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Ill. by Ana Galvan |
Continua la mia cavalcata per proporvi quanti più libri possibile da portare con voi in vacanza. Come scritto nel primo post, sto cercando di fare più post con un numero limitato di titoli così riesco a pubblicarli prima che sia settembre e che in vacanza ci si vada di nuovo, covid permettendo, a luglio 2022.
Questa volta molto Giappone, un po' di orrore, amore e fumetto. Todo per voi!
TOKYO - STAZIONE UENO di Yu Miri, 21 Lettere ed.:
Anni fa Yu Miri mi deluse molto con "Oro rapace", uno dei rarissimi libri di narrativa giapponese che si potevano trovare con facilità in libreria essendo un Feltrinelli. Lo trovai tra l'odioso e l'agghiacciante e lo dimenticai prima possibile, assieme a lei. Eppur. Eppure in molti nippofili narravano che Yu Miri fosse un'autrice a cui dare una seconda, una terza, anche una decima possibilità.
L'occasione si è presentata con l'edizione di "Tokyo - Stazione Ueno" da parte della casa editrice 21lettere. Il protagonista è un clochard, categoria umana sulla quale, vi stupirà saperlo, non esistono così tanti romanzi. Ogni tanto, in libreria capitava che qualcuno ce ne chiedesse, ma sono rari anche i saggi, gli invisibili restano tali anche agli occhi di scrive.
L'uomo è ormai anziano e vive per strada vicino al parco di Ueno, assieme a tanti altri invisibili. Alternandola a piccoli episodi quotidiani, ci racconta la sua esistenza, quella di un uomo in verità abbastanza comune.
Nato in una famiglia poverissima, dopo un matrimonio combinato e due bambini, si era trasferito da solo a Tokyo nel tentativo di guadagnare più soldi per mantenere la propria famiglia. Una vita come tantissime che però a un certo punto, molto in là con gli anni, accumula una piccola serie di tragedie e si infrange sulla strada dove finisce a dormire.
Il libro è bellissimo, duro, reale e in modo duro e reale ci mette davanti ai nostri umani limiti.
TRIONFO D'AMORE. Breve storia del fotoromanzo di Aldo Della Vecchia, Graphe ed.:
Migliaia di commenti indignati sui social (e non solo), ogni giorno, s'indignano perché altrettante migliaia di persone seguono i profili ig di influencer di ogni genere.
Queste divinità moderne (dove esistono dei, semidei, semplici ninfe e aspiranti eroi) solitamente ripropongono sempre la stessa identica pappa: un lavoro felice, tante vacanze, una famiglia da sogno, una casa splendida. Più o meno credo sia lo stesso motivo per cui la gente si straccia le vesti per programmi come "Uomini e donne".
Non è forse la versione 2.0 del fotoromanzo? Le vite degli altri, bellissimi e innamoratissimi, fatte apposta per farci sognare?
Il libercolo della Graphe edizioni ripercorre le origini e la storia di quello che fu un fenomeno da centinaia di migliaia di copie per qualche decennio lanciando nell'olimpo degli dei personaggi del calibro di Sophia Loren.
ALMANACCO DELL'ORRORE POPOLARE a cura di Fabio Camilletti e Fabrizio Foni ed. Odoya:
Questo per me è il saggio dell'estate e anche di Halloween. LO AMO.
Contiene tutte le robe orrorifiche che mi affascinavano (e respingevano) sin dall'adolescenza. Odoya propone in un solo libro una serie di saggi su ciò che oscuramente, attraverso i modi più disparati, è venuto a formare l'immaginario dell'inquietudine orrorifica italiana.
Non quell'orrore da cronaca nera che fa attorcigliare lo stomaco, ma quella sensazione strisciante che rende la pianura padana in estate un posto inquietante, gli etruschi magici (e molto simili agli Indiani d'America di King per utilizzo cosmogonico che ne viene fatto), i mostri pagani usati per spaventare i bambini che però insomma, da qualche parte abbiamo la sensazione debbano esistere davvero.
Scampoli di storia arrivati fino a noi come echi magici tra benandanti e streghi (non stregoni, streghi).
Un immaginario cattolico che incontra il paganesimo agitato in campagne degne del New England e del Maine di King, cariche di orrori primordiali e incarnazioni del demonio che autori come Sclavi, Buzzati e Avati hanno saputo cogliere nella loro produzione con intuizioni di rara maestria.
Un piccolo giacimento di idee su cui tornerò in ottobre (e chissà che non ci scappi anche una diretta coi curatori).
