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mercoledì 20 febbraio 2019

E liberaci dai nostri genitori. Una recensione de "L'educazione" di Tara Westover tra diritti dei genitori, diritti dei figli e il prezzo da pagare per essere liberi.

 E' molto importante prima di iniziare la recensione de "L'educazione" capire che il punto focale di questo specifico libro non è il fanatismo religioso. 
 Il disclaimer all'inizio, in cui l'autrice, che da quel che si evince è comunque rimasta mormone credente, spiega che la religione mormone c'entra ben poco con la sua storia, è secondo me da tenere sempre fisso, altrimenti di questo libro non ci si capisce niente.

 Lo dico per due motivi.

1) Ho dei parenti mormoni con cui ho passato tutte le estati della mia i
infanzia e adolescenza e posso assicurarvi che sono persone normalissime. 

 Sì, sono molto religiosi, come sono molto religiosi molti cattolici che conosco e, aggiungo, come di molti cattolici che conosco, onestamente non comprendo proprio tutto.

  Ho studiato qualcosa della confessione per l'esame di geografia dell'università (il professore che aveva scritto il libro credo la trovasse una religione particolarmente assurda perché il capitolo era un capolavoro del surreale) e sono persino stata al matrimonio mormone di una delle mie cugine e posso dirvi che in effetti tutto quello che viene raccontato nel libro "L'educazione" non ha praticamente nulla a che spartire con il fattore religioso.

2) Quello che la Westover racconta è secondo me uno dei grandi temi moderni: il bambino è prima figlio di qualcuno o prima cittadino dello stato? Vengono prima i diritti di un genitore a crescere il figlio come ritiene più giusto o del figlio ad avere un'educazione e una vita ritenute convenzionali e basilari?

 Detto ciò, possiamo iniziare.

 Tara Westover, iniziamo col dirlo, non potrebbe esistere in Italia per molteplici motivi. Innanzitutto è un'insegnante di Harvard che non ha frequentato nessuna scuola ed è entrata direttamente all'università (i misteri del sistema scolastico americano).

 I suoi genitori infatti sono dei ferventissimi mormoni dell'Idaho, il cui problema, come detto sopra, non era di certo il fatto che siano religiosi.
  La madre di Tara è una di quelle tipiche persone che abbraccia una religione in modo estremo come forma di ribellione. Ad una madre rigida e ossessionata dalla forma, aveva opposto uno stile di vita rurale mettendosi, è il caso di dirlo, letteralmente nelle mani di dio.

 Il padre di Tara, (che per tutto il libro, lei è convinta sia bipolare, ma non essendoci una diagnosi vera, a chi legge sembra solo una sorta di sadico con manie di grandezza), è la quintessenza di tutto il peggio del peggio possa girare in materia di complottismo: non crede allo stato, alla medicina, all'istruzione in un crescendo da film dell'orrore.

 Mentre molte persone ultimamente amano dire che non credono allo stato, alla medicina e all'istruzione poi però quando hanno un problema serio corrono dal medico, dal commercialista, dall'avvocato o dal tecnico studiato di turno, i genitori di Tara rimangono fedeli alla linea: puoi cadere da un'impalcatura per metri e battere la testa, puoi avere un incidente a 200 km orari, puoi essere affettato da un attrezzo mobile sventrarottami, ma il medico puoi star certo non verrà chiamato.
 La tua sopravvivenza dipende solo dal Signore che è nei cieli o, pensiamo noi, dalla selezione naturale.

 (Poi qui ci sarebbe anche da dire che, almeno secondo me, alcuni incidenti Tara li sopravvaluta per forza perché altrimenti ci troviamo davanti a una famiglia che Wolverine te dico fermete).

 La famiglia di Tara è composta da svariati fratelli e una sola altra sorella, tutti maggiori, più o meno cresciuti allo stesso modo (i più grandi per un periodo erano stati mandati a scuola e poi ritirati): tendenzialmente isolati in questa casa praticamente autarchica sotto una montagna, con un padre convinto della prossima fine del mondo, e una madre che fa la levatrice in casa senza nessun titolo medico mentre confeziona litrate di prodotti omeopatici che, negli anni, renderanno ricchi questo gruppo di sciamannati.

 Il tutto è peggiorato da uno dei fratelli maggiori, una sorta di stalker sadico che, per motivi difficili da comprendere, i genitori si rifiutano di riportare all'ordine mentre si dedica a violenze varie sui fratelli.

 Il titolo del libro, "L'educazione" è un po' fuorviante, perché se da una parte racconta di come Tara riesce ad affrancarsi dal destino sicuro di succube totale della propria famiglia grazie all'educazione universitaria (improvvisamente capisci la funzione sociale delle università religiose: sapendole religiose, i fanatici almeno lì i figli ce li mandano), dall'altra la storia parla di altro.

 La storia, almeno a mio parere, parla delle conseguenze nefaste degli atteggiamenti fanatici che la società, in nome della libertà di un singolo, si rifiuta di affrontare.

