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sabato 14 settembre 2013

I libri peggiori che io abbia mai letto. Chi se la canta e se la sòna, chi tenta tarantinate terrificanti e chi ci aggiorna sulla sua cartella medica.

Pensavo di scrivere un post diverso, poi oggi mi sono infognata in una discussione con alcune mie colleghe sulla presunta profonda bellezza dei leziosi, inutili e fatui libri della Nemirovsky.
Di costei, poiché ho in genere la pessima idea di cedere talvolta alle sevizie libresche dei miei amici ("Devi leggere questo libro, devi assolutamente leggerlo, no per forza DEVI leggerlo. LEGGILO"), ho letto due libri che ho trovato pessimi. Nonostante sapesse scrivere, fa parte di quel genere di scrittori che come si dice prosaicamente  "Se la cantano e se la sònano". Cioè ha usato il suo talento per lasciare ai posteri le risparmiabilissime tracce di quel mondo aristocratico, con la puzza sotto il naso, con problematiche (per me) inesistenti come lo status sociale e il giusto modo di dare una festa,  e per descrivere orridi rapporti madre e figlia circondati tra trine sbrillucicanti.
 Se volete farmi arrabbiare proponetemi un libro in cui l'autore/autrice butta il suo talento nel cesso per descrivere il nulla pneumatico (e non nel senso di vuotezza della vita, ma nel senso di frescacce vere e proprie).
 Ci son però altri libri che meritano di finire nella mia classifica personale delle schifezze. Alcuni perché scritti male, indigeribili, ingestibili, altri perché mi chiedo perché siano stati pensati, scritti, pubblicati e financo in alcuni casi pure tradotti.
 Un libro il cui orrore non mi abbandona neanche a distanza di anni è "Belle anime porche"di Francesca Ferrando ed. Feltrinelli.
Fu un errore di biblioteca. Una di quelle volte in cui mi sentii ispirata da qualcosa, suppongo dal fatto di voler donare il mio tempo e fiducia ad un autore mai sentito in vita mia.
 Venni catapultata nella storia di una disadattata di provincia di nome Terry Grisedu sempre sporca, con problemi di converse, una famiglia devastata e devastante con patrigno violentatore annesso, dalla quale scappa dopo aver subito sevizie (vi risparmio come sua madre l'ha concepita). Fuggendo fuggendo anche lei trova il suo cammino di Santiago subumano e incontra mille e più persone sulla sua strada: un ragazzino gay con l'aids, un tizio che la infiocchetta come un porco (perché dimenticavo di dire è pure obesa) e cerca di venderla ad alcuni mafiosi pedofili, da cui però lei riesce a scappare. Mentre aspetta che i mafiosi la riacciuffino perché ha furbamente rubato loro del denaro, incontra una barbona, la quale come tutti i barboni di tutti i film/libri maledetti custodisce nei suoi occhi perfetti il vero segreto della vita. L'incubo non finisce perché: viene riacciuffata dalla mafia, torturata, messa in galera, vive una storia lesbica con una tizia, poi finalmente esce e torna a casa dimagrita.
 Vi giuro che la trama è questa. E' la classica cosa tarantiniana che può fare SOLO tarantino. In mano al resto del mondo conosciuto diventa un ammasso di assurdità misto a disgustosità misto ad ovvietà.
 Penso che il buon Giangiacomo all'idea che la sua casa editrice sia stata usata per pubblicare 'sta roba (oltre che Moccia ovviamente) si stia rotolando nella tomba come un rullo.
 Altri libri meritano il mio disprezzo per altri motivi. Potrei  citare la biografia di Pocahontas, ma non sarebbe giusto. Più giusto è chiedersi il motivo di una cosa come: "La donna che trema" di Siri Hustvedt, meglio conosciuta come madame Paul Auster.
Mrs Paul Auster (che viene presentata al mondo come intellettuale anche in nome della sua coniuganza), è stata in grado di scrivere e mandare per il mondo un libro su un disturbo psicosomatico di cui soffre e sulle analisi che i medici le hanno fatto.
 Non succede niente, è tutto un "Il luminare x mi ha detto che forse è una carenza di vitamine", "Il dottor Y mi ha fatto notare che c'entra il rapporto con mio padre" e via discorrendo. Zzzzzzzz. La domanda è "Perché???", a noi, con tutta la compassione e la solidarietà che possiamo provare verso le crisi di questa donna, che ce frega della sua cartella medica?? Voi direte: in realtà c'è un sottotesto sul significato della malattia, della vita, della spiritualità. No, non c'è niente ve lo giuro, e se qualcuno lo ha trovato me lo faccia sapere.
 The last but not the least, non può non mancare la già citata, colei per la quale ho subito un linciaggio virtuale su Anobii, il mito della sciura: Margaret Mazzantini.
 Come troppi ho letto "Non ti muovere" e pure fino alla fine.
Un libro di straordinario becero maschilismo (oltre che scritto in modo pessimo a mio parere) che questa intellettuale dei nostri tempi (un tempo c'era Pasolini mò c'è la Mazzantini, rendiamoci conto del degrado morale) ha voluto donarci in milioni di copie.
 Io, nella storia che Penelope Cruz ha tanto amato, non vedo la traccia di questo amore sconvolgente che fa stracciare le vesti alle sciure: un professionista violenta una poveraccia, la quale rivede in lui il padre stupratore, ne diventa vittima consapevole (non riuscirò mai a dimenticare il disgustoso pezzo in cui lei conserva le unghie dei piedi che lui si è tagliato a casa sua) in un eterno gioco di carneficina, poi abortisce da una mammana (ma l'ospedale no? Ok che a suon di ipocriti medici obiettori dalle mammane ci torneremo, ma insomma...) e muore tra le braccia di lui, il quale peraltro sta per avere un figlio dalla moglie (dipinta ovviamente come una strega malvagia).
 Ancora non riesco a capire questa grande storia d'amore dove sia. Mi sfugge, giuro. Di "Venuto al mondo" non parlo perché ho letto solo le prime 100 pagine (ostico regalo di Natale riregalato subito) che ho trovato al limite della licenza media.
 Non accetto che si pensi che stronco la Mazzantini per darmi un tono. Se volessi fare l'intellettuale delle mie ovaie stroncherei gente molto più seria. Io la stronco perché so che la storia mi darà ragione e 'sta roba sul Guglielmino-Grosser del 2070 non apparirà mai.

