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venerdì 3 ottobre 2014

In onore della Banned Books Week (in ritardo). L'uomo e la sua fissazione per la censura dei libri: trattati immaginari, senatori permalosi, maghetti cristianizzati e lesbiche damnate. Perché una cosa si è sempre saputa: il sapere è libertà!

In America a fine settembre c'è stata la settimana dei banned books, i libri censurati nella storia. 
 Avevo intravisto la notizia su internet, incamerata e giurato su fb (per chi segue la pagina) che avrei fatto un post. Poi mi sono persa a inseguire le farfalle e nel frattempo pure qualcuno di Repubblica.itte si è svegliato e mi ha preceduto bruciandomi il post pubblicando una lista di 15 tomi salvati dalle grinfie della censura. Ora, loro la fanno un filino tragica dicendo che avremmo anche potuto non leggere maimai questi libri, (un modo per leggere cose proibite si è sempre trovato, anche prima del deep web) e io avevo già scritto tempo fa un post su alcuni libri vittime di censura 
Ma repetita iuvant e sono talmente tanti i libri che qualche potere forte (più serio del club Bilderberg s'intende, tipo la Santa Inquisizione) ha cercato di far sparire e/o censurare da poter ripetere l'argomento senza tema di ripetersi o copiare.
 Pronti a sprofondare nel magico mondo della censura? Let's go!


"IL POZZO DELLA SOLITUDINE" di RADCLYFFE HALL:
 L'elenco di Repubblica ricorda la censura di numerosi libri a tematica gay, ma maschile. Eppure anche le storie lesbiche non hanno avuto vita facile. Una delle vicende editoriali più travagliate le ha vissute probabilmente "Il pozzo della solitudine" di Radclyffe Hall, una storia rimasta celebre tra la popolazione lesbica per essere stata la prima ad osare un accenno di vita sessuale tra le protagoniste con la celebre frase "e la notte non rimasero divise". 
 L'intera vicenda che narra le drammaticissime vicissitudini della protagonista Stephen (cresciuta dai genitori come un maschio tipo Lady Oscar e poi in preda ad una tragedia sentimentale via l'altra, con tanto di coppie lesbiche suicide a Parigi e condanna della società tutta), venne pubblicata in Gran Bretagna nel 1928 e immediatamente messa al bando. Nonostante la levata di scudi di molti intellettuali dell'epoca, tra cui Shaw e la stessa Virginia Woolf l'editore fu costretto a ritirarlo e si poté leggere di nuovo solo vent'anni più tardi, nel 1949. Ironia della sorte, la protagonista, Stephen, trovava un riscatto dalle angherie e angosce subite per il proprio orientamento sessuale, nel diventare una scrittrice di successo, apprezzata in tutta Europa.

TRATTATO DEI TRE IMPOSTORI:
  Si tratta di un trattato che accusa i fondatori ideali delle tre religioni monoteiste, Mosè, Gesù e Maometto, di essere appunto tre impostori le cui invenzioni avrebbero ottenebrato le menti delle masse, e che nel corso dei secoli è stato attribuito a chiunque, da Averroè a Pier delle Vigne, dallo stesso Federico II (accusato dal Papa di averlo scritto) a Tommaso Moro (che si affrettò a scrivere un trattato antiateista per allontanare da lui il sospetto), da Aretino a Boccaccio fino a Spinoza. 
Di tutti i libri vittime di censura questo merita indubbiamente una menzione particolare per la sua storia a dir poco assurda.
 In realtà infatti la dicitura "tre impostori" è antichissima, e a seguito di essa si era creata la leggenda che esistesse anche un trattato collegato che però nessuno aveva mai letto né visto. Incredibile, ma vero, infatti per secoli chiunque si è accanito su un libro fantastico che non era mai stato scritto ed esisteva solo nell'immaginario comune.
 Poi ecco spuntare all'alba del 1700 col titolo di un testo di Spinoza, "La vita e lo spirito", il famoso trattato (che venne poi rinominato col suo vero nome dalla seconda edizione in poi).
 Nella prefazione si raccontava di come questo manoscritto inseguito da chiunque per secoli fosse infine affiorato dalle nebbie del tempo quando un soldato tedesco facile all'alcol, aveva cercato di vendere alcuni libri trafugati dalla biblioteca dell'elettore di Sassonia. Tra di essi c'era proprio lui, "Il trattato dei tre impostori", che l'anonimo prefattore si sarebbe fatto prestare e avrebbe copiato alacremente per poi darlo alle stampe.
 Poiché l'unico codice precedente è un falso cinquecentesco e lo stile appartiene all'epoca in cui fu pubblicato, si ritiene a ragione che semplicemente, qualcuno (in molti sostengono Spinoza) avesse dato infine corpo ad una fantasia e un'ossessione europea.
 Probabilmente è l'unico caso in cui una censura immaginaria ha dato vita ad un libro in carta e inchiostro.

