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sabato 30 novembre 2013

Piccoli libri per piccoli tragitti. "Biografia di uno scrittore da quattro soldi" di....H. P. Lovecraft! La campana del maestro del fantastico con tanto di taccuino (giocabile) nel finale!

Visto che questa settimana sono stata parca di post, al posto della vignetta delle mie sfighe liceali, eccovi inaspettato un piccolo libro per un piccolo tragitto. Tenetevi pronti, tenetevi fermi si parla di Lovecraft!
 Dire che mi piace Lovecraft è un fatto scontato, egli era molto più che sommo e ne ho avito la conferma definitiva quest'estate. In genere io amo leggere horror in pieno agosto poiché trovo che l'insopportabile calura doni un tono particolarmente angosciante alle storie di fantasmi. C'è qualcosa di insano nei 40 gradi all'ombra che rende i famosi malsani miasmi evocati da Lovecraft e co. decisamente più sulfurei e maligni. Seguendo proprio un consiglio del caro Howard Phillips che annoverava James Montague Rhode tra i suoi scrittori preferiti, addirittura mito irraggiungibile, mi ero accisa a comprarne una raccolta di racconti che definire terribile è molto riduttivo. E', a voler esser buoni, un coacervo di vecchiume che forse nell'800 aveva un suo perché, ma adesso mostra tutta la sua corda stantia.
 E' incredibile come uno scrittore che non si faceva illusione sulla durata effimera dei suoi racconti né si aspettava di diventare un vero rivale dei suoi scrittori preferiti, li abbia in realtà fagocitati.
 Tutta questa intro perchè la casa editrice Mattioli 1885, sta pubblicando nella collana Experience Light una serie di libretti bellissimi, spesso brevi opere minori di autori molto famosi.
 In questi giorni è uscito "Biografia di uno scrittore da quattro soldi", una raccolta di brevi autobiografie che Lovecraft scrisse in diverse occasioni descrivendo la sua infanzia, giovinezza e talvolta anche il metodo di stesura delle sue storie.
 In genere le svariate peculiarità che costellarono la sua vita (il padre impazzito, la madre paranoica, le difficoltà economiche, gli studi scolastici spesso interrotti per motivi di salute) finiscono per tratteggiare i contorni di un uomo a voler essere buoni stravagante a voler esser cattivi fuori di testa. Come si suol dire, prima di giudicare bisognerebbe sentire tutte le campane, soprattutto perché qualsiasi cosa, anche la più assurda può avere una spiegazione razionale. 
 Ed è quello che emerge dai suoi autoritratti, spesso ironici, che svelano un uomo forse in difficoltà col suo tempo perché appartenente ad un'altra epoca, la nostra.
 L'aneddotica parte dai suoi giochi di bambino che prevedevano la costruzione di altarini pagani per irridere la religiosità della madre, per poi passare all'allestimento di un angolo arabo nella sua stanza grazie ai cimeli comprati al Damascus Bazaar di Providence. La passione per le mille e una notte, i miti greci e romani, la campagna del New England formarono le basi per le sue future storie, ma vennero accantonati per l'intera adolescenza, perché:
 "Per molto tempo dopo il mio dodicesimo compleanno, l'attrazione per altri mondi e per gli inimmaginabili golfi cosmici eclissò ogni altro interesse. Cominciai pubblicando un piccolo giornale ciclostilato "The Rhode Island Journal of Astronomy" e a sedici anni riuscii a debuttare finalmente in un vero gionrale che trattava di astronomia"

Fu infatti solo alla fine del liceo che iniziò a scrivere racconti fantastici che reputò talmente brutti da bruciare quasi in toto. Ebbe poi il tipico momento "poeta" che ogni adolescente sensibile finisce per avere e pure di quello non rimane quasi traccia. Iniziò a scrivere seriamente di narrativa fantastica solo dopo aver intessuto un carteggio con svariati autori e critici appartenenti alla United Amateur Press Association.
 "Quando si trattava di leggere, mescolavo con il più assoluto anticonformismo scienza, storia, letteratura tradizionale e fantastica con assolute cretinate per ragazzini, ma in quel momento ciò che mi impegnava di più erano voluminosi testi classici o scientifici, mentre il fantastico rimaneva in secondo piano.."

