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venerdì 18 dicembre 2015

I 9 (e più libri) che quest'anno vi ritroverete sotto l'albero. Tra magagne vaticane, Fabio Volo che svolazza in vetta, lotta per i tormentoni, eredi di Twilight, colori e anziani grafomani, tutto quello che vi aspetta!

E anche quest'anno siamo arrivati al fatidico punto di dicembre in cui si può, con ragionevole certezza, vaticinare quali libri vi troverete sotto l'albero.
  Cosa nascondono quei pacchetti sospetti che parenti vicini e lontani, amici vicini e lontani, nemici, colleghi, capi e sottoposti vi hanno consegnato (o stanno per farlo), carichi di speranze e sollievo?
 Vi tolgo d'impaccio, anche quest'anno potrete sfoggiare un'invidiabile poker face e salvare le apparenze, necessità principale di ogni Natale che si rispetti.
 Siete pronti a sapere a cosa andate incontro?
 Let's go!

SCANDALO IN VATICANO (il milionesimo della loro storia, ma che je frega):
 Fittipaldi e Nuzzi sono i due giornalisti che hanno scritto "Avarizia" e "Via Crucis", libri che si basano su documenti segreti vaticani gettandol'ennesima luce sugli ennesimi scandali finanziari di questa istituzione che è la Chiesa, bravissima a fare la morale agli altri, ma mai a sé stessa. 
 Ho trovato commovente il loro tentativo, soprattutto della Chiarelettere di far passare questi due tomi non come una sassata micidiale alla comunque impenetrabile facciata ecclesiastica, ma come un sostegno alla grande riforma di Papa Francesco. 
 Loro non stanno assolutamente attaccando l'amatissimo Papa, ma tutto ciò  e chi gli sta attorno e che egli sta combattendo con instancabile coraggio.
 Immagino che con Ratzinger tutto sarebbe stato più semplice, ma ora per criticar la Chiesa bisogna stare sempre bene attenti a ricordare che comunque questo Papa è favoloso, meraviglioso, magico. 
 I due comunque sono finiti sui banchi del tribunale ecclesiastico e non si sa come andrà a finire. 
 Gli italiani, come fanno sempre, si sono gettati sullo scandalo fumante, che poi, io mi chiedo, che razza di scandalo sia. Cioè, a me che mi vengano a dire che ci siano ecclesiastici che ladrano e oscuri maneggi in quel di San Pietro non è che stupisce più di tanto. Quello che mi stupisce è perché tutti sbavino per leggere chi rubava cosa, che il libro di Nuzzi venda centinaia di copie in due giorni, e poi tutto rimane sempre uguale e inattaccabile. Voglio capire, perché leggete? Per sport?
 Comunque state pur certi che se voi, come me, siete stati alla larga dalla faccenda, avete il doppio delle possibilità di vedervi rifilare i due librazzi. Quando i parenti sanno che preferite stare alla lontana dai preti è impossibile per loro resistere alla tentazione di rifilarvi un libro in cui essi sono, nel bene o nel male, coinvolti.

FABIO VOLO:
 La mia dolce metà che ha studiato lingue e mi maledice regolarmente perché l'incontro con la mia splendida persona le ha impedito di realizzare il suo sogno pupesco di vivere all'estero, si è molto appassionata al nuovo programma di Severgnini, "L'erba del vicino".  
 Il format prevede un parallelismo su alcune nostre abitudini o istituzioni e quelle di un paese straniero. L'ultima puntata vedeva il raffronto tra noi e gli Stati Uniti. Il confronto mi ha permesso di capire che negli Usa il fatto che la sanità non sia accessibile a tutti è un problema che non si pongono assolutamente nei nostri stessi termini. Non puoi, amen. Inoltre mi ha concesso di vedere Don Winslow, di cui è appena uscito il nuovo libro "Il cartello", ringraziare pubblicamente Saviano e Fabio Volo per l'aiuto dato alla diffusione del suo libro in Italia.
  Ora, posto che io non credo che Winslow abbia avuto beneficio effettivo alcuno da un'eventuale sponsorizzazione di Fabio Volo, e posto che, secondo me, Zerocalcare ha contribuito ben di più all'affermazione della sua stella, questo è sicuramente un punto di non ritorno.
 Ormai Fabio Volo è considerato uno scrittore vero, la massa lo ha incoronato anche stavolta. E' primo in classifica nonostante l'ennesimo titolo identico e trama pressocché identica (ma stavolta ci sono dei figli di mezzo mi pare, probabilmente perché è diventato padre). 
 Se continueremo a seguire il corso della sua vita attraverso i suoi libri, tra una trentina di anni e anche meno avremo un libro su un uomo in andropausa, munito nipotini irriverenti e tresche tra anziani con l'ansia da impegno, ai vertici delle vendite.

