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sabato 31 ottobre 2015

Intervista a Sara Menetti del collettivo Mammaiuto in occasione del Lucca Comics 2015! Progetti, libri per ragazzi e carnet de voyage per scoprire un'autrice e un modo alternativo e indipendente di produrre e concepire il fumetto.

 Finalmente torno su questi schermi (finalmente per me che dopo un po' di giorni che non scrivo mi prende la smania). Volevo ricominciare prima, anche per arrivare in tempo con qualche post di Halloween, ma ho un dente del giudizio che mi sta facendo impazzire e sono in ritardo. Recupererò i prossimi giorni!
Sara Menetti: il suo sito è http://www.saramenetti.it/
Oggi, visto che il Lucca Comics non attende certo i miei malanni ed ormai è in corso da qualche giorno, posto la seconda intervista fatta per l'occasione.
 In questo caso la gentilissima intervistata è Sara Menetti fumettista e illustratrice bolognese la cui specialità sono bellissimi carnet de voyage e splendide illustrazioni per l'infanzia.
 Personalmente l'ho conosciute grazie alla sua striscia "Cose stupide che succedono a chi cerca lavoro" che pubblica ormai regolarmente su "Aspirina" e narra in poche battute le disavventure di chi cerca di sopravvivere con un lavoro creativo in un mondo che la creatività non è che abbia molta voglia di retribuirla.
 Ho pensato fosse una buona idea intervistarla per il Lucca Comics per due motivi:
1) E' brava e dovete conoscerla anche voi.
2) Fa parte di un collettivo indipendente che raccoglie dodici fumettisti che ha ha nome Mammaiuto.
 Nell'ambiente del fumetto inizia ad essere molto conosciuto e trovo sia giusto, necessario e interessante dare visibilità ad un progetto che non nasce in una realtà editoriale consolidata. Come vedrete nel corso dell'intervista. far parte di un collettivo indipendente è una scelta che consente e prevede percorsi e intenti completamente diversi che hanno ovviamente un obiettivo economico, ma non solo.
 Perciò vi consiglio di leggere questa intervista per scoprire un'autrice e un modo alternativo di produrre fumetti. Buona lettura!

Tu fai parte del collettivo Mammaiuto. Potresti spiegare a grandi linee di cosa si tratta?

Mammaiuto è un'associazione culturale composta da dodici autori.
 I soci fondatori sono sei, io mi sono unita al gruppo in un secondo momento portando in dote "Fototessere", una collezione di ritratti e discorsi rappresentati in un formato di quattro vignette verticali. Oltre a essere un ambiente creativo straordinario composto da autori bravissimi e (non a caso) già affermati, Mammaiuto è un progetto libero e generoso: gli autori pubblicano i propri contenuti sul sito con cadenza regolare, quindi i fumetti e le storie targate Mammaiuto sono tutte in lettura online, gratis. Tutti possono leggerci e il nostro scopo è proprio quello di far leggere a tutti le nostre storie.
Di tanto in tanto Mammaiuto stampa copie cartacee dei libri in lettura gratuita sul sito: chi ama il nostro lavoro e vuole sostenere sia l'Associazione che il singolo autore, ha la possibilità di farlo mediante l'acquisto di un volume (stampato in ottima qualità e con edizioni molto curate) in vendita sullo shop online e alle varie fiere.

C'è stata una polemica, recentemente, tra autori che criticavano la scelta di mettere online lavori fruibile gratuitamente e altri che invece difendevano questa scelta. Molti tuoi lavori si trovano gratis sul web, cosa ne pensi al riguardo?

Se molti dei miei lavori si trovano gratis in rete è perché ce li ho messi io: il percorso che ho fatto finora (e sto continuando a fare) ha come parte integrante questo aspetto di libera condivisione e non ho intenzione di voltargli le spalle. 
 Da diversi anni posto strisce e vignette online e l'ingresso in Mammaiuto è stato il naturale proseguimento di una tendenza che già avevo, con in più l'ottima conseguenza dell'ampliamento del bacino di lettori e il miglioramento del livello dei miei lavori. Questo non vuole dire che tutti debbano seguire l'esempio e considerare la pubblicazione in rete come sola strada per arrivare a diventare autori affermati: dev'essere ogni aspirante fumettista a decidere cosa è meglio per sé e per il suo lavoro, prendendo la posizione che rispecchia meglio la sua concezione.