UN LAVORO PERFETTO di Tsumura Kikuko ed. Marsilio:
Questo voglio assolutamente leggerlo perché sono davvero curiosissima di capire in che modo l'autore ha deciso di affrontare un argomento secondo me centrale per la mia generazione:
l'idea che il lavoro stakanovista dopotutto non abbia nessun senso nel momento in cui non è pagato abbastanza per farti venire un esaurimento nervoso e, dopotutto, anche se lo fosse, forse quell'esaurimento nervoso preferiremmo non averlo.
I carichi di lavoro indecenti, le responsabilità pressanti, ambienti di lavoro tossici portano all'esasperazione lavoratori che, fondamentalmente, cercano solo di pagarsi un tetto sopra la testa e vorrebbero rimanere fuori da tutte le possibili deliranti dinamiche possibili che il capitalismo (e l'assurda politica delle risorse umane collegata, stile Hunger Games) ci ha convinto essere normali ed ineluttabili.
Una giovane donna, a seguito di un esaurimento nervoso, chiede al centro d'impiego di trovarle solo lavori poco impegnativi e che non la portino ad avere responsabilità. Nonostante i suoi sforzi, l'impresa sembra rivelarsi molto più difficile del previsto e ogni lavoro diventa tragicamente più impegnativo del previsto.
Trovo nella storia molte affinità con la mia vita lavorativa e probabilmente la troveranno molte altre persone. Io ho sempre la sensazione che il banco lavorativo fatto di molti obblighi e pochi soldi, prima o poi dovrà saltare. Intanto cerco questo libro sperando corrisponda all'idea che mi sono fatta di lui.
TISANA LETALE di Brigitte Glaser ed. Emons:
Ve lo dico, non ne so molto. L'ho visto su un banco di libri al mercato (è uscito appena un mese fa, boh chissà) e qualcosa mi ha attratto fatalmente. Non so se il titolo, la copertina, l'idea di una cuoca e una vacanza detox, boh, tutto gridava vacanza e anche se non ho mai letto un giallo tedesco mi sono detta: perché no?
La trama vede protagonista una cuoca con tendinite che accetta il consiglio di un'amica di fare un po' di vacanza in un centro wellness.
Come in ogni posto di vacanza, la fauna ospite è molto varia e ovviamente ci sarà un omicidio. Mi ispira proprio, anche se le fiction tedesche non hanno fatto un gran servizio al loro immaginario narrativo (temo di ritrovarmi davanti a quelle robe statiche con una fotografia post sovietica d'antan).
Vi farò sapere.
SCIROCCO di Giulio Macaione ed. Bao Publishing:
La nuova graphic novel di Giulio Macaione è sospesa tra Venezia e la consueta Sicilia.
La protagonista, di primo acchito, sembra Mia, una diciottenne che sta per coronare il suo sogno di essere ammessa in un'importante accademia di danza, ma è in realtà sua nonna Elsa, ex scultrice.
La donna scopre di avere la recidiva di un tumore le cui cure precedenti l'hanno privata della giusta forza nel braccio per portare avanti il lavoro di una vita. Piena di dubbi, Elsa parte per la Sicilia senza dire nulla a nessuno per ritrovare il suo primo amore al quale non ha mai smesso di pensare.
Detta così sembra una storia romantica, ma sarò sincera, non è di questo che parla il libro.
Il libro parla di un argomento molto tabù per molti motivi, tutti complessi: la scelta di non curarsi davanti ad un male che ghermisce il nostro corpo.
Macaione lo fa con grande delicatezza, senza la pretesa di dare risposte o grandi verità, ma col solo intento di mostrare il frammento di alcune vite che si scontrano davanti a questo dramma. Cosa è giusto fare davanti a qualcuno che ci mette davanti a questa decisione: interferire? Accettare? E se non ci fosse una vera risposta?
Un libro che mostra la grande crescita anche grafica dell'autore, con scene bellissime ambientate in Sicilia e il corpo danzante di Mia che si staglia su una Venezia dai toni autunnali, splendida eppure malinconica, come questa storia.
HORRORSTOR di Grady hendrix ed. Mondadori:
Lo scorso anno avevo straconsigliato "Guida al trattamento dei vampiri per casalinghe" (e ve lo consiglio anche quest'anno), un horror molto particolare che vedeva un gruppo di giovani casalinghe di fine anni '80-inizio anni '90 alle prese con un vampiro spalleggiato dal potere più pericoloso dell'universo: il patriarcato.
Quest'anno Mondadori propone il libro precedente di Hendrix: "Horrorstor" presentato anche graficamente come un delizioso catalogo Ikea.
Il tema horror delle case infestate è un topos letterario molto amato MA nessuno aveva mai pensato prima cosa accadrebbe se ad essere infestata non fosse una casa, ma un negozio che vende mobili per la casa.
Cinque dipendenti alle prese con un negozio imbizzarrito faranno quello che non bisogna mai fare eppure tutti in un horror fanno: ci passano la notte.
Si prospetta molto gustoso.