In Italia, come ripeto spesso Cassandra style, la narrativa a tematica Lgbt o con protagonisti gay e lesbiche è assai bistrattata. Mentre all'estero è ormai editorialmente accettato che un libro possa avere anche un protagonista non eterosessuale (e una storia al contempo decente), in Italia 'sto concetto rimane misterioso.
Sebastiano Mauri |
Eppure, nonostante tutto, anche l'Italia ha avuto i suoi gloriosi autori gay, senza scomodare Pasolini, abbiamo avuto Sandro Penna e il mai troppo ricordato Pier Vittorio Tondelli, scrittore fantastico la cui omosessualità era parte fondante di libri che certo non sono ricordati per essere narrativa a tematica Lgbt.
Insomma, editori, un tempo c'era assai più vita su Marte, sarebbe tempo di ripeterla.
Nel frattanto, dal nulla indistinto, fortunatamente è emerso qualche autore (ovviamente non siamo ancora abbastanza avanti per avere anche autrici lesbiche, magari nel 2080 ci arriveremo) di quei libri che al cinema sarebbero l'equivalente di una brillante e divertente commedia un po' più all'americana e ogni tanto all'italiana.
Trattasi di Matteo B. Bianchi (già intervistato), di Luca Bianchini, (che ha raggiunto la gloria con "Io che amo solo te" commedia dai toni queer all'italiana) e Sebastiano Mauri che, due anni fa, ha dato alle stampe "Goditi il problema" ed. Rizzoli.
"Goditi il problema" era la passione di un mio collega che lo straconsigliava a tutti, ma io mi son decisa a prenderlo solo con un buono regalatomi da mio padre, ed è stato un ottimo acquisto. Martino, il protagonista, è figlio di quelle famiglie ricche e fricchettone al contempo, ha un fratello (molto etero) e una sorella maggiori, due genitori un po' eccentrici, una fidanzata storica con cui ha rotto dopo dieci anni e un segreto che si porta appresso da quando era bambino: è omosessuale, ma non riesce a confessarselo fino a quando, in America per lavoro (è aiuto regista), scopre di non trovare particolarmente interessante una meravigliosa modella che gli si offre e capisce che forse è ora, non solo di riesumare il problema, ma anche di goderselo.
Inizia così una sarabanda di episodi assurdi tra follie familiari, follie lavorative (Hollywood è un brutto posto), fidanzati sudamericani e favolose etero che tentano su di lui strane conversioni con la forza della coercizione.
Conquistata da tale romanzo, ho letto con giuoia il secondo libro "Il giorno più felice della mia vita", un libello in cui, con ironia, smonta capitolo per capitolo le obiezioni folli degli omofobi.
Voi, amici e amiche etero, non potete capire il delirio che dobbiamo passare: colleghi e amici che pensano siano state approvate le unioni civili (quando? come?) e non capiscono perché non ci sposiamo, gente che fa manifestazioni per proteggere i figli da noi (non ho mai capito il nesso, esiste una brigata gay per il rapimento dei figli degli etero?), gente che ci accusa di robe al limite del malthusiano (non procreando porteremo all'estinzione l'umanità, come se essere gay o lesbica ti rendesse biologicamente sterile, ehi, l'utero ce l'ho pure io!) e follie varie.
A voi farà ridere, per noi è una tragedia e Mauri finalmente ha scritto un libro grazioso, for dummies, senza stereotipi, su questo scollamento tra i diritti civili, le persone gay e la responsabilità dello stato (e dei suoi cittadini). LEGGETELO, è un imperativo categorico!
E intanto leggete anche l'intervista che mi ha gentilmente concesso e di cui lo ringrazio, anche per la cortesia, la velocità e la disponibilità dimostrate.
L'INTERVISTA A SEBASTIANO MAURI TUTTA PER VOI!
Cosa
leggevi da bambino?
Leggevo
molto da piccolo, i classici dell’infanzia per lo più. Tra quelli
che ho più amato ricordo L’isola del
tesoro, Gianburrasca,
Ventimila leghe sotto i mari, Il mago di Oz, La storia infinita,
Momo. Alle medie, non ricordo come sia
cominciata, leggevo soprattutto classici sull’olocausto. I
diari di Anna Frank, Quando Hitler rubò il coniglio rosa, Se questo
è un uomo, Un sacchetto di biglie.
Tu
hai vissuto e vivi molto all'estero, quali differenze vedi tra la
narrativa a tematica Lgbt italiana e straniera?
Nei
quindici anni che ho vissuto in paesi anglosassoni leggevo quasi
esclusivamente in inglese per migliorare la mia conoscenza della
lingua, e ora che sono tornato in Italia, per non perderla, continuo
a leggere tendenzialmente in inglese. Il risultato è che conosco
molto poco la narrativa Lgbt italiana. Preferisco non avventurarmi in
paragoni o generalizzazioni.
