Ho già raccontato in precedenza del mio amore per gli horror giapponesi, ma riassumo brevemente per chi giustamente non segue il blog da eoni.
Ero più o meno all'inizio dell'università quando il remake di "The Ring", oltre a dare lustro a Naomi Watts, mostrò agli occidentali il potere degli horror giapponesi.
La grande differenza, o almeno una delle più grandi, è che i fantasmi giapponesi sono, tendenzialmente, molto più cattivi.
Da noi, ad un certo punto in qualche modo li esorcizzi. Vogliono un prete, che tu gli risolva qualcosa che hanno lasciato in sospeso in vita, che li accompagni in paradiso o li salvi dall'inferno, insomma, se danno fastidio ai vivi, c'è sempre un motivo.
E se c'è un motivo, c'è anche una soluzione.
In Giappone no. In Giappone il fantasma sembra non avere uno scopo che non sia la propria personale fame o furia. Una fame o furia che in genere derivano da un qualche torto subito in vita, ma non è che ci sia la speranza di poterlo risolvere. Il protagonista della storia si illude di poterlo fare e si impegna e lotta, ma non sa che il fantasma non può saziarsi della sua brama di devastazione.
Questo particolare, rese incredibilmente interessanti i moltissimi film e i vari libri che riuscirono finalmente ad arrivare in occidente grazie al "The Ring" di Verbinski. C'era una variabile che nella nostra ansia di espiazione cristiana, non avevamo previsto: la mancanza del perdono.
Purtroppo tutte le cose belle finiscono e adesso immagino che tradurre film horror giapponesi non passi per l'anticamera del cervello di nessun produttore oltre gli Urali.
Però qualcuno traduce libri, e l'idea di questo post di consigli sugli horror giapponesi è nata propria da un libro appena uscito per Atmosphere libri che sto attendendo con grande trepidazione: "La casa impura" di Ono Fuyumi.
La protagonista è l'ex curatrice di una collana horror per adolescenti che un tempo chiedeva ai lettori di inviare storie spaventose di loro conoscenza. Un paio di lettere, ad anni di distanza, raccontano dello stesso condominio a Tokyo, così decide di indagare..
Questa la sinossi e capite bene che non si può non trepidare.
Nel frattempo, se vi viene voglia di leggere "La casa impura", ma qualche altro sul genere, eccovi una piccola lista di consigli.
Purtroppo dovrete attingere abbondantemente alla biblioteca, ma SI PUO' FAAAARE.
THE RING e DARK WATER di Koji Suzuki ed. Nord:
E' un libro che rileggo ciclicamente perché è uno di quei libri che avrei voluto scrivere io.
La storia è secondo me perfetta: equilibrata, inquietante, morbosa
senza essere pesante, con un'intuizione di fondo, l'idea di usare un mezzo tecnologico come medium per la propagazione della vendetta di un fantasma, assolutamente geniale.
Il film è in molte cose fedele al libro e, a mio parere riesce a restituire molto bene le atmosfere. Menzione speciale al filmato che mi fa venire l'ansia solo a pensarci e che trovo davvero disturbante anche dopo anni.
Ma se la storia di per sé è molto simile, il libro è molto meno educato del film. Nel film la protagonista è la classica madreh che deve attraversare indicibili ostacoli per salvare la propria prole, ma alla fine riesce, con un po' di cinismo, nell'intento.
Nel libro il protagonista è un uomo e indaga per salvare la propria di pelle. Samara si chiama Sadako e non è una bambina nata con la radice stessa del male, ma ha una storia molto più complessa che, peraltro, spiega anche la motivazione dietro alla cassetta maledetta che si propaga, esattamente come in una pandemia, per contagio.
Non posso svelarvi la soluzione, ma tecnicamente è adattissima ai tempi del covid. Il libro fa parte di una trilogia, ma non ho letto i due seguiti, "Spiral" e "Loop" perché virano molto sul fantascientifico.
Dello stesso autore venne tradotta la raccolta di racconti, "Dark water", che, mi rendo conto scrivendo questo post, alla fine all'epoca non lessi (ora vado a metterlo nel paniere del mio ordine in biblioteca).