CREMUZIO CORDO: 
Tiberio
 Vi direte, ma chi è questo qui? Cremuzio Cordo è probabilmente la prima riconosciuta ufficialmente, s'intende, vittima della censura occidentale. Narra Tacito come questo storico del I sec. d. C. fosse condannato per un "novo ac tunc primum auditum crimine", ossia per aver osato descrivere in modo un po' troppo lusinghiero, nei suoi Annales, le imprese di Bruto e Cassio. L'opera, riscontrò il favore di Tiberio, ma non quello di alcuni senatori che fecero in modo di bruciarla e spingere al suicidio lo storico. Era il primo caso di lesa maestà collegata ad una sorta di "reato d'opinione". La figlia dello storico, Marcia, mise in salvo comunque alcuni capitoli che vennero poi successivamente pubblicati in forma accuratamente rivista.
 Ai fini della storiografia romana fu un evento molto importante perché al processo che Cremuzio Cordo subì perse non solo lui, ma un caposaldo della storiografia romana: la necessità di un'obiettività nella narrazione della storia, svincolata dalle richieste del potere. 

HARRY POTTER:
 Ebbene sì, un po' in tutto il mondo che la Rowling se l'è vista brutta. 
 In quella strana nazione che sono gli Stati Uniti, ora libertaria fino all'assurdo, ora puritana e chiusa fino al medioevo, i libri del maghetto sono stati al primo posto tra i titoli più censurati nelle biblioteche delle scuole pubbliche americane. 
 Banditi nelle americhe da solerti pastori protestanti e negli Emirati Arabi perché considerati in entrambi i casi in contrasto con i precetti religiosi, i libri hanno visto persino l'attuale papa emerito Ratzinger entrare forse sì e forse no in campo. 
 Nel 2003 Gabriele Kuby, scrisse un libretto dal titolo "Harry Potter, bene o male?", che voci mai documentate affermano avesse incassato il beneplacito di un perplesso e attento alle delicate menti dei pargoli, Benedetto XVI. Realtà o strategia editoriale? Chi può dirlo.
 (Giusto stamattina però ho letto l'inquietante notizia di una madre americana che avrebbe riscritto Harry Potter in chiave cristiana. Egli non va a scuola di stregoneria, ma di preghiera e combatte Voldemort, un perfido tizio impegnato ad impedire ai cristiani di professare la propria religione. Spero vivamente sia una bufala).

"FAHRENHEIT 451":
 Anche la distopia sui libri per eccellenza ebbe qualche problema con la censura. 
 Lo stesso Bradbury ha ammesso che il libro, scritto in pochissimi giorni in una biblioteca pubblica in cui affittava uno studiolo per qualche ora tutti i pomeriggi (raccontato in "Lo zen e l'arte della scrittura"), era in qualche modo ispirato all'allora pesante periodo maccartista, dove chiunque poteva essere sospettato di presunte simpatie comuniste. Tale frangente influenzò molti artisti dell'epoca, tra cui Bradbury che descrisse il clima oppressivo dell'ansia di controllo dello stato sulle menti dei propri cittadini portata ai suoi estremi. Proprio per questa critica sottile lo scrittore non riusciva a trovare un editore che avesse il coraggio di pubblicarlo, venne poi edito a puntate nel 1951 dalla rivista "Galaxy".
 In qualsiasi caso, è il libro che io darei da leggere a chiunque in occasione di questa settimana dei banned books. Il controllo della conoscenza è cosa molto seria.

"ULISSE": 
Sylvia Beach e James Joyce
 Strano che nell'elenco manchi dei 15 tomi manchi proprio lui, l'"Ulisse" di Joyce, di cui si deve la pubblicazione solo al coraggio di due coppie di donne che subirono processi per oscenità a catena.
 Non si trovava infatti nessuno disposto a pubblicare un romanzo considerato scandaloso per l'epoca. 
 Furono infatti Margaret Anderson e Jane Heap, che insieme avevano portavano avanti il poderoso lavoro della rivista letteraria "The little review" a pubblicarne i primi capitoli. A seguito di ciò furono processate, persero la causa e tutti i numeri della loro rivista vennero bruciati. 
Nel 1929, strette da mille pressioni, pagarono il loro coraggio ponendo a malincuore fine alle pubblicazioni. Passarono il testimone ad un'altra coppia di donne, Adrienne Monnier, giovane libraia e scrittrice parigina e Sylvia Beach, americana che giunta a Parigi, scoprì per caso i lavori della Monnier, andò a cercarla e se ne innamorò. Insieme fondarono la celebre libreria "Shakespeare & Company" e pubblicarono il famoso e temuto "Ulisse" in tiratura limitatissima. Il libro circolò in forma clandestina fino al 1932 quando Joyce, senza neanche avvisarle, firma con un importante editore americano che dovrà poi vedersela con una lunga serie di processi per oscenità. La storia talvolta non premia il coraggio. Il libro divenne poi un bestseller e la libreria, nonostante gli sforzi di artisti come Hemigway, dovette chiudere.

 Ce ne sono millanta di libri censurati, da farne decine di post. Mi impegnerò in futuro non temete!

1 commento:

  1. Il film e il libro di Harry Potter andrebbero diffusi il più possibili. La trama è positivissima, alla fin fine tutto verge su una scuola che combatte contro qualcuno che vuole sottomettere i "babbani", vale a dire chi non ha poteri magici. Cultura contro dittatura, cosa chiedere di più?

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