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venerdì 24 ottobre 2014

Del perché considero il libro di Valerie Trierweiler, "Grazie per questo momento", una carognata megagalattica. Uso strumentale del lettore e della scrittura, nessuna possibilità di replica e la presunzione della Verità, non so davvero cosa scegliere.

Circa due annetti fa decisi di mettermi a leggere Irene Nemirovsky.
Tutti la consigliavano, tutti dicevano che bello che bello, capolavoro, chi ero io per non darle una possibilità. In libreria iniziai a leggere le trame dei libri alla ricerca di qualcosa che mi ispirasse, il caso volle che le trovassi tutte mortalmente pallose. 
 Fidando in quarte di copertina scritte male, presi praticamente a caso "Il calore del sangue" e mi ritrovai persa in questa pallosissima storia di latifondisti francesi che si tradivano in mezzo alla campagna.
 Lo ricordo ancora con una tale antipatia che non solo per liberarmene ho dovuto fisicamente dare via il libro, ma ancora mi fa rabbia.
 Generalmente io non sono una persona vendicativa e neanche rancorosa, trovo che portare rancore (se non in casi estremi ovviamente) rovini la vita. Tuttavia se qualcosa non mi piace, se una persona non è di mio gradimento per qualche motivo, qualsiasi cosa essa possa fare non farà che rendermela ancora più antipatica. Non c'è carineria che tenga né razionalità, mi stai sulle ovaie e mi stai sulle ovaie.
 Credevo che tale poco nobile pratica si potesse applicare solo ad un altro essere vivente, possibilmente senziente, ma libri come quello della Nemirovsky mi hanno convinto che posso provare un sentimento di infinita antipatia, paragonabile ad un'orticaria molesta, anche nei confronti di un libro.
 Perché questo preambolo sui miei gusti manichei? Per il semplice fatto che ieri è giunto sulle nostra tavole la traduzione di quella verissima carognata megagalattica che è "Grazie per questo momento" dell'ex premiere dame, Valerie Trierwailer.
  La storia la conosciamo tutti. Per motivi che rimangono ignoti, i presidenti francesi non riescono ad avere una vita sentimentale normale e si sentono tutti in dovere di imitare le gesta del Re Sole, tra figlie segrete, amanti, prime mogli che scappano con miliardari costringendoti a sposare in fretta e furia una modella di origini torinesi, e, infine, un tradimento in salsa cinematografica.
 Hollande, dopo aver tradito la fu Segolene Royal, nel momento meno opportuno della storia (ossia quando lei si stava candidando a presidente francese) con la giornalista Trierwailer, nove anni dopo ripeteva l'impresa tradendola con un'attrice francese che pare una sciura bergamasca ben riuscita.
 La Treirwailer a quel punto, pianta un casino che manco madame de Pompadour, si sente male, viene portata in ospedale, implora Hollande di tornare da lei e lo attende a Versailles (davvero lo attende a Versailles), quando lui non torna, lei dimagrisce, si chiude in casa e macina una vendetta tremenda vendetta, ossia scrive una sputtanatio di dimensioni epiche, appunto "Grazie per questo momento". 
 Il libro viene stampato, diventa un successo, alcuni librai francesi si rifiutano di venderlo, forse dimentichi del fatto che probabilmente hanno la libreria piena di porcherie di ogni genere, "Mein Kampf" compreso, e alla fine, ieri, 'sto libro è giunto anche in Italia, dove solo il tempo ci dirà quanta voglia abbiamo di spettegolare.
Ci sono vari motivi per cui ho sentito un'antipatia ENORME per questo libro.
1) Chi caspita è Valerie Trierwailer? 
 In Francia hanno questo strano istituto della Premiere Dame che almeno in Italia abbiamo avuto il buon gusto di non copiare. Ossia la moglie/compagna/ma sarebbe meglio moglie, del capo di stato ha un ufficio suo, con collaboratori suoi e una sua immagine e un suo peso politico. La grande differenza è che, al contrario del marito, non l'ha votata nessuno. Quindi, tecnicamente, costei non è nessuno. La sua opinione dovrebbe contare quanto quella di un comune cittadino, la sua presenza o assenza non dovrebbero significare praticamente nulla per nessuno.
 Il fatto che perciò si atteggi ad una martire pubblica, quando il suo è un fatto puramente privato lo trovo svilente per la politica e francamente pure per le donne, che, generalmente, non misurano la propria vita in rapporto all'uomo, per quanto potente che le accompagna.
2) Il libro è una carognata che usa i lettori. La Treirwailer sapeva benissimo, scrivendolo, che Hollande non avrebbe potuto replicare pubblicamente, non avrebbe potuto raccontare la sua versione dei fatti, non avrebbe avuto diritto a raccontare la storia dal suo punto di vista. Costei è una giornalista, sa benissimo che manipolare l'opinione pubblica dovrebbe essere deontologicamente scorretto, ma pur di vendicarsi ha USATO i lettori.
