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venerdì 13 settembre 2013

Il cliente che non smette MAI di sognare. Quando il vero senso della vita sta tra cammini di Santiago, autunni a New York e guerrieri della luce.

Qualche anno fa, per motivi che non ricordo bene, ma era di sicuro implicata la tesi perché non riesco a pensare un altro motivo plausibile, passai la bellezza di 3 ore in una copisteria. In quell'interminabile attesa, oltre a invocare la peste su tale luogo, osservai una signora fotocopiare l'opera omnia di Osho, il santone che tanto furore ha fatto una ventina o forse più di anni fa. Lì per lì mi chiesi:  "Come si arriva ad un punto nella vita, in cui si sente il bisogno di leggere tutto Osho?" (e vi assicuro che ha prodotto in abbondanza).Ebbene, io ancora non mi ero imbattuta in quella categoria che ho ribattezzato: il cliente che non smette MAI di sognare.

Mentre il cliente sogna sognando,
 il libraio si domanda se svegliarlo o meno...
Il cliente che non smette mai di sognare in verità è una categoria sociale: esiste proprio un gruppo di persone che non smettono MAI di sognare. Per cui anche a cinquant'anni un tramonto è commovente e sognano di unirsi a medici senza frontiere, salvare gli oppressi, conoscere un sexy medico olandese e con lui/lei sventare una pandemia mortale, incontrare la persona della propria vita rincorrendo foglie d'acero in un parco di New York et similari, trovare una risposta alle grandi domande dell'universo scrutando la forma delle nuvole nel cielo.
 Alors, io non sono una persona cinica, tuttavia, passati i quindici anni, in genere si sviluppa una cosa chiamata senso della realtà che limita la nostra capacità di imbambolamento molesto. Il cliente che non smette MAI di sognare questo senso non ce l'ha e finisce per infognarsi in una categoria talmente precisa da far nascere il dubbio che la sua non sia una scelta di vita ragionata, ma una specie di posa o stereotipo, come quando alle superiori si decideva se essere Pariolini/Sancarlini, darkettoni, fricchettoni.
 Ma cosa legge costui o costei?

 ROMANZI D'AMORE E RISCATTO: Un must per chi non smette MAI di sognare è la trilogia di Katherine Pancol "Gli occhi gialli dei coccodrilli"- "Il valzer lento delle tartarughe" e "Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì". C'è tutto: la donna in crisi d'identità a causa di età e divorzio che diventa scrittrice famosa e si riscatta, la sorella malvagia che viene punita per aver cercato di affrontare la vita con l'inganno, il marito perduto in Kenya, la figlia ribelle, il senso profondo della vita che sbrilluccica negli occhi di questi poveri coccodrilli. Ogni sognatore che si rispetti sa che dopo una caduta c'è la risalita, dopo il divorzio l'amore della vita, dopo il lavoro schifoso fino a 50 anni, la rivelazione del proprio vero essere.

 IL PICCOLO PRINCIPE: Io farei firmare una moratoria al riguardo: le persone con più di trent'anni NON devono citare il piccolo principe come modello di vita. Giunge un momento in cui paragonare i propri amici ad una volpe circospetta e scrutare il proprio cuore perché la verità è invisibile ai nostri ciechi occhi adulti, smette di essere una cosa romantica. "Il piccolo principe" è una bella storia istruttiva per ragazzi, ha un fascino universale e ottime illustrazioni, è frutto della mente di uno che a suon di sogni c'è morto (ma ha avuto il coraggio di fare la vita che voleva, onore al merito, cosa che un sognatore in genere non fa), ma bisogna finirla di vedere l'ispirazione su come affrontare le proprie vicende amorose in una rosa sottovetro. Mollate 'sto libro ai ragazzini.

Paulo Coelho anch'esso vittima
della manina molesta

PAULO COELHO: 
 Un vero sognatore non può che essere un guerriero della luce. E' matematico, potete usarlo come prova del nove definitiva. Tra discese arditeeee e le risaliteeeee su nel cielo apertooooo e poi il desertooooo (vuoi vedere che anche Battisti era un guerriero della luce?), tentativi di suicidi, preti convertiti grazie al vero amore, prostitute che incontrano miliardari salvifici e regole per vivere una vita luminosa di cui dio, sappilo, prima o poi ti chiederà conto (cit.), quando un sognatore è confuso o in crisi d'identità sa che rileggendo Coelho saprà ritrovare se stesso. Non solo, si considererà mediamente molto più colto di un semplice seguace della new age.


