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domenica 19 maggio 2019

Piccole recensioni tra amici! Una pessima biografia di Mary Shelley, il favoloso "Dracula e io" di Morozzi e la nuova collana manga della Bao Publishing.

Ed ecco finalmente un nuovo gruppetto di recensioni.

Visto che avevo un po' di tempo mi sono dilungata e sono ben tre: una stroncatura devasting, un super consiglio, e la recensione di una nuova collana di fumetti. Insomma, da leggere ne avrete.

 In queste ultime settimane invece sto facendo un po' fatica a trovare qualcosa che mi appassioni seriamente, devo applicarmi un po' di più nella ricerca, anche se i giorni sembrano scappare, come al solito.

 Vabbeh, capita, peccato che questa penuria sia proprio ora che è tornato novembre e si sta una bellezza a casa con la borsa dell'acqua calda sui piedi a leggere.
 Questa settimana m'impegno.
 Meglio che leggiate le recensioni.
  Let's go!

"La ragazza che scrisse Frankenstein" di Fiona Sampson ed. UTET:

 Si tratta di una recensione assai tardiva visto che ho letto questo biografia, assai malriuscita, lo scorso autunno, ma, come in quei flash in cui ti ricordi che non hai mai buttato il tupperware pieno di avanzi dello scorso mese, mi è tornato in mente che non ne avevo mai parlato.

 C'è poco da dire. La biografia di Mary Shelley raccontata da Fiona Sampson è davvero brutta aiutatemi a dire brutta.

 Sembra quasi che la scrittrice stia potentemente antipatica alla sua biografa, impegnata a descriverla come una sorta di manipolatrice che ha avuto l'inspiegabile fortuna di incappare in una delle più grandi intuizioni letterarie degli ultimi due secoli.

La Sampson ci presenta la Shelley come una ragazzina, poi donna, incostante, capricciosa, una sorta di miracolata che, giovanissima e civettuola, riesce ad accalappiare l'avvenente e talentuoso Shelley che convince a metter su una sorta di fuitina MA con sorellastra al seguito, alla quale, in tal modo, rovina la vita.

 Ben lontano dall'arrovellarsi sul come e il perché una ventenne inglese abbia potuto concepire una dei più straordinari e conturbanti incubi sulla procreazione della storia, si concentra in modo quasi teleromanzesco su tutti i vari rivolgimenti amorosi di Mary, del consorte che la tradiva pure coi sassi e della sorellastra Claire.

 La figura di Claire sembra turbare particolarmente la Sampson che credo, abbia tentato di usarla come sorta di doppio sventurato e simbiotico di Mary.

Completamente dimentica del fatto che Claire e Mary non sono due sorelle Woolf, Virginia e Vanessa, entrambe a loro modo talentuose (ovviamente una bel più dell'altra), la Sampson cerca di mostrarci Claire come vittima della terribile Mary, che con la sua volontà ferrea l'avrebbe legata al suo infelice destino, condannandola prima a cercare di sedurle il consorte e poi a diventare la stalker infelice di Byron, alla quale darà anche una figlia, Allegra, morta bambina.

 Il problema è che Claire non sembra proprio il doppio di nessuno, ma lei sì  una che si è trovata assolutamente per caso a frequentare, grazie alla sorella, alcune delle più grandi menti dei suoi anni. E' lei la miracolata senza talento che vaga a riporto della sorellastra dopo aver accettato, magari per fascinazione, magari per giovanile accecamento, a una fuga d'amore che onestamente non la riguardava.

 La Sampson diventa in breve quel che un biografo non dovrebbe essere: un giudice che si lascia andare a insinuazioni psicologiche labili, molto arbitrarie e non sostenute da nulla. 
 Cerca di farci vedere la Shelley attraverso i suoi occhi e non in modo obiettivo, concentrandosi su minuzie che sosterrebbero i suoi ragionamenti e tralasciando lunghi anni.

 Una pessima biografia che dà fastidio leggere. Cercate assolutamente altro.