Molte autrici, anche affermate, lamentano un forte sessismo nel mondo del fumetto. Cosa ne pensi? Ritieni di essere stata trattata diversamente in quanto autrice donna in qualche occasione o da altri colleghi?

Il sessismo c'è nel mondo lavorativo in generale e l'ambiente del fumetto, facendone parte, non ne è di certo esonerato. 
Nel mio piccolo, posso raccontare un episodio accaduto di recente a una fiera: una persona ha commentato la mia presenza dietro al banco facendo i complimenti agli amici e colleghi di Mammaiuto per "la nuova assistente" (con un'osservazione rivolta a loro ma diretta chiaramente a me). 
 Voleva essere un commento piacione, ma ha suscitato solo diverse riflessioni sull'episodio, dal motivo della necessità di farmi sapere il suo giudizio sul mio aspetto fisico al fatto ben più grave che, nella sua valutazione, una ragazza dietro al banco non potesse essere una delle autrici in dedica ma fosse lì solo in qualità di "assistente".

Progetti prossimi venturi?

Sicuramente fare altri viaggi e altri diari di viaggio. 
 A volte mi domando se i lettori non si stanchino di vedermi imperversare per pagine e pagine con i miei racconti sui luoghi che visito, ma finché ho voglia di disegnarli e raccontarli vado avanti e mi scuso con chi dovesse annoiarsi!
 A parte questo, ho in mente due storie lunghe a fumetti da scrivere e disegnare ma sto ancora combattendo con la mia paura atavica dello "scrivere". 
 Con il supporto morale e tecnico di Mammaiuto sto facendo passi in avanti, spero di riuscire a sbloccarmi presto perché ho davvero molta voglia di lavorare sui disegni e vedere queste storie venire alla luce.

Tra le tue strisce c'è la serie “Cose stupide che succedono a chi cerca lavoro” nel quale si evince un problema di antica data: fare il fumettista non è percepito come un lavoro vero, perché secondo te?

E' un lavoro estremamente precario ed è un dato di fatto che, almeno in Italia, non si possa vivere di soli fumetti pur essendo autori già affermati. A questo aggiungiamo il fatto che i fumetti vengono visti come qualcosa di poco serio, delle strisce che appaiono su riviste e quotidiani per strappare quella risata in più -e non come un mezzo per raccontare storie in maniera straordinaria…ed ecco qua, quella del/della fumettista sarà sempre dipinta come una figura che fa disegnini per passione.

Tu hai lavorato come illustratrice di alcuni libri per ragazzi. Come si articola un lavoro del genere, non completamente originale e per un pubblico così peculiare al tempo stesso?

Ill. per "Il giornalino di Gian Burrasca" ed. La Spiga
Per me è sempre una bella prova da superare. 
 Non mi sento mai all'altezza come illustratrice, quindi passo giorni a studiare uno stile adatto, che rimanga riconoscibile e riconducibile a me ma che sappia adattarsi alla storia che i miei disegni andranno ad affiancare, facendo molta ricerca sul periodo storico al quale devo fare riferimento o sull'atmosfera che voglio ricreare. 
 Per arrivare a questo leggo a fondo il testo che mi è stato consegnato, apro moltissimi libri di illustrazioni, manifesti, pubblicità e me li studio per trovare riferimenti che mi siano d'ispirazione, poi comincio a riempire fogli e fogli di prove con svariate tecniche.; sono giorni parecchio travagliati (i peggiori, quelli della "ricerca dello stile"!), che culminano con i suddetti fogli scagliati brutalmente giù dalla scrivania e grossi dubbi sulle mie capacità. 
 Dopo la sfuriata, normalmente, seleziono le prove che passano i miei controlli qualità e ci lavoro nuovamente sopra, infine le propongo all'editor e trascorro i giorni (o le ore) tra l'invio e la ricezione di una risposta sollazzandomi con i soliti pensieri e dubbi sulle mie capacità d'illustratrice.