 Intendiamoci, i lettori che si lasciano usare tranquillamente, hanno anche loro una grandissima parte di colpa. In questo caso specifico ancora più grande visto che rendendo questo libro un bestseller si sono resi complici di una vendetta privata con conseguenze pubbliche gigantesche.
3) Il libro è scritto in un modo pietoso, nel senso che è tutto impostato per ispirare una somma pietas nel lettore.
  Mi sono detta che prima di giudicare avrei dovuto leggerlo, e ieri ne ho saltabeccato ampi stralci. Magari, mi dicevo, il pezzo in cui sosteneva che Hollande chiamasse i poveri "sdentati" era una goccia nel mare. Ebbene, il libro è molto peggio.
 Se fosse un romanzo avrebbe una sua dignità, come storia di vita vissuta è degna di un romanzetto d'appendice scritto da Fabrizio Corona. 
  La Royal, da odiatissimo fantasma del passato, dopo il tradimento, diventa addirittura una donna con cui solidarizzare. 
Hollande caro, vai a Brescia e Bergamo
e trovi tutte le Gayet che vuoi
 Il personaggio principale di questo romanzo rosa (che altro non saprei come definirlo) è una donna che si è costruita da sola, madre di tre figli maschi avuti da non ho capito se uno o due mariti, amante appassionata, donna perdutamente innamorata. Proveniente da una famiglia quasi povera si è costruita da sé, non come la Gayet che pare invece sia una parigina bene. Hollande è ora un bugiardo, ora un freddo calcolatore, ora un politico furbissimo, ora l'uomo che doveva sposarla, ma poi non voleva (lei finge di non volerlo, ma si capisce che si mangia le mani per non averlo fatto), ma poi doveva.
 Questo ovviamente dopo averle fatto la pelle sia nella vita privata che con quell'amabile tweet in cui tifava alle "regionali" francesi per il suo avversario. Anche la celebre storia del tweet contro la Royal assume toni ridicoli. La Trierwailer sostiene di essere stata pura e candida, scevra da ogni desiderio di sabotare la ex del suo compagno, guidata solo da una purezza interiore, come un faro nella notte. Maligni noi che credevamo fosse una giornalista esperta in grado di usare i mass media con raziocinio.
 Ci sono le parti pietistche dell'infanzia nella casa popolare, la malvagia nuova donna, i figli posti sempre come primo bene, lei madre tradita, lei orfana di padre, il malvagio seduttore che domina la Francia. Praticamente è un pessimo incrocio tra "Notre Dame de Paris", un romanzo di fantapolitica e uno di quei libri che parlano di donne meravigliose dal cuore spezzato che escono dal buio in cui un aguzzino dei sentimenti le ha precipitate.
 Tutto ok, se non fosse che la signora cerca di farci credere che la sua sia la VERITA'.
 C'è una cosa che nella mia vita non sopporto e non ho mai sopportato: essere presa per stupida. Si possono ovviamente avere idee sbagliate, si può perseverare nel credere cose errate, ma prendere gli altri per deficienti è indubbiamente un peccato che non posso perdonare. Questo libro borioso è esattamente questo: prendere il prossimo (un prossimo che intendiamoci, nella maggior parte dei casi ci si fa prendere) per deficiente.
 Mi riesce difficile non vedere nella disperata accusatrice, una donna disperata per aver perso un potere agognato e appena sfiorato. Ha fatto un uso indegno della scrittura a mio parere e lo so che escono libri peggiori, ma vi giuro che raramente qualche tomo in questi anni mi ha causato un travaso di bile maggiore.
 So che i libri omofobi sono scritti da omofobi che si arrampicano sugli specchi, che quelli fascisti fanno capo a gente col paraocchi e spesso ignorante, che gli scaffali sono pieni di storie voyeuristiche sul dolore altrui. Però, in nessuno di questi casi si fa un uso così srtrumentalmente odioso della scrittura e del lettore. 
 Grazie Valerie, per questo momento di alta letteratura, ne avevamo bisogno.

Ps. Scusate se mancano gli accenti alle parole francesi, mò vado di corsa, appena posso li metto.

2 commenti:

  1. Detto tra parentesi, hai letto l'unico libro della Nemirovski che non m'è piaciuto granché, al contrario di tutti gli altri! :D

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  2. Premesso che i drammi della Triccheballacche e di tutta la corte di Francia mi suscitano al più ilarita (che si muterebbe in tristezza nel caso questo libro finisse nelle classifiche dei libri più venduti, ma tutto sommato ne dubito) mi azzardo a consigliare "Il ballo" di Irene Nemirowsky: un piccolo capolavoro di crudeltà, la rappresentazione dela rivalità tra una madre non più giovane e sul viale del tramonto e una figlia adolescente che smania per debuttare nel mondo è spietata come poche altre cose che ho letto :D

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