Lo scorso fine settimana ho avuto la ventura di starmene per ben un giorno e tre quarti al mare, ove oltre a dormire, ringraziare Iddio per essermi risparmiata un weekend con canicola infernale in città, guardare il mare, mangiare come un porco e abbronzarmi un minimo, sono riuscita nell'impresa di leggere ben tre libri.
Ovvio che ciò non sarebbe stato possibile se essi fossero stati dei romanzi russi del diciannovesimo secolo o delle pietre miliari della letteratura italiana, ma io, personalmente, al mare, specialmente se devo starci poco tempo e rilassarmi al massimo, preferisco dilettarmi.
E secondo me il massimo rendimento in tal senso lo donano i romanzi gialli.
Nulla è più piacevole che starsene sdraiati a indovinare pigramente un omicidio avvenuto nelle primissime pagine, a dipanare un mistero che in momenti di maggior lucidità magari risolveremmo alla decima pagina, ma, ottenebrati dal sole e dal sonno, ci tiene incollati fino alla fine.
I gialli sono il cibo del lettore estivo.
Per questo darò conto delle mie recentissime letture in tal senso nel caso voleste qualche spunto per la spiaggia (non so come funzioni in montagna, mi spiace, sotto questo punto di vista sono nazionalpopolare: l'unica vacanza vera che posso concepire è rotolarsi su una spiaggia, le camminate in montagna a rinvigorirsi, cogliere bacche e more e guardare stambecchi, non riesco a percepirle come tali).
Pronti? Via!
"GLI INESORABILI" by Edgar Wallace ed. Gremese (temo fuori commercio):
Malgrado sia scritto in modo estremamente moderno, "Gli inesorabili" risale agli anni '20 ed è opera di Edgar Wallace, uno dei primi giallisti moderni, assai amato da Stephen King, autore di numerosissimi libri e sceneggiature, tra le quali quella del celebre "King Kong".
Cosa accade ne "Gli inesorabili"? Un brillante ispettore, Robert Long, riesce a catturare il più famoso truffatore di banche del Regno Unito, il misterioso Clay Shelton, che verrà impiccato giurando vendetta. Puntualmente infatti tutto i coautori della sua cattura e del suo processo, dal poliziotto che si trovava assieme a Long al giudice, vengono uccisi in date preannunciate. Ma se Shelton è morto, chi è che commette gli omicidi? Long ha nella mente la fumosa idea che possa esistere una misteriosa organizzazione "Gli inesorabili", pronta a tutto per vendicare il truffatore e continuare la sua opera. Ma da chi è composta? E perchè?
Non manca nulla: la storia d'amore, rapimenti, l'omicidio perfetto, l'intrigo familiare, un certo approfondimento psicologico dei personaggi. Da leggere e cercare subito altro di Wallace.
"LA GIOSTRA DEGLI SCAMBI" di Andrea Camilleri ed. Sellerio:
Vabbeh Camilleri non ha bisogno di recensioni, almeno per me. Tutto quello che scrive scorre una facilità e una gioia nel leggere che è rarissima.
Le ultime trame di Montalbano però, pur essendo sempre godibilissime nei pomeriggi di mare pigro, sotto un sole troppo caldo e la sola voglia di rilassarsi, leggere e dormire, insomma 'ste trame non erano sublimi. I primi Montalbani, senza l'ansia della vecchiaia e della morte, con i personaggi sempre un po' statici, ma con ancora qualche evoluzione privata (Mimì che si sposa, il piccolo Francois, Livia che ancora spera di essere impalmata, ma inspiegabilmente rimane attaccata a Boccadasse come il pesto ai tagliolini), con indagini più articolate, erano di sicuro più avvincenti. Con gli anni Montalbano si è dato alle fimmine, al tradimento, a perdersi in omicidi di cui avrebbe indovinato il colpevole persino Catarella. "La giostra degli scambi" è invece, finalmente, godibile nella lettura e anche avvincente.
Un misterioso sequestratore narcotizza di seguito due giovani impiegate bancarie, senza però far loro nulla. Il negozio di un commerciante a cui piace fare la bella vita viene dato alle fiamme, l'allarme viene dato dal commesso perché da un mese a Lanzarote e non torna. Beato lui, diremmo noi, peccato che nessuno ne sappia niente da troppo tempo e forse non è più in vacanza. Cosa succede a Vigata? La mafia non tollera che non gli si paghi il pizzo? Un maniaco si aggira indisturbato nelle vie? Una strana organizzazione terroristica contro le banche ha intenzione di rovinare gli istituti della zona?
Vorrei potervi dire che vi regalerà due piacevolissimi pomeriggi estivi, ma lo divorerete in uno -.-.
"IL MISTERO DEL LIBRO MALEDETTO" di Ugo Cundari ed, Cento Autori:
Io ho un debole grosso come una casa per tutti i libri in cui sono implicati i bibliofili, specialmente se hanno un risvolto malvagio.
Tutti pensano che le persone appassionate di libri siano buone, dolci, tenere e vecchieggianti, quando invece la passione per i libri può assumere i contorni di un'ossessione che di buono non ha niente.
Senza contare che molti criminali, fidando di ingenti quantità di denaro, sono appassionati d'arte o libri antichi (fate una ricerchina su internet e vedete chi è uno degli attuali più grandi bibliofili in Italia, un indizio: è in galera con accuse mafiose).
Un libro dal titolo (forse un po' banale) "Il mistero del libro maledetto" non poteva che attirare la mia perversa attrazione per i libri malvagi, inoltre era edito "Cento Autori" casa editrice napoletana che ha scoperto De Giovanni (oggi esimio giallista, un tempo appassionato scrittore delle imprese del Napoli).