Essendo mezzo italiano e mezzo
argentino, e avendo vissuto lungamente negli Stati Uniti, mi sento
spesso straniero, o almeno non propriamente autoctono, dovunque io
sia. In fondo, non mi dispiace mantenere questo scarto prospettico
anche ora che sono tornato a vivere a Milano, la mia città natale.
Amo molto Tondelli e Pasolini, ma i miei scrittori di riferimento
sono David Sedaris, Augusten Borroughs, Jeanette Winterson, Jonathan
Ames.
Com'è
nata l'idea del tuo primo fortunato libro, “Goditi il problema” e
quanto c'è di autobiografico?
Ho
scritto la storia di Martino Sepe pensando a un film, solo che l’ho
scritto sotto forma di romanzo. E una volta finita la
sceneggiatura il romanzo, per mio
sommo gaudio, Rizzoli si è offerto di pubblicarlo. Direi che è
autobiografico anche nelle parti inventate di sana pianta, che sono
molte. Martino Sepe, il protagonista di Goditi
il problema, sono io anche quando il
suo percorso si distacca completamente dal mio. La sua schizofrenia
amorosa, le sue paure, le sue speranze e i suoi dolori, sono miei.
Abbiamo un rapporto simbiotico da gemelli identici, istintivamente
connessi, anche se lontani.
Il
tuo secondo libro “Il giorno più felice della mia vita” è un
libello che smonta con grande intelligenza tutte le obiezioni che
vengono portate in Italia contro l'approvazione delle unioni
omosessuali.
Dopo il voto irlandese il tema è tornato con forza nel
dibattito politico, tu pensi che vedremo mai le unioni civili anche
in Italia e quando?
Le
unioni civili le vedremo per forza in Italia, direi entro il 2015,
perché già riceviamo forti pressioni dall’Onu e la Comunità
Europea per colmare il vuoto istituzionale intorno ai diritti delle
coppie same-sex. Il punto è che le unioni civili rimangono pur
sempre uno stato di apartheid: istituzioni speciali per cittadini
speciali.
Il traguardo, invece, e credevo che la rivoluzione francese
ci avesse già insegnato questa lezione, è l’uguaglianza, la
libertà e la fratellanza per tutti i cittadini della Repubblica. Io
mi riterrò soddisfatto solo quando in Italia ci sarà il matrimonio
egualitario. Stesso nome, stessi diritti, stessi doveri.
Cosa
stai leggendo in questo periodo?
Dalla
parte delle bambine di Elena Gianini
Belotti, Panti: A woman in the making
di Rory O’Neill e La vita che scorre
di Emmanuelle de Villepin.
Molti
ragazzi e ragazze omosessuali, nel loro percorso di accettazione,
leggono tantissimi libri a tematica gay. Anche tu hai vissuto questo
periodo o c'è stato comunque un libro che ha avuto un significato
particolare per te in tal senso?
Sì,
assolutamente. Nei momenti in cui ero più sperso, i libri mi hanno
aiutato moltissimo.
È fondamentale leggere storie in cui ci si può
riconoscere. Storie in cui non ci sente esclusi, ignorati o usati
come espediente tragicomico. Ti fanno sentire meno solo, e quindi più
forte. In quel senso sono stati importanti per me i libri di David
Leavitt, Gore Vidal e Edmund White.
I
tuoi libri preferiti?
Barrel
Fever e Naked
di David Sedaris, Running with Scissors
e Dry di
Augusten Burroughs. Oranges are not the
only fruit di Jeanette Winterson.
Progetti
scrittori prossimi venturi?
Quest’estate
riprenderò a scrivere il mio secondo romanzo, ancora incentrato
attorno a Martino Sepe (protagonista di "Goditi il Problema" ndcs) e la sua stravagante famiglia. Solo che questa
volta, invece che tra New York e la Brianza, sarà ambientato tra
l’Argentina e il Benin.
Al
liceo, la mia mecca era La libreria dello Spettacolo, mentre quella
che ho più frequentato negli anni è stata la storica Milano libri.
Ultimamente amo molto una piccola libreria, sempre a Milano, molto
energica e creativa: Il mio libro di
Cristina di Canio.
Tu
ed altri due autori italiani, Matteo B. Bianchi e Luca Bianchini,
descrivete tutti e tre un mondo Lgbt molto simile, con uno stile
divertente e ironico. Da cosa pensi derivi la vostra somiglianza
stilistica?
Non
saprei, forse abbiamo visto troppi film di Woody Allen.
Hai
degli scrittori a cui ti ispiri o da cui, negli anni, ti sei
ispirato?
Oltre
ai vari autori già menzionati sopra, aggiungerei il grande Alan
Bennet, sagace maestro d’ironia. Non ho mai letto qualcosa di
deludente scritto da lui.
Sperando che l'intervista vi sia piaciuta, ringrazio ancora tantissimo Sebastiano Mauri (mi raccomando date un'occhiata ai suoi libri, valgono super la pena!)
Messo in lista!! è da un po' che cerco libri sul tema
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