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domenica 21 luglio 2013

La mysteriosa fantascienza femminista. Joanna Russ e Ursula K. Le Guin

Io ho tre grandi amori: gli esistenzialisti francesi, la fantascienza femminista e gli scrittori orientali, preferibilmente giapponesi. Peraltro trovo che i tre filoni abbiano una grande armonia tra di loro, ma può darsi benissimo che ce la vedrò sempre e soltanto io.
Premetto che non sono una grande appassionata di fantascienza, diciamo pure che tutta la parte navicelle, viaggi spaziali, alieni mi è insopportabile. Fatico anche a seguire il vario cyberpunk anche se mi sono sforzata, l'unica sci-fi che ha su di me qualche effetto è la cosiddetta narrativa d'anticipazione.
 Fino ai 23 anni o giù di lì ero convinta che tutto si riducesse a Orwell, Huxley e similari, poi per una questione di crediti/punti latte dell'università da accumulare finii per seguire un seminario sulla fantascienza femminista.
 Fu amore su tutta la linea. Per chi non la conoscesse, è quel filone della narrativa d'anticipazione che incrocia i problemi delle società patriarcali con milioni di varianti di futuri ipotetici.
 Due esempi calzanti sono, "Female man" di Joanna Russ (che vi consiglio pure se è un  tragico libro fuori commercio) e "La mano sinistra delle tenebre" di Ursula K. Le Guin.



  Il primo è un libro di fantascienza femminista come uno se lo immagina, quindi capisco che potrebbe non piacere a tutti: una donna che proviene da un futuro dove tutti gli uomini sono morti, atterra in un presente dove la seconda guerra mondiale non è mai avvenuta (e con essa quindi sono mancate tutte le varie rivoluzioni, quella sessuale compresa). A quel punto entrano in scena tre varianti della stessa donna caduta dal futuro e ognuna proviene da una diramazione diversa del continuum temporale.
 Detta così sembra un casino, invece il libro fila. 
  Il libro della Le Guin, che alcuni ricorderanno per il ciclo di Terramare da cui il figlio di Miyazaki ha pure tratto un film (che se ben mi ricordo alla Le Guin fece anche schifo), è invece molto più adatto ai consumatori abituali di fantascienza. 


La trama parte infatti dall'osservazione della particolare civiltà di un pianeta abitato da creature umane, ma ermafrodite con una struttura sociale, legami d'onore e taboo molto particolari. Il fatto che siano ermafroditi infatti non è palese, il tutto risiede in una particolare trasformazione che avviene nella coppia durante la fase di eccitazione sessuale (che ha tutta una serie di crismi particolari).
 La cosa ovviamente manda in palla il narratore nonché l'osservatore galattico.
 La storia che è raccontata con delicatezza e con un tono particolarmente struggente, è molto bella e vinse il premio Hugo nel 1970.
Premetto, è solo il primo di post futuri sul tema (ahahaha, risata malvagia).

2 commenti:

  1. *tutta la parte navicelle, viaggi spaziali, alieni mi è insopportabile.

    Béh, pur avendo smesso di leggere SF decenni fa, si capisce. Era quella più ingenua e ovvia che trasponeva paro paro i classici libri adolescenziali d'avventura nello spazio. Togli la corvetta e metti l'astronave, togli l'indio e metti l'alieno, c'era pochissimo di nuovo.

    Incluse le vecchie copertine dove tipicamente una femmina discinta ovviamente procace, era minacciata da un mostro limaccioso in attesa d'essere salvata da Capt. America.

    *Il primo è un libro di fantascienza femminista come uno se lo immagina

    Imparo qui che esiste la FF.

    *un futuro dove tutti gli uomini sono morti

    Tutti i maschi o tutti gli uomini? E la protagonista è un robot o un ginoide?

    Me perplesso.

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  2. Tutti i maschi ;) Però hai colto anche il punto lessicale che è una prerogativa della FF.

    In "Female Man" quando intervistano la donna del futuro senza maschi le chiedono se non sentano la mancanza di uomini.
    Lei, perplessa risponde: "Suppongo sempre che la gente senta la mancanza di ciò a cui è abituata. Sì sentimmo la loro mancanza. Perfino un'intera serie di parole, come "egli", "uomo" e così via..furono bandite. Poi le donne della seconda generazione, le utilizzarono come espressioni audaci, in privato, ma la terza generazione evita ormai di farlo, per buona educazione, e quando arriva la quarta...che importa? Chi se le ricorda?"

    Comunque viene considerato FF anche "Il racconto dell'ancella" della Atwood, dove le donne sono profondamente oppresse da un regime teocratico che governa gli Usa post incidente atomico. Quindi la FF non è per forza: morte all'uomo!

    Anche la domanda sul ginoide o robot non è così strana, anzi, il libro ha risposte diverse per ogni variante della stessa protagonista.

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