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mercoledì 5 giugno 2019

Prigionieri del sogno di qualcun altro. 10 cose (+1) dei bei tempi andati di cui i Millennial sentono nostalgia senza averle mai vissute dalla Dc alla felicità fino a Yalta.

Dice una celebre fase di Garcia Marquez che: "la vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la ricorda per raccontarla".

 E' inevitabile applicare questa massima alle nostre piccole vite, ma forse, usandola come chiave di lettura del nostro presente sempre più discutibile, potrebbe essere illuminante.


 Sfido qualsiasi trentenne attuale a non essere stato prigioniero di un sogno. Quello dei propri genitori.


 I baby boomers ritengono di aver vissuto un'epoca privilegiata e di certo hanno ragione, ciò sul quale forse e probabilmente errano è il loro strenuo e continuo tentativo di riviverla in un presente che ha connotati e caratteristiche completamente diverse e non paragonabili (anche per colpa o merito loro, altra parte che sfugge sempre).

 Pur essendo, a mio parere, una delle grandi malattie del nostro tempo (una sorta di febbre generazionale che non passa e ci rende deboli e confusi), non esistono molte pubblicazioni sul tema.
 Quella che forse meglio esprime questa mia idea svolazzante è "Utile per iscopo" un piccolissimo saggio di Wu Ming 2 che analizza le problematiche di una società di retromaniaci.
 Una società che vive nel culto del passato ha dei grandi problemi di rinnovamento e creatività perché non farà altro che tornare sulle potenzialità del passato nell'ansia perpetua di reinterpretarle, "affamata di passato".

 Ho quindi deciso, anche se magari sarà un post poco libresco (anche se un altro saggio da consigliare potrebbe essere "Contro i bei tempi andati" di Michel Serres) , di elencare le cose di cui i Millenial hanno maggiormente nostalgia anche se non le hanno mai vissute.

 Liberissimi di aggiungerne altre che ho dimenticato!


LA DC:

E il Pci. Ma più DC. 

 Nessun millenial era abbastanza senziente all'epoca per ricordare le due formazioni politiche all'opera eppure sappiamo tutti per certo che si stava meglio quando si stava peggio.

 La DC è la formazione politica più rimpianta trasversalmente da chiunque fosse lucido prima degli anni '90, al punto che la rimpiangiamo anche noi che l'abbiamo presa solo di striscio.

 Certo, i governi cadevano ogni 5 mesi (ma anche lì ci sono buchi di memoria se gente che ha visto i 345354 governi Andreotti ora bercia online di "governi non eletti dal popolo"), governi balneari, pentapartiti, trasformismi, lotte intestine che manco il trono di spade, manuali cencelli che c'erano e almeno nessuno faceva finta non ci fossero, cristiani che però "hanno approvato il divorzio" e tante altre meraviglie.

 Tutte cose che, da quanto ci raccontano, all'epoca sembravano il demonio e adesso non c'è persona che non rimpianga.

 Non abbiamo mai visto la DC all'opera ma noi millenial sappiamo istintivamente che i guai dell'Italia sono iniziati nel momento in cui la sua rassicurante ala protettiva si è allontanata da tutti noi lasciandoci in balia delle nostre (pessime) decisioni politiche.


MA ANCHE IL PCI:

Qualsiasi partito di sinistra sarà per sempre destinato a fallire finché dovrà reggere il confrontato col Pci.



 Il Pci era radicato sul territorio, il Pci parlava agli operai, il Pci aveva una vera dirigenza, il Pci aveva l'intellighenzia, la scuola di partito, Frattocchie, Togliatti e Berlinguer.

 Poco importa pensare razionalmente che il Pci fondava la sua forza principale nel fatto di essere il partito giusto nel contesto storico e sociale giusto, un partito di un presente che ormai è trapassato, poco importa anche che il territorio stesso fosse radicabile perché le persone erano diverse, più permeabili a certe esigenze e meno ad altre.

 Poco importa anche che fu un partito profondamente bigotto (ma ho parlato con tanti giovani d'oggi di partito che contrappongono diritti sociali a diritti civili come se ci fosse una gara di supremazia e non potessero andare insieme).

 Il PCI rimane il grande immortale fantasma a cui tutti aneliamo e che non può ritornare ma che bramiamo come se potesse salvarci da un sistema economico sulla via della catastrofe.

 Intanto il tempo passa e noi lo passiamo a sospirare sperando in un impossibile ritorno. Torna torna questa casa aspetta a te.