Dal racconto che dà il titolo al libro è stato tratto un omonimo film, del quale esiste anche un remake con Jennifer Connelly, e che, all'epoca, vidi entrambi. Ricordo abbastanza bene che gran parte della faccenda poteva risolversi con l'aiuto di un buon idraulico.
Intanto Koji Suzuki si legge sulla fiducia.
ESTRANEI e UNA VOCE LONTANA di Taichi Yamada ed. Nord:
C'era un tempo lontano in cui la Nord era una casa editrice specializzata in libri di genere.
Per molti anni il suo focus principale è stato la fantascienza, ma aveva già iniziato a mutare da tempo quando, nei primi anni 2000, aveva pubblicato un paio di horror giapponesi molto graziosi:
"Estranei" e "Una voce lontana", entrambi di Taichi Yamada. "Estranei" è uno di quei libri, che mi rendo conto, forse non sono esattamente per un momento covid.
Il protagonista è Hideo Harada, un uomo divorziato, rimasto orfano dei genitori da ragazzino (i genitori che muoiono prematuramente in coppia sono un grande must del Giappone) che si sente davvero molto solo.
Un giorno decide di andare nel quartiere della sua infanzia, ad Aasakusa, e lì incontra un uomo che gli ricorda tantissimo suo padre.
Potrebbe essere una coincidenza se non fosse che anche sua moglie è davvero identica alla madre di Hideo. Inoltre tutti e tre si trovano estremamente bene insieme e Hideo, quando è con loro sente in qualche modo di essere tornato a casa..
Ve lo dico. Fazzoletti e se siete in un momento un po' da trauma covid (tipo io vorrei vivere attaccata ai miei h24 cosa MAI accaduta in vita mia), lasciatelo per un momento migliore.
"Una voce lontana" invece mi è rimasto meno impresso e l'ho quasi dimenticato, ma la recensione che ne feci all'epoca su Anobii (ci sono rientrata di recente proprio per scrivere questo post) conferma che non mi piacque particolarmente.
La storia è quella di un funzionario dell'immigrazione in Giappone che, durante una retata, sviene inseguendo un fuggiasco. Travolto da intense emozioni fisiche, inizia da quel momento a sentire una voce nella sua testa, una voce di donna per la precisione.
Mi ricordo il finale e che doveva sposarsi con una tizia quasi sconosciuta con un matrimonio combinato. Per il resto, il vuoto.
Tuttavia il gusti sono gusti, magari a voi potrebbe piacere, quindi perché non provare?
QUANDO CADRA' LA PIOGGIA TORNERO' di Takuji Ichikawa ed Tea:
Racconto di fantasmi poco spaventoso e molto drammatico, "Quando cadrà la pioggia tornerò" ha per protagonista Takumi, un ventottenne con alcuni problemi (non ben spiegati, non si capisce se ha un lieve ritardo mentale o altro)
rimane vedovo dopo che sua moglie muore dopo una breve malattia. Con difficoltà, il ragazzo cerca di sopravvivere al dolore e di crescere il loro bambino, Yuji.
Lo sostiene una frase che la moglie ha detto prima di morire: "Quando cadrà la pioggia tornerò".
Ed effettivamente un giorno, dopo la pioggia, sua moglie appare. Sembra un po' più giovane, ma è proprio lei e inizia a vivere con loro, come se nulla fosse successo.
Rimette a posto il piccolo caos nel quale i due sono già precipitati e dare loro delle regole per riuscire a farcela nonostante i problemi di Takumi. Ma è davvero possibile tornare dalla morte?
Preparate taaaaanto fazzolettame.
Ps. Facendo le ricerche per questo post ho scoperto che dello stesso autore esiste un altro libro tradotto (spero che il titolo sia una pessima idea del traduttore): "Sono tornata, amore".
UTSUBORA di Asumiko Nakamura ed. Coconino:
Graphic novel in due volumi, riprende il tema del doppio attraverso due misteriose gemelle. La storia inizia con una ragazza, Aki, che si getta da un palazzo senza motivo apparente. I due numeri da chiamare in caso di emergenza risultano quelli della sua gemella Miki e di un famoso romanziere, Jun, recentemente tornato alla ribalta con un romanzo di successo, "Utsubora", dopo un periodo di crisi.
