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venerdì 31 ottobre 2014

Il mito delle vampire lesbiche parte #2. Di come Carmilla amò Laura, di bruchi che diventano farfalle, Dracula ladri, vampire che si svegliano a mezzanotte e riappropriazione dell'immaginario!

 Ieri, esattamente come un perfido papà Castoro, mi ero interrotta a metà del racconto del mito delle vampire lesbiche.
 
Byron coraggioso manco per il cavolo
Ecco perciò la suppongo attesissima seconda parte. Bando agli indugi! Che si inizi!
 Dunque, eravamo rimasti che Shelley, Byron, Mary Shelley, Polidori & co. si annoiavano in una villa in svizzera decidendo così di sfidarsi a suon di storie di fantasmi. Sappiamo tutti che Mary Shelley partorì "Frankestein" e sappiamo anche che Polidori scrisse "Il vampiro", ma forse non tutti sanno che, durante quelle vacanze, l'amabile gruppetto lesse sicuramente "Christabel".
 Lo sappiamo perché Byron, dopo la lettura, si sentì male e dovettero dargli i sali. Era rimasto infatti così sconvolto da un passaggio sull'orribile seno di Gerardine che la sua immaginazione non aveva retto.
 Perciò Polidori non tirò fuori il suo vampiro maschio eterosessuale dal nulla, anzi.
 I due vampiri che gli seguirono furono un vampiro maschio gay e un'altra famosissima vampira donna, lesbica anch'essa, la celeberrima "Carmilla" by Sheridan Le Fanu.
 Sheridan Le Fanu era uno scrittore irlandese di storie di fantasmi abbastanza conosciuto all'epoca, che possedeva non poche stranezze. Una delle maggiori era lo scrivere principalmente in piena notte, a lume di candela, convinto che tale atmosfera avrebbe catalizzato le sue capacità fantasmagoriche.
Il nostro caro amico Sheridan Le Fanu
Poco prima di morire diede alle stampe una storia molto diversa dalle solite, una novella lunga che è un capolavoro di perfezione, saccheggiato successivamente da quel grande scopiazzatore che fu Bram Stoker, ossia: "Carmilla".
 "Carmilla" ricalcava in moltissimi punti il "Christabel" di Coleridge e, a mio parere può essere considerato una sorta di libro gemello.
 La storia parla di una ragazza, Laura, che vive quasi sola, col padre e nessun fidanzato, in un castello sperduto in Stiria. La Stiria è una regione dell'Austria che all'epoca veniva considerata particolarmente infestata da vampiri, tanto che Maria Teresa D'Austria, durante il suo regno, dovette spedire il suo medico personale a decidere se il vampirismo esistesse o meno. C'erano infatti villaggi presi da crisi isteriche collettive che, convinti di essere vittime di epidemie di vampirismo, scoperchiavano tombe a tutto andare e infilavano paletti dentro tutti i corpi incorrotti che trovavano (o li decapitavano o li bruciavano). Il medico tornò, disse che non esisteva nulla e le pratiche antivampiriche vennero vietate per legge.
Carmilla e Laura
 Comunque lì in Stiria, la solitaria Laura aspettava una sua cara amica. Aspetta e aspetta, la tizia non arriva perché morta a causa di qualcosa fatto da un imprecisato ospite. Poco dopo, una carrozza guidata da cavalli imbizzarriti fa il suo ingresso nel parco del castello e ne escono una donna preoccupata e una bellissima fanciulla svenuta, Carmilla. La donna supplica il padre di Laura di tenere la figlia svenuta perché deve scappare per alcune commissioni urgentissime e lui, convinto anche da un'immediatamente innamorata figliola, accetta.
 Inizia così una storia di vampiri che ricalca perfettamente una storia d'amore. Carmilla e Laura si piacciono subito. Carmilla, in quanto vampira, è ovviamente interessata al suo sangue, ma al contempo la ricopre di baci, abbracci, lacrime e dichiarazione di amore immenso. 
 Laura è confusa, tentenna, si illude che Carmilla possa essere un ragazzo travestito, mostra remore, ma non riesce a non rimanere affascinata. Inizia poi una vampirizzazione al suon di chiari orgasmi notturni che rendono ancora più esplicito il rapporto tra le due.
 Poi ovviamente il dominio maschile (ma rappresentato solo da uomini anziani e nessun difanzato o principe azzurro) riprende il potere e tutto finisce, prima che sia troppo tardi e la vampirizzazione sia completa.
 Le Fanu, esattamente come Coleridge, non sembra: 
a) Dare un'interpretazione negativa della vampira, di cui anzi descrive il passato con molta pietà. 
b) Esattamente come in "Christabel", la vampiririzzazione corrisponde ad un risveglio sessuale e dell'orientamento sessuale.
 Si è ipotizzato che in un'epoca vittoriana che non lasciava quasi spazio alle storie d'amore etero figuriamoci a quelle lesbiche, Le Fanu abbia voluto travestire una storia tra due ragazze da racconto di fantasmi. Potrebbero spiegarsi molti pezzi, l'atmosfera malinconica, il rimpianto perenne di Laura, l'assenza di ragazzi maschi giovani e alcuni pezzi misteriosi, come questo:

"Hai paura di morire?" (chiede Carmilla a Laura).
"Certo, come tutti"
"Ma morire come gli amanti...morire insieme per continuare a vivere insieme. Le ragazze  sono come bruchi mentre vivono nel mondo e diventano farfalle quando viene l'estate; ma nel frattempo ci sono altri bruchi e larve, che tu non vedi... ciascuna con le proprie particolari propensioni, necessità e struttura. Almeno così dice il signor Buffon nel librone che c'è nella stanza accanto"
Raggiunto che fu l'acme, poi accadde ciò che purtroppo avviene di solito. Nato come un demone femminile che rappresentava il lati considerati negativi delle donne di ogni epoca, una volta raggiunto un periodo in cui avrebbe potuto godere di una nuova luce e di un'ottica completamente diversa, la vampira venne scalzata dalla sua versione maschile.
  La donna demoniaca, ninfomane, affascinante e ambigua, terribile e irresistibile, divenne un dongiovanni degli inferi, che come avviene sempre può avere tre mogli e vampirizzare giovinette in modo seriale, ma non è mai ninfomane, egli è sempre conquistatore.
 Uno splendido demone femminile divenne perciò la solita "moglie di" e "amante di" tornando ad occupare nella parabola della visione maschile della femminilità il ruolo che le spetta: la ninfomane da convertire, tramite libri e film di serie C come "Lesbian Vampire Killers".
 Tuttavia bisogna citare i film e i libri che hanno ricordato le origini di un essere sovrannaturale che ormai viene usato da cani e porci ed è diventato un assurdo principe azzurro del 2000.
  Il mondo anglosassone non ha dimenticato il mito, dando vita ad alcune raccolte di racconti con protagoniste vampire lesbiche, come "Daughter od Darkness" o i vampiri bisessuali (purtroppo trattati quasi solo al maschile) di Anne Rice. 
 Forse l'esempio più calzante con l'antica tradizione rimane "The Hunger" di Whitley Strieber, curiosamente un altro libro scritto da un uomo, da cui Tony Scott ricavò un film omonimo, (da noi "Miriam si sveglia a mezzanotte") favoloso: David Bowie, la Deneuve e Susan Sarandon che triangolano.
 In esso si narra di Miriam, antichissima vampira che nei secoli dona parte del suo sangue immortale ai suoi amanti, perché le facciano compagnia qualche secolo. Quando l'effetto del sangue si esaurisce, l'amante diventa una sorta di mummia larvale che lei mette in soffitta per l'eternità mettendosi poi alla ricerca di un nuovo compagno o campagna. Nella storia il suo ultimo compagno sta iniziando a deperire e lei individua in un'avvenente dottoressa perfettamente etero, la sua nuova amante. Avvia così un processo di seduzione va di pari passo con la vampirizzazione.
 L'innamoramento e il primo rapporto sessuale tra le due, corrispondono di nuovo all'iniziazione vampirica e al risveglio dell'orientamento sessuale.
 La storia e il film sono molto affascinanti e ve li straconsiglio. Spero, in questi due giorni, di non avervi eccessivamente annoiato e che, almeno un minimo, la favolosa storia del mito della vampira lesbica vi abbia affascinato.
 E spero francamente di aver contribuito a liberare questa figura dalla solita pornografia random che le è stata attribuita
Le origini sono molto più nobili e che si raccontino!

6 commenti:

  1. Ieri, dopo aver letto la prima parte, ha ripescato nella mia biblioteca il libro proprio nell'edizione Stampa Libera e me lo sono riletto con piacere la sera, prima di prendere sonno.
    Curioso che Carmilla abbia una caratteristica unica tra i vampiri: deve adottare nomi che sono sempre anagrammi: Carmilla-Millarca....

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    1. E' gustoso leggere "Carmilla" sotto Ognissanti vero? ;)
      Per quel che riguarda il nome, avevo letto da qualche parte che pare fosse legato ad una caratteristica vampirica inventata da Le Fanu, ma caduta in disuso (al contrario di tutte le altre), ossia l'idea che tutti i vampiri possedessero una qualche costrizione ineludibile per l'eternità. Quella di Carmilla era il nome sempre uguale. Non so se fosse scritto proprio nell'edizione di Stampa Alternativa..

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    2. E' gustoso leggere "Carmilla" sotto Ognissanti vero?

      Sarebbe risultato ancora più gustoso se fuori avesse soffiato il vento, stile notte da tregenda...Sarà per un'altra volta.

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    3. Non so voi, ma... io ho notato che "Carmilla" è ricco di rimandi a specchio. Se non ricordo male, nella stanza dove Carmilla alloggia, c'è un dipinto che rappresenta Cleopatra con l'aspide: come l'aspide, la vampira morde le donne sul petto. Poi, Laura e Carmilla raccontano sogni notturni speculari. E il nome... anche quello è un gioco di specchi che guida alla soluzione dell'enigma. Mi è parso un modo per alludere alla vera identità di Carmilla, per dare al lettore un indizio del fatto che le varie e misteriose figure femminili sono, in realtà, una sola. Oltre a ciò, i nomi-anagramma corrispondono alla condizione effettiva della vampira: rimane se stessa nei secoli, ma è obbligata ad assumere identità differenti davanti ai vivi.

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  2. Grazie per questo special, molto interessante.
    Mi è rimasta la curiosità di leggere Christabel... ^^;

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    1. Io avevo trovato dei pezzi su internet, ma sono confusi (secondo me sono confusi pure sulla trama che avevo trovato descritta in modo molto diverso). So che non è facilissima da trovare, ma appunto nell'edizione di Stampa Alternativa, c'è una bella traduzione corredata da note critiche :)

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