Ah, proprio questa mattina ho letto su un sito che dovremmo essere tutti frizz frizz e donarci solo gioia e felicità parlando dei libri che ci sono tanto tanto supermegapiaciuti, perché altrimenti o siamo dei finti intellettuali o spariamo sulla croce rossa. Io rivendico il mio sacro diritto alla stroncatura: se ho perso del tempo a leggere una sonora schifezza o un libro tranquillamente risparmiabile, potrò almeno mettere in guardia il prossimo mio o anche solo sfogarmi?

 E voi? Avete qualche libro che anche a posteriori vi chiedete per quale arcano motivo abbiate letto?

21 commenti:

  1. Ce ne sono tanti, ma detesto parlarne. Purtroppo mi piace parlare solo dei libri che mi piacciono, gli altri li rimuovo. Di alcuni mi ricordo solo quando leggo le stroncature. Stroncature che avrei voluto leggere prima di comprarli :)

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  2. Il profumo delle foglie di limone di Clara Sanchez. Abbandonato dopo poche pagine per infinita noia.

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    1. In genere non abbandono i libri perché sono stupidamente ligia al dovere, ma negli ultimi tempi la mancanza di tempo mi sta aiutando a eliminare questo blocco!

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    2. Il profumo delle foglie di limone ha dalla sua solo la fragranza del titolo italiano, non mantiene nulla di di ciò che promette. Una furbata editoriale che bara su un libro noioso. Lo que esconde tu nombre (il titolo originario) quanto meno sintetizzava la storia.

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  3. Evviva la licenza di abbandonare i libri! I primi due che citi, per fortuna me li sono persi. In realtà anche il terzo ma l'orrore che la la Mazzantini come scrittice avevo avuto modo di testarlo con altre "perle"...