Cosa leggevi da bambina?

Grazie ai miei cugini, a mio fratello e alle mie sorelle (tutti più grandi di me), avevo una grossa scorta di Topolini degli anni '70 e '80, conservati alla mia portata nel ripiano più basso dell'armadio. 
Io e i Topolini eravamo inseparabili, li leggevo a ogni ora del giorno e della notte, in ogni stanza della casa: in bagno, a tavola durante colazione-pranzo-cena (per la disperazione di mia mamma che quando leggevo non riusciva in nessun modo a comunicare con me) e a letto, con la torcia sotto le coperte.
 Di narrativa apprezzavo moltissimo (e apprezzo tuttora) autori come Bianca Pitzorno, Roald Dahl, Rodari e Vamba, dei quali ho conservato i libri che tuttora rileggo volentieri. Mi piacevano anche i classici come "Pollyanna" e "Il giardino segreto", i libri fantasy come "La Storia Infinita" e "Narnia", o ancora quelli sulle storie mitologiche di tutto il mondo ("Storie di bambini molto antichi" è stato in cima alla mia lista per molto tempo, sono stata felicissima di sapere della nuova edizione illustrata da Rita Petruccioli!) .

Un fumetto che vorresti assolutamente consigliare?

"Come prima" di Alfred, un lavoro impeccabile e bellissimo, estremamente coinvolgente dal punto di vista emotivo.

Quando hai deciso che saresti diventata una fumettista?

Alle elementari, come quasi tutti i colleghi! Tra le medie e le superiori però ho ricevuto il veto genitoriale perché pensavano che questa velleità fosse una "cavata di testa", quindi sono finita a fare una scuola da gente coi piedi per terra. Finita quella e fatto un anno di università, però, sono tornata al mio primo vero interesse.

I tuoi autori preferiti?

Vado con l'elenco dei primi che mi vengono in mente: Joann Sfar per le sue storie oniriche intrecciate con mitologie e leggende, Watterson, Schulz, Liniers per le strisce sintetiche ma cariche di poesia e sempre capaci di strappare un sorriso, Craig Thompson per la sua narrazione delicata.

Un collega da tenere d'occhio?

Francesco Guarnaccia, già arruolato nelle file Mammaiuto, che l'anno scorso ha esordito con il suo volume "From Here to Eternity" (ora esaurito): giovane, con un sacco di idee e molto eclettico, una qualità che mi colpisce sempre.

Sarete al Lucca Comics?

Sì, ci trovate alla Self Area, padiglione San Romano (Piazza San Romano) in mezzo alle migliori realtà dell'autoproduzione italiana a fumetti: uno stand che vale la pena visitare!

Ringraziando nuovamente Sara, lancio un grido: se siete tra i fortunati o fortunate a Lucca, fateci un salto!!




1 commento:

  1. Credo di essere finita su una preview di "Tokyo" per caso, mesi fa, e me ne sono subito innamorata.
    Per fortuna ho preso subito un appunto, e in questi giorni di preparazione pre-Lucca (dove sono stata ieri) me lo sono ritrovato. Così, una volta in SelfArea, sono andata dritta allo stand Mammaiuto proprio allo scopo di acquistare il volume. E ho avuto la fortuna di trovarci proprio Sara, che me l'ha autografato con tanto di "disegnino"!
    Purtroppo ero di corsa, e non ho potuto fermarmi a chiacchierare, anzi credo di essere risultata pure un po' scontrosa ^^; Ma l'incontro mi ha fatto assai piacere e, oggi, ritrovare qui questa intervista in cui riuscire a conoscere meglio Sara è proprio un regalo. Grazie, Libraia! ;)

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