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venerdì 8 luglio 2016

I consigli per l'estate 2016 (Parte II)!! Attese drammatiche, sorelle picaresche dalla gonna a ruota, amicizie molto rotonde e i mysteriosi mysteri del mondo che non si vede!

 Dopo l'inaspettato successo della prima infornata (ammazza, questa estate avete proprio voglia di leggere! Me ne compiaccio!), ecco a voi la seconda che, come al solito, non segue nessuno schema preciso e pesca qui e lì dalla saggistica alla pupanza, dai romanzi alla fantascienza.

 Nel frattempo ho trovato un nuovo titolo a cui dedicarmi questa estate, l'elenco dei libri preferiti di Alan Moore mi ha ricordato che mi riprometto da secoli di leggere "Cantico per Leibowitz", ma tra una cosa e l'altra lo dimentico sempre. Oggi si va in biblioteca a prenotarlo (ristamparlo comunque, case editrici, potrebbe essere una buona idea)!

 Bene, mentre sogno di sdraiarmi muy presto su una spiaggia (ma sigh non sarà ancora muy presto) ecco a voi i nuovi consigli dell'estate! Pronti a riempire la vostra valigia?
 Let's go!


L'INVISIBILE di Philip Ball ed. Einaudi:

 Strana la presentazione di questo saggio Einaudi che viene presentato come molto meno divulgativo e assai più complesso di quel che poi si rivela.
 Strana perché, nonostante la promessa affascinante del titolo, l'avevo preso in mano convinta che si trattasse di qualche contorta dissertazione scientifica sull'invisibilità che mai la mia mente umanistica avrebbe potuto comprendere.

L'ho comunque sfogliato nella speranza di trovare il fatidico capitolo che mi avrebbe spiegato se mai il mantello di Harry Potter avrebbe potuto esistere e invece, con mio stupore ho scoperto che si trattava di un excursus storico sulla fascinazione esercitata sugli esseri umani dal cosiddetto "mondo che non si vede".

 La mancanza di spiegazioni scientifiche (anche se abbiamo visto che anche in presenza non è che le cose migliorino) ha permesso nei millenni il dilagare di una serie di credenze sospese tra il divino, l'occulto, il magico e l'esoterico su una serie di fenomeni e presenze appartenenti ad un mondo "altro".

 In questa sorta di universo ombra del nostro, albergano fantasmi, fate, le anime dal momento in cui dipartono e prima di nascere, demoni, angeli e qualsiasi energia inspiegabile che ha un qualche influsso o potere sulla nostra realtà. 

 Col tempo, fenomeni semplicemente elettromagnetici ad esempio, erano stati ammantati da un universo di leggende e credenze arcane, sono stati scritti Grimori, trattati di prestidigitazione (come il celebre "Hocus Pocus"), sono nate le apparizioni degli spettri, le sedute spiritiche, i primi scandali komplottari (le famose foto con le fate, abili fotomontaggi di due sorelline inglesi a cui credette anche il buon Conan Doyle), divinità, magie per ottenere l'invisibilità.

Il libro si apre con un interessante osservazione psicologica: a seguito di esperimenti si è compreso che i bambini molto piccoli ritengono di potersi rendere visibili solo se hanno un contatto visivo diretto con qualcuno (è il motivo per cui sono così affascinati da giochi come bubù settete in cui gli adulti fingono di nascondersi coprendo gli occhi, ad esempio) e curiosamente, nei secoli, le presunte pozioni magiche dell'invisibilità hanno sempre coinvolto come elemento primario gli occhi di qualche animale (o cadavere).

 Anche l'avvento della fotografia e delle fantasmagorie ha aggiunto fascino e mistero a questo ruolo visivo, donando l'illusione di poter immortalare l'ignoto, come accade ne "La casa dei sette abbaini" di Nathaniel Hawthorne in cui appare un misterioso dagherrotipista in grado di mostrare con le proprie riproduzione la vera anima delle persone.

 Molto grazioso, per niente pesante o pedante e ricco di spunti affascinanti  sui quali continuare in seguito. 
 Ne consiglio la lettura e, quando potete, una conseguente visita al museo del cinema di Torino. Forse non tutti sanno che la parte iniziale è un interessante excursus sulla nascita della riproduzione dell'immagine, sospeso tra scienza, arte e mistero.


PALLA ROSSA E PALLA BLU di Maicol e Mirco ed. Bao Publishing:


Anche la pupanza va in vacanza.

 Il pargolo ha tutto il diritto di scatenarsi su spiagge, prati, montagne, colline, boschi e piscine cittadine, visto che passa fin troppo tempo chiuso in casa nella stagione invernale, tuttavia il fatidico momento della prenanna o delle orribili due ore da passare sotto l'ombrellone mentre si digerisce e fa troppo caldo per fare qualsiasi altra cosa, colpisce anche loro.

 Se avete un pupo in età da asilo, il libro dell'estate è il meraviglioso "Palla rossa e Palla blu" la storia di due grandissimi amici: una palla rossa e una palla blu che però chi non sa vedere con gli occhi di un vero amico vede diversa, vede quadrata.

 I due insieme attraversano mille avventure: scoprono di essere ricchi, ma non sanno bene a cosa servano i soldi visto che tutte le cose per loro importanti le hanno già o non sono in vendita, corrono per prati, si arrabbiano, vanno in vacanza, viaggiano tra le stelle, giocano e si vogliono un gran bene, perché ciò che rende speciali le cose quotidiane è sempre lui, un amico con cui condividerle.

