Pagine

giovedì 26 settembre 2019

Piccole recensioni tra amici. Lo strano e paludoso "Cancello del crepuscolo" e "I trasfigurati" invasori di Wyndham

Eccomi, ebbene di ritorno su questi schermi, con una nuova doppia recensione.

 Ultimamente sono meno attiva sul blog per alcuni (buoni ve lo giuro) motivi: 

1) Dal primo ottobre inizierò un gruppo di lettura su libri a tematica Lesbica a Milano.

2) Sto cercando di organizzare qualche presentazione di “Lesboom”: preannuncio che il 5 ottobre sarò a Torino alla Nora Book (è pure il mio compleanno quindi se venite a portare cibo e auguri sono gratissima) e il 18 all’Antigone a Milano.

Tuttavia, anche col fatto che Ottobre è il mio mese favorito e tendo a leggere molto e molto amo consigliare libri autunnali, spero di riuscire a riprendere un ritmo decente nei post.

 Visto che è l’intro delle info, mi sento sospinta a tale buon proposito anche perché, grazie alla vostra amorevole pazienza, anche quest’anno sono tra i dieci finalisti ai Macchianera Awards come miglior sito letterario (se volete fare 31 potete votarmi al link  https://www.macchianera.net/2019/09/22/mia19vota/ , magari se vinco ho la scusa per cambiare casa e cercarmene una con un caminetto su cui esporre l’ambita statuetta).

Bene. Vi lascio con due cicciose recensioni che almeno, quando mi ci metto, mi impegno!


IL CANCELLO DEL CREPUSCOLO di Jeanette Winterson ed. Mondadori:

E’ strano per dire strano questo strano libro di Jeanette Winterson.

Per qualche motivo presagivo fosse materiale un po’ ambiguo quando uscì decidendo istintivamente di non leggerlo. 

Visto che quest’anno la smania di halloween cresce in me potente (diciamo che ogni anno poi ottobre vola così veloce che mi dico: dall’anno prossimo devo iniziare a trepidare prima), ho deciso per una bella infornata di libri a tema in biblioteca e ho dato una possibilità anche a questo.
Se ho fatto bene o no, boh, è ambiguo anche quello.

La storia racconta le vicende di Alice Nutter, bellissima possidente terriera ricca in virtù di una particolare tintura magenta che aveva fatto la sua fortuna tra i mercanti di stoffe e persino alla corte d’Inghilterra. 

 Siamo nel periodo post-elisabettiano in mano a re Giacomo, uno, per capirci, che fece bruciare in toto un’edizione della Bibbia conosciuta come “Bibbia cattiva” o “Bibbia degli adulteri” perché gli sventurati tipografi (che vennero buttati in prigione) dimenticarono un fondamentale “non” e il comandamento “non commetterai adulterio” si tramutò in una sorta di imperativo al libero amore. 

Un’epoca, insomma, un po’ fanatica e suscettibile.

 Ecco, in questo sereno periodo, nella campagna inglese, dove tutto è melmoso, umido, sporco, buio e decisamente cupo, triste e degradante, una famiglia di disadattati presuntamente dedita alla magia viene accusata di stregoneria e buttata in galera a subire torture di ogni genere.

Alice Nutter che, per carità (o forse per altri motivi), li ospita sul suo terreno, viene immediatamente sospettata di connivenza

 Del resto non invecchia mai, ha un potere che solitamente le donne si sognano e le sue terre fanno gola a parecchi uomini. Inoltre, è l’amante di un tizio coinvolto nella congiura delle polveri del quale si sono perse le tracce da parecchio tempo.

Insomma, la sospetteremmo pure noi.

Ecco. Il maggior punto di fascino del libro è che, al contrario di molti altri libri simili che raccontano una caccia alle streghe basata sulla paura del diverso, su un olocausto femminile di donne non conformi e via discorrendo, qui, in effetti, la magia c’è eccome. 

 E non una magia carina fatta di sacchetti di lavanda ed erbe officinali, ma di neonati uccisi, lingue di cadaveri, patti di sangue e demoni infernali. E’, insomma, una magia molto cruda, come in effetti dovrebbe essere la magia nera.

Il punto di debolezza del libro è che alcune parti, soprattutto quella iniziale, sono affrontate con poca convinzione, come se il livello di pathos violento non avesse la stessa forza (sembra per reticenza della scrittrice), come risulta poco convincente la storia d’amore tra Alice e il fuggiasco che appare come un “dobbiamo rendere la trama funzionale in qualche modo”. 
 Un’occasione un po’ persa perché rimane comunque un libro insolito.

 Non dubito che agli amanti del genere piacerà, ma non mi sento di dire che si tratta di un’impresa pienamente riuscita. Da leggere in Ottobre, almeno l’atmosfera autunnale aiuterà a passar sopra a certi momenti davvero tirati via.


I TRASFIGURATI di John Wyndham ed. Beat:

 E' sempre interessante leggere Wyndham perché possiede una dote rara nella fantascienza: dati due assiomi completamente opposti, è in grado di convincerti della bontà di entrambi.

 I libri di Wyndham tendenzialmente si reggono su un macrotema: l'invasione.

 Come possiamo aprirci al prossimo se il prossimo è potenzialmente cattivo?