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  4. Confesso che quando uscì, essendomi piaciuto il film, anche grazie a una indimenticabile Penelope Cruz e un semprefighissimo Castellitto, mi sarei inflitta anche il libro.
    Ma forse, oggi come oggi, col senno di poi, anche no.
    Di solito il mio sesto senso riesce a tenermi alla larga dai libri oRendi, ma purtroppo non è bastato a salvarmi da Acciaio.
    Premio Campiello? nel senso di premio trovato nei biscotti della colazione? Orrore. Giuro, l'ho finito per disperazione ed estremo senso del dovere, che non s'abbia a dire che mi arrendo davanti a una cacata...ma veramente, storia insulsa, finale gratuitamente splatter, ritmo da convulsioni di rana stiacciata sull'Aurelia e tanta tristezza quando ho chiuso la copertina.

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    1. "Acciaio" mi manca. Volevo leggerlo, poi in un'intervista alla Avallone non so dove, lessi come risposta alla domanda: "E' una storia lesbica?", "Ma no,assolutamente no!" Lei voleva raccontare uno spaccato della società, l'adolescenza, blablabla. Allora ho preferito leggere libri che gli autori non si vergognavano di aver scritto.
      Peraltro, memore dello splatter falso di provincia di Ammaniti (che però non mi spiace come scrive), ho ulteriormente lasciato perdere. Ho sentito che gli abitanti di Piombino si son sentiti molto offesi dal ritratto che ha fatto della cittadina e considerando che lord Strega Ammaniti ha descritto in uno dei suoi libri la mia provincia con toni talmente falsi da risultare fantascientifici, mi son sentita di dar loro ragione a prescindere.

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    2. Pare oltretutto che Miss Avallone, pur volendo dare un'ambientazione pseudo-neorealista, abbia descritto strade e quartieri inventati di sana pianta. (Sai, la carrozzina, l'occhio della madre, la scalinata...)
      Allora tanto valeva che lo ambientasse chessò, a Paperopoli.
      Spaccato della vita reale e dell'adolescenza poi, aiuto. Sembra proprio che volesse diventare la Moccia al femminile, ma senza lieto fine.
      Di storia lesbo c'è veramente solo la sbandata di una delle due con rigetto dell'altra, insomma, traGGedia senza spessore, squallore a profusione.
      Ammanniti altro che detesto e metto nello stesso calderone dei sopravvalutati, insieme a Baricco. Ci ho provato, lo giuro, ma questo Palhaniuk de noantri mi è scivolato.

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    3. A me però Ammaniti non spiace del tutto. Nel senso che è un caso Nemirovsky: sa scrivere bene, ma parla di cose inutili. Ambienta praticamente tutti i suoi libri in province che descrive come posti abominevoli, quando lui, che è figlio di un eminente psicologo la provincia non l'avrà manco mai vista in cartolina. Fa splatter senza cognizione di causa, ma è un peccato.

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  5. No, la Nemirovsky (oltre a scrivere da dio le cose più banali) è un genio e "Suite francese" è un capolavoro. Pensare a lei che racconta - come la racconta! - la seconda guerra mondiale mentre la sta vivendo mette i brividi. Metterla nella stessa lista della Mazzantini è un insulto. Ma anche i romanzi brevi più ripetitivi a me hanno dato qualcosa, sarà che adoro quell'atmosfera sospesa tra Russia e Occidente, quel senso di precarietà penso connaturato alle sue origini.

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    1. sono d'accordissimo. Adoro la Nemirovsky e la ritengo di una bravura assurda!

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  6. Concordo al 1000 per 1000 sulla Mazzantini. Comunque la più grossa schifezza degli ultimi tempi è "La verità sul caso Harry Quebert" che ho incautamente letto visto che si urlacchiava "Capolavoro, capolavoro".
    Ma dove????????
    Della Nemirowsky salverei anch'io "Suite francese" altri mi hanno un po' annoiato, ma c'e' anche da tener conto che sono notevolmente datati, quindi ambienti e problemi ci dicono pochino.
    Anch'io rivendico la stroncatura, anche perché se nessuno ci dice che il presunto capolavoro è una schifezza rischiamo di sprecare tempo a leggerlo. E con tutte le buone letture arretrate che chiunque si trascina non è proprio il caso.