 Ve lo premetto, è uno di quei libri per bambini che nella loro semplicità riescono a smuovere qualcosa anche negli adulti (sostanzialmente ho pianto like vitello).
 Un'innocua palla blu e un'innocua palla rossa, teneri, dolci, arrabbiati, furiosi, indignati e teneri.
 Pensate che sia vittima di una commozione estiva? Leggete la bellissima storia pubblicata su Il post in cui palla rossa decide di abbandonare la terra perché preferisce le stelle
 Poi giudicatemi.


STORIE DI UN'ATTESA di Sergio Algozzino ed. Tunuè:

 Nella nostra epoca di smartphone onnipresenti, è un po' difficile ricordare come passavamo i bei vecchi tempi morti.

 Interstizi tra appuntamenti, passeggiate infinite, insonnie senza conforto,  a cui si aggiungevano i tempi dilatati delle corrispondenze via lettera, di lavori che erano faticosi, ma indubbiamente meno frenetici, di passioni che richiedevano costanza, pazienza e una dedizione che sconfinava nella deduzione.

 Non è per dire che quando si stava meglio si stava peggio, ma che forse, solo forse, perdendo quei tempi morti abbiamo perso qualcosa di essenziale.

 Cosa che lo potrebbe suggerire la nuova graphic novel di Sergio Algozzino, "Storie di un'attesa" in cui tre racconti legati idealmente da un'antica scacchiera si rincorrono su tre piani temporali diversi.
 C'è la storia dell'aristocratico siciliano ossessionato dall'idea di partire per la Terrasanta e che a questo sogno sacrifica amore, denaro e una vita intera.
 C'è la giovane coppia di origine ebraica che adora Zweig e si corteggia con leggerezza in un mondo sulle soglie della seconda guerra mondiale.
 E infine c'è Sergio Algozzino in persona che si ritrova imprigionato in uno di quei casti, ma passionali amori adolescenziali, quando le rapide dell'amore sembrano fatali e devastanti e invece possono bruciare in un solo pomeriggio d'attesa.

 Se la scacchiera richiami al fatale incontro tra il cavaliere e la morte ne "Il settimo sigillo" non lo so, ma sarebbe piacevole l'intuizione, perché dopotutto è questo che noi siamo, nonostante gli smartphone riesca a trascinarci in un luogo oltre il tempo: imbrigliati in un viaggio che non possiamo interrompere, in attesa di una fine ineluttabile.
 Una prospettiva quanto mai triste se non fosse per quell'attesa, difficile, incomprensibile, spaventosa, ma a tratti incredibile e colma di un insopportabile splendore.


BEATE NOI di Amy Bloom ed. Fazi:

 In estate fatalmente finisco per passare almeno un pomeriggio davanti Raitre o ReteCapri a guardare film in bianco e nero con in cui luci soffuse, incorniciano il volto di meravigliose attrici hollywoodiane dagli occhi da gatta e la messa in piega granitica, in cui case intonse non mostravano traccia di disordine neanche quando dovevano fingere di esserlo e persino i litigi e le lacrime avevano quel non so che di composto e dignitoso che abbiamo ormai perduto.

 "Beate noi" di Amy Bloom, ed. Fazi, è la versione libresca di questi film d'annata e la cosa straordinaria è che riesce, su carta, a rendere non solo una cornice e un'ambientazione, ma anche lo spirito antico di un tempo inamidato e lontano.
 Si tratta della picaresca storia di due sorellastre giovanissime alle prese con sogni, ambizioni e povertà nell'America degli anni '40. In pieno stile "Moll Flanders" le due che si ritrovano a vivere insieme dopo che la più piccola, Eva, è stata malamente scaricata dalla madre a casa del padre e della figlia da lui avuta da un precedente matrimonio, Iris.

 Eva ha dodici anni, Iris non molti di più, ma possiede un grande sogno: diventare un'attrice di Hollywood. Così, con qualche soldo in tasca e molta incoscienza, le due partono alla volta della California, dove Iris inizia una promettente carriera prima di cadere tra le braccia di un'affascinante star del tempo. 

 No, non ho messo l'apostrofo male, l'affascinante star è proprio una donna: l'avvenente Rose Sawyer che la seduce il tempo di rovinarle la reputazione.
 Ma no, il libro non si trasforma in un dramma, le due riescono a danzare sulle tragedie, i problemi, la povertà e persino la guerra che le sfiora dalla lontana Europa, con un'allegria e una grazia rari.

 Leggendolo è impossibile non immaginare le due tenaci e mai tristi sorelle, prese tra adozioni che sembrano rapimenti, amori che smembrano famiglie, spie tedesche, cantanti di colore con la vitiligine perplesse sul significato del colore della pelle, sedute spiritiche e famiglie italo-americane deliziose, è impossibile insomma non vederle recitare davanti a noi, perfettamente sorridenti nella loro gonna a ruota e il vitino di vespa, rigorosamente in bianco e nero.

 Come nelle commedie di una volta, in cui nonostante l'ipocrisia profonda, una certa innocenza persa per sempre traspariva tra i fotogrammi di un mondo senza sbavature.
  Leggero ed estivo, perfetto sotto l'ombrellone.

Ve ne interessa qualcuno? Avete già eletto il titolo estivo del vostro cuore? Testimoniate!

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