Nel post di ieri raccontavo il mio sconvolgimento nell'apprendere l'esistenza di chef Rubio con appena un anno e mezzo di ritardo. Dopo aver visto praticamente tutte le puntate sul sito di DMAX e avendo appreso dell'uscita del fumetto su di lui, sull'onda dell'entusiasmo mi son detta, "Oh, proviamo a scrivergli per chiedere un'intervista".
Come saprete se leggete il blog io non faccio spesso interviste. Un po' non sono capace, un po' mi perdo, un po' (la maggior parte delle volte) scrittori/disegnatori/fumettisti e via dicendo mi dicono che si faran risentire e niet nulla cosmico.
Il comune denominatore di quelle riuscite però è l'estremo garbo e celerità con cui le risposte mi tornano indietro.
E' stato questo il caso di Gabriele Rubini aka Chef Rubio al quale ho spedito il mio pacchetto di domande non appena sono riuscita a trovare il suo introvabile fumetto "Food Fighter" ed. StarComics.
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Tuttora Frascati è da me nota
principalmente per lo vino bianco. |
Oh tu lettore o lettrice del blog (ma se sei lettrice etero o lettore gay mi pare strano che tu non ne abbia mai sentito parlare)
che ti stai chiedendo chi mai sia costui, per amor di cronaca e informazioni ti riassumo che egli è: un giovine chef ex rugbista di livello proveniente dai castelli romani. Dalle mie parti i castelli erano famosi principalmente alle elementari per via di quell'istruttiva canzoncina sulle sagre del vino "Lo vedi ecco Marinoooo la sagra c'è dell'uvaaaaa" (che poi perché a un bambino di sette anni debba interessare l'abbondanza vinicola è un mistero).
Comunque, egli, abbandonata la carriera sportiva e divenuto uno chef di tutto rispetto, ha girato per il mondo per divenire infine il motore di "Unti e Bisunti", quel programma sul cibo di strada che per metà ti affascina perché scopri cose porcosissime e deliziose e per metà ti mette ansia perché temi che le di lui coronarie si intasino di grasso seduta stante.
Fidatevi di una che non ha la tv, è un programma che vale la pena di esser visto, specialmente se i cuochi alla Cracco (ma anche alla provola Ruggiati) vi hanno un filino rotto le balls.
Di seguito la sua gentilissima intervista a tema librario!
Cosa
leggevi da bambino?
Italo Calvino.
Le fiabe nordiche.
Dylan Dog.
Tira e molla.
Tolkien.
Sei un lettore forte?
Leggo molto.
Ora meno, un po' perché non ho più tempo per
me, un po' perché mi si richiede un continuo e molteplice dispendio di tempo ed energie.
Hai un genere letterario favorito?
No. Mi piace leggere di tutto.
Però i romanzi storici , gli
autobiografici, i reportage o le favole moderne raccontate da
Murakami sono quelli che al momento mi catturano di più.
Col programma “Unti e
Bisunti” giri molto. Hai un libro che porti sempre con te?
Giravo. Ora la serie è finita e ho altri
impegni per cui ogni tanto riesco a leggere.
Quando ero in giro comunque, anche se cercavo di portare con me dei
libri, alla fine non riuscivo mai ad aprirli. Tra le mail a cui
rispondere durante i transfer, e le 13 ore medie al giorno di
riprese, finiva che non avevo né energia né la testa per leggere.
E-reader o carta stampata?
Carta stampata per tutto ciò che è
lettura impegnata e interessata. Tutto il resto per brevi assaggi
furtivi.
So che, anche per ragioni ambientali, sarebbe bene cominciare ad entrare nell'ottica degli ebook, ma sono un
romantico e la carta, per me, ha ancora il suo fascino mentre scorre sotto le
dita.
Attualmente ogni casa editrice
mette in catalogo almeno un libo di cucina (anche quelle più
militanti), da cosa credi derivi questo enorme interesse attuale per
il cibo?
Dalla disperazione inconscia di
recuperare ciò che si è perso negli anni in materia di cibo. Sono rimasti in pochi quelli che fanno ancora la differenza in quest'ambito. Come, ad esempio, Marino, il bibliotecario dal carattere
burbero dell'ALMA che sa consigliare in maniera saggia e sapiente
quali libri e autori di cucina seguire o meno. Ne sa più di chiunque altro
in materia, ha un carattere non facile ma è
una bomba.