VA', METTI UNA SENTINELLA: 
In "On writing" Stephen King esprime un'idea un po' biblica della scrittura.
 Per lui la faccenda funziona come la parabola dei talenti: se hai un talento hai il dovere di sfruttarlo, seppellirlo equivale ad un delitto incomprensibile e imperdonabile. Portava come esempio proprio Harper Lee: a cosa serve, si chiedeva, possedere un talento tanto grande se scrivi un solo libro in cinquant'anni?
 Quasi vent'anni dopo "On writing" ecco che Harper Lee fa uscire un secondo libro, il seguito del primo, una cosa talmente strana che c'è stata persino un'indagine per capire se l'autrice fosse in grado di intendere e volere quando ha acconsentito alla pubblicazione. Lo era (anzi, lo è), visto che è ancora viva. 
 Dicono che il libro, scritto in realtà prima de "Il buio oltre la siepe" sia un po' deludente. Prima o poi immagino che lo leggerò, magari me lo regalano a Natale, perché, siatene certi, se siete lettori forti potreste trovarlo ben impacchettato da qualche astuto parente, sotto l'albero.

AFTER:
 E' una maledizione.  
E' da un anno che ogni due mesi arriva un nuovo capitolo di questa interminabile e prolificissima saga (ovviamente dai titoli anonimi e copertine tutte uguali, tanto per confonderci meglio) che vende in modo inquietante. Tutto si può dire dei famosi young adult tranne che non leggano. 
A loro si deve non solo la lettura, ma anche la produzione stessa delle saghe che leggono. "After" infatti è il prodotto di una fanfiction sui One Direction, con protagonista la solita ragazzetta timida e il solito belloccio maledetto che se ne innamora. Tanto per non sbagliare le fonti di ispirazione di Anna Todd, l'autrice, sono "Twilight" e le 50 sfumature.
 Anche lei come la James ha iniziato autopubblicandosi e anche lei vende quintalate di libri. Questo credo che non avrò mai il coraggio di leggerlo. Leggo da internet che dopo quest'ultimo, "Amore infinito", lo stillicidio si è finalmente concluso.
 Visto che è una reazione a catena inarrestabile, sono curiosa di sapere a quale capolavoro della letteratura mondiale fungerà da ispirazione. Chi sarà il post After? Lo scopriremo il prossimo Natale.

GUCCINI:
Ho una teoria, cinica, sull'iperproduttività di alcuni autori anziani (il grafomane Camilleri in primis): ormai sentono la fine dell'esistenza vicina e la necessità di esprimere tutto quello che hanno lasciato indietro negli anni o temono di non avere più il tempo di produrre.
  Quest'anno il buon Guccini, di cui vidi un concerto durante l'università proprio temendo che si sarebbe presto ritirato, ha fatto l'en plain. La gente arriva, ti chiede, "L'ultimo di Guccini" e tu non sai se si rifesce al suo "Un matrimonio, un funerale per non parlar del gatto" (il famoso libro che ogni anno ad un certo punto sparisce dalla circolazione al momento più bello perché in riassortimento), al cd, e, mi pare di aver capito, un cd con allegato book fotografico. 
 Ho letto due libri di Guccini, "Il dizionario delle cose perdute" e "Non so che viso avesse", entrambi non romanzi, ma ricordi. Non ho perciò una vera opinione su Guccini scrittore, se siete tra i molti che riceveranno il suo tomo questo Natale, fatemi sapere.