La vicenda diventa ben presto molto complessa perché, se in un primo tempo, sembra che l'unico legame tra Aki e Jun fosse quello, anche un po' ambiguo, tra una fan e un famoso scrittore, ben presto diventa evidente che "Utsubora" vi ha giocato un ruolo.
Inoltre Miki sembra sapere su Jun molte più cose di quanto lui, che ne ignorava l'esistenza, avesse previsto, facendo balenare l'idea che la ragazza non sia realmente chi dice di essere.
Noir con venature horror, avrebbe funzionato benissimo (anche meglio, secondo me), come romanzo. Perfetto per chi ama le storie di atmosfera.
LA CASA DELLA LUCE di Yoko Ogawa ed. Il Saggiatore:
Raccolta di tre novelle lunghe, merita di stare in questa lista per via del secondo racconto, ambientato in un decadente e inquietante pensionato studentesco.
Una donna di Tokyo consiglia ad un suo giovane cugino, che deve trasferirsi in città per studiare, di andare a vivere in un pensionato studentesco di cui aveva buoni ricordi anni prima.
Non sa che col passare degli anni il posto è decaduto e ormai ci vivono poche persone. Proprio per questo è abbastanza a buon mercato per il ragazzo che vi si trasferisce per poi sparire misteriosamente.
C'entra forse l'inquietante proprietario?
Peccato che la Ogawa non abbia scelto di farne un romanzo intero.
LA POLTRONA UMANA e altri racconti ed. Atmosphere libri e LA STRANA STORIA DELL'ISOLA PANORAMA ed. Marsilio di Edogawa Ranpo:
Sebbene esuli dal tono degli horror che ho consigliato, non potevo esimermi, nel caso qualcuno landasse qui alla ricerca di consigli generici,
di inserire Edogawa Ranpo, l'Edgar Allan Poe giapponese dichiarato sin dallo pseudonimo che scelse di usare.
In Italia i suoi libri, gialli e horror, sono tradotti principalmente da Marsilio e Atmosphere Libri.
I miei consigli sono due: "La poltrona umana e altri racconti", una selezione di racconti davvero morbosi e inquietanti a partire da quello dal quale prende il titolo (un'idea che onestamente non so come sia potuta venire in mente a qualcuno), e "La strana storia dell'isola Panorama", un magnificente incubo horror.
La storia racconta le vicende di un giovane perdigiorno squattrinato, Hitomi Hirosuke, che riesce a sostituirsi (un po' in stile Talento di Mr Ripley) ad un ricco rampollo di una famiglia illustre, suo vecchio amico.
Dopo aver convinto tutti della sua identità, decide di investire le sue enormi somme di denaro nella creazione, su un'isola, di una sorta di Eden, un paradiso terrestre composto da foreste lussureggianti, luoghi onirici, comparse, strane abitazioni, animali e via discorrendo, che assume toni sempre più folli e grotteschi.
Il finale, assicuro, è molto horror (e nel caso vi piacesse, ne esiste anche una graphic omonima di Suehiro Maruo).
PRESA ELETTRICA di Randy Taguchi:
Il titolo, ve lo dico, è inquietante e non ho un grandissimo ricordo nemmeno di questo libro, il primo di una trilogia.
La protagonista, la giovane Yuki, dopo una notte di sesso con un collega, tornando a casa scorge suo fratello Taka col suo cane al guinzaglio. Peccato che il cane sia morto da tempo.
Poco dopo Yuki scopre che anche suo fratello è morto: si è lasciato morire in casa ed è morto circondato da prese elettriche.
Se ben ricordo, Yuki è una sorta di sciamana che sprigiona i suoi poteri attraverso il sesso, e, sempre se ben ricordo, la Taguchi insisteva fastidiosamente su questa similitudine con le prese della corrente, le spine, l'elettricità ecc.
Nel caso vi venisse voglia di cercarlo in biblioteca (credo sia di almeno 12-13 anni fa e non è stato più ristampato), ha due seguiti: "Antenna" e "Mosaico".
E voi ne conoscete altri? Se sì, suggerite! Necessito di nuove cose da leggere!
Ps. Aggiungo già, per chiunque legga il post in futuro, questa antologia di autori italiani e giapponesi che hanno consigliato su fb!