sin dalla quarta di copertina, una cosa, sottolineo, che non mi succede quasi MAI.

 La storia inizia in modo insolito: c'è la classica esperta che deve partire per recuperare l'antico vaso e portarlo in salvo MA stavolta l'antico vaso non è né un vaso né il solito libro o quadro maledetto.

 Si tratta infatti di una rara pellicola ungherese degli anni '20  svanita nel nulla e ricercatissima da danarosi, eccentrici e pericolosi collezionisti di tutto il mondo.

 Susanna Marino è una giovane esperta cinematografica che si arrabatta facendo la cameriera e prendendo, di tanto in tanto, commissioni per ritrovare perdute pellicole pericolose.

 Nel suo recente passato c'è un tragico lutto, nel suo tragico presente un problema di narcolessia e non solo. Il tutto condito da genitori che vorrebbero lasciasse Torino per tornare da loro in provincia e una cronica mancanza di denaro.

 Un giorno, un misterioso collezionista le commissiona il ritrovamento della pelicola Dracula Halalà, la prima che vedrebbe Dracula sul grande schermo e la copre di soldi e la spedisce a Budapest a cercarla.

 Lì, seguendo un flebile filo che s'intreccia con la tragica storia del '900, risale la corrente in un susseguirsi di cibarie ungheresi (che sembrano molto gustose), episodi horror al limite del sovrannaturale, morti, poliziotti non proprio sveglissimi e sexy violinisti.

 Allora.

 Inizio col dire che io muoio dalla voglia di leggere libri con trame simili, stile gialli all'italiana: trame inquietanti, con personaggi allucinanti e momenti di puro horror.

 Cristiana Astori rispetta tutto questo, anche troppo.

 Il debito che alcune sue scene hanno con l'immaginario dei gialli all'italiana, è anche troppo elevato, diciamo al limite della scopiazzatura. Il che va anche bene, ma bisognerebbe ricordare che nei gialli all'italiana certe robe estreme funzionavano perché l'intero film si reggeva su una totale surrealtà.
 Il problema del libro è che invece fa affidamento su un senso di irrealtà, quello che prova costantemente Susanna ogni qual volta accade qualcosa di strano, ma anche di particolarmente ordinario. 

 Tutto le appare irreale e ci tiene a ripeterselo e a ripetercelo, ed è la cosa più sbagliata del pianeta perché uccide l'atmosfera noir e un po' torbida che dovrebbe man mano crearsi.

 Se si vuole calcare la mano con episodi assurdamente crudeli o con pittoreschi omicidi, io sono la prima a essere concorde (non amo lo splatter, ma il perturbante sì), ma questi hanno senso solo se la trama e i personaggi coinvolti muovono tutti insieme in quella direzione.

 In parole povere: è un buon libro che sembra scritto col freno a mano, come se si temesse di andare fino in fondo.

 Grosso errore perché certi azzardi funzionano solo se si è violentemente coraggiosi, altrimenti resta il retrogusto amaro del "Vorrei ma non posso".

 So che la Astori ha scritto altri gialli con la stessa protagonista e sono molto curiosa di leggerli per capire se è proprio un suo modus operandi oppure se gli altri hanno quel tocco di vertiginosa follia e di spericolato coraggio che consentirebbe alle sue tante buone idee di diventare assurdamente grandiose.

 In caso contrario conto molto sulle prove future! Più libri su questo filone vi prego!!


L'INFERNO E' UNA BUONA MEMORIA di Michela Murgia ed. Marsilio:

 Va dato merito a Michela Murgia di aver contribuito a riaccendere la curiosità su Marion Zimmer Bradley, bravissima e controversa autrice di fantasy e fantascienza, autrice di decine di tomi, deceduta nel 1999.

 Ho scritto due post ultimamente sulla grandiosa e magnificente opera di MZB, quella saga di Darkover ricca di inventiva, umanità, personaggi meravigliosi e peculiari sperimentazioni sociali molto anni '70 adattate al mondo medievale e tecnofobo nato su un lontanissimo e gelido pianeta.

 Tuttavia qui da noi MZB è assai più conosciuta per "Le nebbie di Avalon", riscrittura, dal punto di vista della maga Morgana, del ciclo di Avalon.

 La Murgia ha dedicato a quel grande meraviglioso libro, questo piccolo saggio che, per dovere di cronaca devo avvisare: potrebbe molto comprensibile a chi non ha letto il libro di cui parla.

 Certo, nell'introduzione ci sono numerose pagine tratte dal libro per tratteggiare il personaggio di Morgana, piccola grande pedina di un destino che combatte per tutta la vita solo per vederlo compiersi.

 La Murgia, che ammette di aver letto il libro per assoluto caso (come per assoluto caso la maggior parte dei letttori si imbattono nei libri che cambieranno loro la vita), analizza i grandi personaggi femminili che compongono questa riscrittura in cui un potere nuovo, più crudele e meno lungimirante uccide simbolicamente e non solo un antico potere, comunque violento, ma con una sua logica.

 Molti personaggi affollano questa storia vividissima:
 Ginevra, la gattamorta del "vorrei ma non ci riesco perché sono una donnina tenerina deboluccia" che tiene avvinti a sé uomini avidi di zerbinaggio passivo/aggressivo.
 La perfida Morgause che dimostra come anche le regine, in nome del potere, possano compiere orribili nefandezze.
 Morgana, talmente impegnata a non farsi dire cosa deve fare della sua vita che, alla fine, ne vive una fatta di rimorsi e rimpianti.

 Un saggio che consiglio ai veri appassionati di MZB e a chi volesse lanciarsi nell'impresa, giusta e doverose, della nuova edizione de "Le nebbie di Avalon" dell'Harper Collins.
 Purtroppo rieditata in due volumi, (belli eh, ma big money) ha svelato a noi appassionati la sconcertante verità: nonostante  le precedenti edizioni fossero state tradotte dall'ottima Roberta Rambelli... non erano integrali!

E mi raccomando, state tuned! Questa settimana grande recensione su "Cinzia"!

1 commento:

  1. potrebbe "non essere"? ;-)

    A proposito di Morgana, segui il podcast della Murgia? A me piace molta. Anzi, forse te l'avevo già chiesto. Buon anno, e grazie dei consigli.

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