IL NATALE ADDOSSO, L'AUTUNNO E' GIA' PASSATO, LA CLASSIFICA SI E' ALLUNGATA MEZZO METRO:
 Quest'anno editoria e scrittori sembrano aver deciso di sparare cartucce di prim'ordine, tutte insieme e tutte di forte impatto.  
La sensazione è quella di fine Maggio quando le radio, dopo una primavera in cui hai ascoltato canzoni dimenticabilissime (come mai la primavera non ha mai un tormentone?) iniziano a sfornare hit orecchiabili, su hit ballabili, su hit orecchiabili e ballabili. Quale di esse diventerà il simbolo dell'estate? Quale sarà destinata a trapanarci il cervello a qualsiasi ora del giorno e della notte per tre mesi per poi sparire con le prime piogge di settembre?
 Ecco, questo Natale è tutto un papabile tormentone. Sono usciti: il nuovo di Carrisi, il nuovo della Murgia, il nuovo di Pamuk, il nuovo di Sepulveda (che ormai fa solo libri con animali che insegnano cose ad altri animali o esseri umani), è uscito il nuovo di Gregory (l'autore del ciccionissimo "Shantaram"), il quarto della saga di "Uomini che odiano le donne", la nuova fatica di Isabel Allende, di Patricia Cornwwll ecc. ecc. ecc.
 Potrei continuare con un'altra mezza pagina, ma il senso rimane lo stesso: è il classico anno in cui gli scrittori, come i cantanti, si svegliano tutti insieme e iperproducono in massa. 
 Chi vincerà la sfida del tormentone?

ALBERTO ANGELA: 
 E' una certezza natalizia, come Bruno Vespa. Il giorno in cui uno dei due mancherà all'appello, sarà uno dei segni della fine del mondo ormai prossima. Quest'anno, siccome non avevamo sentito parlare abbastanza del Papa e di Roma (a proposito, ora che si è dimesso Marino non sento più notizie dalla capitale, tutto è tornato nella tranquilla fanga precedente) anche Alberto Angela si è unito alla scia favorevole di Bergoglio con un libro su San Pietro.
 Amatissimo dai parenti più anziani e dalle cinquantenni piacenti, Alberto Angela è una certezza del regalo impegnato, ma neutrale. Quel regalo che vi fanno persone che non vi conoscono benissimo (o vi  conoscono, ma non hanno mai indagato bene i vostri gusti letterari), ma hanno la necessità di apparire bene. Il regalo di circostanza perfetto. Fatemi sapere in quanti di voi l'hanno ricevuto.
 Per la cronaca, se non avete mai visto San Pietro, è anche un buon viatico per convincervi ad andare a Roma. In questi anni al nord ho conosciuto troppa gente che è stata a Parigi cinque volte, a Londra, sei e a Roma una, di solito in gita alle medie. Magari Albertone vi fa venire voglia.

ART THERAPY:
Questa nuova pratica (ma pare fosse in voga già nei rutilanti anni '60), ha iniziato ad avere un suo seguito nella tarda primavera di quest'anno, ora siamo giunti a livelli da esplosione.
 Le vendite toccano picchi incredibili, sto parlando dei libri da colorare. Pare che la cosa aiuti a combattere lo stress (a me ne farebbero venire di più, ma sono gusti). Ormai ci sono libri per tutti i gusti: teneri gattini, decorazioni natalizie, animali, vestiario, foreste lussureggianti, animali scandinavi.
  La consacrazione è giunta quando anche lo star system ha allungato le sue grinfie su questo territorio inesplorato. Barbara D'Urso ancora non è ci è arrivata, ma la Marcuzzi ha già piantato la sua bandierina
 Costei ha infatti un fashion blog, la pinella, molto seguito, e da lì ha lanciato il suo libro di Art Therapy: "La pinella a colori". Pare infatti che essa, vera trend setter, abbia sempre avuto la passione del colorar nei contorni, tanto da voler condividere coi suoi fan, i suoi disegni favoriti.
 Vende. State attenti ai vostri parenti non lettori, potrebbero scambiarlo per un libro vero e rifilarvelo.