GUERRA FREDDA:

 Manicheismo a gogò. Chi è che non ne ha bisogno? 
 Ora non si capisce più niente: russi che influenzano le elezioni americane ed europee. Europei che non sanno più se stanno coi russi, con gli americani o coi cinesi. Repubbliche ex sovietiche che non sappiamo mai bene cosa stiano combinando (quante siano) e se ci dobbiamo preoccupare.

  La Germania che, unita, ha ripreso a randellarci, sovranisti che giocano a fare i capetti da repubblica delle banane in giro per mezza europa e popoli storditi che votano per uscire dall'Europa, ma alla fine non trovano il mondo di andarsene.

 Insomma, ce lo ripetono in ogni modo: rivenisse Yalta! 

 Sì, c'erano tanti casini, però almeno avevi la certezza che gli americani e i loro alleati erano x e y e che i russi erano z e k. I cinesi chiusi in una strana e ossessiva autarchia se ne stavano per i fatti loro e tutto procedeva se non bene almeno con un senso logico.

 Eh, come si stava bene prima della caduta del muro anche se oh, la caduta del muro è uno degli eventi più importanti e commoventi dell'ultimo secolo eh!


ASSISTENZIALISMO DI STATO:

Ma volete mettere i bei tempi in cui si poteva andare in pensione con 15 anni di contributi, avere rendite dai titoli statali da capogiro, casa comprata, casa al mare comprata, i figli che stavano meglio dei genitori e via discorrendo.

Certo poi che questa cosa fosse dovuta a una congiunzione astrale irripetibile come boom economico e possibilità di creare abissali deficit di stato (ossia lasciare cambiali con scritto "pagherò" e il nome di figli e nipoti) è del tutto secondario.

 Abbiamo sostanzialmente la casa ipotecata, ma sogniamo di poter vivere come quando era nostra. 

 Nel tentativo, stiamo cercando di ipotecarla due volte, ma il gioco non riesce e ci arrabbiamo cercando colpevoli che non c'entrano niente coi nostri bagordi passati.

 Nel frattempo, misteriosamente continuiamo a non voler riscuotere le quote condominiali dagli appartamenti che non hanno mai cacciato una lira.


 LA FABBRICHETTA:

I nostri nonni sì che la sapevano lunga! 

 Altro che master, stage e perdite di tempo, bastava rimboccarsi le maniche e non aver paura di faticare!. Senza neanche il diploma crearono interi distretti industriali a gestione familiare con idee geniali e tanta voglia di fare.

 Peccato la creatività si sia diluita e che i loro nipoti non siano in grado neanche di farsi assumere in una pizzeria al quarto stage e al terzo apprendistato.

 Certo l'assetto economico mondiale era del tutto diverso, ma di certo è un particolare trascurabile.

Ma non temiamo, se continuiamo a concentrarci sul fatto di diventare dei padroncini e mai dei lavoratori, le cose non potranno fare altro che peggiorare.


PARTO E CI RISENTIAMO TRA 20 MESI:

Siamo sempre attaccati ai cellulari, non come quei tempi mitici in cui partivi e se ti andava mandavi ogni tanto una cartolina a casa.

Potevi non sentire nessuno per MESI. MESI. Potevi sparire.

Poi certo, questo poteva anche significare non sentire i tuoi cari per secoli se ti trasferivi lontano, ma al momento ci sembrano inutili sottigliezze. 

Le stesse persone che ci hanno passato la nostalgia per la libertà estrema dei bei tempi andati, ora vuole le telecamere nelle scuole, infila app nei cellulari dei figli per geolocalizzarli, controlla registri elettronici e monitora i pargoli h24, spedisce mail d'ufficio a qualsiasi ora del giorno e della notte in qualsiasi giorno dell'anno ferragosto compreso.


 Incredibile che gli stessi siano in grado di farci rimpiangere i bei tempi della mancanza di tecnologia pervasiva accusandoci di esserne dipendenti.

E però è successo.


FATALISMO:

Se si leggono le cronache degli anni '60-'70 è sconcertante pensare che le stesse persone che li hanno vissuti accettando il fatalismo degli anni di piombo, siano state in grado vivere attualmente un tale livello di paranoia che in confronto "1984" è una vacanza.

 Genitori e nonni passano il tempo a raccontarti gli anni di terrorismo interno, agguati, rapimenti e stragi come gli anni più tranquilli mai vissuti in Italia.

Sì, succedevano delle cose, ma era così, era il fato, il destino, la sorte, quella a cui noi millenial non sappiamo affidarci (e neanche più loro a quanto sembra).

 Erano anni bellissimi, non come quelli di adesso che non sai mai cosa può succedere.


