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giovedì 19 giugno 2014

Filosofi porcelli. La vita privata e sessuale delle ieratiche figure che hanno teorizzato universi: triangoli, panico prematrimoniale, misoginia, tizzoni ardenti e cortigiane terrorizzate, religioni e tanto tanto vino!

In questi giorni in cui i simpatici maturandi si stanno rompendo la testa sugli esami (oh, sono riusciti a far uscire dei temi peggiori di quelli usciti l'anno del mio diploma! Non credevo fosse possibile, però la versione di greco doveva essere fichissima: "L'ignoranza acceca gli uomini" di Luciano), ho pensato per la milionesima volta, quanto sarebbe molto utile, soprattutto alle superiori, accattivare gli studenti e le studentesse con dei tranelli da carota e bastone
Visto che come detto più volte, tutto bisogna sottovalutare, tranne la voglia compulsiva di farsi gli affari degli altri, penso che molti quindicenni svogliati verrebbero sospinti verso lo studio tramite bocconi saporiti di curiosità sparsi sul loro cammino. Se, per dire, gli dici che Tiberio faceva parte della dinastia giulio-claudia e regnò dal-al tempo tre secondi e la metà degli studenti sta dormendo. Se esordisci con la storia dei funghi avvelenati e con la sua perfidia da uomo sottovalutato, allora vedi che il loro animo "Dexter" si risveglierà e forse potranno concederti cinque minuti. E', questa della curiosità per l'aneddotica, la base di una fortunata serie di libri, iniziata con "Le vite segrete dei grandi artisti" e continuata recentemente con "Vite segrete dei grandi scrittori" di Robert Schakenberg ed. Electa
 Per supportare questa mia teoria, ho pensato, dopo aver passato due ore a sistemare rifornimento nella sezione di filosofia, ho deciso di carrellarvi con le vite sentimental/sessuali dei filosofi, quelle ieratiche figure che al liceo ti sfracassano le palle parlando veli di Maya e trascendentalità e magari nel privato non sapevano manco come fosse fatta una giarrettiera.
 Forza e coraggio!

KANT: 
 Esiste un grazioso libro scritto apposta per destabilizzare la critica benpensante francese, intitolato "La vita sessuale di Kant" di Jean Baptiste Botul ed. Il melangolo (pseudonimo di Frédéric Pagès che ha inventato questo falso filosofo come trappola per i falsi filosofi). In esso si analizza la vita privata del filosofo sotto la giusta ottica che solo comprendendo la vita sentimentale e sessuale dei filosofi si possa effettivamente avere un quadro preciso dei demoni e delle passioni che si agitavano dentro gli uomini che hanno cercato di teorizzare il mondo. Ciò che nascondeva Kant in verità non dovrebbe rassicurarci: bacchettone e ossessionato dall'impurità della masturbazione (da lui ritenuta immorale quanto il suicidio), il buon Kant non si sposò mai e, malgrado non fosse un misogino, rifuggiva la compagnia femminile, anche quella insistente. Una nobildonna, tale Marie-Charlotte Jacobi cercò in ogni modo di portarselo a letto. Senza, pare, successo.

KIERKEGAARD: 
"Lettere del fidanzamento"
del caro Soren
 Alle superiori  ho avuto, dopo Maurizia Paranza di cui ho narrato le gesta in alcune vignette, come professore di filosofia uno psicologo post-fricchettone per cui le madri impazzivano focosamente. Ravvisavano in lui, malgrado fosse strabico, una qualche somiglianza con George Clooney. Esso comunque aveva una vera passione per Kierkegaard, o meglio per il suo rapporto con Regina Olsen, probabilmente ravvisandovi una qualche ben nota sindrome psicanalitica che, dopo aver passato tre mesi sui saggi di Freud, ci guardammo bene dall'indagare. La povera Regina era una ragazza di buona famiglia niente affatto sciocca che a quattordici anni ha la sventura di incrociare il buon Soren ad una festa. Egli la punta, la corteggia per due anni e infine si dichiara. Nulla contrasta particolarmente il loro amore, anzi, il padre di Regina accetta subito. Solo che lui, il giorno dopo, ci ha già ripensato non si sa se per fisime mentali, se per un'oscura maledizione familiare, se perché la vita da sposato gli sarebbe stata troppo stretta o per altro. Regina non è che la prese benissimo, anche perché lasciarsi a quell'epoca era cosa seria, si rischiava seriamente la reputazione e di zitellare a vita, ma ciò non accadde. Si sposò infine con il suo vecchio precettore e non volle mai più vedere il buon Soren che pare amasse sinceramente. Anche i filosofi hanno il panico prenuziale.


NIETZSCHE:
Forse nessun filosofo nella storia è stato più rimbalzato tra le donne di Friedrich Nietzsche, circondato da madre e sorella naziste, perennemente inseguito da Malwida von Meysenburg che cercava di accasarlo con donne puntualmente intelligenti e puntualmente brutte e partecipe di un celeberrimo triangolo con Lou Andreas Salomè e Paul Rèe. Pare che il buon Fried non fosse molto incline verso il gentil sesso (nel senso che, come molti altri filosofi, sembrava più interessato ad altri piani dell'esistenza), ma la Salomé lo sconvolse seriamente e lui fece di tutto per sposarla, compreso posare nell'assurda foto in cui lei frusta lui e il terzo incomodo come fossero buoi su un carro, senza successo. Depresso, si mise a scrivere capolavori e perse poi la testa per Cosima Wagner. Lei perse la verginità quindici anni più tardi con Rilke e divenne una famosa psicanalista.
 Per saperne di più sull'orsacchiottaggine di Nietzche nel rivolgersi alle donne, da leggersi il gustoso libretto "Mia venerata. Lettere d'amore" ed. L'orma.