 Al contrario di tanti libri che tentano di convincerti che il prossimo è sempre e comunque buono (anche quando sembra non lo sia, poi sotto sotto lo è), Wyndham fa pendere la bilancia ora di qua, ora di là.

Lo vidi alle superiori per caso una notte. L'ansia.
Ne "Il villaggio dei dannati" da cui trassero anche uno spaventosissimo film, l'invasione aliena avviene per inseminazione coatta: in un paesino dell'Inghilterra, un gruppo di donne di età diverse si ritrova misteriosamente incinta.

 Nove mesi dopo nasceranno dei misteriosi bambini, tutti identici, tutti intelligentissimi, e tutti inquietanti.

 Il paese li sente subito come una minaccia, ma essendo bambini non trova le forze di liberarsene salvo capire anni dopo che la questione deve essere risolta. E male.

 Al contempo, in "Chocky", un bambino inizia a parlare con una strana entità onnipresente, un misterioso essere femminile che sembra inviare la sua voce molto lontano nello spazio o nel tempo. Per tutto il libro siamo convinti sia malevola, ma poi salverà la vita al bambino.

 Ne "Il giorno dei trifidi", libro genialissimo, una nuova specie di piante, in grado di correre e comunicare, acceca tutti gli esseri umani tramite un polline velenoso ("Cecità" prima di "Cecità").

 I pochi che la notte dell'attacco pollinoso erano casualmente al sicuro, diventano le guide di una civiltà allo sbando e si rinchiudono in fattorie fortino. Le piante, schiavizzate, avevano per forza torto?
 La stessa cosa accade ne "I Trasfigurati".

 Se ne "Il villaggio dei dannati" vedevamo la storia dal punto di vista della popolazione "normale" alle prese con "i diversi", qui accade l'esatto opposto.
 In un mondo post apocalittico, gran parte del pianeta è inabitabile e i rari spazi rimasti a disposizione sono funestati ancora dalle conseguenze delle radiazioni.

 Il protagonista, un ragazzino di nome David, vive in un villaggio dove il fanatismo religioso si è saldato al terrore delle "deviazioni" da radiazione. Il fatto che nascano, secondo i religiosissimi abitanti, bambini deformi, animali strani o piante da bruciare, non deriva dalle conseguenze di una disastrosa esplosione nucleare, ma da una punizione divina.

 I campi devianti vanno bruciati, gli animali uccisi, i neonati sacrificati.

 Per ritornare alla normalità bisogna tornare alla purezza.

 E però cosa succede se la "deviazione" non è visibile? 
 David (che incidentalmente è anche il figlio del capo del villaggio) e un gruppo di ragazzini scoprono di essere telepatici e riescono a mantenere il segreto per anni, poi però gli eventi precipitano: una di loro si sposa con un ragazzo malvagio a cui inopinatamente racconta tutto e la sorellina di David si rivela una telepate dai poteri incredibili.

 Ovviamente sin dal primo momento parteggiamo per il gruppo di ragazzini: i concittadini e familiari fanatici sono spaventosi e inumani. Chi potrebbe voler uccidere qualcuno perché ha solo un dito in più, per dire?

 Più la storia va avanti e appaiono nuovi misteriosi personaggi (forse esiste una città oltre l'oceano dove tutti sono telepati o vorrebbero esserlo) più ci rendiamo conto che il terrore dei fanatici religiosi potrebbe avere un fondamento di verità: cosa li rassicura sul fatto che i telepati, una volta adulti, non cospireranno contro di loro? E come possiamo essere sicuri che l'ossessione per la purezza non sia ciò che finora li ha salvati?

 Il libro di Wyndham lascia con questa strana idea a frullare nella testa. 

 Certo, aveva visto la seconda guerra mondiale, fiducia nei vicini un inglese poteva averne ben poca, pur sforzandosi, ma cosa sarebbe diventato il mondo nel dopoguerra se non avessimo superato la paura?

 Wyndham sembra rimanere sospeso riuscendo a parlare al contempo al cuore degli uomini: hai paura ed è comprensibile, ma rifletti, nel bene o nel male su questa paura dell'altro.
 Ha senso? Puoi davvero proteggertene? E' ineluttabile? La difesa ti rende crudele o è un tuo diritto?
 Molto interessante.

3 commenti:

  1. "Il giorno dei trifidi" (il libro, il film non saprei) non lo ricordo come viene raccontato qui... Controlla!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi hai preceduto, infatti se ricordo bene la cecità degli umani è causata da una pioggia di meteoriti e alla fine i trifidi vengono sconfitti quando si scopre che per distruggerli basta usare l'acqua di mare...
      Non ho resistito ad una correzione dopo tanto che non mi facevo sentire.

      Elimina
    2. Me lo hanno anche scritto su fb, ma voglio confessarvi una cosa. Quando lo lessi (vai a capire) avevo compreso che le piante, parlando tra loro, avessero ordito il piano in occasione della pioggia di meteore. Cioè: oh, cadono le meteore e tutti stanno a guardare, noi ne approfitteremo e renderemo ciechi sprigionando spore velenose. Lo rileggerò e sicuro avete ragione tutti voi, ma ci tengo a dire che la mia versione immaginaria ha molto più senso!!!

      Elimina