IL CAMMINO DI SANTIAGO: Probabilmente diffuso a livelli stratosferici dal caro Coelho, sappiate che non c'è sognatore che non abbia letto il suo celebre tomo per poi riempirsi casa di libri turistici o reportage su chi si è lanciato a camminare là dove solo San Giacomo si era spinto. Nella sezione di turismo c'è una parte dedicata solo ad esso in cui non si ripete altro che è un attimo, fai dieci chilometri a piedi ed entri in comunione con la tua parte più vera.
 Ora, io non dubito che sfacchinare sui monti sia un'esperienza di vita, ma l'ho fatto lungamente con i mai troppo odiati scout, e ne ho un ricordo allucinante. Venirmi a dire che il significato della vita sta in un percorso di decine di chilometri mi pare un po' facilone. Parti due settimane prima che sei una persona, torni e hai capito il vero significato della vita. E allora le bacheche di fb sono tutto un fiorire di: "Meglio ali o radici"? "Buen camino!!" e via dicendo.Il top  è a mio avviso "Un milione ottocentomila passi: io, il mio bambino e il Cammino di Santiago" di Elisabetta Orlandi ed. Paoline. Quando una madre di famiglia acchiappa il suo bambino di otto anni e lo porta a fare quell'esperienza di cui "Il bisogno di raccontare è fortissimo, ti esplode dentro. Vuoi spiegare cos'è che ti spinge a camminare...A volte basta così poco per cambiare una vita..".

Avete capito? Stupidi noi che ci affanniamo tutti i giorni, forza, tutti su un'aereo Bergamo/Santiago a cercare l'illuminazione!
 E voi? Avete amici o conoscenti maggggici sognatori? (Forse sì, a lavorare in libreria altro che Parnaso, un po' si diventa cinici...).

6 commenti:

  1. A me piace un sacco camminare per monti. Posso restare?

    In compenso non ho nessuna intenzione di fare IL CAMMINO né di illuminarmi. E gli scout mi stanno sui. Quelli lì.

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    1. Certo che puoi restare! :D
      Anche perché gli appassionati di monti (che io in quanto collinara fatico a comprendere) son molto concreti, altro che sognatori brill brill
      Meglio che non mi fate parlare degli scout che posso aprire le dighe...

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  2. Ti sei dimenticata l'immancabile Poesia Che Salva Il Mondo, questo mondo pieno zeppo di brutture e di affanni spoetizzanti (pagare le bollette! quale orrore!), che non capisce gli animi sensibili e i loro amori sublimi.

    Demart81 (che non riesce a pubblicare con il suo OpenID)

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  3. Gentile Giovane Libraia,

    immagino che lei abbia anche letto i libri che recensisce, come ogni libraio dovrebbe fare. Parlo con cognizione di causa, avendo lavorato io stessa in una libreria per alcuni anni.

    Le scrivo per una piccola precisazione, relativa al libro intitolato "Unmilioneottocentomila passi": come avrà notato sfogliando il testo, la ragazza-madre di famiglia in questione (Elisabetta Orlandi, la sottoscritta) non è partita in cerca di illuminazione, né ha cercato ispirazione negli illuminanti libri di Paolo Coelho - che lei gentilmente cita -, occupata com'è a lavorare per pagare le bollette. Semplicemente, aveva il desiderio di condividere con il proprio figlio un'esperienza che immaginava potesse essere importante per entrambi: passare più di un mese assieme, camminando, parlando, raccontando fiabe e costruendo ricordi. Come spesso succede, chi non smette mai di sognare porta a casa da qualsiasi passeggiata o camminata (che sia in montagna o attraverso le mesetas) molto più di quello che immaginava. Soprattutto, NON sente la necessità di considerare stupidi "gli altri", quelli che la pensano in modo diverso o che si compiacciono di affannarsi tutti i giorni invece di darsi a chissà quale esperienza mistica e liberatoria.

    La ringrazio per aver dato spazio al mio libro nel suo blog le auguro un 2014 ricco di soddisfazioni.

    Cordialmente,

    Elisabetta Orlandi

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    1. Gentile signora Orlandi, immagino che lei sia giunta sul mio blog (non essendo così conosciuto) cercando recensioni sul suo libro. Non so se ha letto altri post oltre questo, ma se lo avesse fatto saprebbe che il tono generale è goliardico e diciamo tagliente (o almeno è quello che vorrei fosse).
      Confermo di aver letto il suo libro e che non mi è piaciuto. Diciamo che come persona io non ho molta simpatia per le illuminanti esperienze di vita men che meno a sfondo cattolico. Uno dei motivi per cui non ho simpatia e ritengo poco coinvolgenti tali nobili sentimenti è che giornalmente sono vittima assieme a tante altre persone del ben poco esaltante e piacevole sentimento della discriminazione. Mi riesce difficile trovare sognante e commovente una camminata sul cammino di Santiago quando gli stessi cattolici che vanno e vengono non sanno provare compassione e amore per tante persone che grazie a loro non possono godere di diritti civili come ormai nella gran parte del mondo civilizzato.
      Quando si legge un libro si parte e si vede dalla propria esperienza personale e la mia, personale, personalissima, mi impedisce di vedere la grande magia dietro questi esaltanti momenti, ci vedo, senza far riferimento al suo caso specifico (la sezione di religione trabocca di illuminanti esperienze di vita), una grande ipocrisia. Un po' come la figura del fariseo nella parabola del buon samaritano.
      Detto ciò, persino Joyce ed Hemingway hanno avuto critiche e recensioni negative, quindi penso che scrivendo la sua opera possa aver tenuto in conto che non tutti trovassero bella o toccante o condivisibile la sua esperienza di vita (scrittura inclusa).
      Buon 2014 anche a lei.

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  4. Se vi va di leggere le mie recensioni (tra cui anche quella di un romanzo della Pancol): fclecture.blogspot.com

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