Allora, partiamo dalle cose buone: l'idea di base, quella di una pianta in grado di scatenare un'epidemia e di un tomo antico, che tutti misteriosamente cercano, è muy graziosa.
Il protagonista è Elemire Caccioppoli, investigatore di successo, ma dalla triste infanzia in orfanotrofio nonostante il cognome importante, quello di un importantissimo matematico morto suicida all'estero (che ricorda vagamente Pontecorvo), in lotta contro un passato misterioso, è ben strutturato, come anche i co-primari della sua agenzia di investigazione.
Inoltre la cosa di gran lunga più apprezzabile è l'affresco di quella Napoli che viene poco raccontata eppure esiste: una borghesia barocca dai molti cognomi stranieri, una nobiltà decaduta che detta legge, un mondo ovattato che si muove ai limiti della legalità pur legando poco coi bassifondi. Napoli sono anche i salotti ottocenteschi ormai polverosi, i riti praticamente borbonici ancora vivi e potenti, le ville magnifiche, gli intellettuali raffinati fino all'estremo.
Purtroppo. Le cose negative: l'autore cerca di essere spiritoso in molti punti, ma l'ironia non è il suo forte, cosa che rende molti dialoghi evidentemente artificiosi, inoltre la seconda parte è inutilmente confusionaria. La trama c'era, lineare, sdoppiare il piano di investigazione tra l'investigatore Caccioppoli (tra l'altro, l'unico investigatore straricco che la storia ricordi) e il giornalista Ungaro, è non solo inutile, ma molto, come dice a teatro "telefonato". Non ho capito poi la critica sul controllo dell'informazione nel finale. L'autore è giornalista e comprendo ci tenesse, ma non c'entrava poi molto.
E' un'opera prima, si può migliorare (molto sul piano dei dialoghi e del controllo della trama), anche perché il protagonista merita.
"RAFFLES" di ERNEST HORNUNG ed. CASASIRIO:
Cercando in quel del Salone del Libro di Torino, libri che appagassero la mia voglia di gotico estivo (vd. post), sono incappata in questa riedizione di "Raffles" il primo libro della nuova collana "Morti e stramorti" della Casa Sirio Editrice. Come si evince dal nome abbastanza parlante, vengono rieditati libri che sono stati seppelliti da anni di fuori commercio.
Intendiamoci, molti si strappano le vesti a sapere dell'esistenza di questo misterioso limbo in cui vanno a finire la stragrande maggioranza dei titoli, ma basterebbe entrare in una libreria dell'usato per capire che ci sono troppi cadaveri che non andrebbero resuscitati.
Comunque Raffles era tra gli eletti che meritavano di tornare tra i nostri schermi. Ma a chi appartiene codesto nome? Ad uno dei primi ladri gentiluomini della storia.
Raffles è uno di quegli alto-borghesi inglesi che popolano così bene le commedie di Wilde: eleganti, scarsamente lavoratori (il vero dandy ottocentesco non lavora, spende, spande e vive di rendita grazie a misteriosi parenti che muoiono donando loro sterline in quantità che prima o poi finiscono), amanti del lusso, piacenti e spiritosi.
Raffles è uno di loro, come se non bastasse gioca magnificamente a cricket, cosa che lo rende particolarmente popolare nel circolo londinese dei gentiluomini, ed è assai bello. Ma. E' un ladro. Dopo aver sperperato la sua fortuna, oberato da debiti di gioco, diventa ladro per necessità e scopre che non solo è portato per il "mestiere", ma gli piace quel brivido di onnipotenza che lo attraversa quando compie qualcosa di illegale.
La storia non è lineare, ma si divide in piccoli racconti sulle singole imprese, fino al finale da film. Il narratore è il suo secondo, Bunny, un giovane gentiluomo che, come lui, diventa ladro dopo aver sperperato tutti i suoi averi, e prova verso Raffles un'amicizia profondissima e un'ammirazione che provocano in lui un profondo dissidio interiore: come si può essere ladri e gentiluomini al contempo?
L'autore era il cognato di Conan Doyle che molto apprezzava il suo lavoro, pur rimanendo perplesso sulla liceità della sua
diffusione: l'eroe non dovrebbe mai essere il ladro.
diffusione: l'eroe non dovrebbe mai essere il ladro.
Li avete già letti? Vi incuriosisce qualcosa? Ah, e avete qualcosa da consigliarmi? Siamo solo a metà giugno, la via è lunga!
Anch'io d'estate leggo i gialli che, chissà perchè, negli altri periodi dell'anno mi attirano molto meno! Hai ragione, sono perfetti per sotto l'ombrellone, e ottima compagnia in quelle pigre serate in cui finalmente non si ha nulla da fare se non riposarsi. Le ultime due estati le ho dedicate a Henning Mankell e Camilla Lackberg, adesso mi segno i tuoi suggerimenti (il primo soprattutto, mi ispira moltissimo). e possiamo iniziare la "giallite" 2015, grazie!!
RispondiEliminaQuest'anno mi sa de darò di Lackberg!
EliminaAttenzione perché danno assuefazione!! Io non riuscivo più a mollarli nemmeno in spiaggia... una drogata!
EliminaHo letto "La serie di Oxford", carino :) giallo di impianto classico, si finisce in un paio d'ore
RispondiEliminaOra vedo se all'usato trovo altro di lui
EliminaLa fine è nota, Geoffrey Haliday Hall, un "sellerino" che è una piccola perla!
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