POSTO FISSO:

 Se c'è un concetto che è difficile spiegare alla maggior parte dei genitori quello è il posto fisso. Rimane loro inspiegabile come figli che hanno studiato per il doppio dei loro anni facciano lavori per i quali prendono la metà, se non la metà della metà dei loro.

 Un tempo a 20 anni e con un diploma potevi comprare casa e campare una famiglia. Ora non siamo neanche in grado di pagarci una stanza. Ah, il posto fisso che non sappiamo più meritarci!

Poi certo, se vediamo i film a episodi degli anni '60-'70 non è che la vita del lavoratore sembri proprio una pacchia, ma con una raccomandazione si risolveva tutto.

 Mica dobbiamo pensare male, erano altri tempi.


QUALSIASI ARTE ERA AL TOP DELLA SUA MERAVIGLIA:

La musica era meglio. C'era il vero rock. Lo Strega lo vincevano Bassani e la Morante. Gli artisti avevano una vera coscienza politica. Pasolini scriveva editoriali. I Beatles e i Rolling Stones. Jules e Jim e la Nouvelle Vague.

La swinging London. Raffaella Carrà che preveggeva Lady Gaga. I parrucchieri avevano già provato qualsiasi tipo di pettinatura e colore. La minigonna. Antonioni e Fellini. L'arte era vera arte. La provocazione vera provocazione. La droga non era manco vera droga, ma un modo per aprire le porte della percezione. Brigitte Bardot. I figli dei fiori.

L'unica cosa sui quali siamo liberi di non avere l'ansia da prestazione è l'informatica che, almeno quella, non c'era.

 E ovviamente si stava meglio.


LOTTA DURA E SENZA PAURA:

 Ti ricordi quella strada? Eravamo io e te? E la gente che correva e gridava insieme a noi! Ma tutto quel che voglio pensavo è solamente amoreeeeee

Qualsiasi tentativo di battaglia potremmo o vorremmo mettere in atto non sarà mai paragonabile alle conquiste dei bei tempi che furono.

 Poco importa che la lotta dura e senza paura sia difficilissimo concepirla e farla in una società liquida e in un mondo globalizzato.
 Il senso di sconfitta collettivo permane.

 Quando si diceva che i lavoratori di tutto il mondo avrebbero dovuto unirsi non era una boutade, ma un secoletto dopo si è scoperto che i lavoratori non sono naturalmente di sinistra e la cara vecchia competizione per la sopravvivenza e la selezione naturale possono essere applicate su scala lavorativa.

 Ma non illudiamoci, la colpa non è mai di un sistema che anche loro hanno contribuito a creare, la colpa sarà sempre nostra che non siamo abbastanza duri, abbastanza puri, abbastanza senza paura.
 Ah, se avessimo vissuto 50 anni fa! 


LA FELICITA':

 Dicono tutte le leggende che effettivamente il boom economico fu un periodo di assoluta e straordinaria felicità e che gli anni '80 yeah quanta spensieratezza nonostante il capitalismo prendesse il volo e vuoi mettere gli anni '90 quando ancora potevi prendere un aereo senza fare 2 ore di controlli?

 I tempi andati, in confronto ai nostri, sono un concentrato di energia e speranza che appare sempre più come una mitica età dell'oro verso il quale i nostri anni non possono che essere definiti che stanchi, logori e decadenti.

 La nostalgia per un periodo in cui non tutti fossero perennemente arrabbiati e incattiviti è forte, ma fu vera gloria?
 Non lo sapremo mai, intanto rimpiangiamo di aver perso l'opportunità del secolo per essere felici.

Una canzone ben riassume cotanto rimpianto verso l'età dell'oro italiana: "L'estate di John Wayne" di Raphael Gualazzi. Da ascoltare in loop.







2 commenti:

  1. Avendo vissuto quegli anni, e ripensandoci bene, non mi sembra che fossero poi tanto belli, anche allora c'era chi rimpiangeva i tempi andati. Credo che tra 20-30 anni quelli che oggi sono ragazzi rimpiangeranno questi tempi. Mi viene in mente una citazione:
    "...Che poi, forse, il bello di una volta eravamo solo noialtri, noialtri come oggi ci ricordiamo..."
    Da "L'Austria era un paese ordinato" di Carpinteri e Faraguna, 1982.

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    1. Sarà che il nostro è ormai un paese mediamente vecchio, ma a me sembra che ormai le attuali scelte in tema di politica da parte degli elettori (cioè quello che programmaticamente propongono i singoli partiti) vengano fatte sulla base dei ricordi del passato, che non può più tornare, e non sul futuro.

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