 E voi? In quanti avete già il pacchetto pronto sotto l'albero? In quanti siete i regalanti codeste perle? Confessate su questi schermi! (O fate sapere com'è andata dopo il 25)!

7 commenti:

  1. Regalare libri...al momento, tutte le persone che conosco non sanno il significato di questa frase. E manco ci provano, perchè dal regalo impacchettato sotto l'albero con il mio nome, sembrerebbe essere tutt'altra cosa, a meno che non sia un libro con le pagine di lana. Ah, per rimanere in tema natalizio, insieme agli addobbi, è cicciato fuori il nuovo libro di Luciano De Crescenzo.

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  2. Io se regalo libri,di solito sto ben lontana dalle nuove uscite e regalo misconosciuti tascabili magari non famosi ma ben pensati ;)
    Adorerei ricevere libri di hobbistica(cucito,origami,disegno...),ma nessuno mi regala mai libri perchè,giustamente,lavorando in libreria pensano che se qualcosa mi piace me lo compro e basta(con lo sconto)!

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  3. Ho severament eproibito alla "cara ragazza" alle "bambine" ad altri parenti ed amici vari di regalarmi libri, questo per evitare di trovarmi con due-tre copie di capolavori di cui non riuscirò mai a leggere oltre pagina 10...I libri me li regalo da solo.

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  4. Guccini ha scritto dei bei libri (Croniche epifaniche, Vacca d'un cane, Cittanova blues) un bel po' di anni fa. Poi ha scritto cose leggerine e dimenticabili. L'ultimo é un insieme di raccontini di ricordi, non male ma niente di che.
    A me nessuno regala libri, ahimé, in base al principio che"Ma ne ha tanti, come si fa a trovare quello giusto". Ma osate, accipicchia. Lasciateci il prezzo è datemi lo scontrino che ci penso io. Invece arrivano grembiuli (!) asciuga piatti vezzosi (!) pentole e sotto pentole (!!!!) con la scusa che mi piace cucinare...

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  5. Io, come ho già avuto modo di dire, di solito ai parenti (o agli amici che me lo chiedono) che sospetto potrebbero/vorrebbero regalarmi libri, do una lista di suggerimenti su cui orientarsi, proprio per evitarmi sorprese di questo tipo (quando non l'ho fatto, gli zii si sono orientati su James Rollins e Wilbur Smith. OMG!).
    Non sono molti, per fortuna, i biblio-regalanti, perché compilare tale lista è quasi impossibile: a me interessano sempre oscuri romanzi usciti da anni o già fuori catalogo, mentre loro esigono titoli pronti-via, dato che approdano in libreria giusto verso il 24 dicembre... -_-

    La moda dei libri da colorare mi ha colpito, in positivo. Ho sempre visto l'attività "coloratoria" come un viatico di relax.
    Ho un'amica che da anni gradisce ricevere di questi libri proprio perché la aiutano ad alleviare alcuni sintomi dell'ansia. Finora era un'impresa trovarli, e ripiegavamo sulle (poche) raccolte di mandala; ora siamo invasi e a me pare solo che il mondo abbia scoperto l'acqua calda (poi, oh, la cosa può non incontrare i gusti di tutti, è lecito, ma secondo me davvero aiuta a stare un po' rilassati).
    Di sicuro questa moda è riuscita a rilassare noi, che ora per fare i regali a quell'amica abbiamo solo l'imbarazzo della scelta! XD

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  6. quello di Harper Lee non è niente male: tramite la solita biblio online lo abbiamo letto sia io che il maritozzo ed è piaciuto a tutt'e due suscitando pure lunghe discussioni socialpolitiche sugli USA di quegli anni...

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  7. No che non lo leggo, quello di Harper Lee. Piuttosto (ri)leggo "To Kill a Mockingbird" in originale e tento di capire perché così tanti americani, da Obama alla mia lettrice di inglese (americana) dell'ultimo anno di università, lo considerino il loro libro preferito in assoluto.

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