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domenica 3 ottobre 2021

Fatti, libri, artisti e scrittori della provincialagodibracciano. Il sequel di Arancia Meccanica, Gianni Rodari, i Borgia, Velly e molte altre gustose vicende.

E' moltissimo tempo, da ben prima che tornassi nel Lazio, che nella mia testa frulla l'idea di creare un qualche progetto sul lago di Bracciano. 

 Penso che questo autunno, se riemergerò dal lavoro (sto ancora prendendo le misure con la libera professione: si sopravvive? Come?), tenterò l'impresa!

 Nel frattanto do sfogo ad un'altra idea che ho da tantissimo tempo: un post su fatti letterari e artistici in cui la zona del lago di Bracciano è coinvolta. 

Visto che quest'anno grazie alla vincitrice del Campiello, Giulia Caminito, sta vivendo un momento di gloria, quale momento migliore?


CHE LA FESTA COMINCI E ORIOLO ROMANO:

Il lago di Bracciano è una zona che ricomprende, per chi ci vive, anche una parte che straborda nella Tuscia. 
 Esclusa la malvagia Anguillara che ogni tanto tradisce e volge lo sguardo alla periferia nord di Roma, tendenzialmente, per una serie di motivi (tra cui le scuole superiori che sono concentrate a Bracciano) la provincia lagodibracciano ingloba posti esotici come Manziana, Oriolo Romano e Canale Monterano.

 Canale Monterano in verità la conoscete anche se non lo sapete

 Comunemente nota (non si sa perché), come la città dei matti, ha una riserva naturale dove c'è la famosissima chiesa scoperchiata al cui interno è cresciuto un albero e che ha davanti una fontana del Bernini.

Ci ho campeggiato davanti varie volte con gli scout e se vi capita, è un posto davvero suggestivo come narrano le leggende.
 Fortunatamente bisogna scarpinare un po' per arrivare quindi non ci sono le folle ammaestrate, o almeno non c'erano le ultime volte che ci sono andata.

 Comunque, stranamente è la ridente Oriolo Romano ad aver avuto per primo gli onori della narrativa. 

 Si tratta di un piccolo piccolo paese molto grazioso dove si trova una faggeta che è patrimonio UNESCO: si tratta infatti di una faggeta che si è sviluppata ad una quota stranamente molto bassa e anche lì ci ho campeggiato abbondantemente con gli scout (e anche lì non torno da anni e vorrei). 

 La povera Oriolo Romano è stata l'ambientazione di partenza di "Che la festa cominci" di Ammaniti, scrittore per il quale non vado pazza e che secondo me non è stato particolarmente brillante in questo libro. Il paese viene descritto come il classico tristissimo luogo di provincia dove vivono personaggi lombrosiani e all'epoca la cosa mi irritò parecchio. 

 In realtà è un posto molto carino.

 Se ci capitate, capitateci per la sagra del fungo porcino. 


GIANNI RODARI  E MANZIANA:

 Ebbene, forse non tutti sanno che, sebbene Manziana sia piccola e doni alla zona principalmente il suo celebre bosco, un pane particolarmente buono (assieme a quello di Canale, durano una settimana) e la sagra della castagna, in realtà è stata immortalata nelle filastrocche di Gianni Rodari.

 Gianni Rodari aveva infatti a Manziana una casa di campagna dove passava lunghi periodi.

 Se passate, il paese è piccino picciò, ma il bosco è davvero molto grazioso e adatto alle passeggiate (anche se ci pascolano le mucche, quindi calma e sangue freddo).

 Dal secondo libro delle filastrocche

"Le parole di Manziana
Con le parole di Manziana
Voglio fare un A B C
Le metto in fila indiana
E comincio così:
A.. è l’Acqua Precilia,
è l’Acqua Acetosa,
è l’Acqua della Callara
che ribolle senza posa."

PETER NICHOLS:

 Nel centro storico di Bracciano, il rione Monti, in una delle sue piazzette più suggestive che sembra sbucata esattamente dalla mente di uno scenografo americano che immagina come debba essere una tipica piazzetta di un borgo italiano, c'è una casa con una targa dedicata allo scrittore Peter Nichols.

Peter Nichols fu un vaticanista inglese molto noto, corrispondente del Times e autore di alcuni libri sul Vaticano.

 La casa, disgraziatamente, è andata a fuoco qualche anno fa e credo sia tuttora disabitata (da fuori sembra così, ma vai a capire). A parte una targa che commemora il passaggio di Vittorio Emanuele, cosa che ha decretato gli fosse dedicata la via principale, a Bracciano credo sia una delle pochissime targhe a ricordare qualcuno.

 Se ci passate, il luogo è molto suggestivo.


IL SEGUITO DI ARANCIA MECCANICA:

Forse il fatto letterario più eclatante che abbia avuto come scenario il lago di Bracciano, è la riscoperta del sequel di "Arancia meccanica".

 L'autore, Anthony Burgess, visse infatti vari anni in una villa sul lago con la seconda moglie, la traduttrice Liliana Macellari. Tuttavia anni dopo si trasferirono a Monaco e la casa rimase disabitata finché, morto l'autore, gli eredi non decisero di venderla.

 Un sopralluogo rivelò che Burgess vi aveva lasciato anni prima molti testi su cui stava lavorando che sono stati poi spostati a Manchester e analizzati. Lì, si nascondeva il sequel di "Arancia meccanica", o almeno, un'idea di sequel.

 Per provare che non si tratta di una cosa che mi sono inventata, qui potete leggere l'intervista allo scopritore!


JEAN PIERRE VELLY:

All'università feci una tesina in storia dell'illustrazione, incisione e decorazione del libro su Jean Pierre Velly, incisore francese moderno che non ricordo neanche bene come scovai, disperso nel 1990 nel lago di Bracciano, a seguito della caduta dal catamarano sul quale si trovava assieme a uno dei figli.

Jean Pierre Velly arrivò in Italia dopo aver vinto, nel 1966, ad appena ventitré anni, il Grand Prix de Rome per l'incisione. 

 Fu ospite dal 1967 al 1970 dell'Accademia di Francia a Roma, diretta da Balthus,e si trasferì poi a Formello, nei pressi di Roma, dove visse per vent'anni assieme alla moglie e ai due figli.

 Potete vedere la sua opera, le incisioni e i disegni preparatori, su questo completissimo sito dedicato a lui.


JUAN BORGIA e L'ASSEDIO DI BRACCIANO:

Questa ricognizione non poteva finire senza citare uno degli episodi rinascimentali che videro protagonista il castello di Bracciano, gloria locale come il lago. 
 E' un maniero enorme, splendido, che vi consiglio di visitare e che vi accorgerete di aver visto in praticamente ogni sceneggiato tv ambientato durante l'epoca medievale e il rinascimento, grazie ad una coorte interna benissimo conservata, ampia e splendida, come gli interni.

Juan Borgia, sventurato figlio di Papa Alessandro Borgia, nel 1496 pose il castello sotto assedio, ma non riuscì a espugnarlo grazie alla pervicace resistenza dei due signori: Bartolomea Orsini e Bartolomeo d'Alviano che resistettero fino al momento in cui giunsero i rinforzi costringendo il Papa alla negoziazione.

 L'episodio è citato in tutti i libri dedicati alle figure della famiglia Borgia, tra cui il bellissimo "O Cesare o nulla" di Manuel Vazquez Montalban. Questo libro e una splendida mostra che fecero a Roma sui Borgia durante l'anno in cui mi diplomai, causarono in me uno sfrenato periodo di letture appassionate sul tema (che effettivamente potrei proporre in un post).

 

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