 Io penso che molti esseri umani abbiano una certa tendenza al fanatismo, a bramare in modo totalizzante un qualche tipo di esperienza. Si capisce anche perché: può essere inebriante, può essere una chiave d'interpretazione sicura per un mondo incerto, può far sentire potenti, superiori.

 E' una sorta di strada per l'inferno molto invitante.

 Tuttavia, è anche una strada molto lampeggiante: la razionalità ti dice subito "Bello, se fosse così facile, tutti la imboccherebbero. Probabilmente c'è qualcosa che non va".

 Ovviamente la razionalità è quella cosa che fa completamente difetto a chi abbraccia stupidaggini come "Credo al gender!" "Le scie chimiche ci uccideranno!" "Posso volare, ma mi hanno convinto che non posso" o si declina in cose tipo "La mia E' l'unica religione!" o "Hai la pelle di colore diverso ergo sei inferiore".
Il punto è che alcune forme di fanatismo hanno delle conseguenze che vanno oltre la propria persona e fanno danni a terzi che non c'entrano niente.

 Se, avvisato in ogni modo, libero da qualsiasi forma di coercizione, tu pensi davvero che l'omeopatia possa guarire il tetano, figlio mio che ti devo dire, qualcosa è andato davvero storto a un certo punto nell'educazione delle masse di questo paese, ma tutte le conseguenze sono tue.

 Ma nel momento in cui queste tue pare fanatiche ricadono su persone terze, persone che non sono TUE, ma sono cittadini con loro diritti, come nel caso di Tara, i tuoi figli, allora fermi tutti.

 La cosa più agghiacciante del libro di Tara Westover è proprio questa incapacità dello stato di proteggere i figli dai genitori. 
Tara non è neanche stata dichiarata alla nascita, ma nove anni dopo e invece di toglierla alla famiglia, nell'ufficio preposto alla trascrizione tutto è solo burocraticamente difficile perché non ricordano dettagli come la data di nascita.
 Una roba che spalanca le porte a qualsiasi nefandezza: se non dichiari una persona, quella persona non esiste e PUOI farne qualsiasi cosa dalla prostituzione al traffico d'organi a non voglio neanche immaginare cosa.

 E' terrificante.

 Come sono terrificanti quelle notizie che si sentono di tanto in tanto di genitori che fanno curare malattie gravissime dei figli con l'acqua e le rose o che portano alle estreme conseguenze un 'otite pur di non curarla.

 Ma senza essere neanche così estremi: per me è assurdo anche che un genitore possa decidere di tenere il figlio a studiare a casa invece che a scuola (a scanso di comprovati problemi di un qualche tipo) o frigni perché la costringono a vaccinare il figlio CIOE' a proteggerlo da malattie potenzialmente mortali.

 La domanda che si pone la Westover è: fino a che punto possiamo arrivare prima di capire che per salvarci dobbiamo in qualche modo tradire le persone che amiamo (e che per inciso non stanno facendo il nostro bene)?

 E la domanda che ci poniamo noi leggendo è: fino a che punto è lecito che un genitore abbia potere sui propri figli?

 Le famiglie disfunzionali sono tante, ogni famiglia, parafrasando Tolstoj, è disfunzionale a modo suo.

 Ma alcune famiglie, è inutile negarlo, lo sono più di altre.
 Le famiglie dove se sei gay ti portano dall'esorcista, se sei sovrappeso o poco portato allo sport i tuoi genitori ti fanno sentire in colpa e ti umiliano, se sei timido vieni deriso, le famiglie dove se porti un ragazzo di colore/altra religione/altro ceto sociale è guerra.

L'amore fa la differenza di solito. Alcuni genitori, per amore, dei propri figli, rinsaviscono e fanno ammenda, ma è inutile negarlo, molti rimangono della propria allucinante opinione.

 E ai figli non rimane che la doppia scelta radicale davanti alla quale si sono trovati Tara e i suoi fratelli: diventare come chi li ha cresciuti, o, dolorisissimamente, rompere del tutto, e nessuna delle due è una scelta senza conseguenze.

 Il libro, anche se non sembra dal mio contorto e accorato post, è davvero scritto benissimo, si divora, ma non voglio nascondervi quanto sia agghiacciante.

 Tuttavia mette davanti all'evidente conflitto che da sempre anima il rapporto tra genitori e figli.

 Un conflitto che ci deve essere eh, mio padre mi dice sempre che "I genitori fanno i genitori e i figli i figli, ognuno fa il lavoro suo" che è come dire: io ragiono così e non mi smuovi, ma è ovvio che tu ragioni in modo diverso e non ti smuovi. Deve essere così, altrimenti non si sbaglia mai e non ci si affranca mai.

 Ma per la Westover e molti altri figli questa scelta non c'è: se non pensi come i tuoi genitori li perdi e se, per non perderli, pensi come loro, hai perso te stesso.

 E quanti figli accettano di perdere loro stessi pur di non tradire le persone che hanno sempre amato di più?
 Persino lei, si comprende, non ha ancora capito se il prezzo pagato per la sua libertà non sia stato troppo alto.
 Ma noi che leggiamo e abbiamo il lusso di vedere le cose da una certa distanza, sappiamo che è valso la pena pagarlo.


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