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    1. David Golder è straordinario, molto più bello di Suite Francese e molto più spietato!
      La Nemirowsky è straordinaria nel raccontare quel mondo.

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  7. "Noi siamo i nuovi romantici" di Niven Govinden
    Io mi chiedo perché mai abbia comprato questo libro e dove abbia trovato la forza per finirlo...

    "I due prigionieri" di Ellis Peters
    Tipico libro comprato durante una vacanza in cui stavo morendo di noia recluso con mia zia al mare dove non avevo amici. Finito perché non avevo altro da leggere.

    "Tallinn" di FULVIO VICQUÉRY
    Un informatico che partiva per un viaggio in Estonia e finiva ad avere a che fare con dei commercianti di organi dai quali cercava di salvare una cameriera di cui si era innamorato per caso. Non sono ancora riuscito a dimenticarlo...

    "Trainspotting" di Irvine Welsh
    Il film l'ho trovato un capolavoro, il libro assolutamente no. Lo stile di scrittura è veramente brutto e per me non digeribile. Non l'ho nemmeno finito...

    "Destroy" di Isabella Santacroce
    Che cosa dannazione ho letto?! O.O

    Mi fermo ma potrei andare avanti..

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  8. Vogliamo Parlare di Michael mio di Amos Oz e di Che tu sia per me il coltello di David Grossman?
    Così,tanto per smettere di darci martellate sui pollicioni dei piedi...

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  9. Escludendo i classici (diciamo che ho una idiosincrasia), "Sonno profondo" della Yoshimoto mi ha provocato le stesse reazioni promesse dal titolo. E dire che Kitchen mi era piaciuto un sacco.
    Altra delusione epocale, il primo libro di fantasy "moderno" di Terry Brooks (mi sfugge il titolo), una noia tremenda, abbandonato dopo un terzo visto che non succedeva NIENTE. E dire che la saga di Shannara l'ho letta praticamente tutta.

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    1. Impossiball leggo solo ora questo tuo amore per il primo libro della cara Banana. Se il primo uomo di cui ho notizia ad ammettere di leggere l'ex giapponese dei nostri cuori.

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    2. Lessi Kitchen appena pubblicato in Italia e ne restai basito. Eppure, tra autori paludati e controversi manga e anime varie ed eventuali, avevo una bella conoscenza e ammirazione per il mondo giapponese.
      Forse, avendo all'epoca già trent'anni ero troppo vecchio?
      Boh!
      Dopo diversi anni le ho dato una seconda possibilità con Sonno profondo ...
      un po' meglio, ma siamo sempre nell'ambito della sciatteria, ad essere indulgenti.

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  10. Delusioni su cui concordo:
    Banana Yoshimoto, mio tasto dolente, perchè mi chiedo sempre perchè continui ad essere pubblicata, perche Giorgio Amitrano ne parli sempre come di un genio, e, soprattutto, perchè io continui a comprarla!!!!
    Riguardo la Nemirovsky, da tempo ho in casa "Suite Francese", ma sono riuscita a leggere solo le prime cinque pagine. Mi piace più la storia "dietro" questo libro - che ho sentito più volte raccontare alla radio ma, non so perchè, questa autrice non riesce proprio a prendermi...
    I libri di Baricco, che a me piace come affabulatore, ma non: come scrittore, come regista, come critico musicale, nemmeno come recensore...
    Mazzantini, Ammanniti, Moccia, Tamaro...
    per me non esistono, ma è sicuramente un limite tutto mio...

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  11. io ho odiato "Il bambino che sognava la fine del mondo", non ricordo l'autore. assegnato dalla prof di italiano, finalista al premio straga... orrendo a dire poco.

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    1. Credo fosse Scurati che perse lo Strega a sorpresa e all'ultimo inveendo contro il vincitore (mi pare sempre fosse "Stabat mater"). Devo dire che in molti mi hanno detto che è un libro di rara bruttezza. Io, fidandomi dei molti, non ho mai provato a leggerlo.

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