Non ci sono nuovi Artusi purtroppo, ma del resto se anche ci fossero, probabilmente non ci sarebbe lo
spessore morale per apprezzarlo.
Un libro e/o un autore che vorresti
assolutamente consigliare?
James Frey, "In un milione di piccoli pezzi".
Efraim Medina Reyes, "C'era una volta l'amore ma ho dovuto
ammazzarlo".
Haruki Murakami, "Kafka sulla spiaggia".
E' stato creato un fumetto a tema
spystory con te protagonista. Puoi parlarci del progetto? Com'è
nato? Ci saranno altri numeri? Quanta parte hai avuto nella stesura
dell'idea e della sceneggiatura?
Ho ricevuto la chiamata alle armi e
prendendo la cosa un po' alla leggera ho dato il consenso.Poi, quando mi sono reso conto che la casa
editrice faceva sul serio, mi sono sentito maggiormente chiamato in causa ed ho
espresso la mia opinione riguardo contenuti e taglio.
Di lì il super team (testi di Diego Cajelli, disegni di Enza fontana ndr) che l'ha prodotto, ha fatto un lavoro eccellente creando un piccolo capolavoro da
levigare. Come fumetto ha, secondo me, un potenziale pazzesco, ora sta ai lettori mostrare l'indice di
gradimento. Qualora fosse alto si partirebbe
secondo me con un'altra avventura, ma anche questa sarà una decisione corale e non da
prendere ora. In linea di massima non escludo nulla.
Nel fumetto, i “buoni” sono un
gruppo uscito paro paro da un centro sociale. Devo dire che vedendoti
in tv avevo inconsciamente intuito che avessi una certa affinità col
genere. E' un mondo da cui, negli ultimi anni, sono usciti artisti di
talento, come Zerocalcare ed Elio Germano. Pensi che sia casuale o vi siano delle motivazioni
più profonde?
Apprezzo chi si sbatte per il sociale
chi lotta per le cause giuste e per i più deboli. Condanno fermamente gli abusi, di qualsiasi genere essi siano.
Esser affiancato anche se solo nella
domanda a due artisti del genere mi fa sentire in forte imbarazzo e un po' fuori luogo.
Però nel mio campo faccio quello che Zerocalcare ed Elio fanno nel loro
In libreria la sezione dedicata
alla cucina ormai straripa. Compri mai qualche libro sul genere?
No quasi mai. In passato sì.
Di recente non mi è mai capitato se non all'estero per prendere qualche spunto da chef locali. Ho comprato, in passato, qualche libro di
Hervé This chimico francese e libri di chef o ristoranti come il
NOMA o Ducasse.
Un libro di cucina che ogni persona
incapace, ma volenterosa di imparare dovrebbe avere in casa?
"I SEGRETI DELLA PENTOLA" di Hervé This.
Posso chiederti qual è l'origine
del tuo amore smodato per le frattaglie?
Io amo tutto, frattaglie incluse.
Mi attraggono particolarmente per il
loro gusto unico e complesso che lascia il segno ogni qualvolta lo si
assapora.
Progetti libreschi e non prossimi
venturi?
Se mai avrò tempo in futuro e, qualcuno
vorrà sapere un po' di più del sottoscritto che non riguardi la
cucina, mi farebbe molto piacere scrivere qualcosa.
In fin dei conti ancora non
sento totalmente miei i libri scritti finora, perché, per un motivo o per un altro, sono stati tutti frutto di un lavoro corale.
Ed io come ben sai viaggio solo.
Buone letture e buona visione. Se non lo conoscevate, ma l'intervista e le foto in rete vi han fatto venire voglia di vedere 'sto benedetto "Unti e Bisunti" sappiate che va in onda ogni Lunedì alle ore 22 su DMax (canale 52 del digitale terrestre). Non ve ne pentirete!
(E se no fate come me e internet! E se no esiste il libro "Unti e Bisunti" ed. Sperling & Kupfer"!).