 I suoi corrispondenti lo convinsero che l'unico genere in cui scriveva storie degne di nota fosse il fantastico e ad esso si dedicò. Un genere che lo affascinava per la sua originalità di fondo:

 "Il trucco di un vero racconto fantastico sta semplicemente nel violare o nell'ignorare una legge cosmica immemorabile - una fuga con il pensiero dall'orripilante realtà: questo è il motivo per cui gli eroi, più che le persone sono evidentemente i fatti prodigiosi." 
Il suo meticoloso metodo di lavoro viene ben spiegato nel capitoletto intitolato "Parla Lo'v cr'-a'f"  (in originale "Ec'h pi-el speak"). Innanzitutto usava un metodo a due scalette: ne stilava una  con gli eventi della narrazione e una seconda con gli eventi in ordine cronologico. Poi scriveva la storia, generalmente col favore delle tenebre, "Alcuni miei racconti scaturiscono da sogni veri e propri. La rapidità e modalità di scrittura variano molto a seconda dei casi, ma lavoro sempre meglio di notte".
 Di seguito rileggeva la storia, ne rivedeva le porzioni, la credibilità e la coerenza dei personaggi e infine ne preparava una copia. Il tutto rigorosamente a mano: "Poichè odio la vista e il suono della macchina da scrivere la mia maggior paura è dattilografare i miei manoscritti..." (chissà cosa direbbe dei moderni computer).
 Il libro contiene poi una lunga serie di aneddoti personali. Io considero particolarmente commovente e vicino, il suo desiderio di ricomprare la casa della sua infanzia: "La mia speranza di ricomprarla "quando sarei diventato ricco" durò a lungo, ma dopo molti anni capii che mancavo totalmente di istinto e abilità commerciali" (a chi lo dici Lov!).
 E infine vi sono delle note e intuizioni per probabili racconti, contenute nei Taccuini 1919-1935.
 Io ne ho selezionate alcune che mi fanno particolarmente ridere perché o qualcuno si è ispirato ad alcune di loro nell'ultimo secolo o alcune idee sono ricorrenti nel genere umano.

56) Libro o manoscritto troppo spaventoso per essere letto. Quaòcuno è avvertito del pericolo, ma lo legge ed è trovato morto.

105) Un vampiro visita un uomo nella sua dimora ancestrale: "Sono tuo padre"...

128) Un uomo, a causa di un processo bizzarro, percorre a ritroso il cammino dell'evoluzione e diventa anfibio. Il dottore insiste che l'anfibio dal quale l'uomo discende sia ignaro alla paleontologia. Per provarlo conduce un bizzarro esperimento.

212) Uno o più strani esseri vivono in un'antica casa o in rovine molto distanti dalle zone abitate - nel vecchio New England o in una terra esotica. Il sospetto, basato sul loro aspetto e sulle loro abitudini, è che non siano totalmente umani.


Ovviamente il mio è un gioco, ma il libro ve lo consiglio davvero. Fossero tutti così gli scrittori da quattro soldi!

4 commenti:

  1. Considerando quanto Lovecraft si disprezzava ho qualche timore a leggere sue autobiografie, visto che dalle sue lettere traspare un umiltà davvero schiacciante, alcune volte. Proverò a recuperarlo, è un peccato che ci sia così poco di "saggistico" al di fuori della biografia di Houellebecq

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    1. Oggi ho controllato il catalogo e...hai ragione!O.o non esiste nulla in italiano SU Lovecraft. Non me lo spiego. Dovremo aspettare qualche anniversario di nascita o di morte suppongo..

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  2. Ci sono stati alcuni libri su lovecraft ma attualmente sono esauriti (il castoro De Turris Fusco ad esempio)...ci vorrebbe sì la bibbia su Lovecraft!

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