"Dracula e io" di Gianluca Morozzi ed. Tea:

Gianluca Morozzi è uno di quegli autori di cui sento parlare da anni e che da anni colpevolmente decido più o meno casualmente di non leggere. Una roba del tipo "Ma sì dai ora no, dopo sì".

Il motivo principale è che non amo particolarmente le storie con scene splatter, mi disturbano proprio, anche al cinema (sopporto solo quelle dei vecchi film perché boh sembrano più finte), così cerco sempre di evitare i libri che le contengono. Limiti miei, lo so.

 E' capitato però che leggessi una recensione di "Dracula e io" su giornale e mi venisse voglia di provare a leggerlo davvero stavolta: Dracula, un serial killer, un protagonista disagiato e spiantato, fumetti, il tutto nella Bologna di oggi. Era troppo allettante per non prenderlo.

 E infatti, mille cuor per questo libro favoloso, l'esatto genere di trama che mi piacerebbe trovare ben più spesso, ma che l'editoria italiana, per motivi troppo misteriosi, non ama frequentare.

 La storia inizia quando Dracula, vampiro millenario che può nascere e morire un numero (finito) di volte, decide di tornare nella sua magione bolognese, città a quanto sembra, estremamente alchemica e vampirica.

 Il suo ritorno coincide con la strana, inquietante e violenta presenza di un serial killer incredibilmente sadico che inizia a mietere vittime, non risparmiando nessuno, bambini e donne incinte comprese.

Nel frattempo, il disagiato protagonista del romanzo, Lajos, squattrinato proprietario di una fumetteria che ha comprato coi soldi del padre, famoso romanziere alla Dan Brown ormai deceduto, vive un'esistenza passiva sbavando dietro la commessa venticinquenne del suo negozio e sperando di pubblicare un romanzo decente (prima o poi). 

 Nel suo stesso palazzo vivono i suoi migliori amici che hanno accattato per quattro spicci gli appartamenti dello stabile lasciati sfitti per anni a causa dei loro sinistri precedenti: una tranquilla donnina del palazzo, una ventina di anni prima, aveva fatto fuori tutti gli altri  inquilini perché "Glielo aveva detto la nebbia".

 Le esistenze di Lajos e Dracula si incrociano nel momento in cui il secondo decide di scovare il serial killer, reo di aver ucciso una sua storica amic*, e di aver bisogno di un aiutante umano.

 Divertente, con un ritmo incredibile, piacevolmente horror, intelligente, scritto benissimo. Uno di quei romanzi che è un piacere leggere.

 Spero nel sequel, nel prequel, nel tutto. Spero diventi una serie, una saga, un film, qualsiasi cosa!
 Mi è davvero piaciuto, se si riesce a intuire. Straconsigliato.
 Ah, vi lascio una bonus track: grazie a questo libro, pieno di chicche storiche molto gustose, ho scoperto l'esistenza di questa iscrizione (vera) bolognese di epoca medievale.
« D.M.
Aelia Laelia Crispis
né uomo, né donna, né androgino
né bambina, né giovane, né vecchia
né casta, né meretrice, né pudica
ma tutto questo insieme.
Uccisa né dalla fame, né dal ferro, né dal veleno,
ma da tutte queste cose insieme.
Né in cielo, né nell’acqua, né in terra,
ma ovunque giace,
Lucio Agatho Priscius
né marito, né amante, né parente,
né triste, né lieto, né piangente,
questa né mole, né piramide, né sepoltura,
ma tutto questo insieme
sa e non sa a chi è dedicato.
Questo è un sepolcro che non contiene alcuna salma
Questa è una salma non contenuta in alcun sepolcro
ma la salma e il sepolcro sono la stessa cosa »


Paura eh?


La nuova collana manga Bao Publishing "Aiken":

 La Bao Publishing si è lanciata, come altre case editrici italiche di fumetti, su una nuova collana dedicata ai manga. 