MARX: 
L'unica cosa che sapevo della vita personale di Karl Marx fu che aveva avuto cinque figlie femmine (non ricordo neanche come avessi assorbito tale informazione tra l'altro). Poi un giorno arrivò a lavoro il delizioso volumetto che è alla base dell'idea di questo post: "Ti amo Jenny" ed. Shake , le lettere che i coniugi Marx si scrissero e che sono sopravvissute alla furia distruttrice delle figlie, le lettere alle figlie e ad uno dei generi. Il caro Marx amò infatti per tutta la vita sua moglie, una battagliera baronessa prussiana, Johanna von Westphalen, detta Jenny, la cui sola dote fu un prezioso servizio d'argenteria che i coniugi vendettero pezzo per pezzo per sopravvivere (finché un estimatore di Marx molti anni dopo morì lasciandogli una cospicua eredità). Essa lo seguì con prole in tutti i suoi vari spostamenti, perennemente incintae profondamente innamorata del marito. Fecero come molte coppie, quando lei morì lui lo seguì ad un anno distanza.
 Da notare che Marx ebbe anche un figlio illegittimo dalla balia delle figlie, che pensò bene di far passare come prole di Engels, a cui va a questo punto la palma come "miglior spalla della storia".

SOCRATE E PLATONE:

 Se di Platone sappiamo con adeguata certezza che doveva essere molto bello (il suo vero nome era Aristocle, Platone era un soprannome che indicava "grandi spalle") e con ampia probabilità fu uno degli amanti di Socrate, di quest'ultimo abbiamo un'aneddotica sentimentale sterminata. Sposato con questa Santippe, passata alla storia come una donna di rara insopportabilità (ma stateci voi dietro a un vecchio che si fece ammazzare per colpa di un essere sovrannaturale e la tradiva ogni tre per due), non si fece mancare etere varie ed eventuali e soprattutto giovinetti a non finire.
  Il "Simposio" viene sempre ricordato per il mito raccontato dal buon Aristofane sugli uomini e le donne attaccati di schiena e divisi dagli dei invidiosi che li hanno così costretti per l'eternità a cercarsi nel caos. Tuttavia, nessuno parla di quell'esilarante parte finale in cui un ubriaco Alcibiade piomba nel convivio e si lamenta che Socrate non se lo porti a letto. Chi era Alcibiade? Un personaggio incantevole dell'antica Grecia, nato ad Atene bellissimo e amorale, divenne uno degli allievi e amanti prediletti di Socrate e fu il voltagabbana per eccellenza. Fu infatti generale ad Atene, poi a Sparta (dove fu esiliato a causa dello "scandalo delle erme" ossia tutte le statue di Ermes furono trovate mutilate degli organi genitali), poi in Persia, poi di nuovo ad Atene. Se non vi siete ancora letti il "Simposio" vale anche solo per questo assurdo episodio:
 "Agatone, (un altro personaggio strano che la metà basta ndcs)  per favore difendimi tu - dice Socrate -. Voler bene a quest'uomo non mi costa certo poco. Dal giorno in cui mi sono invaghito di lui non ho più il diritto di guardare un solo bel ragazzo, nemmeno di rivolgergli la parola. E' geloso, invidioso, mi fa delle scene, me ne dice di tutti i colori e poco manca che me le dia. Dunque, attenzione! Che non faccia adesso una scenata! Tenta di riconciliarci tu o, se tenta di picchiarmi, difendimi perché la sua ira e la sua follia d'amore mi fanno una paura terribile."

SAN TOMMASO D'AQUINO E SANT'AGOSTINO: 
"Che spavento!" "Forza Tommà è tutto passato"
La chiesa anche attraverso i suoi dottori in filosofia dà sempre il meglio di sé. 
 Sant'Agostino è il classico prete che dopo una vita vissuta a suo piacimento,mangiando bevendo, seducendo barche di donne (ebbe anche un figlio) sempre rincorso da questa madre, santa Monica (che gli stava dietro come uno stalker tentando di riportarlo sulla retta via), di colpo vede la luce, si converte e inizia a fare la morale agli altri. Tutti si ricordano quella bella frasetta "Ama e fai quello che vuoi", pochi le violente invettive contro le donne, armi del demonio usate per sedurre gli uomini degne solo di segregazione, nel migliore dei casi procreatrici senza cervello. Grazie Monica, potevi continuare a farlo correre dietro le gonne.
 Tommaso, volendo fu almeno più coerente. Mandato a studiare in un convento fin da bambino dalla famiglia che voleva farlo benedettino, decise di diventare un domenicano. A noi non cambia niente, ma gli ordini monacali erano un po' come i sindacati: i benedettini erano la cgil, e i domenicani cobas, motivo per i quali i genitori ci tenevano che entrasse in quello più potente. Siccome non desisteva, la sua stessa famiglia lo rapì e una notte gli spedì in camera una sventurata cortigiana che lui pensò bene di allontanare con un tizzone ardente aiutato, pare da un nugolo di angeli. Dopo l'increscioso episodio, la famiglia lo liberò.

 Ce ne sarebbero molti altri, da Comte, che per amore di una donna Clotilde de Vaux, inventò una  nuova religione a Schopenhauer che odiò le donne forse perché deriso da quelle che amò (una ballerina che ebbe un figlio da un altro e una diciassettenne che si fece beffe della sua proposta di matrimonio).
 E voi? Conoscete qualche aneddoto sui nostri cari amici (o anche care amiche) filosofi? Rendeteci edotti!

2 commenti:

  1. Io un altro che non ho mai capito come facesse ad essere pieno di donne era D'Annunzio! Che quando il prof c'è lo disse io e la mia compagna di banco guardammo la foto stranite...ok che la concezione di bellezza cambia con gli anni però' boh....

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