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sabato 18 aprile 2020

Piccole recensioni tra amici! "Lo specchio dell'amore" di Alan Moore e "Se i gatti scomparissero dal mondo" di Kawamura Genki

Illustrazione by Tom Clohosy Cole

 Come ho scritto circa cinquecentomila volte, pensavo che in questa quarantena (che ormai ha superato i 40 giorni in Lombardia), sarei riuscita a leggere fino a scoppiare, ma non avevo fatto i conti con le ansie, i pensieri, la scarsa concentrazione.

 Sono quindi riuscita a terminare qualcosina che avevo iniziato e ho provato a leggere circa venti libri che ho abbandonato dopo 20 pagine (sto stoicamente andando avanti con "La nave di Teseo", ma mi sembra un deludentissimo caso di tanto fumo e niente arrosto).

 Faccio anche fatica a scrivere, che è poi il motivo per cui ho fatto pochi post, ma oggi mi sentivo in buona quindi eccovi un piccole recensioni tra amici. 

 Il primo libro dovevo recensirlo da una vita, il secondo lo avevo iniziato durante il mio viaggio dai miei a metà febbraio, interrotto a causa del caos, e terminato ieri sera in un impeto di buona volontà.

 Buona lettura (se ci riuscite)!



LO SPECCHIO DELL'AMORE di Alan Moore e José Villarubia ed. Feltrinelli:

E’ magnificente questa opera di Alan Moore, uscita nel 1988 in un’antologia chiamata AARGH! (Artists Against Rampant Government Homophobia), un'epoca in cui i fumettisti forse non passavano parte del loro tempo a dirsi che erano geni della satira per quattro battute che avrebbero procurato i pruriti ai preti di una scuola privata, ma certo grattacapi a nessuno, loro in primis.

 Era il periodo della grande epidemia dell'AIDS, quella che si era deciso riguardasse solo gli omosessuali come se, per oscuri misteri medico-religiosi potesse esistere una malattia in grado di procedere per orientamento sessuale nonostante l'orientamento sessuale non sia dato biologico.

 Insomma, schierarsi per la causa era davvero un gesto forte e non per forza (anzi, non assolutamente), popolare.

Da poco la comunità lgbt era riuscita ad avere una certa visibilità e stava iniziando a decostruire gli stereotipi e pregiudizi, quando arrivò, come un macigno, l'aids.

 Fu una regressione orrenda che ebbe degli argini solo quando fu chiaro che anche gli etero ne venivano colpiti.
 La maggioranza scoprì di doversene occupare se non voleva soccombere e anche qui, non credo che la scoperta di non essere immuni in quanto splendidi eterosessuali, debba essere stata cocente e deludente.

In fondo, non si era poi gli eletti come si pensava.

Alan Moore, assieme ad altri artisti del fumetto, prese posizione in un momento storico difficilissimo e scrisse quest’opera da noi colpevolmente fuori commercio da anni, con un sentimento, una forza, una passione encomiabili.

"Lo specchio dell'amore" è una sorta di poema epico che ripercorre, attraverso cantiche meravigliose, la storia del mondo lgbt. Partendo dalla preistoria, Moore racconta storie, vite, periodi meravigliosi e persecuzioni agghiaccianti, persone, coppie, sogni e incubi di una storia considerata minore all'interno della Storia.

 Un libro splendido e struggente in cui Moore rimarca un concetto a cui in molti sembrano ancora non voler arrendersi: nessun orrore e nessuna persecuzione possono soffocare qualcosa che è insito nella natura stessa dell'umanità, anche se l'umanità preferisce pensare sempre esista un noi e un "altro" e che quell'altro non sia qualcosa che la riguardi.

Unico neo: fotografie non all'altezza, ma del resto per essere all'altezza di Moore avrebbe dovuto esserci Helmut Newton.


SE I GATTI SPARISSERO DAL MONDO di Genki Kawamura ed. Einaudi:

E' ormai evidenti ai lettori nippofili (e ormai credo non solo più a loro) che i giapponesi hanno una vera e propria venerazione per i gatti, una venerazione, oserei dire, quasi egizia. 
 Sembrano considerarli a metà tra divinità e spiriti della natura e nella mia ignoranza non so se si possa azzardare un'influenza shintoista in questo (se, studiosi di letteratura giapponese, pensate abbia detto una castroneria, fatemelo pure notare).

 In questo curioso libro, il gatto come spirito della natura, ma anche cuore della casa, è, come si evince dal titolo, ben presente.

 La storia è l'ennesima variazione sul tema assai esplorato del: cosa faresti se sapessi di avere a disposizione una manciata di giorni prima di morire?

 Il protagonista, un postino solitario, ancora giovane, ma già con una forte sensazione di sconfitta nei confronti nella vita, scopre che gli rimangono poche ore e viene a saperlo dal diavolo in persona. 

 Il diavolo, forse sempre per effetto shintoista, è una sorta di divinità benevola che forse noi occidentali avremmo più personificato nella morte, e inizia una specie di partita a scacchi col protagonista: gli donerà un giorno di vita per ogni cosa che deciderà di far sparire dal mondo.

 Ovviamente non sono bazzecole, ma cose molto importanti che hanno un significato particolare nella vita del protagonista, come, appunto, i gatti.

 Alcuni commentatori su fb, quando ho annunciato che lo stavo leggendo, mi hanno scritto di essere rimasti un po' delusi dall'inconcludenza della storia, ma io penso di aver trovato la chiave in una frase che sembra quasi buttata lì: "Per vivere, dovevo sottrarre qualcosa dal mio futuro"

L'idea che per andare avanti sia necessario lasciare qualcosa per strada, sia in termini di ricordi che di sogni credo sia il modo per interpretare questa storia bizzarra, un po' nera e piena di amore per i gatti e per quello che siamo stati e non saremo più.

 Io ho voluto vederla così, oltre il sovrannaturale, ma bisogna anche dire che è un momento in cui mi sento estremamente nostalgica e mi mancano persone e luoghi tutti i giorni, quindi forse è lo stato d'animo che mi lascia leggere il libro così. Ma non importa. I libri raccontano ad ogni lettore una storia diversa ed è giusto così.


2 commenti:

  1. Lo specchio dell'amore non l'avevo mai sentito nominare ma sembra particolare e capace di trasmettere qualcosa :)

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    1. E' molto molto bello. Era uscita parecchi anni fa un'edizione BD assolutamente introvabile.

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