 Al contrario della collana della Coconino, ad esempio, in cui le storie hanno più l'aspetto della graphic novel vera e propria, i manga Bao sono dei manga manga come siamo abituati a vederli: piccolo formato, prezzo molto contenuto, e, i primi tre titoli, ci restituiscono tutto quello che vediamo abitualmente nei manga slice of life, ossia liceali, episodi autobiografici, senso del dovere nipponico, fantascienza interpretata in modo originale (almeno per noi occidentali).

 Con mia grande sorpresa, dei tre titoli, quello che mi è piaciuto di più era quello sul quale riponevo meno aspettative: "Dosei Mansion".

 Dunque "Fior di biscotto" sono una serie di racconti slegati tra loro, ma con personaggi ricorrenti che raccontano le vicende di persone che gravitano attorno alla stessa scuola: docenti e studenti in primis.
 Le storie hanno, secondo me, un andamento altalenante. Alcune sono molto graziose, altre sono un po' riviste, ma per chi ama il genere slice of life e ha superato l'età dell'adolescenza può essere una lettura molto apprezzabile.

"Henshin" è invece una raccolta di storie del disegnatore di "Kill the giants" Ken Niimura. 

Anche qui l'andamento delle storie, tutte o quasi slegate tra loro, è altalenante, anche se di sicuro è rivolto a un pubblico più adulto (non adulto nel senso che vi sono delle porconerie, ma adulto in senso di maturo).
  Alcune sono piccole perle, come la storia d'apertura e quelle autobiografiche che costellano in modo irregolare il volume.

 Ken Niimura ci racconta del suo amore per i gatti in un modo folle degno di Murakami (cosa che ormai mi fa sospettare che proprio i giapponesi abbiano un rapporto molto strano coi gatti). Desiderosissimo di possedere un gatto, decide infine di non adottare un randagio a cui si è affezionato (ma non ha mai visto) perché lo considera una sorta di gatto protettore della città, impegnato a far del bene per le strade.

E', a mio parere, il terzo titolo la vera sorpresa: "Dosei Mansion" della stessa autrice di "Fior di biscotto", Hisae Iwaoka. 

Si tratta del primo volume di una serie abbastanza breve che racconta le vicissitudini di un lavavetri spaziale.

Ebbene sì. In un futuro in cui la terra è diventata inabitabile, quel che resta dell'umanità vive in un'enorme stazione orbitante divisa in tre piani corrispondenti a tre caste. Ai piani alti vivono le persone più ricche o più dotate, e viceversa ai piani bassi. 

 Essendo la stazione spaziale coperta di vetrate, qualcuno deve pur pulirle, e qui entrano in gioco questi lavavetri spaziali che, dietro compenso, ripuliscono gli enormi vetri con perizia.
  Il giovane protagonista ha perso il padre durante un'operazione di pulizia e decide di seguirne le orme. Lì fuori inizierà a vedere cosa accade dentro le case e scoprirà che dietro ogni persona che richiede i suoi servizi si nasconde una piccola grande storia.

 Sorprendente, originale, dei tre è in assoluto quello che mi sento di consigliare di più, ma i miei son gusti ovviamente!
 Attendo con gioia il secondo volume!

3 commenti:

  1. Che tempismo! Ero proprio indecisa se prendere "Dosei mansion" oppure no. Grazie per la dritta ^________^

    A proposito di lavavetri spaziali (in questo caso lunari), se hai tempo e voglia leggiti "Artemis" di Andy Weir, quello che ha scritto il fenomenale "The martian" ;-)

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  2. Ciao, dopo il tuo allegro sconsiglio, posso suggerirti di provare a sfogliare "Mary e il mostro" di Lita Judge? E' uno splendido libro illustrato che ripercorre la biografia di Mary Shelley a partire dai suoi propri scritti (quindi l'autrice cerca di utilizzare il punto di vista di Mary per leggere le vicende della sua vita).

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    1. Mi sa che ce l'ho presente!! Ho visto anche uno jacobelli che sembra carino

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